E’ da poco terminato il lavoro lungo e delicato di trasferimento della Bibbia dalla pergamena al digitale. Il Codex Sinaiticum è la più antica Bibbia cristiana che si conosca. Il prezioso documento ha circa 1600 anni ed è questo il motivo, più che valido, per metterlo a disposizione di tutti attraverso la rete. La preziosa Bibbia , del IV secolo d.C., ora può essere consultata da tutti e non vi più il rischio di rovinare le pagine e le antiche iscrizioni. Il Codex si compone di tutte le pagine conservate per oltre 150 anni in varie parti del mondo. Il progetto e la realizzazione è frutto della collaborazione della British Library (Gran Bretagna), del National Library of Russia, del Monastero di Santa Caterina ( Egitto) e della Libreria dell’Università di Lipsia (Germania).
Per consultare il Codex basta collegarsi al sito Codex Sinaiticus.org.
La Giordania finanzia il restauro del Santo Sepolcro
Gerusalemme- 14 aprile 2016- Sarà un’offerta personale del re di Giordania Abdallah II a finanziare i lavori di restauro dell’edicola del Santo Sepolcro, la tomba di Gesù a Gerusalemme.
Ad annunciarlo con una lettera al patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme Teofilo III è stato lo stesso sovrano giordano, che in quanto membro della famiglia reale hashemita vanta il titolo di discendente del profeta Maometto. Annunciato pochi giorni fa, proprio alla vigilia della Pasqua, il restauro è reso urgente dai problemi riscontrati alla struttura del luogo più venerato della Terra Santa: l’umidità del respiro delle migliaia di pellegrini che ogni giorno entrano nella piccola edicola memoria della Risurrezione (ma anche il fumo delle candele) stanno progressivamente alterando le malte, creando preoccupazioni per la stabilità.
Così le tre confessioni cristiane che hanno la giurisdizione sulla basilica del Santo Sepolcro – i greco- ortodossi, i latini (rappresentati dai francescani della Custodia di Terra Santa e gli armeni – hanno trovato un accordo sui lavori, che saranno coordinati dalla National Technical University di Atene. L’intervento dovrebbe durare otto mesi e concludersi all’inizio del 2017. In questo percorso ora si inserisce la makruma ( beneficenza) di re Abdallah, che è stata annunciata l’altra sera dall’agenzia di stampa giordana Petra, insieme al ringraziamento di Teofilo III. «Sua Maestà incarna nei fatti, e non solo a parole, la convivenza tra musulmani e cristiani in tutto il mondo e in particolare in Terra Santa», ha dichiarato il patriarca greco-ortodosso, che ha anche sottolineato come Abdallah stia «guidando gli sforzi di tutti i giordani nel seminare i semi dell’amore e della fratellanza tra musulmani e cristiani in questa era in cui guerre settarie stanno bruciando intere nazioni, come tutti possiamo vedere».
A questo sentimento si è associato ieri anche il patriarcato latino di Gerusalemme: «È un’ottima notizia dal carattere altamente simbolico – ha commentato il vicario, monsignor William Shomali –. Questa decisione mostra tutta la benevolenza del re verso i cristiani e il suo impegno nel preservare il patrimonio del cristianesimo, particolarmente nel suo ruolo di garante dei Luoghi Santi, cristiani e musulmani, di Gerusalemme». Quest’ultimo riferimento rimanda al significato anche politico della donazione di Abdallah II. Fino al 1967, infatti, il Santo Sepolcro era sotto la sovranità giordana e anche dopo che Gerusalemme con «la Guerra dei sei giorni» è passata interamente sotto il controllo di Israele la famiglia hashemita ha continuato a rivendicare il ruolo di custode dei Luoghi Santi (oltre al Santo Sepolcro anche la moschea di al Aqsa e la Cupola della Roccia).
Sostenere finanziariamente il restauro è anche un modo per riaffermare questa prerogativa in una Città Santa che Israele considera come sua capitale unica e indivisibile. Infine è interessante che il patriarca Teofilo III ricolleghi il gesto di re Abdallah al Patto di Omar, l’accordo in forza del quale nel 637 il califfo Omar, il secondo successore di Maometto, quando conquistò Gerusalemme rispettò il Santo Sepolcro lasciandolo al culto dei cristiani anziché trasformarlo in moschea. Un gesto di tolleranza dell’islam delle origini, prezioso da riscoprire in questo nostro tempo.
