Ad Ovest di Boccea , a circa 2500 m. di distanza , dal Castello di Boccea-Laghetti dei Salici, è conservato il Casale di Testa di Lepre di sopra. Nel secolo XII il Casale apparteneva alla Basilica di Santa Maria Maggiore , alla quale il possedimento fu confermato dal Papa Celestino III nell’anno 1192. Tutta la tenuta , compreso il Casale, entrò, poi, a far parte dei beni del Patrimonio della Basilica di San Pietro. Vi subentrarono, poi, come proprietari gli Orsini e nel 1453 il Principe Francesco Orsini vendette tutta la tenuta di Testa di Lepre, insieme al Castrum dirutm (Castello di Boccea-Laghetti dei Salici) al nobile Pandolfo Anquillara.Il Casale di Testa di Lepre di sopra (Casale di Testa di Lepre di sotto si trova a circa 4 km a Sud, è invece completamente moderno), anche se notevolmente rimaneggiato, mostra ancora la caratteristica forma di Casale Torre con alta Torretta centrale incorporata in altri fabbricati.
Una Torretta doveva esistere nel posto ove è ora il Casale di Malvicino, circa 2 km a Nord di Testa di Lepre. L’esistenza della Torre è indicata in un disegno del Catasto Alessandrino di Papa Alessandro VII, in cui è raffigurata una costruzione a tre piani munita di merlatura.
Testa di Lepre e Malvicino dovevano costituire due importantissimi posti di vedetta per il controllo della via che univa i due Castelli di Boccea (Laghetti dei Salici) e di Tragliata.
Su di un picco , , circa a 5 km ad Ovest di Boccea, sorge il Castello di Tragliata ora rimaneggiato e trasformato in un Casale. Il Castello di Tragliata è ricordato sin dal tempo di papa Leone I con il nome fundus Talianum. Il fortilizio , anche se mancano i documenti a conferma , dovette probabilmente essere stato costruito contemporaneamente, coevo, a quello di Boccea (Laghetti dei Salici). Da un documento del 1201 si apprende che un certo Giacomo padrone del Castello di Tragliata:non si hanno notizie sul Casato di tal Giacomo.Alla fine del XIV secolo Tragliata , insieme al castello di Boccea, appartenevano alla famiglia dei Crescenzi. Il Castello è stato ora incorporato in un grande Casale e solo in alcuni tratti delle pareti della collina si notano avanzi di murature appartenenti alle opere di sostegno del fortilizio. (Giovanna Maria De Rossi)
Associazione CORNELIA ANTIQUA- Siete appassionati della Storia poco raccontata, quella da riscoprire e vi piace l’ Avventura ,oppure siete affascinati dalla bellezza della Campagna Romana ? Allora unisciti a noi. Ecco cosa facciamo: Produciamo Documentari e Fotoreportage, organizziamo viaggi ,escursioni domenicali e tantissime altre iniziative culturali.Tutti sono benvenuti nella nostra Associazione, non ha importanza l’età, noi vi aspettiamo !Per informazioni – e.mail.: cornelia.antiqua257@gmail.com- Cell-3930705272-
Articolo di Luigi CONTI-Priore del Palio dei Fontanili
Pro Loco Giovani del Borgo di Testa di Lepre
Borgo di Testa di Lepre-12 novembre 2022–Oggi come mai siamo sempre più legati al territorio, abbiamo potuto vedere come con il progetto della Pro Loco del Grano Antico abbia riscosso successo, sicuramente parte del merito è legato alla voglia di tutti di sentirsi legati alle tradizioni ed ai luoghi dove si è nati o cresciuti. Proprio in questo senso la Pro Loco Giovani di testa di lepre capitanata dal giovane Marco Proietti con la supervisione di Fabrizio Miotto (Delegato della Pro Loco di Testa di Lepre e sempre attivo nei riguardi delle problematiche del territorio) ha voluto partecipare in modo attivo al progetto proposto a noi della Pro Loco dall’ASSOCIAZIONE CULTURALE CORNELIA ANTIQUA. Progetto che subito è stato valutato interessante sia per l’invito a riscoprire quelle parti nascoste del territorio stesso sia per l’interesse storico-culturale che ha suscitato dal primo momento. Il progetto è finalizzato alla creazione di nuovi percorsi, un itinerario inedito, per restituire insieme lustro ed importanza alla memoria storica del nostro territorio, lunga più di 3000 anni.
