Palestrina- La cista di un’elegante donna del III secolo a.C.
torna a Preneste, dove fu prodotta e utilizzata.
Palestrina Con “100 opere tornano a casa” i capolavori dell’arte escono dai depositi e tornano a Palestrina nelle sale dei musei. Grazie al progetto del Ministero della Cultura “100 opere tornano a casa” è tornata oggi a Palestrina dai depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli la Cista Borgiana. L’opera, rinvenuta nel corso del Settecento nel territorio di Palestrina, l’antica Praeneste, appartenne per un periodo a Ennio Quirino Visconti, prima di entrare a far parte della collezione del cardinale Stefano Borgia.
Palestrina (Roma)- La cista del III secolo a.C.
Con la vendita della collezione da parte del nipote Camillo, seguita alla scomparsa del Borgia, la cista confluì insieme ad una parte della collezione nel Real Museo Borbonico, l’attuale Museo Archeologico di Napoli. La cista è un recipiente di forma cilindrica e dotato di coperchio, in uso durante l’antichità per contenere oggetti di toletta o di abbigliamento sia maschile sia femminile. di vita quotidiana molto diffuso, ricopriva anche una funzione rituale legata ai culti dionisiaci: era chiamata cista mystica, e veniva utilizzata per contenere i serpenti sacri da impiegare durante i riti per la divinità. Fra i centri più noti di questa produzione si annovera proprio Preneste (l’odierna Palestrina), antica città del Lazio, che ne realizzò diversi esemplari dal IV secolo in poi. Dopo secoli, la preziosa cista torna quindi nel territorio per il quale era stata creata, destinata ad accompagnare, insieme alle suppellettili che certamente conteneva, l’ultimo viaggio di una sconosciuta donna prenestina, in una delle necropoli presenti nel territorio. Un percorso comune a tante opere prodotte per la ricca Praeneste, andate nel tempo ad arricchire le collezioni di musei in ogni parte del mondo, e che in questo caso ritorna invece nel contesto di provenienza. La cista andrà ad arricchire la Sala delle Necropoli al secondo piano del Palazzo Colonna Barberini, sede del Museo archeologico Nazionale di Palestrina, in coerenza con l’iniziativa promossa dal progetto “100 opere tornano a casa” voluto dal Ministro della Cultura Dario Franceschini per valorizzare il patrimonio storico artistico e archeologico italiano conservato nei depositi dei luoghi d’arte statali e per promuovere i musei più piccoli, periferici e meno frequentati. Hanno accolto l’arrivo dell’opera il Sindaco di Palestrina Mario Moretti, la Direttrice del Museo Marina Cogotti, il Direttore Regionale Musei del Lazio Stefano Petrocchi.
Prof.Carlo Franza-L’Appia consolare (Roma-Brindisi) madre di tutte le vie-
La via Appia-E’ in Campania che staziona la bellissima mostra fotografica, non solo documentaria ma anche multimediale dal titolo “L’Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi”; essa riscopre e racconta il percorso della prima grande via europea, da Roma a Brindisi, percorsa a piedi nell’estate 2015 da Paolo Rumiz, Riccardo Carnovalini, Alessandro Scillitani e Irene Zambon. Inaugurata a Roma nell’Auditorium, la mostra è ospitata nel Museo Archeologico dell’antica Capua fino al 25 marzo 2017, rievocando la prima tappa del percorso della Regina viarum. La via consolare fu il tramite per diffondere i principi della civiltà romana, lo strumento che fisicamente collegò il “centro del Potere” con i luoghi strategici della penisola. Appio Claudio nei cinque anni della sua censura tracciò la via da Roma a Capua per 132 miglia. L’Appia fu il tracciato lungo il quale marciò il temuto esercito romano, ma anche la via della condivisione, degli scambi culturali, dei traffici; ma è stata anche la triste strada lungo la quale giungevano a Capua gli schiavi e i gladiatori, dove i 6.000 compagni di Spartaco vennero crocifissi atrocemente e simbolicamente esposti a mo’ di monito. Ed è sempre lo stesso selciato calcato da Paolo di Tarso e dai primi apostoli che, con la loro testimonianza, segneranno la fine dei culti pagani e delle religioni misteriche. Un ulteriore invito a visitare la mostra è offerto da una selezione di iscrizioni, rilievi e sculture provenienti dalla città. Tra questi spicca la statua del Trittolemo, l’eroe ateniese che dispensava il dono dell’agricoltura all’umanità, unico esemplare a tutto tondo finora noto, a simboleggiare la straordinaria fertilità dell’Ager Campanus.
