-Nuova Campagna di Scavi presso il santuario della dea Vacuna-
Scavi presso il santuario della dea Vacuna-
Montenero in Sabina- 2 luglio 2022-Riparte- lunedì 4 luglio – la Campagna di Scavi presso il santuario della dea Vacuna in località Leone. La missione, giunta alla sua quarta edizione, è svolta dal Comune in convenzione con l’Université Lyon 2 e in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti-
Fonte-Comune di Montenero in Sabina-
MONTENERO in SABINA –I-reperti-esposti-nella-chiesa-di-San-Cataldo- Photo-Maurizio-ZuccariMONTENERO in SABINA –Area Scavi- Photo-Maurizio-ZuccariMONTENERO in SABINA (Rieti)Foto di Paolo GenovesiPaolo Genovesi Fotoreportage MONTENERO in SABINA (Rieti)Paolo Genovesi Fotoreportage MONTENERO in SABINA (Rieti)MONTENERO in SABINA –Planimetria-degli-scavi – Photo-Maurizio-ZuccariPaolo Genovesi Fotoreportage MONTENERO in SABINA (Rieti)
Yasar Kemal è uno degli scrittori più importanti del nostro tempo è nella Black list curda-
Fonte-Il Manifesto
Yasar Kemal
-Una pagina nera della storia della Svezia-
Black list curda e Nato. Yasar Kemal è uno degli scrittori più importanti del nostro tempo. Lascia che i cardi brucino! , il suo libro d’esordio deve essere stato letto da milioni di persone
Olle Svenning *
Yasar Kemal è uno degli scrittori più importanti del nostro tempo. Lascia che i cardi brucino! , il suo libro d’esordio deve essere stato letto da milioni di persone. Kemal, cresciuto in una famiglia curda.
È stato perseguitato, imprigionato e picchiato dai servizi di sicurezza e dall’esercito turchi.
Lui, comunista e attivista per la libertà dei curdi, è stato bollato come terrorista. Kemal
fu costretto all’esilio e fu ricevuto dalla Svezia nel 1977 e poté trasferirsi ad Årstavägen 29 a Stoccolma.
La strada per un immaginario successore di Kemal è chiusa oggi. Il governo svedese ha promesso al governo, simile a una dittatura, di Erdogan che Säpo, in collaborazione con il servizio di sicurezza turco, monitorerà i curdi, con particolare energia quelli che sono politicamente di sinistra e lavorano per un Kurdistan indipendente. Chi deve essere definito un “terrorista” e quindi può essere espulso dalla Svezia è deciso di concerto con Erdogan e il suo clan.
Nessun ministro svedese ha menzionato il terrorismo di Stato che la Turchia sta compiendo su larga scala contro i suoi cittadini.
Anche la libertà di stampa è sotto il controllo turco: nessuno è autorizzato a diffondere informazioni sugli attivisti curdi in Svezia.
Anche la politica dei partiti è regolata da Erdogan. Ai socialdemocratici non dovrebbe essere consentito di contribuire a un’organizzazione curda che è membro dell’Internazionale socialista e che ha combattuto l’Isis con grande successo.
Il periodo di questi scandali svedesi può essere associato al periodo più nero che abbiamo vissutodurante e dopo la seconda guerra mondiale.
Il governo ha fatto alcuni calcoli politicamente molto facili da capire: per essere protetti dall’ombrello nucleare degli Stati Uniti contro l’aggressione e la guerra russa, dobbiamo difendere e quasi elogiare un’autocrazia come la Turchia.
Il governo socialdemocratico non si è solo adattato alla Nato; ha anche sbriciolato o distrutto tutti i suoi documenti precedentemente critici sulla Turchia di Erdogan. Quel governo è stato presentato solo un paio di anni fa in un documento pubblico di 24 pagine del ministero degli Esteri. Scelgo alcune opinioni chiave: «la Turchia erode il rispetto dei diritti umani, pratica leggi di emergenza. La magistratura è erosa. La corruzione è diffusa. I diritti del sindacato fuori gioco.
Centrale è la seguente frase nel documento del ministero degli Esteri: «Le leggi contro il terrorismo ei crimini contro lo Stato, così come le calunnie del presidente, servono a mettere a tacere dissidenti e critici del regime».
Questi silenziosi e perseguitati, spesso imprigionati, includono i procuratori dell’opposizione democratica, la stragrande maggioranza della società civile, la stampa, la vita culturale e le persone Lgbtqi.
È con questo Paese, così ben presentato dal Ministero degli Affari Esteri, che stipuleremo un’alleanza militare, con la quale condivideremo una strategia sulle armi nucleari e alla quale invieremo armi senza alcuna restrizione.
Prezzo che il governo paga volentieri per l’adesione alla Nato. L’Alleanza della Difesa, che è il termine lusinghiero per questa alleanza militare che è in guerra da oltre mezzo secolo. La seconda forza militare dell’Alleanza atlantica, quella turca, si prepara a lanciare nuovi attacchi terroristici contro i curdi nel nord-est della Siria.
Mentre i principali eventi e guerre internazionali sono in corso, potrebbe comunque valere la pena porre una domanda importante a livello nazionale: quanti voti di sostegno riceveranno quest’autunno gli oppositori della NATO al Partito dei Verdi?
* È stato stretto collaboratore di Olof Palme e direttore di “Aftonbladet ”. Il testo per gentile concessione dell’autore, è tratto dal sito di “Aftonbladet”.
” Il ricordo è l’unico Paradiso da cui non possiamo essere cacciati via.”
Le Piscine di Granica
I favolosi anni ’60, le piscine di Farfa erano l’attrazione della Bassa Sabina. L’estate era un dividersi tra le Gole del Farfa, dove tutti o quasi, abbiamo imparato a nuotare e le piscine dove i tormentoni dell’estate erano le canzoni di Nico Fidenco e Gino Paoli ecc. erano gli anni in cui a Farfa venivano girati i film : iI Sorpasso :la scena di Porta Montopoli , i Quattro Monaci e La Grande Guerra a Ponte Sfondato,mentre il Campo Profughi era in piena attività.Erano gli anni del “Boom economico” e del sogno del ’68.
Roma –Castel di Guido :Sit-in delle Associazioni per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia.
Roma Il Presidente dell’Associazione Cornelia Antiqua CRISTIAN NICOLETTA a Castel di Guido :Sit-in delle Associazioni per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia.