La Pro loco giovani di testa di Lepre la conosciamo è ormai presente nella nostra quotidianità, andiamo a conoscere questa, per noi, “nuova” realtà, l’Associazione Culturale Cornelia Antiqua. È una associazione di speleo-archeologia, che si occupa in collaborazione con la Soprintendenza di scoprire e censire antichi siti storici, presenti nel nostro territorio. Inoltre si occupa della divulgazione delle informazioni storiche-culturali all’area nord ovest di Roma, al fine di sensibilizzare i cittadini, riguardo al suo valore e la necessità di rispetto. Quindi già sapere che è questa associazione che viene a proporci un progetto del genere ci fa capire quanta serietà si debba investire, ma come se non bastasse la loro esperienza andiamo a vedere chi saranno altri “enti” a partecipare.
Il Progetto sarà realizzato in COOPERAZIONE con il CORPO ITALIANO DI SAN LAZZARO, specializzato nella creazione e nella tutela degli itinerari storici e paesaggistici.
Altre associazioni partecipanti oltre alla Pro Loco Giovani del Borgo di Testa di Lepre : la Pro Loco di Tragliatella, Enzo Stefanoni (GAR – Sezione Cerveteri) e I RASENNA (Associazione culturale-archeologica-rievocazione etrusca). La figura scientifica del progetto è l’ Archeologo Dott. MICHELE DAMIANI.
Non rimane che dare , per ora, una breve e sintetica illustrazione dei percorsi previsti nel progetto. È stato elaborato un percorso a triangolo, i cui vertici sono costituiti dalle città di Vejo, Cerveteri e dalla via Cornelia. È stato ,inoltre ,incluso la città di Campagnano, ch’è ben collegabile essendo situata 20km a nord del Borgo di Isola Farnese. Quindi partendo da questo punto sarebbe possibile sia proseguire verso sud, in direzione di Isola Farnese (e in seguito verso la via Cornelia) sia verso ovest, in direzione di Cerveteri. All’interno del percorso a triangolo, sono stati previsti diversi tracciati, che saranno gestiti , in sinergia tra di loro, dalle Associazioni. In tutta l’area interessata dal progetto vi sono numerose ed importanti testimonianze storiche-archeologiche e di Fede, testimonianze che inserite in questi percorsi saranno evidenziate e messe in risalto questo al fine farle conoscere e ammirare da tutti i visitatori.
Questo progetto è ben strutturato e analitico anche nei più piccoli dettagli come ipotizzato e programmato dall’Associazione Culturale Cornelia Antiqua (che invitiamo tutti a seguire perché nel territorio si sta distinguendo con varie iniziative importanti) ci ha invitati come partecipanti perché ha potuto valutare quanto è attiva la nostra Pro Loco di Testa di Lepre e noi sicuramente sapremo rispondere mettendoci all’opera nel miglior modo possibile. Marco Proietti e Fabrizio Miotto per la parte di percorsi che interessa il territorio di nostra competenza, già si sono messi in moto, recuperando la cartografia regionale scala 1:5000 da dove poter iniziare ad individuare aree e percorsi di maggior interesse. Molto presto faremo una riunione dove illustreremo per intero il progetto, inviteremo Cristian Nicoletta Presidente dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA e alla Dott.ssa Tatiana Concas geologa e Consigliere dell’Associazione medesima. Nell’occasione avrete la possibilità di vedere con quanta passione i nostri ragazzi sanno dedicarsi al territorio che ci circonda. Un ringraziamento veramente grande lo dobbiamo a Tatiana per tutte le informazioni che fornisce di continuo.
Articolo di Luigi CONTI-Priore del Palio dei Fontanili del Borgo di Testa di Lepre
Luigi CONTI-Priore del Palio dei Fontanili
Pro Loco Giovani del Borgo di Testa di LeprePro Loco Giovani del Borgo di Testa di LeprePro Loco Giovani del Borgo di Testa di LeprePro Loco Giovani del Borgo di Testa di LeprePro Loco Giovani del Borgo di Testa di LepreLuigi CONTI-Priore del Palio dei Fontanili del Borgo di Testa di LeprePro Loco Giovani del Borgo di Testa di LeprePro Loco Giovani del Borgo di Testa di LeprePro Loco Giovani del Borgo di Testa di LeprePro Loco Giovani del Borgo di Testa di LeprePro Loco Giovani del Borgo di Testa di Lepre
Testa di Lepre-FIUMICINO (RM) –AMARCORD” Palio dei Fontanili prima edizione 2018″-
Fiumicino- Borgo di Testa di Lepre- 6 settembre 2022-Mancano poche ore all’inizio della nuova edizione del Palio dei Fontanili .Una settimana quella dell’8/9/10/11 settembremolto importante per il Borgo della Campagna Romana, soprattutto in chiave simbolica infatti, dopo il terribile periodo del Covid19, ripartono tutte le grandi feste e manifestazione che coinvolgeranno tutto il Comune di Fiumicino durante i mesi di luglio e agosto e sarà il Palio l’ultimo dei grandi eventi dell’estate 2022. Durante il Palio si vedranno sfilare oltre al classico Corteo Storico con Musici i Gruppi di Arcieri, gli immancabili Sbandieratori della Città di Cori e l’Associazione Cornelia Antiqua .