L’Appia consolare
Paolo Rumiz e compagni hanno intrapreso il loro viaggio – conclusosi il 13 giugno 2015 dopo 611 chilometri, 29 giorni di cammino e circa un milione di passi – con l’idea di tracciare finalmente il percorso integrale della madre di tutte le vie, dimenticata in secoli di dilapidazione, incuria e ignoranza. Ecco l’Appia. Ora sono essi stessi a raccontare un’avventura che definiscono “magnifica e terribile, terrena e visionaria, vissuta attraverso meraviglie ma anche devastazioni, sbattendo talvolta il naso contro l’indifferenza di un Paese cinico e prono ai poteri forti, ma capace di grandi slanci ospitali e di straordinari atti di resistenza “partigiana” contro lo sfacelo”. “È compito di ciascuno di noi, come cittadini, – spiegano – restituire alla Res Publica questo bene scandalosamente abbandonato, ma ancora capace – dopo ventitré secoli – di riconnettere il Sud al resto del Paese e di indicare all’Italia il suo ruolo mediterraneo. Appia è anche un marchio, un “brand” di formidabile richiamo internazionale. Un portale di meraviglie nascoste decisamente più vario e di gran lunga più antico del Cammino di Santiago de Compostela. La mostra ci accompagna sui Colli Albani, sotto i Monti Lepini con le fortezze preromane sugli strapiombi, lungo i boscosi Ausoni che hanno dato all’Italia il nome antico e ai piedi dei cavernosi Aurunci dalle spettacolari fioriture a picco sul mare. Ci guida nella Campania Felix, sui monti del Lupo e del Picchio e gli altri della costellazione sannitica, nell’Italia dimenticata degli Osci, degli Enotri e degli Japigi fino all’Apulia della grande sete. In questo itinerario, Paolo Rumiz e compagni non sono stati soli, ma hanno avuto altri compagni d’avventura, da citare in ordine di chilometri percorsi: Marco Ciriello, Sandra Lo Pilato, Michaela Molinari, Mari Moratti, Barsanofio Chiedi, Settimo Cecconi, Giulio e Giuseppe Cederna, Giovanni Iudicone, Franco Perrozzi, Cataldo Popolla, Andrea Goltara e Giuseppe Dodaro, con la partecipazione straordinaria di Vinicio Capossela. La mostra consente di rivivere questa affascinante riscoperta attraverso le fotografie di Riccardo Carnovalini integrate da un reportage di Antonio Politano realizzato per il National Geographic Italia e da istantanee estratte dai filmati “on the road” di Alessandro Scillitani. Nel percorso espositivo, curato da Irene Zambon, con testi e didascalie di Paolo Rumiz, anche alcune immagini dei viaggi di Luigi Ottani sui confini dei migranti e dei sopralluoghi di Sante Cutecchia sulla Regina Viarum, oltre ai filmati di Alessandro Scillitani e le musiche e le installazioni audio di Alfredo Lacosegliaz. Completano il percorso un apparato cartografico curato da Riccardo Carnovalini e Cesare Tarabocchia e il materiale documentario conservato negli Archivi della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma – Capo di Bove e della Società Geografica Italiana, come fotografie, cartoline d’epoca, mappe antiche e moderne. La mostra è a cura della Regione Campania, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Polo museale della Campania, Scabec Spa, Società Geografica Italiana onlus e Festival della Letteratura di Viaggio. La mostra e le attività connesse, che interesseranno anche ulteriori siti lungo il percorso campano dell’antica Appia, sono realizzate nell’ambito del progetto “Itinerari culturali e religiosi” programmato e finanziato dalla Regione Campania con fondi POC.
Carlo Franza
Carlo Franza
Carlo Franza è Nato nel 1949, due lauree conseguite all’Università Statale La Sapienza di Roma. Allievo di Giulio Carlo Argan. Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, professore prima a Roma, poi a Torino, oggi a Milano.
Stefano Garzaro – “Per la libertà – Raccontare oggi la resistenza “
Per un nuovo 25 aprile- Articolo di Gian Mario Gillo-Il libro Per la libertà – Raccontare oggi la resistenza di Stefano Garzaro (edito da Piemme) è stato recentemente presentato nei locali della libreria Claudiana di Torino. L’ultima fatica editoriale dell’autore, professionista nel campo dell’editoria scolastica e saggista, è un antidoto alla riscrittura della storia. Ripercorre la tragedia delle ultime due guerre mondiali e si sofferma in particolar modo sulla Seconda, preceduta dal Ventennio fascista che aveva attuato in Italia persecuzioni contro gli oppositori con la promulgazione di leggi “fascistissime”, antiebraiche e razziali, razziste; racconta poi la lotta per giungere alla Liberazione.
Stefano Garzaro – “Per la libertà – Raccontare oggi la resistenza “
Le circa duecento pagine sono anche un omaggio ai tanti martiri della giustizia e della libertà; soprattutto partigiani e partigiane, come ben ricorda nella prefazione la segretaria nazionale dell’Anpi, Michela Cella.
Il libro risponde a domande dirimenti: perché si festeggia il 25 aprile? Che cosa è stata la Resistenza? Chi furono e come operarono i partigiani? Perché l’Italia fascista decise di entrare in guerra? Soprattutto, consegna al lettore tante storie, alcune delle quali inedite. I nomi citati sono un mosaico narrativo dal quale emergono figure importanti legate all’antifascismo.
Dall’opposizione del torinese Gobetti (morto in Francia per le botte prese in Italia) si passa a quella di Giacomo Matteotti (di cui lo scorso anno ricorreva il centenario della morte), un uomo capace di essere la sintesi di qualità diverse in una persona sola: politico, intellettuale, pubblicista antiregime: per questo ucciso dai fascisti nel giugno 1924.
Cita Willy Jervis, il “traghettatore” di perseguitati su irti sentieri di montagna, che, ricercato nella zona di Ivrea, trovò rifugio in val Pellice, dove proseguì l’attività della Resistenza. Il volume ricorda anche aneddoti come quello di Sandro Pertini che, quand’era presidente della Camera dei deputati, non volle ricevere il fascista che lo teneva recluso in confino a Ventotene, all’epoca questore di Milano.
Garzaro racconta anche le tragedie belliche, sociali e antropologiche più dolorose: le stragi naziste contro i civili, come quella di Sant’Anna di Stazzema, e altre, dimenticate dalla storia; entra nell’abisso umano della Shoah, ricorda le deportazioni di politici e di dissidenti, e di coloro che erano considerati diversi.
Il libro è un omaggio al grande valore civile e umano di tante persone. Garzaro ricorda ad esempio Nunziatina, la staffetta partigiana «che visse due volte» perché sopravvissuta alla fucilazione (seppur fucilata), e ancora i due bambini napoletani, che persero la vita per liberare – impugnando le armi – la loro città.
Uno scrigno prezioso di pagine che dona nuova vita a coloro che la persero, proprio per difendere quella che oggi è la nostra libertà. Elenca nomi, fatti, storie che rischierebbero di perdersi. Partigiano della memoria, l’autore, ci regala questo piccolo manuale da leggere tutto d’un fiato come esercizio democratico in vista del prossimo 25 Aprile.
* S. Garzaro, Per la libertà – Raccontare oggi la resistenza. Milano, Piemme, 2022, pp. 192, euro 14,50.
Fonte- Riforma.it- Il quotidiano on-line delle chiese evangeliche battiste metodiste e valdesi in Italia.