Negli ultimi tempi si è assistito a un netto aumento delle presenze femminili ai vertici di istituzioni e di sedi private che si occupano di arte a vari livelli: galleriste, direttrici di musei, di fiere, di accademie. Segnali di parità di merito si trovano anche guardando all’ultima riforma Franceschini del 2015, quando sono stati selezionati i direttori dei venti principali musei italiani: dieci sono uomini e dieci sono donne, con un’età media di 50 anni. Ne abbiamo incontrate alcune, e ci siamo fatti raccontare cosa sia cambiato, davvero, in questo mondo, e cosa debba ancora cambiare.
Galleriste, direttrici di musei, di fiere, di accademie. Negli ultimi mesi si è assistito a un netto aumento delle presenze femminili ai vertici di istituzioni e di sedi private che si occupano di arte a vari livelli. Ma come si arriva a ricoprire ruoli di potere in questo settore? Certamente si parte quasi sempre da una formazione in materia, che può essere sia di tipo manageriale sia di impronta classica o storica in beni culturali; negli ultimi anni si è assistito anche una proliferazione di specializzazioni e master post laurea, soprattutto in ambito curatoriale. Diventare direttici in ambito privato, aprire fondazioni e fondare gallerie, è una questione professionale in parte dovuta alla libera iniziativa. In ambito pubblico, invece, è necessario rispondere a bandi. E sperare di vincerli. L’ultima riforma del ministro Franceschini del 2015 ha sancito la parità di merito con la nomina di dieci donne su 20 posti di direttore in venti principali musei italiani (età media di 50 anni).
La più giovane è Eva Degl’Innocenti, archeologa nominata a 39 anni a dirigere il Museo archeologico nazionale di Taranto, dopo laurea, specializzazione e dottorato in Italia e diverse esperienze all’estero, in Bretagna per un ente locale, in Francia come ricercatrice e project manager presso il Museo Nazionale francese del Medioevo a Parigi.
Giovane anche la direttrice artistica del Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce a Genova: si chiama Ilaria Bonacossa, ha 43 anni ed è stata nominata alla guida della sede ligure nel 2012, dopo aver vinto un bando pubblico, forte del suo curriculum in cui, tra le altre cose, spiccano una decennale esperienza curatoriale alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e i suoi studi al Bard College di New York. Ilaria, da pochi mesi nominata nel comitato scientifico del Festival della Scienza 2016 di Genova, continua con passione a lavorare per il Forum per l’Arte Contemporanea di cui è stata una delle promotrici. Secondo lei “il mondo dell’arte non è particolarmente maschilista, il privilegio di voler fare la mamma ti obbliga a vivere 27 ore al giorno e a vivere una personalità scissa in cui la prima lezione di nuoto convive con la riunione del board….L’Italia sta cambiando e finalmente le donne hanno imparato a fare gioco di squadra tra loro, a Villa Croce c’è un team giovane esclusivamente rosa (shocking) scelto per competenza e non per quote” puntualizza Bonacossa.
A Roma, tre storiche dell’arte sono state chiamate alla guida di tre importanti collezioni: Galleria Borghese, Galleria Nazionale di Arte Moderna e Gallerie Nazionali di Arte Antica a Roma: sono, rispettivamente Anna Coliva (62 anni), Cristiana Collu, 46, premio Art Tribune come miglior direttore di museo nel 2014, e Flaminia Gennari Santori (47).
Staff completamente al femminile anche per Artissima, la fiera torinese di arte contemporanea per la quale, proprio in questi giorni, è stata riconfermata come direttrice Sarah Cosulich Canarutto (1974) che iniziò la sua carriera con Francesco Bonami alla 50ma Biennale di Venezia, lavorando con artisti come Matthew Barne e Rudolf Stingel. Artissima la dirige dal 2012 e ha sempre tenuto alle presenze femminili al suo interno: anche la guida della sezione Back to the Future è affidata a una donna, Eva Fabbris, e molte figure di collezioniste e galleriste, oltre che storiche dell’arte sono inserite nei comitati per la selezione delle gallerie partecipanti alle sezioni e nelle giurie dei premi.
Un forte segnale di cambiamento è arrivato anche con la nomina di Muriel Mayette-Holt a dirigere l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. Artista, attrice e regista è la prima donna a dirigere l’Accademia in 350 anni, da settembre 2015 e in carica fino al 2018, dopo essere stata, tra le altre cose, amministratrice generale della Comédie-Française dal 2006 al 2014.