La Presidentessa della Proloco , Maria Rita Rastelli, ci dice: ”Estate vuol dire solo una cosa: Riaprire e Ripartire . Il borgo di Testa di Lepre, durante le giornate del Palio, si trasformerà in una AGORA medievale a cielo aperto dove tutti potranno divertirsi con food di qualità, drink, birre artigianali e tanta musica”. Prosegue la Presidentessa :”Quest’anno però, c’è una new entry di tutto rispetto: “all’ Osteria del Palio” sarà servita la pasta fatta in casa con la farina ricavata dal “grano sacro” seminato dalla Proloco”. Chiosa la signora Maria Rita Rastelli:”Durante la manifestazione, oltre ai tantissimi appuntamenti musicali, ai giuochi popolari e rievocazione storiche in costume ,la Proloco porterà sulla tavola dei visitatori e degli ospiti del Palio, il sapore e i profumi della nostra bella Campagna Romana”.
Articolo e foto di Franco Leggeri
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Borgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco Leggeri
Borgo TESTA di LEPRE la perla della Campagna Romana- By night
-Fotoreportage di Franco Leggeri-
Borgo TESTA di LEPRE By night- Foto Gallery
Campagna Romana-Borgo TESTA di LEPRE -Pillole di Storia.
Borgo TESTA di LEPRE –Ad ovest di Boccea, a circa 2500 m di distanza dal Castello di Boccea è conservato il Casale di Testa di Lepre di sopra. Nel secolo XII il Casale apparteneva alla Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma, proprietà confermata da Papa Celestino III nel 1192. Il Casale entrò in seguito a far parte dei beni del Patrimonio della Basilica di San Pietro. Vi subentrarono, alla metà del XV secolo, gli Orsini e nel 1453 Francesco Orsini vendette “Testa di Lepre”, insieme ad un “Castrum dirutum” (Castello di Boccea?) a Pandolfo Anquillara. Il Casale di Testa di Lepre di sopra ( il Casale di Testa di Lepre di sotto circa 4 Km a Sud,–Pamphilj dal 1649- è invece completamente moderno), anche se notevolmente rimaneggiato , mostra ancora la caratteristica forma di Casale Torre con alta Torretta , centrale, incorporata. A Testa di Lepre, territorio, doveva esistere nel sito ove ora sorge il Casale di Malvicino, circa 2 Km a Nord di Testa di Lepre. L’esistenza della Torre di Malvicino è indicata in un disegno del Catasto Alessandrino (Papa Alessandro VII) in cui è disegnata una costruzione a tre piani munita di merlatura. Testa di Lepre e Malvicino dovevano costituire due importantissimi posti di vedetta per il controllo della via di Tragliata che univa il Castello di Boccea (sito sopra i Laghetti dei Salici) e il Castello (ora Borgo) di Tragliata.
Bibliografia –AA.VV. Giovanni Maria De Rossi- torri segnaletiche-Ricerche bibliografiche , Eufrosino della Volpaia 1547,catastali e foto originali sono di Franco Leggeri (Articoli per il sito WWW.ABCVOX.INFO- Torri della via Aurelia-Eufrosino della Volpaia 1547)
Borgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco LeggeriBorgo TESTA di LEPRE By night-Fotoreportage di Franco Leggeri
Fiumicino-Pro Loco del Borgo di Testa di Lepre Palio dei Fontanili 2022-
Il Priore Luigi Conti:”-Oramai è tempo e voglia di normalità”.