ROMA Municipio XIII–Castel di Guido – 9 settembre 2022-Articolo e Fotoreportage di Franco Leggeri-Le prime notizie del ponte sull’Arrone si hanno già in un documento dell’XI secolo dove viene citato un “Pons de Arrone”, mentre in una bolla papale del 1019 è citato un “pons marmoreus qui est super Arronem”; si ha notizia del rinvenimento, nelle vicinanze, di una lapide la quale testimonia che un certo “Dorus Latro” aveva restaurato le sponde del fiume, come si legge nella scheda 35 del Quilici .
CASTEL di GUIDO-Bivio di FREGENE-via Aurelia- PONTE ROMANO SUL FIUME ARRONE.Foto B/N anni 1960-
Bibl.: La via Aurelia, scheda 35 ; Quilici, scheda 315; Brunetti Nardi, op.cit.,II,pag.64.
-Notizie Storiche del Fiume ARRONE-
Fiume della Comarca, il quale ha origine dal lago di Bracciano, essendo l’emissario naturale, e si scarica nel mare presso Maccarese. Esce dal lago a settentrione della Terra dell’Anguillara : passa sotto il ponte la Trave serve di limite ai tenimenti di Camoscie e Quarto s.Saba : traversa la via Claudia dopo la Osteria Nuova verso il XIV. Miglio da Roma: scorre sotto il Castello di Galera in un letto molto profondo, servendo di confine al tenimento di questo nome ed a quello di Centrone: traversa quelli di Monte Mario, e Buccèa: passa fra quelli di Testa di Lepre , Torrimpietra, Castel di Guido, e finalmente entra in quello di Maccarese, dove dopo aver servito allo irrigamento de’ campi entra in mare. Il ponte a due archi, sotto il quale attraversa la via Aurelia dopo Castel di Guido è antico e di massi quadrilateri. Quantunque negli scrittori greci e latini non si faccia menzione di questo fiume , null’altro il suo nome risente la origine etrusca, derivando probabilmente dalla stessa radice di ARUNS. Col nome di ARRONE viene ricordato l’anno 1053 in una bolla di Leone IX, nella quale fra i confini dei fondi Camelianum ,Olibula , Angellum, Pinum, Camaranum, Lauretum ec. Si pone così: a quarto (latere)rivum qui vocatur Arrone positum in territorio Galeriae . Veggasi il Bullarium Vaticanum T.L.
Si può vedere(foto allegate) il vecchio ponte dell’Arrone , ormai in disuso , il quale conserva il suo selciato originale .Nel parapetto si trova incorporato un blasone nobiliare medievale in marmo, mentre sono ancora visibili le vecchie paratie metalliche , vera archeologia industriale, le quali servivano per regolare il flusso dell’acqua destinata all’irrigazione della campagna circostante.
Lungo la strada che conduce a Fregene , sulla sinistra ,si vede il laghetto di “Mezzaluna” ed è proprio qui che Guido, Duca di Spoleto, condusse alla vittoria, contro i Saraceni nell856 d.C., le “milizie di Campagna” come le definì lo storico Prudenzio da Troyes.
-CURIOSITA’-
I volontari della Protezione Civile di Castel di Guido ,Capitanata dal Fondatore Attilio ZANIN, durante un lavoro di bonifica del canale di gronda dell’Aurelia che sversa le acque meteoriche nell’Arrone al Bivio di Fregene, hanno effettuato un lavoro di recupero molto interessante cioè quello di riportare alla “luce” le vecchie “CASEMATTE”. Queste strutture in c.a. furono costruite durante l’ultimo conflitto al fine di difendere Roma da possibili attacchi e neutralizzare l’avanzata di colonne motorizzate lungo la via Aurelia. Nota di colore sulla “CASAMATTA “. In una di queste strutture vi ha prestato servizio di guardia il musicista romano ARMANDO TROVAJOLI autore ,tra le altre melodie. della rivista musicale RUGANTINO .
Associazione CORNELIA ANTIQUA-Siete appassionati della Storia poco raccontata, quella da riscoprire e vi piace l’ Avventura ,oppure siete affascinati dalla bellezza della Campagna Romana ? Allora unisciti a noi. Ecco cosa facciamo: Produciamo Documentari e Fotoreportage, organizziamo viaggi ,escursioni domenicali e tantissime altre iniziative culturali.Tutti sono benvenuti nella nostra Associazione, non ha importanza l’età, noi vi aspettiamo !Per informazioni – e.mail.: cornelia.antiqua257@gmail.com– Cell-3930705272–
Articolo e Fotoreportage di Franco Leggeri-per Ass.ne CORNELIA ANTIQUA
CASTEL di GUIDO-Bivio di FREGENE-via Aurelia- PONTE ROMANO SUL FIUME ARRONE.-FOTO DI FRANCO LEGGERI
CASTEL di GUIDO-Bivio di FREGENE-via Aurelia- PONTE ROMANO SUL FIUME ARRONE.-FOTO DI FRANCO LEGGERICASTEL di GUIDO-Bivio di FREGENE-via Aurelia- PONTE ROMANO SUL FIUME ARRONE.-FOTO DI FRANCO LEGGERICASTEL di GUIDO-Bivio di FREGENE-via Aurelia- PONTE ROMANO SUL FIUME ARRONE.-FOTO DI FRANCO LEGGERICASTEL di GUIDO-Bivio di FREGENE-via Aurelia- PONTE ROMANO SUL FIUME ARRONE.-FOTO DI FRANCO LEGGERICASTEL di GUIDO-Bivio di FREGENE-via Aurelia- PONTE ROMANO SUL FIUME ARRONE.-FOTO DI FRANCO LEGGERICASTEL di GUIDO-Bivio di FREGENE-via Aurelia- PONTE ROMANO SUL FIUME ARRONE.-FOTO DI FRANCO LEGGERICASTEL di GUIDO-Bivio di FREGENE-via Aurelia- PONTE ROMANO SUL FIUME ARRONE.-FOTO DI FRANCO LEGGERICASTEL di GUIDO-Bivio di FREGENE-via Aurelia- PONTE ROMANO SUL FIUME ARRONE.-FOTO DI FRANCO LEGGERICASTEL di GUIDO-Bivio di FREGENE-via Aurelia- PONTE ROMANO SUL FIUME ARRONE.