Come sono cambiate le cose, nel corso degli anni, per una donna che lavora nell’arte? Antonia Jannone, fondatrice della galleria omonima, arrivava a Milano nel 1968, iniziando a lavorare in pubblicità (LineaSPN) ma attratta dall’arte, ricorda che frequentava sempre gallerie e mostre. “Si andava da Marconi, L’Ariete, Il Naviglio, Galleria dell’Incisione… tra i miei amici molti artisti e architetti (Emilio Tadini, Andrea Cascella, Valerio Adami, Giò Pomodoro, Vittorio Gregotti, Massimo Scolari)” racconta. Diventata madre ha fatto il passo verso l’indipendenza: lasciato il posto fisso, ha fondato “Grafica 80” con Maria Freccia. Da lì la prima cartella d’incisioni dedicata agli Architetti : Aldo Rossi, Raimund Abraham, Ajmonino, Krier, M. Graves. Nel 1976 secondo passo azzardato: la Galleria di Disegni di Architettura, la prima in Italia, in Europa. Oggi può raccontare di progetti passati, presenti e futuri con Ettore Sottsass, Vittorio Gregotti, Aldo Rossi, Álvaro Siza, Andrea Branzi, Michele De Lucchi, Gaetano Pesce, Mario Botta, Marzo Zanuso jr, Peter Shire. “Indipendentemente dall’essere donna, credo, il cammino è tutto in salita! ma non per questo meno attraente, appassionante, esaltante… anzi. Insistere, ostinarsi a far vedere, mostrare, conoscere, divulgare l’opera, il lavoro, le idee di architetti, designers. Bisogna credere e ci vuole anche fortuna…io l’ho avuta. Ho fatto della mia passione il mio lavoro e fino ad oggi sono sopravvissuta…più o meno” conclude Antonia Jannone.
Esce il 14 aprile 2016 “Nemiche per la pelle” film girato a Castel di Guido
Esce il 14 aprile 2016 Nemiche per la pelle, il fim di Luca Lucini, con Margherita Buy, Claudia Gerini, Giampaolo Morelli e Paolo Calabresi.L’8 luglio 2015 Castel di Guido fu il set del film “Nemiche per la pelle”.
Che succederebbe se due nemiche giurate, due donne opposte per temperamento e stile di vita, si ritrovassero a condividere la più incredibile delle eredità: il figlio del loro ex marito avuto per giunta non si sa né dove né quando?
Lucia (Margherita Buy) e Fabiola (Claudia Gerini) si conoscono da anni, e per anni si sono contese l’amore e l’affetto di Paolo, ex marito di Lucia e attuale marito di Fabiola. La morte di Paolo sembra essere l’ultimo momento che Lucia e Fabiola sono costrette a condividere. Ma Paolo, che con le due donne di figli non ne aveva mai voluti, forse avendo avuto il presentimento di ciò che gli stava accadendo, lascia al suo amico e avvocato Stefano (Paolo Calabresi), nonché gestore delle finanze di Fabiola, una lettera in cui invita le due donne a prendersi cura congiuntamente del bambino, Paolo junior.
Lucia e Fabiola, animate inizialmente dall’antico astio e da mere questioni ereditarie, iniziano così un viaggio dentro se stesse e dentro questa maternità tardiva e inattesa. Ma proprio quando il piccolo Paolo comincia a far breccia nei loro cuori, viene loro sottratto.
Lucia e Fabiola sono allora costrette per la prima volta ad unire le forze e a trascorrere del tempo insieme. Scopriranno, oltre tutte le evidenti differenze, qualcosa che, forse, le accomuna. Riusciranno le due donne, ormai amiche, a ottenere l’affido del piccolo Paolo?
Scheda film Titolo: Nemiche per la pelle Regia: Luca Lucini Cast: Margherita Buy, Claudia Gerini, Giampaolo Morelli, Paolo Calabresi, Jasper Cabal Genere: Commedia Durata: 92 minuti Distribuzione: Good Films Uscita: 14 aprile 2016
Cerveteri: Volontari del GATC adottano l’area archeologica del ‘laghetto’
Cerveteri- 11 aprile 2016-: Nel concreto spirito operativo di ulteriore valorizzazione dell’Area Archeologica della Banditaccia, dal 2 luglio 2004 Sito UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità, il GATC (Gruppo Archeologico del Territorio Cerite-Onlus), che attualmente conta 300 iscritti c.a., ha iniziato in questi giorni ad “adottare” la zona archeologica cosiddetta del “Laghetto” (in passato prospicientemente esisteva un mini realtà lacustre impluviale poi prosciugatasi) come concessogli dalla Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale che vede al vertice, come Soprintendente, l’archeologa dr.ssa Alfonsina Russo e come Responsabile della suddetta Zona Archeologica l’archeologa dr.ssa Rita Cosentino.