Roma Municipio XIII-Castel di Guido 26 giugno 2022-Si è svolto puntualmente , sulla piazza del Borgo, il sit-in organizzato dalle Associazioni Cornelia Antiqua e Castel di Guido e altro . Il Presidente, Cristian Nicoletta, organizzatore dell’evento, aprendo la manifestazione, ha ringraziato le tantissime Associazioni e i Cittadini presenti per aver risposto all’appello di Cornelia Antiqua a partecipare a questo sit-in al fine di salvare e riqualificare il sito Archeologico della Bottaccia , sottolineando:” che la concretezza operativa, ha iniziato a smuovere qualcosa e, finalmente , i vari “bla-bla” sembrerebbero destinati a finire nella cartella delle inutili promesse ”.
Il Presidente Cristian ha ringraziato la Presidente Diana Calcagni e i Volontari di Retake che proprio oggi , ancora una volta, hanno pulito la via di Castel di Guido e ,come fanno da anni, l’area antistante il Casale . Ha preso poi la parola il dott. Alessio De Cristoforo, funzionario della Soprintendenza responsabile per il Municipio XIII, sotto cui ricade il sito Archeologico della Bottaccia . Il dott. De Cristoforo ha illustrato ,con chiarezza, la Convenzione di Faro (Portogallo) del 2005, recentemente ratificata anche dal nostro Parlamento.
Il Vice-Presidente di Cornelia Antiqua, Gianluca Chiovelli nel suo intervento ha voluto evidenziare il ruolo delle Associazioni con queste parole :”Per riuscire a centrare l’obiettivo è necessario creare una rete di Associazioni e coinvolgere i Cittadini perché-chiosa Chiovelli-le Istituzioni devono essere sollecitate nelle azioni di recupero e valorizzazione dei Siti Archeologici e conservarli come eredità per le generazioni future”. La Presidente del CdQ Castel di Guido, Elisabetta Gasparri, ha elencato le attività in programma per l’Estate Romana nel Borgo le più importanti saranno “Il Teatro di Paglia” e i Concerti Musicali. Sono intervenuti dal podio tutti i Presidenti delle Associazioni presenti e che sono attivamente impegnate nella tutela e salvaguardia della nostra Campagna Romana.
-Fabio Scaccia (presidente Castel di Guido e altro);
-Riccardo Paolucci (Sotterranei di Roma);
-Enzo Stefanoni (Gar sezione Cerveteri);
-Alessandro Capitoni (presidente Mos Maiorum);
-Sandro Visci (presidente Romars);
-Romano del Valli (Civiltà Romana);
-Luigi Plos (Luoghi segreti a due passi da Roma);
-Pietro Mac (presidente Ager Veientanus);
-Pietro Serra (Associazione Schola Armaturarum);
-Ida Oliva (Forestale);
-Claudia Graziani (presidente Wow);
-Marco Collanega (Lorium);
-Andrea Silenzi Schifano (presidente Fonte di Mimir);
-Diana Calcagni (Retake);
-Luigi Conte(Priore del Palio dei Fontanili di Testa di Lepre);
-Elisabetta Gasparri (comitato Castel di Guido).
La logistica e il buffet sono stati curati dalle Associazioni Cornelia Antiqua e Castel di Guido e altro.
Articolo di Gianluca Chiovelli.
Galleria fotografica del Sit-in per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia
Roma –Castel di Guido :Sit-in delle Associazioni per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia.-L’intervento dott. Alessio De Cristoforo, funzionario della Soprintendenza responsabile per il Municipio XIII, sotto cui ricade il sito Archeologico della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .
Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma –Castel di Guido :Sit-in delle Associazioni per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia.Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .
Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .
Castel di Guido :Sit-in delle Associazioni per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia.La logistica e il buffet sono stati curati dalle Associazioni Cornelia Antiqua e Castel di Guido e altro.
Galleria fotografica del Sit-in per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia
Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .Roma -Castel di Guido-Sit-in del 26 giugno 2022 per salvare dal degrado e l’abbandono il Casale della Bottaccia .
-Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio Procliano–
-Articolo di Tatiana Concas-
Associazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio Procliano
Associazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio Procliano -Articolo di Tatiana Concas-
ROMA- 23 giugno 2022-All’incrocio del ponticello di via della Storta con la via Boccea si trova il casale “Cascina di Sotto”. All’interno di questa proprietà si trova il Cippo Funerario eretto da Valeria Calpurnia in memoria del figlio quindicenne Quinto Cornelio Procliano (databile al secondo secolo d. C.). Ecco l’iscrizione:
D(is) M(anibus) s(acrum)
Q(uinto) Cornelio
Procliano
vixit annis XV
mensib(us) VIII dieb(us) XII
Valeria Calpurnia
Scopele mater
filio piissimo
fecit-
L’iscrizione tradotta:
“D(is) M(anibus) S(acrum)
QUINTO CORNELIO PROCLIANO
VISSUTO 15 ANNI, 8 MESI, 12 GIORNI
LA MADRE VALERIA CALPURNIA SCOPELE
AL PIO FIGLIO FECE”
La Pietra funeraria di Cornelio Procliano è parte della storia del nostro territorio ed è per questo motivo che l’ Associazione Cornelia ANTIQUA , che svolge attività di ricerca e studio , recupero, conservazione e valorizzazione dei reperti archeologici , ha deciso il suo restauro.
Noi dell’Associazione Cornelia Antiqua ,siamo perfettamente consapevoli che l’operazione di Restauro è un’azione volta a ripristinare un oggetto storico e costituisce un atto unico e irripetibile . Con questa premessa e consapevolezza, l’Associazione ha incaricato il Dott. Marco Castracane e la Dott.ssa Angela Santoro ad eseguire, al meglio, tutte le operazioni per recuperare e riportare il Cippo Funerario all’antica bellezza .
Il Cantiere, per le operazioni di Restauro, è stato aperto nel maggio 2022. La prima fase è stata la “pulitura” della Pietra Funeraria che ha richiesto varie giornate di lavoro.
Per la pulizia della Pietra Funeraria si è proceduto con l’applicare, su tutta la superficie e per varie volte, uno strato di biocida e lasciato agire per alcuni giorni, tramite l’applicazione di un telo. Con questo trattamento è stato rimosso lo sporco e disinfettate ed eliminate le eventuali cariche batteriche rimaste sulla superficie del Cippo Funerario.
La fase di pulizia della Pietra è stata completata con la rimozione delle alghe e licheni morti, presenti sulla superficie esterna, mediante l’utilizzo di spazzole morbide ed acqua. Quindi è stato applicato un impacco di cellulosa, imbevuta di carbonato di ammonio in soluzione satura, che ha portato ad un’ulteriore eliminazione dei materiali incongrui. Infine, grazie a successive operazioni di risciacquo, sono state eliminate tutte le particelle di cellulosa utilizzate per l’impacco e con esse, tutti i residui delle alghe e licheni che avevano provocato un annerimento del marmo.