-FOTO DI FRANCO LEGGERICASTEL di GUIDO-PONTE ROMANO SUL FIUME ARRONE.-FOTO DI FRANCO LEGGERIAssociazione CORNELIA ANTIQUA- Siete appassionati della Storia poco raccontata, quella da riscoprire e vi piace l’ Avventura ,oppure siete affascinati dalla bellezza della Campagna Romana ? Allora unisciti a noi. Ecco cosa facciamo: Produciamo Documentari e Fotoreportage, organizziamo viaggi ,escursioni domenicali e tantissime altre iniziative culturali.Tutti sono benvenuti nella nostra Associazione, non ha importanza l’età, noi vi aspettiamo !Per informazioni – e.mail.:cornelia.antiqua257@gmail.com– Cell-3930705272–Roma via Aurelia Bivio di Fregene vecchie “CASEMATTE”-Foto di Franco LeggeriRoma via Aurelia Bivio di Fregene vecchie “CASEMATTE”-Foto di Franco LeggeriRoma via Aurelia Bivio di Fregene vecchie “CASEMATTE”-Foto di Franco LeggeriRoma via Aurelia Bivio di Fregene vecchie “CASEMATTE”-Foto di Franco LeggeriAssociazione CORNELIA ANTIQUA– Siete appassionati della Storia poco raccontata, quella da riscoprire e vi piace l’ Avventura ,oppure siete affascinati dalla bellezza della Campagna Romana ? Allora unisciti a noi. Ecco cosa facciamo: Produciamo Documentari e Fotoreportage, organizziamo viaggi ,escursioni domenicali e tantissime altre iniziative culturali.Tutti sono benvenuti nella nostra Associazione, non ha importanza l’età, noi vi aspettiamo !Per informazioni – e.mail.: cornelia.antiqua257@gmail.com– Cell-3930705272–
Pomezia-Pratica di Mare (Roma)-Il Museo Civico Archeologico Lavinium compie 20 anni!-
Pomezia-Pratica di Mare (Roma)-Per festeggiare questo traguardo del Museo Civico Archeologico Lavinium, Sabato 5 Aprile vi invitiamo a trascorrere il pomeriggio al Museo per la presentazione del catalogo della mostra “Frammenti di storia dalla Lavinium imperiale”.
L’appuntamento è alle ore 17:00 nella sala conferenze e numerosi gli interventi, oltre a quelli istituzionali del Sindaco, dell’Assessore alla Cultura e del Funzionario di Soprintendenza.
Entrando nel vivo ci saranno anticipazioni di progetti, idee e cambiamenti per il futuro, a cui farà cenno la Direttrice, Federica Colaiacomo.
Il Prof. Domenico Palombi presenterà il volume “Frammenti di storia della Lavinium imperiale” per dare seguito alla bellissima mostra da poco conclusa (il catalogo sarà a disposizione presso il book-shop del Museo), si concluderà con una visita in alcune sale del museo, accompagnati dal Prof. Alessandro Maria Jaia e naturalmente con un brindisi.
Pomezia-Pratica di Mare (Roma)-Il Museo Civico Archeologico Lavinium
Descrizione
Il Museo Archeologico “Lavinium” si trova a Pomezia (RM) in Via Pratica di Mare, a pochi metri dal Borgo medioevale che sorge sull’antica città di Lavinium fondata dal mitico eroe troiano Enea. Il Museo evidenzia lo stretto legame fra la città di Lavinium e il suo mitico fondatore. A Enea è dedicata un’intera sezione in cui sono illustrate le tematiche del suo viaggio e il tipo di imbarcazione utilizzata dai contemporanei dell’eroe troiano intorno al 1200 a. C. I reperti esposti e gli apparati illustrativi tendono, soprattutto, a sottolineare l’aura di religiosità che circondava l’antico centro laziale. Sono, infatti, i grandi santuari di Minerva e dei XIII altari i principali temi sviluppati nel percorso. Si tratta di un Museo assolutamente innovativo, dove l’esposizione tradizionale convive con le più alte tecnologie multimediali; gli strumenti tecnologici e le ricostruzioni plastiche riescono a mediare tutti i dati storici non visibili, rendendoli al contrario visibili e quindi comprensibili. Il mondo antico è in perfetta sinergia con quello moderno ed ogni reperto archeologico diventa il protagonista di una vera e propria opera di intrattenimento volta alla minuziosa conoscenza del passato.
Pomezia-Pratica di Mare (Roma)-Il Museo Civico Archeologico Lavinium
Pomezia-Pratica di Mare (Roma)-Il Museo Civico Archeologico Lavinium
Pomezia-Pratica di Mare (Roma)-Il Museo Civico Archeologico Lavinium
Museo Lavinium e Area archeologica
Realizzato nel 2005, il museo si trova in località Pratica di Mare nelle vicinanze del Borgo il cui insediamento medievale si erige sulle vestigia storiche dell’Antica Lavinium, Civitas Religiosa dei Popoli Latini la cui fondazione è legata alla figura leggendaria di Enea, figlio della dea Afrodite, considerato il capostipite della stirpe Latina, da cui nasceranno Romolo e Remo, fondatori di Roma.Il complesso espone una parte significativa dei reperti archeologici rinvenuti sul territorio a partire dagli anni ’50 del Novecento e presenta un percorso museale multimediale innovativo in cui la tradizione storica sposa l’alta tecnologia attraverso pannelli esplicativi, proiezioni video, effetti sonori ed ologrammiche contestualizzano i beni rinvenuti e ne specificano i significati, con il fine ultimo di catapultare il visitatore in un passato ambientato nell’antica terra dei latini che ha come protagonisti l’Eroe Troiano, gli abitanti della Città e le loro divinità.