Testa di Lepre-FIUMICINO (RM) –AMARCORD” Palio dei Fontanili prima edizione 2018″-
FIUMICINO-Borgo di Testa di Lepre- 6 luglio 2022– “E’ vero, oramai è tempo di normalità” .Così il Priore del Palio dei Fontanili Luigi Conti, noto come “LUIGI D’ORO” per le sue iniziative e la sua “creatività” e nell’essere la marcia trionfale del Palio, inizia ad illustrare la ripresa delle attività della Pro Loco:” E’ vero- prosegue Il Priore- che noi tutti del Direttivo assieme al nuovo Presidente , Maria Rita Rastelli, abbiamo il desiderio di ripercorrere quel tempo in cui demmo inizio alla costruzione dell’Evento trainante della Pro Loco” Il Palio dei Fontanili”. Forse rivivere quel tempo sarà impossibile, perché anche noi tutti siamo mutati”. Il Priore prosegue nel suo argomentare la ripresa delle iniziative:” Con la realizzazione dell’Evento del Palio dei Fontanili, siamo riusciti a incidere e scrivere una pagina nella storia del nostro Borgo”. Luigi si ferma un attimo, sorseggia il suo aperitivo, scuote la testa e quindi, dopo un sorriso sornione, riprende il filo del discorso e prosegue nel tracciare la roadmap della rinascita e ,nell’illustrarla, mette l’entusiasmo di Jack Kerouac . Prosegue ancora il nostro Priore :” Se D’Annunzio scrisse che “settembre è tempo di migrare”, noi della Pro Loco possiamo parafrasare dicendo che settembre è ora di riaprire il cantiere della “FABBRICA del PALIO”. Il ritorno alla NORMALITA’ deve essere il carburante e la Forza Motrice per ripartire e allontanarci dall’incubo Covid19”.Prosegue il Priore del Palio :”Caro Franco sapessi quante idee sono state accantonate in questo triste periodo, ma anche quante idee sono lievitate nella madia della nostra creatività!”. Luigi Conti prosegue come un fiume , calmo e solenne, nel descrivere la voglia di ritrovarsi, di osare e apparecchiare il futuro con i sogni nati nel buio del tunnel della pandemia. Il Priore conclude questa riflessione a voce alta :”Vorrei , come Omero nell’Odissea, scrivere una storia , un canto collettivo con una penna alimentata dall’inchiostro dell’entusiasmo di TUTTI gli abitanti del Borgo. Vi assicuro che noi della Pro Loco saremo il pentagramma che lascerà questa musica nella storia del Borgo di Testa di Lepre oramai noto come la Perla della Campagna Romana”.
Franco Leggeri-
Programma Palio dei Fontanili 2022
Galleria Fotografica Palio dei Fontanili
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LE MARTIRI DI SELVA CANDIDA-SANTE RUFINA e SECONDA
Biblioteca DEA SABINA-Sante RUFINA e SECONDA Martiri di SELVA CANDIDA-Diocesi di Porto e Santa Rufina–(Breve Storia)–
Sante RUFINA e SECONDA-Sono due celebri martiri romane ricordate in tutti i più antichi elenchi e in molti documenti storici. La loro morte avvenne durante la persecuzione di Valeriano e Gallieno, attorno al 260. Nel racconto del loro martirio sono presentate come sorelle, fidanzate con due giovani cristiani che per timore della morte avevano rinnegato la fede. A causa del rifiuto del matrimonio esse furono denunciate ed imprigionate mentre fuggivano da Roma. In seguito al loro diniego di sacrificare agli idoli le due giovani furono condotte in un bosco sulla via Cornelia, a dieci miglia da Roma in un terreno detto “Buxo”, dove vennero uccise e lasciate insepolte. Plautilla, matrona romana, che le aveva viste in sogno, provvide alla loro sepoltura in quello stesso luogo dove, già nel sec. IV, fu eretta una basilica, iniziata da Giulio 1 (336) e completata da papa Damaso, rinnovata con l’aggiunta del battistero da Adriano 1 (772-95) ed arricchita di doni da Leone IV (847–55). A questa chiesa si fa riferimento nei diplomi pontifici anche oltre l’ XI secolo, essendo divenuta Cattedrale della diocesi di Lorium, che presumibilmente ebbe un suo Vescovo proprio per provvedere alla quotidiana celebrazione dei sacri misteri nei tre santuari del territorio (sante Rufina e Seconda, san Mario e compagni e san Basilide) e per il decoro della vicina residenza imperiale. Il primo vescovo del quale si ha certezza storica è Pietro nell’anno 487. Attorno a quel luogo di culto, divenuto celebre meta di pellegrinaggio assieme alle catacombe di san Mario, era sorta gradualmente una città, che fu saccheggiata e distrutta dai Saraceni nell’847 e poi nell’870. Sergio III, nel 904, provvide alla riparazione della Chiesa, ma il centro abitato era oramai quasi del tutto abbandonato a causa dei pericoli delle incursioni barbariche e dello squallore del luogo. Papa Anastasio IV, nel 1153, fece trasportare il corpo delle due Sante nel dove venne loro dedicata una cappella che fu posta Sotto la giurisdizione del vescovo di Porto e Santa Rufina, come è provato dalla bolla di Gregorio IX del 1236. A Trastevere, in via della Lungaretta, esiste ancora un antico monastero loro intitolato e che si dice edificato nel luogo dove era la loro casa natale. Della chiesa adiacente, ornata con un campanile del XIII sec., si hanno notizie fin dal 1123, dato che in una bolla di Callisto Il è annoverata fra le filiali di santa Maria in Trastevere. I resti archeologici sulla via Boccea (loc. Porcareccina), gi–á individuati e descritti da Antonio Bosio (1632), furono di nuovo studiati nel nostro secolo.