Dopo aver eseguito le operazione sopra descritte è stato possibile, per la nostra Associazione, riportare la Pietra Funeraria alla sua bellezza originaria e, quindi, riconsegnarla al Bene Comune .
Voglio evidenziare il fascino di questo monumento funebre che ,oltre appartenere alla Memoria del nostro territorio, è la sintesi e la testimonianza del dolore e dell’amore materno immutabile nei secoli.
Si ringraziano la dott.ssa Roberta Pardi e la dott.ssa Chiara Scioscia Santoro della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, per aver supportato ed approvato il nostro progetto di restauro.
In concomitanza con le operazioni di recupero dell’antico Cippo, sono state effettuate delle analisi chimico-fisiche eseguite dal Prof. Giovanni Visco e dalla Prof.ssa Maria Pia Sammartino, specializzati in chimica del restauro. Tali analisi hanno permesso di apportare un contributo scientifico, presentato in occasione del “Convegno Giovani Ricercatori”, Roma dal 20 al 23 giugno 2022, presso il dipartimento di Chimica dell’Università La Sapienza.
Si ringraziano il Prof. Giovanni Visco e la Prof.ssa Maria Pia Sammartino, per aver svolto questo studio scientifico a titolo completamente gratuito.
Riportiamo di seguito il titolo e gli autori del contributo scientifico che sarà pubblicato sul libro degli Atti del Convegno: Chemical-physical diagnostics propaedeutic to the conservative restoration of the Cippo Funerario of Quinto Cornelio Procliano (Emanuele Dell’Aglio, Maria Luisa Astolfi, Maria Pia Sammartino, Marco Castracane, Giovanni Visco, Luigi Campanella).
Articolo di Tatiana Concas- Associazione Cornelia Antiqua
Galleria Fotografica
Associazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio Procliano
Associazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio ProclianoAssociazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio ProclianoAssociazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio ProclianoAssociazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio ProclianoAssociazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio ProclianoAssociazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio ProclianoAssociazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio ProclianoAssociazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio Procliano
-Fotoreportage-Castel di Guido :”Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia”-
Roma Municipio XIII- 19 giugno 2022-Fotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-
Associazione Cornelia Antiqua, nella foto, Tatiana CONCAS, Mirko ANTONUCCI e Damiano FILIPPONI capitanati dal Presidente CRISTIAN NICOLETTA
Roma Municipio XIII- 19 giugno 2022-Gli Indiana Jones dell’Associazione Cornelia Antiqua, nella foto, Tatiana CONCAS, Mirko ANTONUCCI e Damiano FILIPPONI capitanati dal Presidente CRISTIAN NICOLETTA sono, anche oggi , entrati all’interno dei ruderi del Casale della Bottaccia . A corredo di questo articolo pubblichiamo il loro Reportage Fotografico :”Cartoline dall’inferno-Castel di Guido- Il Degrado e abbandono del Sito Archeologico del Casale della Bottaccia.
In Italia esistono luoghi, se pur carichi di storia per i Borghi dove sorgono,sono lasciati nel degrado e nella più completa rovina .Il Casale della Bottaccia di Castel di Guido non sono “pietre disperse” e senza storia , ma è sicuramente un edificio, porzione di edificio, dal passato antico che per qualche ragione sconosciuta non gode dei “diritti” di recupero e restauro come di altri luoghi simili esistenti a Roma . Il Casale è forse condannato a una fine ignobile, soffocata dai suoi stessi calcinacci?
Fotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia
Breve cronologia degli eventi degli ultimi anni- Storia-Ricerca Bibliografica-(Parziale e non esaustiva) cura di Franco Leggeri -le foto originali sono dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA .
-Il Casale della Bottaccia è, risulta, in stato di abbandono già dal 1964, come documentato da una foto in possesso della soprintendenza dei BB.CC.; in tale foto si vede anche la presenza di alcuni infissi e dei tetti oggi tutti crollati e del fienile, costruito nel 1700, di cui oggi rimane solo la parte basamentale..
Nel 1992 i tetti sono mancanti in alcune parti del fabbricato come si vede dalla foto in “Elisabetta Carnabuci, Antiche Strade – Lazio- Via Aurelia, I.P.Z.S., Roma 1992”; dalla quale si nota anche come a quel tempo le aperture non fossero ancora state murate e la tettoia all’ingresso fosse ancora in piedi. Nello stesso volume si afferma che la proprietà sembra essere ancora della famiglia Pamphilj.
Nel 2018 Dopo tantissimi appelli ,anche d’ITALIA NOSTRA, e tante promesse di politici in cerca di voti, il Sito Archeologico Casale della Bottaccia era ancora in stato di abbandono , di degrado e regno incontrastato della prostituzione.
Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia-Dettaglio facciata nord 1964 (Soprintendenza BB.CC.)
Breve Storia-Ricerca Bibliografica-(Parziale e non esaustiva) cura di Franco Leggeri –
Intorno alla metà del 1600 ,per la grande opera di Carità dell’abate Ottavio Sacco da Reggio Calabria (morto nel 1660) e per la benevolenza del Principe Camillo Pamphilj, che aveva acquistato nel 1641 la tenuta dal Card. Alessandro Peretti detto anche Cardinal Montalto, fu edificata la cappella annessa al Casale della Bottaccia . La Cappella fu dedicata a Sant’ Antonio Abate, che , da subito, diventa anche un “piccolo ospedale” per il primo soccorso degli ammalati. Si racconta che nei pressi della Cappella di Sant’Antonio era sempre pronto un carro, con cavalli attaccati, per raccogliere gli ammalati nella Campagna Romana .Gli ammalati o infortunati più gravi venivano inviati nell’Ospedale Santo Spirito di Roma.Una Cappella simile a quella del Casale della Bottaccia fu edificata , ancora esistente e visibile, a fianco del Casale Panphilj sito nel Borgo di Testa di Lepre di Sotto in via dell’Arrone.