Articolato in cinque sale tematiche, il Museo espone reperti databili tra il X sec. a.C. e l’Età romana. Di pregio e notorietà sono la grande Statua di Minerva Tritonia del V sec. a C. e le statue votive in terracotta provenienti dal santuario della Dea. Suggestiva l’ultima sala dedicata ad Enea ove sono esposti gli oggetti del corredo funerario rinvenuti nel monumento sepolcrale a lui dedicato: la spada, le lance e il coltello sacrificale.
Il museo è progettato per accogliere un pubblico diversificato grazie alle innumerevoli iniziative che si svolgono al suo interno: visite guidate, progetti didattici, mostre e conferenze.
Pomezia-Pratica di Mare (Roma)-Il Museo Civico Archeologico Lavinium
Pomezia-Pratica di Mare (Roma)-Il Museo Civico Archeologico Lavinium
Pomezia-Pratica di Mare (Roma)-Il Museo Civico Archeologico Lavinium
Ricordiamo ai gentili utenti che dal 1° aprile al 30 settembre entrerà in vigore l’orario estivo:
Lunedì e festa patronale (11/7) chiuso Martedì e giovedì: 9.00-13.00 / 15.00 – 18.00 Mercoledì e venerdì: 9.00-13.00 Sabato, domenica e festivi: 10:00-13.00 / 16:00-19.00 La biglietteria chiude 45 minuti prima dell’orario di chiusura
Per restare aggiornati su tutte le attività vi invitiamo
a visitare il nostro sito internet http://www.museolavinium.it
e a seguirci sui nostri social!
Ponzano Romano (Roma)- PRAC –Centro per l’Arte contemporanea – Nel mese del vento-
Ponzano Romano (Roma)-Il PRAC – Centro per l’Arte contemporanea accoglierà il prossimo 30 marzo 2025, a partire dalle ore 10.00, il progetto espositivo dal titolo “Nel mese del vento”, a cura di Graziano Menolascina. La mostra vede protagonisti gli artisti Verdiana Bove, Francesca Romana Cicia, Emanuele Fasciani, Luca Di Terlizzi e Caterina Sammartino, che per la prima volta espongono insieme come collettivo CONDOTTO48.
Il titolo, ispirato al “mese del vento”, ovvero marzo, richiama la forza primordiale del vento, simbolo di rinnovamento e fertilità, capace di stimolare la natura e favorire la crescita e il rinascimento. Marzo è infatti considerato il mese della transizione, come ben sintetizzato da Charles Dickens: “Era uno di quei giorni di marzo in cui il sole splende caldo ed il vento soffia freddo: quando è estate nella luce e inverno nell’ombra”. In questo scenario di rinnovamento, il progetto espositivo si sviluppa attraverso tre installazioni spaziali nelle sale di Palazzo Liberati, dando vita a un viaggio evocativo che invita il pubblico a esplorare una dimensione interiore e spirituale, fatta di memoria e scoperta.
Gli artisti di CONDOTTO48, attraverso le loro opere, esprimono un’emotività comune, nata dalla consapevolezza di una sensibilità condivisa, che li spinge a ricercare o riscoprire una dimensione altra, spirituale e personale. Il percorso espositivo porta il pubblico a intraprendere un viaggio in un mondo lontano, riscoprendo parti di sé stessi o conoscendo nuovi aspetti della propria memoria emotiva.
“Nel mese del vento” non è solo una mostra d’arte contemporanea, ma una riflessione sulla bellezza della trasformazione, sul significato profondo della rinascita e sulla capacità dell’arte di guidare lo spettatore in un’esperienza di scoperta interiore.
Il titolo, ispirato al “mese del vento”, ovvero marzo, richiama la forza primordiale del vento, simbolo di rinnovamento e fertilità, capace di stimolare la natura e favorire la crescita e il rinascimento.
“Misura per misura” una delle commedie più celebri di William Shakespeare
Misura per misura (Measure for Measure) è una commedia di William Shakespeare, scritta nel 1603. A volte quest’opera viene catalogata anche come “problem play” (cioè “opera problematica”) in quanto ha in sé sia elementi di commedia che di tragedia.
“Misura per misura” di William Shakespeare
Trama
Vincenzo, Duca di Vienna, afferma di voler lasciare la città per svolgere una missione diplomatica e incarica Angelo, reputato da tutti un uomo austero e casto, di governare in sua vece.
Claudio, un giovane gentiluomo, è fidanzato con Giulietta, che però rimane incinta prima del matrimonio. Il giovane deve comparire davanti ad Angelo e, pur provandosi disposto a sposare Giulietta, viene condannato a morte. Lucio, amico di Claudio, fa perciò visita alla sorella di quest’ultimo, Isabella, novizia in un convento, e le chiede di intercedere presso Angelo: Isabella ottiene di essere ricevuta da Angelo, e gli chiede la grazia per il fratello. Angelo accetta, ma a una condizione: egli libererà Claudio se Isabella accetterà di avere un rapporto sessuale con lui, dandogli la sua verginità. Isabella rifiuta, e decide di andare a visitare Claudio in prigione, consigliandogli di prepararsi alla morte.
“Misura per misura” di William Shakespeare
Il Duca però non ha affatto lasciato la città. Travestito da frate, col nome di Fra’ Ludovico, è in grado di vedere come vanno le cose, e soprattutto di rendersi conto del modo di governare di Angelo. Il Duca (che Isabella crede un vero frate) diventa confidente di Isabella e le propone due sotterfugi per mandare in fumo i progetti di Angelo: quest’ultimo avrebbe dovuto sposare Mariana, ma si è rifiutato di farlo una volta saputo che la dote della ragazza era stata persa in un naufragio. Isabella perciò dovrà dire ad Angelo che acconsente, ma alla condizione che l’incontro si svolga nel buio più totale. Isabella esegue quanto suggerito; ma al suo posto manda invece Mariana, che ha un rapporto sessuale con Angelo, convinto di averlo avuto con Isabella.