S.E. Monsignor Gino Reali-Vescovo di Porto – Santa Rufina
Festa delle Sante Rufina e Seconda, patrone della Diocesi –
Preghiera di S.E.. Monsignor GINO REALI in onore della Sante Patrone della nostra Diocesi
Padre di misericordia, che hai chiamato alla gloria del martirio le sante sorelle Rufina e Seconda, congiunte in vita e in morte dall’amore per l’unico Sposo, e le hai donate alla nostra Chiesa come modello di fede e di fortezza, concedi a noi, per il loro esempio e la loro intercessione, di seguire il Signore Gesù con fede viva, speranza ferma e carità ardente. Questa terra, bagnata dal sangue dei Martiri, germogli ancora il frutto della santità e dell’amore. Per la loro comune intercessione, dona alle nostre famiglie unità e pace; per il loro esempio rafforza i nostri giovani nella lotta per la virtù ed il bene, e dona loro limpidezza di cuore e generosità d’impegno; per i loro meriti, sostieni i nostri passi nel cammino verso la patria eterna. A te, o Padre, affidiamo la nostra vita: liberaci da ogni pericolo dell’anima e del corpo, e donaci la grazia che ti chiediamo … Tu che vivi e regni, con Cristo tuo Figlio e lo Spirito Santo, nei secoli glorioso. Amen.
Monsignor Gino Reali Vescovo di Porto – Santa Rufina 7 giugno 2007
Battistero LateranenseLE MARTIRI DI SELVA CANDIDA-SANTE RUFINA e SECONDASante RUFINA e SECONDAMartiri di SELVA CANDIDA
Ricerca storica “Origini della Diocesi di Porto e Santa Rufina”
Cattedrale-Diocesi di Porto e Santa Rufina Parrocchia dei SS Cuori di Gesù e Maria
Biblioteca DEA SABINA– Franco Leggeri –Ricerca storica “Origini della Diocesi di Porto e Santa Rufina”-La Diocesi di Porto con le altre di Ostia, Albano, Palestrina, Frascati e Sabina fa parte delle sedi suburbicarie. Fino al 1120, epoca in cui Callisto II unì alla diocesi di Porto quella delle Sante Rufina e Seconda, le diocesi suburbicarie furono sette. I vescovi suburbicari hanno grado di cardinali ed occupano il primo luogo ne sacro Collegio. La circoscrizione delle diocesi di Porto, dopo l’unione con quella delle Sante Rufina e Seconda, comprendeva i seguenti abitati e tenute: Porto-Maccarese-Palo-Santa Severa-Santa Marinella-Palidoro – Castel di Guido- Cerveteri-Ceri-Sasso- Giuliano- Santa Maria di Galera-Casaccia-Cesano- Isola Farnese-Storta-San Nicola-Olgiata-Vaccareccia-Riano-Primaporta-Bottaccio-Testa di Lepre-Leprignano-Castiglione Ricci-Tragliata-Magliana-Massimilla-Massimina-Pescaccio-Pisana-Ponte Galeria-Buccea-Porcareccia-Torrimpietra-Pisana.Castelnuovo. La Diocesi ebbe anche giurisdizione episcopale nel Rione Trastevere, e, dopo la ricordata unione con Santa Rufina, anche nella città Leonina. Sulle origini della sede Vescovile di Selva Candida e delle Ss.Rufina e Seconda il Moroni dà le seguenti notizie:” Nel martirologio di Adone, in Tillemont, T.4,p.5, ed in Bollando, T.3, Julii,p.28, si leggono gli Atti delle Sante Sorelle Rufina e Seconda vergini e martiri. Nate da Asterio ed Aurelia di stirpe romana, illustre e senatoria, furono fidanzate e promesse spose ad Armentario e Verino, i quali apostarono il cristianesimo nel 257 0 260 per la persecuzione di Valeriano e di Gallieno. Rufina e Seconda rigettarono con orrore la proposta che loro fu fatta di abiurare anch’esse la fede di Gesù Cristo. Volendosi rifugiare in una loro terra in Toscana, per delazione de’ due apostati furono inseguite da Archesilavo conte, e arrestate al 14° miglio della via Flaminia. Ricondotte in Roma dinanzi al prefetto Giunio Donato, questi, prima con le lusinghe , poi colle minacce di fieri tormenti, fece battere Rufina alla presenza della sorella per intimorirla, la quale invece si gravò perché a lei non fosse concesso tanto onore di patire per Gesù. Riportate in tetra prigione , ivi fu bruciato letame perché rimanessero , dal puzzo e dal fumo, soffocate, invece comparve splendida luce e si sentì in soave odore. Indispettito il prefetto le fece gettare in ardente bagno, dal quale uscite illese, ordinò che si precipitassero, con grosse pietre al collo, nel Tevere, ove un Angelo le prese , sciolse e condusse a riva. Allora Giunio le consegnò di nuovo ad Archesilavo perché o le facesse morire o le lasciasse libere a sua arbitrio. Ma il crudele conte le fece condurre in una selva