Il tutto rientra in quell’ottima sinergica collaborazione messa in campo fra la Soprintendenza, il Comune di Cerveteri ed alcune Associazioni di volontariato archeologiche del territorio (tutte operanti a titolo assolutamente gratuito), fra cui appunto il GATC, che hanno messo a disposizione “uomini e mezzi” andando adoperare fattivamente nella ripulitura, ripristino e messa in sicurezza di ampie zone del pianoro della Banditaccia (oltre 120 ettari di superficie – l’area sepolcrale più estesa del mondo), affinché i visitatori possano, oltre l’area cosiddetta “del recinto” (dove si paga il biglietto), continuare ad effettuare, in questo caso gratis, una ulteriore visita di altre ampie porzioni archeologiche di questo splendido Sito UNESCO etrusco Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Per quanto concerne l’Area del “Laghetto” presa “in carico”, per le suddette incombenze, dal Gruppo Archeologico del Territorio Cerite, vi è da dire che è una delle più antiche e composite situazioni archeologiche del pianoro in quanto racchiude, in un ampio ed articolato spazio, sepolture che vanno, come datazione, addirittura dall’Età del Ferro ( IX°- VIII° secolo a.C.) fino all’Età Tardo Etrusca (IV°-III° secolo a.C.) con tombe a pozzetto, tombe a fossa e tombe a camera costruita ipogea con tumuli. In questa importante occasione il GATC mette in campo una “forza lavoro di base” (pronta ad essere integrata alla bisogna) di 20 volontari di grande professionalità ed esperienza, già ben collaudata in altre importanti aree archeologiche etrusche e romane (ad es. Pyrgi e Castrum Novum), coordinati operativamente dal sig. Gianfranco Pasanisi e supervisionati tecnicamente da, addirittura, due archeologi: il dr. Flavio Enei ed il dr. Stefano Giorgi; il tutto, ovviamente, in collaborazione con quella che è la “padrona di casa”: la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria Meridionale.
L’intendimento del GATC, considerando ciò che andrà fatto (a puntino) di sfalci, ripuliture, ripristini e messa in sicurezza della zona, sarebbe quello di poter mettere a disposizione del pubblico, (s’intende a valutazioni della Soprintendenza effettuate), la zona del “Laghetto prima dell’avvento dell’estate prossima. Dimenticavamo di dire che, come è stato fatto già a Pyrgi ed a Castrum Novum tutta l’Area Archeologica in questione (soprattutto anche in ossequio ed in omaggio alla preziosità storico-culturale del luogo Sito UNESCO) sarà “arricchita” con vari pannelli didattici illustrati fornenti notizie chiare e circostanziate sul luogo e su tutto ciò che ivi si può ammirare.
Cerveteri- 11 aprile 2016-Grande emozione ieri per il taglio del nastro del nuovo spazio espositivo all’interno dell’area archeologica della Necropoli della Banditaccia. Il Sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci, e la Soprintendente Archeologica del Lazio Alfonsina Russo hanno svelato il Sarcofago degli Sposi, il clone d’autore di Giorgetto Giugiaro, una riproduzione perfetta in scala 1:1 della celebre scultura etrusca, che da ieri rimarrà in esposizione permanente a Cerveteri e visitabile gratuitamente.
La mattina si è aperta in Sala Giovanni Ruspoli con la consegna da parte del Sindaco Pascucci a nome del Consiglio comunale di Cerveteri della Cittadinanza Onoraria a Giorgetto Giugiaro, “per i meriti artistici e per aver arricchito la Necropoli della Banditaccia con l’opera del Sarcofago degli Sposi”.
Presenti alla Cerimonia, in una sala gremita di cittadini, le Associazioni archeologiche del territorio e studenti delle scuole di Cerveteri. Presenti anche il Comando del Nucleo Investigativo archeologico del Lazio e il membro della Commissione cultura Regione Lazio Eugenio Patané
“L’arrivo del Sarcofago degli Sposi di Giugiaro è il coronamento del lavoro fatto in questi quattro anni – ha detto Alessio Pascucci, Sindaco di Cerveteri – dopo le teche parlanti al Museo Nazionale Cerite, le tombe multimediali alla Necropoli, il rifacimento della nuova strada d’accesso, l’apertura di nuovi tumuli e di nuovi itinerari archeologici, e soprattutto dopo l’arrivo della Kylix e del Cratere di Eufronio, questo è un altro prestigioso riconoscimento per Cerveteri e per il Sito UNESCO”
“La Necropoli della Banditaccia – ha detto Lorenzo Croci, Assessore allo Sviluppo Sostenibile del Territorio – in questi ultimi anni ha registrato numeri di visitatori che non si vedevano da tantissimo tempo, frutto dell’impegno realizzato con la Soprintendenza Archeologica del Lazio, in particolar modo con la Dott.ssa Alfonsina Russa e la Dott.ssa Rita Cosentino, che ringrazio di cuore, e con la Regione Lazio. Ora lavoriamo anche per dare a Cerveteri nuove strutture alberghiere. Il nuovo Piano Regolatore Generale sarà la risposta a questa esigenza”.