Angelo ritira la parola data, e manda un messaggio alla prigione dicendo che vuole che Claudio venga decapitato. Il Duca dapprima cerca di far giustiziare un altro prigioniero, ma senza risultato; infine Angelo viene accontentato: ma la testa che viene portata ad Angelo non è quella di Claudio, bensì quella di un pirata, morto quel giorno stesso di febbre maligna. L’opera si conclude con il “ritorno” del Duca a Vienna, dove si fa riconoscere nel corso del processo sollevato per le accuse che Isabella e Mariana hanno porto contro Angelo, e condanna Angelo a morte. Mariana però chiede al Duca di avere pietà: egli decide così di graziare Angelo, a patto però che sposi Mariana.
Il Duca quindi propone a Isabella di sposarlo, ma lei non risponde. Al silenzio di Isabella vengono date diverse interpretazioni; la più comune è che si tratti di un assenso.
William Shakespeare
Un intreccio secondario riguarda Lucio, amico di Claudio, che è solito diffamare il Duca nelle sue conversazioni col frate, e nell’ultimo atto diffama invece il frate parlando col Duca. Ne consegue che Vincenzo ne rimane costernato, e mette Lucio nei guai quando si scopre che il Duca e il frate sono la stessa persona. La sua punizione, come per Angelo, è l’obbligo di contrarre matrimonio, nel suo caso con la prostituta Kate Keepdown.
Poesie di Giampiero Neri- Grande solitario della Poesia italiana-
Giampiero Neri – Poeta e critico letterario e all’unanimità considerato uno dei maggiori poeti del Secondo Novecento Italiano nonché il più in ombra dei grandi maestri, come lo definì Andrea Cortellessa.
1. L’aspetto occidentale del vestito
A Giancarlo Majorino
Corso Donati, il metrò
scava diverse gallerie ai giardini
radici che non dissero inutilmente
le ossa di qualche romano in provincia
e una valigia di fibra
la ferrovia della stazione Nord,
ora non ricordo tutti i particolari
un tempo passato corre via dietro gli alberi.
Giampiero Neri
*
2.
La Pavonia maggiore o Saturnia
la farfalla Atropo ed altre specie notturne
sono un notevole esempio di mimetismo.
Si adattano in parte all’ambiente
per il colore più scuro e intenso
grigio bruno sulle ali
ma anche per i continui segni
che vi ricorrono in forma di cerchi
e nel modo uguali.
All’origine di questi ornamenti
si incontra una simmetria,
uno schema fissato in anticipo
muove insieme chi cerca
e chi ha interesse a non farsi riconoscere,
una corrispondenza alla fine.
*
3.
Il cattivo tempo è alle porte e consiglia la prudenza, come comanda nostra madre Chiesa.
In concreto il temporale minacciò di far volare un numero straordinario di carte.
Risultava sempre più difficile incontrare il professore, costantemente impegnato nella correzione di qualche compito.
E avendolo visto per caso:
“Il dottor Livingstone, suppongo” disse, mentre gli tendeva la mano attraversando vasti deserti di tavolini rossi e sedie impagliate.
*
4.
L’osservatore si orienta su alcuni particolari. Il colore delle foglie o la presenza di effimere sulle rive dei torrenti. Strani insetti che hanno breve vita, come dice il nome.
Verso il centro della riserva sta il falco rosso, cacciatore notturno. Durante il giorno è nascosto, ma qualche volta attraversa una valletta o una radura, molestato dai passeri.da: Liceo
5.
Villa Nena
La facciata era sicuramente liberty.
Come onde apparivano i balconi
verso il lago,
in parte nascosti dagli alberi.
Nella casa che è stata abbandonata
cigola la porta non chiusa,
della vecchia proprietà
non si hanno notizie da tempo.
E’ rimasto nel quadro alla parete
un documento del ’43,
un attestato che la signora è cittadina straniera
sotto la protezione del Consolato.
*
6
Due tempi
La civetta è un uccello pericoloso di notte
quando appare sul suo terreno
come un attore sulla scena
ha smesso la sua parte di zimbello.
Con una strana voce
fa udire il suo richiamo,
vola nell’aria notturna.
Allora tace chi si prendeva gioco,
si nasconde dietro un riparo di foglie.
Ma è breve il seguito degli atti,
il teatro naturale si allontana.
All’apparire del giorno
la civetta ritorna al suo nido,
al suo dimesso destino.
*
7
Pesce d’acqua dolce
Lavarello è il nome lombardo di un pesce che vive sul fondo del lago. Ha la testa piccola, come di chi deve pensare poco. Ma per la forma si adatta alla profondità. Il colore è bianco argento. Sta nei confini dell’acqua scura, fredda e si suppone pigro e pacifico.
Sul banco del pescivendolo si vede qualche volta, il corpo coronato dal rosso vivo delle branchie.
*
8
Capitolo ottavo, VII
Lo scrittore di provincia soffriva d’insonnia. Si dedicava a ricerche di interesse storico ma non aveva abbandonato i vecchi progetti letterari.
Stava leggendo il finale del capitolo ottavo “anche tu valoroso Casca, le tue lucertole sul muro”.
*
9
Delle misure, dei pesi, III
Del declinante mondo di Maria Signaroli
che abitava da noi in campagna
non si poteva domandare.
Oscillava fra le finestre della stanza,
qualche volta in giardino,
finché cadde sul pavimento.
Era una mattina se ricordo bene,
l’anno il ’32 o il ’33.
*
Giampiero Neri
10
Sovrapposizioni, I
Piegando indietro la testa, l’ospite imitò il verso di un gufo.
Una nota breve, simile a un abbaiare, a un colpo di tosse.
Aveva una barba rada, gli occhi grandi, giallastri.
*
11
IV
Del gufo reale o Sminteo, distruttore di topi, si può dire che è raro. Vive nei boschi abbandonati ma
imbattersi nel suo sguardo severo, nelle sue penne arruffate, può turbare.