Nei primi del ‘700 fu realizzato, probabilmente nel corpo a sud con grandi saloni ai piani superiori, un piccolo ospedale per il primo soccorso: l’Eschinardi infatti scrive: “. . omissis . . e parte del Principe Panpfilj di rub. 281 con la seguente detta della Bottaccia di rub. 333 dove si trova sempre pronta una sua carrozza per condurre a Roma gl’ammalati della campagna.” ed anche il Metalli: “Il Principe Panfili vi istituì un piccolo ospedale ed un’ambulanza pel trasporto dei malati poveri a Roma.” . Tale notizia da quanto riportato sul sito del X Dipartimento sarebbe desunta anche dai registri parrocchiali di Castel di Guido: “ . . .omissis . , l’oste assumeva un ruolo delicato: nel contratto di affitto dei locali aveva anche l’obbligo di accogliere i malati e portarli al vicino ospedale. Il Casale della Bottaccia fungeva non solo per la zona di Castel di Guido ma per tutto l’Agro Romano da ospedale. E due volte a settimana i malati più gravi si trasferivano all’Ospedale di Roma.”; questo riferimento del XVIII secolo conferma anche l’utilizzo di parte del casale come osteria, ribadito anche nella “Rubrica delle tenute e dei casali della carta Cingolana”. Quest’ultima destinazione d’uso probabilmente rimane fino al secolo scorso poiché se ne trovano ancora le tracce nel Casale, e L’ipotesi è sostenuta anche da Luigi Cherubini:”Le vecchie osterie della Campagna si danno da fare: per non restare tristemente abbandonate e inutilizzate, anche se hanno una storia, com’è successo alla “Bottaccia” di Castel di Guido e al Casale dei Francesi di Ciampino…(Omissis) per non morire” (Catasto Alessandrino 433bis/19 19 Ottobre 1661 “Sviluppo della strada che da Porta S. Pancrazio passa per Pisana e arriva a Maccarese” agrimensore Legendre Domenico; Isa Belli Barsali e M. G. Branchetti, “Ville della Campagna Romana”, ed. SISAR, Milano 1975, pag. 249-250-
Articolo di Franco Leggeri
Associazione CORNELIA ANTIQUA -Fotoreportage -Castel di Guido Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaAssociazione CORNELIA ANTIQUA -Fotoreportage -Castel di Guido Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia
Fotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-
Roma Municipio XIII- 19 giugno 2022–-Castel di Guido :”Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia”-
Fotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaAssociazione CORNELIA ANTIQUA -Fotoreportage -Castel di Guido Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaAssociazione CORNELIA ANTIQUA -Fotoreportage -Castel di Guido Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaAssociazione CORNELIA ANTIQUA -Fotoreportage -Castel di Guido Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia
Associazione CORNELIA ANTIQUA -Fotoreportage -Castel di Guido Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia- ATTUALE LUPANAREAssociazione CORNELIA ANTIQUA -Fotoreportage -Castel di Guido Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia- ATTUALE LUPANAREFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia- Tegole ASPORTATEFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaAssociazione CORNELIA ANTIQUA -Fotoreportage -Castel di Guido Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia- FACCIATA PERICOLANTEFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia- ATTUALE LUPANAREFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia-PAVIMENTO ASPORTATOFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia
-La Poetessa Patrizia Cavalli arriva a Roma nel 1968, dopo essere passata per Ancona. Nella capitale conosce Elsa Morante, dalla cui frequentazione nasce, nel 1974, la sua prima raccolta di poesie, a lei dedicate. Nel 1976 viene inserita nell’antologia “Donne in poesia – Antologia della poesia femminile in Italia dal dopoguerra ad oggi“, insieme a autrici come Maria Luisa Spaziani, Vivian Lamarque Amelia Rosselli, Anna Maria Ortese.è scomparsa a 75 anni –
-Nata a Todi -Perugia 1947-Morta a Roma 21 giugno 2022-
È morta all’età di 75 anni Patrizia Cavalli una delle poetesse italiane contemporanee più importanti, come scrive Repubblica. Nata a Todi nel 17 aprile 1947, Cavalli viveva a Roma da tempo, ormai e lì, doveva aveva studiato Filosofia, aveva costruito la sua carriera letteraria che era legata a doppio filo con la casa editrice Einaudi per cui aveva pubblicato varie raccolte di poesie. In quegli anni romani aveva legato molto con un’altra delle scrittrici che hanno scritto il canone letterario italiano, ovvero Elsa Morante.
Patrizia Cavalli
Poesie di Patrizia Cavalli
Patrizia Cavalli
Sei poesie da Vita meravigliosa di Patrizia Cavalli, Einaudi, 2020.
Continuazione dell’Eden
L’originale comunque non lo voglio
non voglio stare dove ogni momento
se sbagli possono cacciarti via.
Lo preferisco falso e permanente
dove la legge la decido io.
Abolirò memoria e nostalgia,
non ci sarà intenzione né immaginazione
ma un’aria mite e ferma che acconsente:
si morirà per noia, dolcemente.
I nostri alberi non settentrionali
hanno foglie leggere e molto fitte,
vibranti nel dettaglio e pronte a rivelare
il loro lato argenteo, segreto,
solo sfiorate da un qualsiasi vento.
Senza peso sul ramo, ma ornamento,
sono le prime a muoversi, le ultime a star ferme
in quella oscillazione che acconsente
forte all’inizio e poi quasi incosciente.
Non c’era piú, anche se di solito spuntava
da ogni nebbia. Ma questa era una nebbia naturale o mia?
Con un’unghia raschiai un muschio grigio,
di cerchio in cerchio si era sovrapposto
al peperino e ambiva in sfumature
a farsi breccia d’Africa, non levigata,
che teneva in riserva i suoi colori.
Ma il suo colore – verde interiore, acido –
fu scalfittura e non levigatura
che lo scoprí. Gli ulivi intanto
si erano puliti della nebbia.
(Forse la nebbia era soltanto mia).
Si addensava lontano oltre il querceto
e non mi dava Orvieto, che aspettavo.
Era una nebbia a cumulo, potente
e concentrata, il vapore che segue
al fuoco spento, che sale bianco
ma ne mantiene l’empito. Tra poco
si sarebbe sciolto e a poco a poco
avrebbe liberato pure Orvieto. E fu cosí.
Ma era tutta grigia, rassegnata.
Era bruciata.
Era lí senza bene e senza male
aspettava il bene e il male,
aspettava nella stasi
bene o male calcolava
quanto tempo le restava
come rompere l’attesa
di questo persistere
in un’idea stanziale
che vuole sistemarsi in penitenza
eterna paura di esistere, pure
sapeva di non essere immortale.
Cerco i miei versi tra un tavolo e una sedia
nel bosco predisposto pei miei passi
mi apposto e aspetto quel suono che si forma
uscendo da un rumore senza forma.