LAMEZIA TERME (CZ) – 10 APRILE 2016 – Obbedienza a Dio o agli uomini? Come sono cambiati i diritti delle donne nel corso del tempo? Madri surrogate di un tempo o uteri in affitto della nostra epoca? Normalità o perversione di pratiche utilizzanti la donna come merce di scambio? Esiste un habitus femminile non influenzato dalle mode del tempo? Questi i temi principali sui quali si è discusso nel corso della presentazione del libro della docente di storia e filosofia: Miriam Rocca Rivestita di bellezza divina.
La donna nel mistero di Dio, della Tau editrice sabato alle 18,30 al Teatro Umberto di Lamezia Terme, affollato per l’occasione. All’incontro moderato dalla docente e giornalista Dora Anna Rocca, cofondatrice dell’associazione WWW: What Woman Want nata in difesa della parità di genere, hanno relazionato Luca Parisoli docente di Storia della filosofia antica e medievale presso il Dipartimento di Studi umanistici dell’ Università della Calabria di Rende, oltre che docente di storia della filosofia francescana presso la Pontificia Università Antonianum romana e presso l’Istituto Teologico cosentino di Rende e la dott.ssa Giorgia Gargano laurea, con lode in numismatica presso l’Università La Sapienza di Roma, specializzata in Archeologica Classica, che da dodici anni svolge incarichi per il coordinamento di cantieri di scavo archeologico per la Soprintendenza Archeologica della Calabria e si occupa inoltre di didattica della storia e dell’archeologia.
Miriam Rocca è già nota per aver scritto testi che hanno una attenzione particolare per la figura femminile Il volto femminile della filosofia edito da Rubbettino che ha ottenuto il secondo posto al premio nazionale di filosofia “Le figure del pensiero” e Umanità a due. Identità e differenza di genere edito da If Press nel 2014. Ad impreziosire il nuovo testo della Rocca la prefazione del direttore dell’Ufficio comunicazioni e cultura della Conferenza episcopale calabra DonGiovanni Scarpino e i preziosi contributi di Monsignor Costantino Di Bruno, tratti dai suoi Scritti teologici: La Donna nella scrittura.
Un libro quello della Rocca in cui la donna viene osservata da tanti punti di vista e sfaccettature e non per posizionarla in schemi ben definiti o stereotipati ma per far comprendere quale l’habitus specifico ed adatto a ciascuna donna, splendente se indossato alla luce del mistero divino, un abito che la riveste anche di bellezza imperitura. Ha spiegato l’autrice: «Nella filosofia di genere la donna è vista come alterità dell’uomo, ma se per la Bibbia questa alterità indica completamento, per il pensiero filosofico indica contrapposizione. La Bibbia dunque attribuisce più alta dignità alla donna».
Roma MASSIMINA Degrado e Abbandono sito archeologico.
Roma-Municipio XII-Quartiere Massimina-Degrado e abbandono dell’area archeologica sita tra via Romano Guerra –via della Massimilla e il Centro Commerciale civico 14.
Nel 2004 , se ricordo bene nel mese di novembre, durante la fase di sbancamento per la costruzione del Centro Commerciale venne rinvenuta una Villa rustica , una cisterna e una necropoli databile IV-III sec. A.C.
Nel 2009 furono eseguiti gli scavi , vedi foto allegate, sull’area archeologica (residuo di aera) che ora si presenta nel più degrado assoluto.
Tutti noi cittadini ci auguriamo che i nuovi Amministratori sappiano, finalmente, valorizzare la Storia e i siti Archeologici del Quartiere Massimina.
Pubblicheremo, sul nostro Blog ABC VOX, tutto il materiale che riusciremo a recuperare relativo alla Storia e all’Archeologia di Massimina.
Articolo e foto di FRANCO LEGGERI
P.S. Il MISTERO DEL FONTANILE SCOMPARSO di via Ciro Trabalza, qualcuno ha notizie?
PASSOSCURO– Foto d’archivio-Lavori di risanamento idro-sanitario eseguiti dall’ACEA e denominati “Risanamento Borgate Gruppo C” – anni ’80-La località PASSOSCURO faceva parte della XIV Circoscrizione di Roma-Da 25 anni Passoscuro è un quartiere del Comune di Fiumicino (RM)-
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