Del suono kiok, kiok, del verso teck, teck.
Procedono dalla forma originaria, senza mutamenti. Segnali di un mondo scomparso.
Qualche volta si sente nella notte un richiamo stridulo, una voce alterata.
da : Dallo stesso luogo
13
Dallo stesso luogo alla memoria di Edoardo Persico
(Napoli 1900 – Milano 1936)
Come l’acqua del fiume si muove
contro corrente vicino alla riva
si disperde dentro fili d’erba
lontana dal suo centro
la memoria fa un cammino a ritroso
dove una materia incerta
torna con molti frammenti.
*
14
Dove il fitto bosco
scendeva con avvallamento profondo
verso un luogo nascosto
a un tratto gigantesco,
appariva mutato l’aspetto degli alberi
in quel punto
prendeva nome di orrido
.
*
15
Quella strana colonia
di rari villeggianti
era dispersa.
Dei loro campi di tennis
e vani conversari
era rimasto un eco di saluti notturni
di biciclette che si allontanavano
.
*
16
Viaggi I
Era una trappola per talpe
che aveva progettato, una tagliola
per la loro sortita allo scoperto
e del fumo insufflato nei cunicoli.
Ma era passato il tempo
si svolgeva un diverso avvenimento
anche noi diventati talpe
per il variare delle circostanze
*
da: Altri viaggi
17
Segnali
Dei vari colori
pericoloso è il giallo
accompagnato al nero
nella forma dell’ape
e di altre specie più rare,
e la diversità dei grigi
dei bianchi specialmente.
*
18
si era fermato e lasciato cadere la bicicletta
sulla strada, l’amico di mio padre
“se tutto doveva finire…” mi aveva detto abbracciandomi,
era stato il commento.
*
19
Variazione
Si nasconde il gufo sul ramo
durante il giorno,
si adatta a una diversa parte
nel suo breve travestimento.
Ma col variare della luce
abbandona la sua muta inoffensiva,
nella sua forma e figura
si presenta al rituale appuntamento.
*
20
Figura
In quella parte del campo
vicino al deposito di legna
si era levata una figura indistinta,
come una macchia più scura
nel buio della sera,
sembrava un cane che volava sopra i tetti.
*
21
Tracce
Presa fra i sassi dove si nasconde
la lumaca fa udire un breve suono
unico segno manifesto
della sua muta esistenza.
Del suo andare solitario
si vede qualche volta una traccia,
come una scia luccicante nell’erba.
Giampiero Neri
Biografia di Giampiero Nerinato a Erba (Como) nel 1927. è morto il 15 febbraio a Milano, dove ha vissuto dal 1950 – Poeta e critico letterario e all’unanimità considerato uno dei maggiori poeti del Secondo Novecento Italiano nonché il più in ombra dei grandi maestri, come lo definì Andrea Cortellessa. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie: L’aspetto occidentale del vestito (Parma, Guanda, 1976), Liceo (ibid., 1986) e Dallo stesso luogo (Milano, Coliseum, 1992) confluite successivamente in Teatro naturale (Milano, Mondadori, 1988); Erbario con figure (Como, LietoColle, 2000) e Finale (Olgiate Comasco, Dialogolibri, 2002) sono invece parte di Armi e mestieri (Milano, Mondadori, 2004) cui seguono Paesaggi inospiti (Ibid., 2009). Molti gli studi sulla sua poesia ed i volumi pubblicati tra i quali si ricordano Giampiero Neri. Poesie e immagini, regia di Vincenzo Pezzella (Milano, Viennepierre, 2005), Giampiero Neri. Il poeta architettonico, a cura di Pietro Berra (Olgiate Comasco, Dialogolibri, 2005) Giampiero Neri. Il mestiere del poeta, a cura di Massimiliano Martolini (Ancona, Cattedrale, 2009), la traduzione apparsa negli Stati Uniti Natural Theater: Selected Poems, 1976-2009, introduzione e a cura di Victoria Surliuga, traduzioni di Ron Banerjee (New York, Chelsea Editions, 2010) e l’eccellente Giampiero Neri un maestro in ombra, a cura di Alessandro Rivali (Milano, Jaca Book, 2013). L’ultima raccolta di poesia pubblicata da Giampiero Neri è Il professor Fumagalli ed altre figure (Milano, Mondadori, 2012) ed è il volume che segna il distacco del poeta dalla poesia in favore delle prose brevi. Le brevi prose qui proposte sono una anticipazione del nuovo libro.
-Indagini archeologiche Via Aurelia Antica-Località Malagrotta-(2011-2013)–
Malagrotta-Osteria a sinistra della Via Aurelia Antica, o strada di Civitavecchia, 8 miglia lungi da Roma , posta nel tenimento di Castel di Guido, poco prima del diverticolo di Maccarese. Essa è nella valle del Rio di Galeria, che si traversa sopra un ponte : ivi dappresso è un Casale , un granaio , la chiesa , ed un fontanile fornito di acqua da una sorgente condotta, i cui bottini veggasi a destra della strada. Il nome Malagrotta suol dirsi da una grotta che si vede sul colle a sinistra ; a me sembra però che sia un travolgimento del nome Mola Rupta, che almeno fin dal secolo X. questo fondo portava: dico fin dal secolo X, poiché non voglio fare uso della Carta di donazione di Santa Silvia per le ragioni che furono indicate nell’articolo su Maccarese. Or dunque negli annali de’ i Camaldolesi, ne’ quali si riporta quell’Atto di donazione , si trova pure riportata una Carta genuina pertinente all’anno 995, ( leggasi il tomo I.p.p.126) nella quale si ricorda la cessione e permuta fatta da Costanza nobilissima donna di una metà di un suo Casale denominato Casa Nobula, posto circa l’ottavo miglio fuori della porta San Pietro nella contrada che corrisponde appunto a Malagrotta. E questa contrada si ricorda ancora anche in altre Carte degli stessi annali, come in una dell’anno 1014 nella quale si pone fuori di porta San Pancrazio nella via Aurelia, e si nomina come Casale ,in un’altra carta del 1067 si nomina come affine al Rio Galeria, e nel secolo XIII. Col nome di Castrum Molarupta colle chiese di Santa Maria e di Santa Apollinare si designa nelle bolle di papa Innocenzo IV. Nel 1249 e di Papa Bonifacio VIII. Nel 1299, con le quali furono conferiti i beni di San Gregorio: come pure in due Atti pertinenti all’anno 1280 e 1296, documenti che sono inseriti nell’appendice del tomo V. degli Annali suddetti. Quindi il nome Molarupta rimaneva sul principio del secolo XIV. E quanto a questa denominazione così antica , che rimonta, come si vide , almeno al secolo X. facile è derivarne la etimologia da una mola ivi sul fiume Galeria esistente, la quale rottasi, ne derivò al fondo ed alla contrada il nome do Molarupta.