folta ed oscura , perché appena vi penetrava il sole, chiamata Selva Nera, nel fondo di Busso o Buxo o Boccea nella via Aurelia o Cornelia, che conduceva a Porto e Civitavecchia, 10 miglia lontano da Roma (circa 8 delle moderne miglia). Ivi fece loro troncare le teste, lasciando i loro corpi insepolti esposti alle fiere. Comparse in visione a Plautilla matrona romana e signora del territorio, sebbene ancor gentile, l’esortarono a farsi cristiana ed a seppellirle. Tutto Plautilla eseguì, e trovati i cadaveri incorrotti diè loro sepoltura in onorevole monumento. Pel concorso de’ fedeli a venerarle , reso chiarissimo il luogo pel martirio più tardi patito anche dai SS.Marcellino e Pietro (V.Chiesa dei SS. Marcellino e Pietro) e pei miracoli da Dio operati, fu denominato Selva Candida, Sylva Candida. Vi fabbricò una magnifica basilica San Giulio I papa del 336, vi ripose i corpi delle dette Sante e Santi (secondo Piazza, che però nell’Emerologio di Roma dice che i corpi dei SS. Marcellino e Pietro furono sepolti nel Cimitero di Tiburzio in sontuoso mausoleo da Sant’Elena), ed in loro onore la dedicò prevalendo il nome delle Sante Rufina e Seconda, chiesa che San Damaso I nel 367 terminò. Frequentando la chiesa i cristiani, a poco a poco si fabbricarono abitazioni e si formò una popolata e nobile città, che meritò la Sede vescovile immediatamente soggetta alla Santa Sede, la seconda delle Suburbicarie dopo quella di Ostia. La città prese il nome delle Sante Rufina e Seconda e di Selva Candida, come vescovato.
Ricerca e trascrizione dal testo originario di Franco Leggeri
Foto originali di Franco Leggeri
Testi consultati,Papiri Diplomatici,Le origini delle Diocesi in Italia,Sedi Episcopali nell’antico ducato di Roma,Storia dell’Agro Romano.
S.E. Monsignor Gino Reali ,Il Vescovo di Porto e Santa RufinaCardinale EUGENIO TISSERANT Vescovo di Porto e Santa Rufina-Foto ,con dedica alla parrocchia dello Spirito Santo di Castel di GuidoDiocesi di Porto e Santa Rufina-La Cattedrale S.Eccellenza Cardinale EUGENIO TISSERANT benedice la campana (24 marzo 1955)Diocesi di Porto e Santa Rufina-La Cattedrale consacrata nel 1950 ANNO GIUBILAREDiocesi di Porto e Santa Rufina-La Cattedrale consacrata nel 1950 ANNO GIUBILAREDiocesi di Porto e Santa Rufina- Papa Pio XII visita la Cattedrale (29 ottobre 1957) ricevuto dal Cardinale TisserantDiocesi di Porto e Santa Rufina- Papa Pio XII visita la Cattedrale (29 ottobre 1957) ricevuto dal Cardinale TisserantS.E. Monsignor Tito Mancini, Vescovo Ausiliare per la Diocesi di Porto e Santa Rufina.Mons. Diego BONA- Vescovo della Diocesi di Porto e Santa RufinaS.E. Monsignor Gino Reali ,Il Vescovo di Porto e Santa RufinaDiocesi di Porto e Santa Rufina-La Cattedrale consacrata nel 1950 ANNO GIUBILARES.E. Monsignor Gino Reali ,Il Vescovo di Porto e Santa Rufina
S.E. Monsignor Gino Reali ,Il Vescovo di Porto e Santa RufinaDiocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa Rufina Parrocchia dei SS Cuori di Gesù e MariaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa Rufina Parrocchia dei SS Cuori di Gesù e MariaParrocchia dei SS Cuori di Gesù e MariaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa Rufina Parrocchia dei SS Cuori di Gesù e MariaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa Rufina Parrocchia dei SS Cuori di Gesù e MariaDiocesi di Porto e Santa Rufina Parrocchia dei SS Cuori di Gesù e MariaCattedrale della Diocesi di Porto e Santa Rufina a La Storta la tomba del Cardinale Eugenio Tisserant , Monsignor Luigi Martinelli, Monsignor Pietro Villa e Vescovo Andrea PangrazioCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa Rufina-Foto di Alessandra Finiti-Cattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaDiocesi di Porto e Santa RufinaDiocesi di Porto e Santa RufinaDiocesi di Porto e Santa RufinaDiocesi di Porto e Santa RufinaOLYMPUS DIGITAL CAMERADiocesi di Porto e Santa RufinaDiocesi di Porto e Santa Rufina
Cattedrale- Campanile-Diocesi di Porto e Santa RufinaCattedrale-Diocesi di Porto e Santa RufinaDiocesi di Porto e Santa Rufina
Campagna Romana. FIUMICINO-Torre in Pietra-Torre di Pagliaccetto Disegno copiato dal catasto Alessandrino del secolo XVII. Foto (2015) della Torre di Pagiaccetto.