La mia disperazione è la speranza,
io spero troppo e troppo spesso spero
ma è uno sperare fatto di incostanza,
giro la testa e mi ricala il nero.
Immagine: Foto di Dino Ignani.
Patrizia Cavalli
Poesie di Patrizia Cavalli
Adesso che il tempo sembra tutto mio
Adesso che il tempo sembra tutto mio e nessuno mi chiama per il pranzo e per la cena, adesso che posso rimanere a guardare come si scioglie una nuvola e come si scolora, come cammina un gatto per il tetto nel lusso immenso di una esplorazione, adesso che ogni giorno mi aspetta la sconfinata lunghezza di una notte dove non c’è richiamo e non c’è piú ragione di spogliarsi in fretta per riposare dentro l’accecante dolcezza di un corpo che mi aspetta, adesso che il mattino non ha mai principio e silenzioso mi lascia ai miei progetti a tutte le cadenze della voce, adesso vorrei improvvisamente la prigione.
Quante tentazioni attraverso
nel percorso tra la camera
e la cucina, tra la cucina
e il cesso. Una macchia
sul muro, un pezzo di carta
caduto in terra, un bicchiere d’acqua,
un guardar dalla finestra,
ciao alla vicina,
una carezza alla gattina.
Così dimentico sempre
l’idea principale, mi perdo
per strada, mi scompongo
giorno per giorno ed è vano
tentare qualsiasi ritorno.
Addosso al viso mi cadono le notti
e anche i giorni mi cadono sul viso.
Io li vedo come si accavallano
formando geografie disordinate:
il loro peso non è sempre uguale,
a volte cadono dall’alto e fanno buche,
altre volte si appoggiano soltanto
lasciando un ricordo un po’ in penombra.
Geometra perito io li misuro
li conto e li divido
in anni e stagioni, in mesi e settimane.
Ma veramente aspetto
in segretezza di distrarmi
nella confusione perdere i calcoli,
uscire di prigione
ricevere la grazia di una nuova faccia.
E’ tutto così semplice,
sì, era così semplice,
è tale l’evidenza
che quasi non ci credo.
A questo serve il corpo:
mi tocchi o non mi tocchi,
mi abbracci o mi allontani.
Il resto è per i pazzi.
Note: da “Amore non mio e neanche tuo” – Patrizia Cavalli
Per questo sono nata, per scendere
Per questo sono nata, per scendere da una macchina dopo una corsa in una strada qualunque e trafficata e guidata dagli angeli piegarmi attraverso il finestrino sopra quei capelli e in silenzio sentire l’odore di quel viso dove poco prima avevo visto come la bocca e gli occhi si passavano un sorriso che non si apriva mai e correndo veloce scompariva in un attimo e tornava.
Questa sfusa felicità che assale
Questa sfusa felicità che assale
le facce al sole,
i gomiti e le giacche
– quante dolcezze
sparse nel mercato,
come son belli
gli uomini e le donne!
E vado dietro all’uno
e guardo l’altra,
sento il profumo
inseguo la sua traccia,
raggiungo il troppo
ma il troppo non mi abbraccia.
Sempre aperto teatro
Indietro, in piedi, da lontano,
di passaggio, tassametro in attesa
la guardavo, i capelli guardavo,
e che vedevo? Mio teatro ostinato,
rifiuto del sipario, sempre aperto teatro,
meglio andarsene a spettacolo iniziato.
O amori – veri o falsi
siate amori, muovetevi felici
nel vuoto che vi offro.
Tutto mi appare in bella superficie
e poi scompare. Perché ritorni
la figura io mi sfiguro, offro
i miei pezzi in prestito o in regalo,
bellezza sia visibile, formata,
guardarla da lontano, anche sfocata,
purché ci sia, purché ci sia, anche non mia.
Note: Patrizia Cavalli, Sempre aperto teatro
Poesie per colazione -153
Era alla luce terribilmente sabato,
quel sole infimo che annunzia svogliatezze
mentre nella piazza fin dentro le mie finestre
chiuse si muoveva il mercato prolungato.
L’ultima offerta e poi si chiude. Poi la festa
untuosa e il silenzio. Già si smontavano
i banchetti con la ferocia trasandata
della fine. Forse era possibile
una corsa per prendere qualcosa, forse
restava qualche cassetta ancora non riposta.
Ma non mi decidevo a quella corsa.
Quando scendevo ormai era tardi
tra i mucchi di foglie di carciofi
e i pomodori sfatti dove una vecchietta china
correva rapace alla riscossa di mezze mele
di peperoni buoni per tre quarti.
Ma io non cercavo frutta marcia o fresca,
io volevo soltanto la certezza
della settimana che finisce,
dell’occasione persa.
Patrizia Cavalli
Note: Patrizia Cavalli, “L’io singolare proprio mio” in Poesie, Einaudi, 1992.
Pure scoprendo che quello che vedevo,
e lo vedevo in te amore amato
in verità non c’è, non c’è mai stato,
forse per questo è meno vero? No,
continua ad essere vero, e non perché
così mi era sembrato, non si tratta
di soggettività. Nessuno infatti
avrebbe in sé alcuna qualità
se non fosse per quel sentire che spinge
a concepire mischiandosi all’oggetto
un pensiero commosso per cui la nostra mente
intenerita fa che la morte venga differita,
almeno per un po’, giocando a questo
o a quello, prestando al giocatore
opaco il suo fervore, anche inventato.
Note: da “Pigre divinità e pigra sorte” – Patrizia Cavalli
Essere animale per la grazia
di essere animale nel tuo cuore.
Mi scorge amore, mi scorge quando dormo.
Per questo io dormo. Di solito io dormo.
Mi ero tagliata i capelli, scurite le sopracciglia,
aggiustata la piega destra della bocca, assottigliato
il corpo, alzata la statura. Avevo anche regalato
alle spalle un ammiccamento trionfante. Ecco ragazza
ragazzo
di nuovo, per le strade, il passo del lavoratore,
niente abbellimenti superflui. Ma non avevo dimenticato
il languore della sedia, la nuvola della vista.
E spargevo carezze, senza accorgermene. Il mio corpo
segreto intoccabile. Nelle reni
si condensava l’attesa senza soddisfazione; nei giardini
le passeggiate, la ripetizione dei consigli,
il cielo qualche volta azzurro
e qualche volta no.