Roma: Malagrotta – via Aurelia-indagini archeologiche finalizzate all’individuazione ed all’apposizione del vincolo di un tratto della via Aurelia antica e della mansio di età imperiale ad essa afferente.Committente:Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma (dott.ssa Daniela Rossi)
Scavi a cura della Cooperativa Parsifal – Cooperativa di Archeologia.
Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)
Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)
Roma: Malagrotta – via Aurelia–indagini archeologiche finalizzate all’individuazione ed all’apposizione del vincolo di un tratto della via Aurelia antica e della mansio di età imperiale ad essa afferente.
Committente: Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma (dott.ssa Daniela Rossi)
Scavi a cura della Cooperativa Parsifal – Cooperativa di Archeologia.
Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Indagini archeologiche Via Aurelia-Località Malagrotta(2011-2013)Via Aurelia-Località Malagrotta-Rio GaleriaVia Aurelia-Località Malagrotta-Rio GaleriaVia Aurelia-Località Malagrotta-Rio GaleriaVia Aurelia-Località Malagrotta-Rio Galeria
Via Aurelia-Località Malagrotta-Rio GaleriaVia Aurelia-Località Malagrotta-Via Aurelia-Località Malagrotta-Via Aurelia-Località Malagrotta-
Roma -Borgo Pio Art Gallery-Uniti per Dare una Mano – Una Tela per la Pace
Roma-L’Associazione Culturale Borgo Pio Art Gallery, in collaborazione con la curatrice di eventi Barbara Filippi, con il patrocinio della Regione Lazio e la collaborazione della Croce Rossa Italiana – Comitato Area Metropolitana di Roma Capitale, presenta, in occasione del Giubileo 2025, una mostra collettiva di arte contemporanea dal titolo “Uniti per Dare una Mano – Una Tela per la Pace“.
La mostra verrà inaugurata il 29 marzo alle 17:30 presso la sede della Borgo Pio Art Gallery, in via degli Ombrellari 2, Roma, e durerà fino al 12 aprile 2025.
Parteciperanno alla mostra pittori, scultori e fotografi la cui arte, intesa come strumento di unione, desidera trasmettere un messaggio di speranza in un momento storico segnato da conflitti e divisioni. Gli artisti esporranno opere caratterizzate da stili, tecniche, forme e contenuti dei più disparati, ma con un intento comune: promuovere la pace attraverso l’arte, comunicando l’importanza di azioni individuali e collettive per il suo raggiungimento e invitando i visitatori a partecipare attivamente all’evento, creando un senso di appartenenza e responsabilità condivisa.
La parola “Mano”, nel titolo della mostra, rappresenta il legame tra idea e azione. La mano può essere strumento di guerra, ma in questo contesto simboleggia l’importanza di contribuire, anche con piccoli gesti, alla costruzione di un mondo migliore.
Durante le giornate del 4 e 5 aprile, gli artisti saranno coinvolti nella realizzazione di un’opera d’arte collettiva attraverso un live painting, in cui i loro colori, segni, impronte e visioni si uniranno in un unico messaggio di pace. Una volta completata la tela, il ricavato della vendita e della raccolta di fondi sarà destinato a sostenere le attività di emergenza svolte dal Comitato Area Metropolitana di Roma Capitale della Croce Rossa Italiana.
Alla serata d’inaugurazione, sabato 29 marzo, sarà presente Daniele Nicosia, conduttore del programma televisivo “Arte24 – Il viaggio nella cultura”, in onda su Rete Oro. Sarà inoltre disponibile un banco d’assaggio dei vini del Casale del Giglio, sponsor dell’evento, e sarà presente Teresa Ingrosso, fondatrice di Endless by Teresa Roma e Italian Culture Collection, nonché licenziataria ufficiale del logo del Giubileo 2025. Teresa Ingrosso crea gioielli pensati per ispirare forza alle donne, poiché non sono solo belli, ma racchiudono emozioni e legami profondi.
“Uniti per Dare una Mano – Una Tela per la Pace” rappresenta un’opportunità unica per riflettere insieme sul potere dell’arte e sull’importanza di agire per la pace. In questa importante riflessione, verranno coinvolti cittadini, turisti e pellegrini. Con la partecipazione attiva di artisti e visitatori, si spera che questo evento memorabile possa ispirare un cambiamento positivo grazie all’arte, quale importante mezzo di comunicazione e cambiamento sociale.
Artisti partecipanti: Antonella Argiroffo, Luca Maiello, Claudia Artuso, Francesco Barnabei, Andrèe Bollella, Silvia Castaldo, Massimo Ceccaccio, Luisa Ciampi, Alessandro Croce, Antonio Di Bianca, Silvano Fabrizio, Fernanda Faggian, Vito Fulgione, Valeria Galasso, Gemma Garofalo, Daniela Giovannini, Teresa Ingrosso, Gloria Leonardi, Paolo Mariani, Silvia Mattioli, Michel Oz, Nino Palmieri, Paolo Pardi, Pia Parodi, Pietro Plutino, Alexandra Schaffer, Emanuela Tomassi, Andrea Trisciuzzi.
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