Roma Municipio XIII- MUSEO PALEONTOLOGICO:” La Polledrara di Cecanibbio”-
CASTEL DI GUIDO-La Polledrara di Cecanibbio- MUSEO PALEONTOLOGICO
ROMA-Articolo scritto dalla Dott.ssa Anna Paola Anzidei, Soprintendenza Archeologica di Roma-Foto originali di Franco Leggeri–Il giacimento pleistocenico de “la Polledrara di Cecanibbio” è ubicato a circa 20 km a Nord-Ovest di Roma tra la via Boccea e la via Aurelia , ad una quota di circa 83 metri s.l.m., nell’ambito dei rilievi periferici del Vulcano Sabatino. Il sito, venuto alla luce a seguito dell’erosione naturale di un pendio di collina, è stato parzialmente disturbato dall’aratura moderna. In base ai dati forniti dallo scavo archeologico, iniziato nel 1985 dalla Soprintendenza Archeologica di Roma e tuttora in corso e che ha rimesso alla luce un’area di oltre 700 mq, il giacimento è stato associato al paleo alveo ed ai margini di un piccolo corso d’acqua, presente in un paesaggio a lieve gradiente ,caratterizzato da canali fluviali a percorso instabile e da acque stagnanti . Il tratto dell’alveo conservato, inciso in un banco di tufite granulare compatta, raggiunge la larghezza massima di 40-50 m. Sulla paleo superficie erano irregolarmente distribuiti oltre 9000 (novemila) reperti faunistici fossili associati a circa 400 strumenti litici e a pochi strumenti su osso, attribuibili culturalmente al Paleolitico inferiore. L’associazione faunistica è costituita prevalentemente da Elefante antico e Bue primigenio; scarsa invece la presenza di altre specie quali il cervo, il cavallo, il lupo , il rinoceronte. Pochi i resti di microfauna e di uccelli acquatici. Le ossa erano accumulate in più livelli nel canale centrale , mentre nelle aree periferiche pianeggianti erano sparse su di un unico livello, con alcune concentrazioni in piccoli avvallamenti . Lo stato di conservazione è ottimo; le ossa presentano un buon grado di fossilizzazione ed un aspetto delle superfici vario, da quello molto fresco nei reperti che hanno subito poco o meno trasporto, a quello fortemente fluitato per quelli di minori dimensioni trascinati dalla corrente . I reperti erano stati successivamente seppelliti, in un tempo relativamente breve, da uno strato di tufite , derivata da prodotti vulcanici rimaneggiati. La distribuzione caotica del materiale, causata dai processi di trasporto e di deposizione che avvengono in un percorso d’acqua, è stata in parte determinata , soprattutto nelle aree marginali, dall’attività di animali da preda quali il lupo , e dall’intervento dell’uomo. Questi doveva avere frequentato le sponde del corso d’acqua , intensamente popolate da animali di varie specie, sia per procacciarsi il cibo , come è testimoniato dalla presenza di strumenti e dalle numerosissime ossa metapodiali di Bue primigenio fratturate per estrarne il midollo . Le ossa di Elefante sono in assoluto le più abbondanti, con la presenza di tutti gli elementi dello scheletro ; alcuni crani quasi completi sono di particolare interesse in quanto offrono una più ampia conoscenza sulla morfologia degli esemplari di Elefante antico nella penisola italiana. Numerose le zanne , le mandibole, i denti isolati e le ossa dello scheletro postcraniale , attribuibili ad almeno 25 individui prevalentemente adulti. Nel corso delle ultime campagne di scavo è stato parzialmente rimesso in luce un microambiente, di poco successivo all’episodio fluviale, caratterizzato da acqua a lentissimo scorrimento. In quest’area sono stati identificati i resti ossei di almeno due elefanti, in parziale connessione anatomica e con le superfici in perfetto stato di conservazione. Finora sono stati rimessi in luce un cranio ed alcune ossa dello scheletro postcraniale : una zampa anteriore, le ossa di una mano, le tibie e peroni, alcune vertebre e costole. Accanto alle vertebre di una degli esemplari vi erano i resti di un lupo , anch’essi parzialmente in connessione. Evidentemente le carcasse degli animali erano rimaste intrappolate nella melma e le ossa non avevano quindi subito spostamenti di rilievo. Sparsi tra i reperti faunistici sono stai raccolti 400(quattrocento) strumenti litici culturalmente riferibili al Paleolitico inferiore. La materia prima, costituita da piccoli ciottoli silicei e calcareo-silicei di colore variabile dal grigio al grigio scuro, non appartiene all’ambiente fluvio-palustre ricostruito, ed è stata evidentemente trasportata dall’uomo. Questi si procurava il materiale nei livelli a