Note: tratta da “Poesie”,Patrizia Cavalli, Einaudi, 1999)
Patrizia Cavalli
Biografia di Patrizia Cavalli. – Poetessa italiana (n. Todi, Perugia, 1947-Roma 21 giugno 2022 ). La sua lirica, limpida e diretta, rivela spesso intensa drammaticità. Ha scritto: Le mie poesie non cambieranno il mondo (1974); Il cielo (1981); Poesie 1974-1992 (1992); Sempre aperto teatro (1999), con il quale ha vinto il premio Viareggio-Repaci; La Guardiana (2005); Pigre divinità e pigra sorte (2006); Flighty matters (2012); Datura (2013). C. si è dedicata anche a traduzioni per il teatro, e nel 2012 ha pubblicato, con la musicista D. Tejera, Al cuore fa bene far le scale, CD e libro con poesie e musiche originali nate dalla collaborazione tra le due artiste. Nel 2019 C. ha pubblicato la raccolta di prose Con passi giapponesi, finalista al Premio Campiello 2020; è dello stesso anno la raccolta di versi Vita meravigliosa.- Patrizia Cavalli arriva a Roma nel 1968, dopo essere passata per Ancona. Nella capitale conosce Elsa Morante, dalla cui frequentazione nasce, nel 1974, la sua prima raccolta di poesie, a lei dedicate. Nel 1976 viene inserita nell’antologia “Donne in poesia – Antologia della poesia femminile in Italia dal dopoguerra ad oggi“, insieme a autrici come Maria Luisa Spaziani, Vivian Lamarque Amelia Rosselli, Anna Maria Ortese.
Maya Angelou- La poetessa che ha cambiato il mondo con le sue parole –
Maya Angelou
Maya Angelou, La poetessa che ha cambiato il mondo con le sue parole –
SOLI
A letto, a pensare
Ieri notte
Come trovare casa alla mia anima
Dove l’acqua non abbia sete
E il pane non sia pietra
Ho capito una cosa
Non credo di sbagliarmi
Che nessuno
Ma nessuno
Qui può cavarsela da solo.
Ci sono milionari
Con denaro che non sanno usare
Le mogli corrono a destra e a manca come furie
I loro figli fanno il piagnisteo
Si rivolgono a medici costosi
Per curare i loro cuori di pietra.
Ma nessuno
No, nessuno
Qui può cavarsela da solo.
Adesso se mi ascolti attentamente
Ti dirò quel che so
Nuvole tempestose si vanno adunando
Il vento soffierà
La razza umana soffre
E io ne sento i gemiti,
Perché nessuno
Ma proprio nessuno
Qui può cavarsela da solo.
Eppure mi rialzo
Puoi infangarmi nella storia
con le tue amare, contorte bugie.
Puoi schiacciarmi nella terra
ma, come la polvere, iomi rialzo.
La mia sfacciataggine ti disturba?
Perché sei afflitto dallo sconforto?
Perché cammino come se avessi pozzi di petrolio
che pompano nel mio salotto.
Proprio come le lune e i soli,
con la certezza delle maree,
come le speranze che volano alte, iomi rialzo.
Volevi vedermi spezzata?
Con la testa china e gli occhi bassi?
Spalle cadenti come lacrime,
indebolite dai pianti della mia anima?
La mia immodestia ti offende?
Non te la prendere così tanto
solo perché io rido come se avessi miniere d’oro
scavate nel mio giardino
Puoi ferirmi con le tue parole,
puoi trafiggermi con i tuoi sguardi,
puoi uccidermi con il tuo odio,
eppure, come la vita, io mi rialzo.
La mia sensualità ti disturba?
Ti coglie di sorpresa
Che io danzi come se avessi diamanti
alla confluenza delle mie cosce?
Dalle capanne della storia ignobile iomi rialzo.
Da un passato radicato nel dolore iomi rialzo.
Sono un oceano nero, impetuoso e vasto
che traboccante e gonfio avanza con la marea.
Lasciandomi indietro notti di terrore e paura iomi rialzo
in un nuovo giorno miracolosamente chiaro Iomi rialzo
Portando i doni lasciati dai miei antenati,
sono la speranza e il sogno dello schiavo.
E così mi rialzo, mi rialzo mi rialzo.
Ancora, mi rialzo
Puoi sminuirmi nella storia
Con le tue amare, contorte bugie;
Puoi calpestarmi nella sporcizia
Ma, ancora, come polvere, mi rialzerò
La mia presunzione ti infastidisce?
Perché sei avvolto dall’oscurità?
Perché io cammino come se avessi pozzi di petrolio
Che pompano nel mio soggiorno
Proprio come le lune e come i soli,
Con la certezza delle maree,
Proprio come le speranze che si librano alte,
Ancora, mi rialzerò
Volevi vedermi distrutta?
Testa china e occhi bassi?
Con le spalle cadenti come lacrime,
Indebolita dai miei pianti struggenti?
La mia arroganza ti offende?
Non prenderla troppo male
Perché io rido come avessi trovato miniere d’oro
Scavando nel giardino
Puoi spararmi con le parole,
Puoi trapassarmi con gli occhi,
Puoi uccidermi con l’odio,
Ma, ancora, come l’aria, mi rialzerò.
La mia sensualità ti disturba?
Ti giunge come sorpresa
Che io balli come avessi diamanti
Al congiungersi delle mie cosce?
Fuori dai tuguri della vergogna della storia
Mi rialzo
In alto, da un passato che ha radici nel dolore
Mi rialzo
Io sono un oceano nero, tempestoso e vasto,
Sgorgando e crescendo rinasco nella marea.
Lasciandomi dietro notti di terrore e paura
Mi rialzo
In un nuovo giorno che è meravigliosamente chiaro
Mi rialzo
Portando i doni dei miei antenati,
Io sono il sogno e la speranza dello schiavo.
Mi rialzo
Mi rialzo
Mi rialzo
———–
Le belle donne si domandano dove si celi il mio segreto.
Non sono appariscente, né disegnata per vestire
taglie da modella,
ma quando comincio a raccontarmi
credono stia raccontando storie.
Dico loro
Che è nello spazio del mio abbraccio,
è nell’ampiezza dei miei fianchi
è nell’andatura del mio passo,
è nella linea delle mie labbra.
Sono una donna,
intensamente.
Sono una donna fenomenale
Ecco io chi sono.
Quando entro in una stanza,
disinvolta, come piace a te
E cammino verso un uomo
tutti gli altri si alzano in piedi
O cadono sulle ginocchia,
poi si raccolgono intorno a me
Come le api intorno al miele.
Dico loro
Che è il fuoco del mio sguardo,
è lo splendore del mio sorriso
è l’ondeggiare della mia vita,
ed è la gioia nei miei piedi.
Sono una donna,
intensamente.
Una donna fenomenale
Ecco io chi sono.