ghiaie attribuibili alla Formazione Galeria, i cui affioramenti sono attualmente individuabili alla quota di 40-45 metri s.l.m. lungo la parte terminale dei fossi Arrone e Galeria, ad una distanza minima di km 3 (tre) dal giacimento de La Polledrara. L’industria è caratterizzata dalla presenza di strumenti su ciottolo, in particolare choppers e raschiatoi , molti dei quali con il margine ottenuto con ritocco erto. Numerosi i denticolati , i grattatoi e gli strumenti con caratteri tipologici non ben definiti. Comunemente i manufatti presentano più margini ritoccati; tale sfruttamento intensivo dei ciottoli era probabilmente dovuto proprio alla difficoltà di reperimento della materia prima. Non sono presenti fino ad oggi strumenti bifacciali , comuni negli altri siti dell’area Nord-Ovest di Roma (Castel di Guido, Malagrotta, Torre in Pietra). Vario è la stato fisico dei manufatti; molti dei quali presentano le superfici alterate dal trasporto in acqua. Alcuni strumenti litici , rinvenuti associati alle ossa di elefante in connessione anatomica nell’ambiente di tipo palustre, presentano invece un aspetto fisico freschissimo e margini taglienti. L’analisi delle tracce d’uso ha permesso di riscontrare la presenza di tracce prodotte dal contatto di tessuti animali (ossa, carne e pelle) nel corso della macellazione delle carcasse. Pochi sono gli strumenti su osso, ricavati tutti da frammenti di diafisi di ossa lunghe di elefante , con estremità o margini laterali resi taglienti mediante il distacco di grosse schegge . In occasione del Giubileo dell’anno 2000 è stata attuata una struttura museale , dell’estensione di 900 (novecento) mq, per la fruizione , da parte del pubblico, della paleo superficie rimessa in luce e restaurata.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Anna Paola Anzidei, Soprintendenza Archeologica di Roma-
Dal Volume- CASTEL DI GUIDO dalla Preistoria all’Età moderna. Edizione PALOMBI- ed. 2001-
Foto originali di Franco Leggeri
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Bibliografia
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Il giacimento è attualmente aperto al pubblico e può essere visitato dietro prenotazione da effettuare telefonando al numero +06.39967700 (lunedì-sabato 9-13.30 e 14.30-17), o collegandosi al sito www.archeorm.arti.beniculturali.it
Il lancio del trattore 180-90, uno dei modelli base di quella che viene definita “la serie 90 alta” di Fiatagri, risale al 1984. Fu senza dubbio il modello di maggior successo della gamma, elegante, aggressivo e potente, grazie al motore Fiat-OM 8365.25 a 6 cilindri turbo oilcooler da 8.102 centimetri cubi.
Questo motore, tarato in fabbrica a 180 cavalli a 2.200 giri, aveva un “difetto” particolare: poteva essere facilmente manipolato e portato a potenze ben superiori ai 200 cavalli. Ne furono trovati alcuni con 220 CV alla presa di forza, che corrispondevano a circa 240 CV al volano. Chiaramente, una trasmissione tarata per un massimo di 200 CV non poteva non risentire di tale sbalzo di potenza e questo spiega perché una parte di contoterzisti non “manipolatori” non abbia mai avuto problemi di affidabilità, mentre altri sì. Anche non manipolato il 180-90 “tirava” sul serio, e non era neppure asssetato di carburante: test ufficiali attestavano un consumo di 32 kg di gasolio per ora alla potenza massima, e di 23 a coppia massima: un buon risultato per un motore di 8,1 litri con quel rendimento.
trattore FIAT 180-90-
Al momento del suo lancio erano offerte due trasmissioni meccaniche a marce e gamme sincronizzate: una 24+8 con superriduttore, con velocità da 0,2 a 31 km/h, oppure una 16+16 con inversore al posto del superriduttore e velocità da 2,2 a 31 km/h. Tuttavia i concorrenti in questa fascia di potenza, quasi tutti americani, offrivano già cambi idraulici in powershift, meno efficienti ma più moderni e versatili. Per questo motivo, a due anni dal lancio, alla Fiera di Verona del 1986, la Fiatagri aggiornò la serie 90 gamma alta rendendo disponibile a richiesta il cambio in powershift, il sollevatore elettronico e la presa di forza con sollevatore anteriore. Il powershift consentiva di inserire le quattro marce di ogni gamma sotto carico, in movimento, senza l’uso della frizione, e di adattare istantaneamente il trattore alle variazioni di sforzo di trazione, con vantaggi anche per l’affidabilità del cambio e per il comfort di guida.
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