Anche gli uomini si domandano
cosa vedano in me,
ci provano davvero,
ma non riescono a toccare
l’essenza del mio mistero.
Quando tento di mostrarlo
essi dicono che ancora non vedono.
Dico loro
Che è nell’arco della mia schiena,
è nella luce del mio sorriso,
è nel sentiero dei miei seni,
è nella grazia del mio stile.
Sono una donna,
intensamente.
Sono una donna fenomenale.
Ecco chi sono io.
Ora puoi comprendere
perché il mio capo non è chino.
Io non urlo o salto in giro
io non parlo con un grido.
E quando mi vedi passare provi un orgoglio glorioso.
Io dico
è nello scatto delle mie ginocchia,
è nell’onda dei miei capelli,
è nel palmo delle mie mani,
è nel bisogno delle mie attenzioni.
Perché io sono una donna,
intensamente.
Una donna fenomenale.
Ecco io chi sono.
Maya Angelou
Maya Angelou (nata Marguerite Ann Johnson) ha pubblicato, nell’arco di mezzo secolo, un’autobiografia divisa in sette parti, tre libri di saggistica e numerose raccolte di poesia, oltre a libri per bambini, drammi teatrali, sceneggiature e programmi televisivi. Ha ricevuto decine di premi e più di trenta dottorati di ricerca honoris causa. Angelou è celebre soprattutto per le sette autobiografie incentrate sulle sue esperienze adolescenziali e della prima maturità. Con la prima autobiografia, Il canto del silenzio nella quale racconta la propria vita fino all’età di diciassette anni, ha incontrato un enorme successo e apprezzamento internazionale. –
-Interno Poesia Editore-A cura e traduzione di Andrea Sirotti-
Tishani Doshi- POESIE- Un dio alla porta-
Tishani Doshi libro Un dio alla porta–Interno Poesia Editore-traduzione di Andrea Sirotti
Cella
Se anche potessi percorrere i corridoi del tuo corpo, non sapresti in quali stanze entrare, quali siano piene di pietra. Dentro di te c’è tantissima acqua – una catena montuosa a nord per tener lontani gli invasori, un deserto nelle colonie batteriche del sud. Qui ci sono edifici cittadini, ingialliti, senza finestre, occupati nella fabbricazione di vaccini e borse. Qui una doppia elica infilata lungo tutta la tua spina come una sequela di stendardi tibetani. Tra questi avamposti sfrecciano i messaggeri, trasportando tubi di pelle animale, piccioni sulla schiena. C’è chi cavalca arieti, c’è chi viaggia con ombre consorti sui carri attraverso i cieli senza fermarsi una volta a guardare le stelle. Una volta arrivati è quasi sempre lo stesso. Devono togliersi i sandali e aspettare all’ingresso della grotta – la sua piega di pelle, una tenda per intrappolare il vento. Vogliono dirti che i grandi fuochi bruciano ancora, le api non rinunceranno alle loro unioni, il raccolto è sia luna che autunno. Tu non sei sola.
Mandala
Chiunque creda che una foglia sia solo una foglia non coglie il punto. C’è una fotografia in soffitta, un gingko che ingiallisce sempre più, mentre il corpo del gingko rimane sempreverde. Si apre la strada attraverso fumerie d’oppio e bordelli. Ti vorrei dire di non preoccuparti. La realtà sa come sistemare se stessa, ma il panico è contagioso. Lo spavento arriva quando fai i jumping jack o organizzi le posate, in un momento di basso dramma cosmologico. Interrotto dalla scoperta di un nodulo. O dal TG delle 9. Di colpo, ogni maniglia di porta è una sentenza di morte. Quanto si devono essere sentiti soli i primi astronomi, congelati in terrazza, cercando di afferrare la luce di lune lontane. Qualche volta è difficile capire se state rallentando o accelerando. Il trampolino del tempo ci confonde. Cuciamo i nostri giorni e le notti, gli uni alle altre, ed è come ricamare una galassia, ma pure le galassie arretrano l’una dall’altra. Una volta, una donna mi ha suonato il corpo come se fosse un’arpa. Ho dormito su una tavola di legno e lei strimpellava le corde sotto finché non son diventata uno squalo balena, che batte gli oceani. Ne sono riaffiorata come da un tunnel gravitazionale, integra, più o meno. Per giorni ho sentito le pinne al posto delle guance. Parliamo di corpi come se non potessimo comprendere l’universo che hanno dentro, anche se stiamo tutti a bocca aperta davanti al ceppo di un albero e abbiamo capito che il tempo si sposta verso l’esterno in un cerchio. E mentre tutto appare infinito, c’è sempre un anello di una cosa permeabile che ci trattiene dentro. A volte usciamo di casa senza maschera ed è un sollievo fare una pausa da ciò che siamo. Stella nana, campana di preghiera, cervo solitario che si nutre nella ginestra – qualcosa ci terrà uno specchio davanti alla faccia, quando ci serve solo che qualcuno ci porti al piano di sopra.
Macroeconomia
Un uomo siede su un altro se ce la fa. Il cuore di un uomo batte più forte. Un uomo va in miniera perché un altro uomo risplenda. Un uomo muore così la famiglia che vive in cima alla collina può mangiare panini sul prato. Il salvadanaio di un uomo ottiene un bailout. Un uomo rovescia il carretto della verdura di un estraneo. Un uomo resta a casa e gioca a tombola finché tutto questo non si placa. Un uomo si avvia come un pellegrino allo Shambala47, con un bimbo sulle spalle. Un uomo chiede chi andrà fuori a comprare il latte e le uova? La casa di un uomo è oltre l’orizzonte. Un uomo decide di andarci a piedi anche se ci vorranno giorni e notti sull’asfalto con poco cibo e acqua. Un uomo viene fermato per vagabondaggio e costretto a fare piegamenti per penitenza. Un uomo riferisce che i pesci saltano fuori dal mare e succhiano avidamente l’aria. Un uomo mangia la tessera del pane. Uno osserva come gli storni hanno preso il volo come un mal di denti, una bassa fame continua, librandosi attraverso i campi. Un uomo carica la pistola. Un uomo ha in carico l’altalena. Uno vuole ridistribuire le prugne. Uno sa che non esistono pranzi gratuiti. Uno alla fine vede il crepaccio. Uno dà la sua coperta all’uomo seduto nel crepaccio. Uno dice che dovrebbe esserci una tassa per aver fatto una cosa del genere e la riprende. La fossa si allarga.
Forse quello che ti manca sono le cose semplici, che non è l’infanzia, ma quell’uccello rapace che afferra l’aria con gli artigli. Se tu sapessi che non costerebbe nulla tenere le ali aperte come un albatro, che potresti andare per diecimila miglia senza un solo battito d’ali, che deve essere così, questo glissando tra impennata e caduta, potresti impacchettare le tue indignazioni e andare verso la cabina telefonica nel cielo. Un dio alla porta seduto su un bufalo gigante ti offre un sorso di vino per far passare l’amarezza. La tua ultima telefonata è verso il futuro, Stiamo bene, dici. Staremo tutti bene.
Un dio alla porta (Interno Poesia Editore, 2022), cura e traduzione di Andrea Sirotti
DESCRIZIONE
Travolgente, disorientante, genuinamente «civile», la poesia di Tishani Doshi arriva per la prima volta in Italia con un libro in cui intimo, pubblico e sacro si intrecciano e danno vita ad una voce unica e originale. Una lingua composita e meticcia, assertiva, non di rado bizzarra, colta e popolare al tempo stesso, ricca di espressioni e parole che raramente trovano cittadinanza in poesia. Una formidabile eloquenza e vitalità in cui i versi liberi, cadenzati, pensati per essere letti ad alta voce, sono disposti con estro e consapevolezza sulla pagina. Quella di Doshi è una militanza a 360° gradi. Nessuna questione di scottante attualità è esclusa, in India come altrove nel mondo. Le poesie sgorgano dalla cronaca e dalla storia, dalle ultime notizie come dai vecchi rancori e contrapposizioni, lo spunto può essere un articolo di giornale, un video su YouTube, una foto, un dipinto, un libro. Poesie sempre pronte a denunciare le disuguaglianze, il mancato rispetto dei diritti civili. Tra i temi ricorrenti: la condizione della donna, le diseguaglianze economiche e sociali, le trasformazioni esistenziali in tempo di Covid, le relazioni sentimentali, la malattia, le difficoltà quotidiane del singolo individuo; il tutto mediato dalla contrapposizione di due visioni del mondo, tra laica indifferenza e fanatismo religioso, tra spiritualità e materialismo.
Autore: Tishani Doshi
Curatela e traduzione: Andrea Sirotti
Collana: Interno Books
ISBN: 978-88-85583-71-9 Data di pubblicazione: 1 giugno 2022
Pagine: 236
Formato: 15×21 cm
Cell
Even if you could walk through the corridors
of your body, you would not know which rooms
to enter, which were full of stone. Inside you
there is so much water —a mountain range
in the north to stave off invaders, a desert
in the bacterial colonies of the south. Here
are city buildings, yellowed, without windows,
busy with the making of vaccines and handbags.
Here a double helix strung up the length
of your spine like a flurry of Tibetan prayer flags.
Between these outposts the messengers dart,
carrying tubes of animal hide, pigeons on their backs.
Some ride rams, some travel with consort shadows
in chariots across the skies without once stopping
to look at stars. When they arrive it is almost always
the same. They must remove their sandals and wait
by the mouth of the cave —its fold of skin,
a curtain to trap the wind. They want to tell
you the great fires are still burning, the bees
won’t give up their unions, the harvest is both
moon and autumn. You are not alone.
Mandala
Anyone who believes a leaf is just a leaf is missing
the point. In the attic, there’s a picture of gingko
growing steadily yellow, while the body
of gingko remains evergreen. He works his way
through opium dens and bordellos. I’d like to tell you
not to worry. Reality has a way of sorting itself out,
but panic is infectious. The scare arrives when you’re doing
jumping jacks or organising the cutlery, some moment of low
cosmological drama. Interrupted by the discovery of a lump.
Or the 9 o’clock news. Suddenly, every door handle is a death
sentence. How lonely it must have been for the first astronomers,
freezing on their terraces, trying to catch the light of faraway moons.
Sometimes it’s hard to know whether you’re slowing down
or speeding up. Time’s wobbly trampoline confuses us.
We stitch our days and nights, one to the other,
and it’s like embroidering a galaxy, but even galaxies
recede from one another. Once, a woman played my body
as though it were a harp. I slept on a wooden plank
and she strummed the strings below until I became
a whale shark, pounding through the oceans. I emerged
as if out of a wormhole, more or less intact. For days I felt fins
where my cheeks should have been. We talk of bodies
as though we could not understand the universe within them,
even though we’ve all gaped at the stump of a tree
and understood that time moves outwards in a circle.
And while everything seems endless, there’s always a ring
of something permeable holding us in. Sometimes we leave
the house without our masks and it’s a relief to take a break
from who we are. Dwarf star, prayer bell, lone stag
feeding in the gorse—something will hold a mirror
to our faces, when all we need is to be led upstairs.
Macroeconomics
One man sits on another if he can.
One man’s heart beats stronger. One man goes
into the mines for another man to sparkle.
One man dies so the family living at the top of the hill
can eat sandwiches on the lawn. One man’s piggy bank
gets a bailout. One man tips over a stranger’s vegetable cart.
One man stays home and plays tombola till all this blows over.
One man hits the road like a pilgrim to Shambala, child
on shoulders. One man asks who’s going to go out and buy
the milk and eggs? One man’s home is across the horizon.
One man decides to walk there even though it will take days
and nights on tarmac with little food and water.
One man is stopped for loitering and made to do squats
for penance. One man reports fish are leaping
out of the sea and sucking greedily from the air.
One man eats his ration card. One man notices how starlings
have taken to the skies like a toothache,
a low continuous hunger, searing across the fields.
One man loads his gun. One man’s in charge of the seesaw.
One man wants to redistribute the plums. One man knows
there’s no such thing as a free lunch. One man finally sees
the crevasse. One man gives his blanket to the man
sitting in the crevasse. One man says there should be a tax
for doing such a thing and takes it back. The ditch widens.
Maybe what you miss is what’s simple,
which isn’t childhood, but that bird
of prey holding the air with its claws.
If you knew it would cost nothing
to keep your wings open like an albatross,
that you could go ten thousand miles without
a single flap, that it has to be this way,
this glissando between soaring and falling,
you could pack up your indignations
and move towards the phone booth
in the sky. A god at the door sitting
on a giant buffalo offers you a sip
of wine to make the bitterness go away.
Your final phone call is to the future,
We’re fine, you say. We’re all going to be just fine.
Autore: Tishani Doshi
Curatela e traduzione: Andrea Sirotti
Collana: Interno Books
ISBN: 978-88-85583-71-9 Data di pubblicazione: 1 giugno 2022
Pagine: 236
Formato: 15×21 cm
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