Castello di ORVINIO(Rieti)- Fotoreportage in B/N del 1935
Orvinio è un comune italiano di 387 abitanti della provincia di Rieti, in Lazio, che si erge su un colle attorno al suo imponente Castello appartenente al Casato dei Marchesi Malvezzi Campeggi.Orvinio fa parte del club dei borghi più belli d’Italia
ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Ingresso dalla parte di Orvinio – foto del 1935ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Scalone principale- foto del 1935ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Salone da ricevimento a due stili- foto del 1935.ORVINIO (Rieti)- Il Castello-interno il Pozzetto del Silenzio – foto del 1935 ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Lo Studio- foto del 1935..ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Salone da ricevimento a due stili- foto del 1935ORVINIO (Rieti)- Il Castello-La Galleria- foto del 1935.ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Sala da fumo- foto del 1935.ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Salone da Ballo – foto del 1935.ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Interno del parco , la fontana – foto del 1935ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Interno la Madonnina del Castello- foto del 1935ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Interno del Parco una Torre- foto del 1935.ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Salone da ricevimento a due stili- foto del 1935.ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Interno del parco -dettaglio del terrazzo ed ingresso ad una delle Torri. – foto del 1935ORVINIO (Rieti)- Il Castello-la Cappella – foto del 1935.ORVINIO (Rieti)- Il Castello- Piazzale d’ingresso- foto del 1935ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Visione dell’antica Torretta e del Grande Torrione circondato dai cedri del Libano – foto del 1935ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Interno del Parco – foto del 1935ORVINIO (Rieti)-Il Castello-Ingresso-foto del 1935ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Interno del parco , la fontana – foto del 1935ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Veduta dal Castello delle Fattorie- foto del 1935.ORVINIO (Rieti)- Il Castello-Visione dell’antica Torretta e del Grande Torrione circondato dai cedri del Libano – foto del 1935ORVINIO-Veduta del Castello- foto del 1935
Luigi Melilli :Poeta, Scrittore, Saggista, Musicista, Direttore Didattico –
La sua vena poetica, repressa da tanti interessi , preoccupazioni di ordine familiare, sociale scolastico e politico gli impone , di tanto in tanto, una tregua, uno spazio considerevole per cui comincia a pubblicare le sue prime Poesie nel 1957. Luigi Melilli, scrittore alquanto versatile, oltre a comporre liriche, inventa racconti per gli alunni, scrive articoli per riviste scolastiche ed anche un melodramma in versi da musicare. Per un uomo colto e studioso come Luigi Melilli, scrivere poesie è un modo di chiarire a se stesso i problemi esistenziali di ogni giorno; è un modo di appropriarsi delle cose senza essere costretto ad analizzare sempre la logicità; è un modo di dare spazio alla emotività , alla sua sensibilità, facoltà ugualmente importanti per esprimere la propria personalità in quanto ne fanno parte integrante.
Dalla fondazione all’egemonia sulla Sabina (secc. XIII-XV)
Centro Studi Ercole Nardi- Casa Editrice Edizioni Espera
DESCRIZIONE
Il volume prende le mosse dal X secolo, quando avvennero significativi mutamenti nel paesaggio della Sabina tiberina generati dell’«incastellamento», fenomeno ben noto che ha portato alla nascita di insediamenti concentrati e fortificati. Ripercorse le tappe delle prime fasi dell’incastellamento, il volume si sofferma poi sul XIII secolo, momento nel quale si ebbe la penetrazione in Sabina delle aristocrazie romane, legate al papato ed ai cardinali di curia, mirata alla creazione di signorie territoriali. Il castello di Poggio Mirteto fu fondato in questa fase, con il probabile fondatore che fu Riccardo di Pietro Iaquinti, esponente della famiglia romana imparentata con gli Orsini. Dopo il declinare delle fortune di Pietro, il castello fu acquisito dall’abbazia di Farfa. Grazie alla sua centralità geografica, Poggio divenne dagli inizi del XV secolo la residenza degli abati commendatari del monastero e sede del governatorato della signoria farfense. La società locale, investita di questo importante ruolo crebbe nella sua influenza, tanto da diventare il baricentro territoriale di un’area molto vasta, conquistandone l’egemonia mantenuta fino ad oggi.
Prof. 𝗧𝗲𝗿𝘀𝗶𝗹𝗶𝗼 𝗟𝗲𝗴𝗴𝗶𝗼
Breve biografia del Professor Tersilio Leggio è storico del medioevo, autore di oltre cento saggi sull’Italia mediana, ed in particolare sull’abbazia di Farfa, su Rieti e sulla Sabina. Ha collaborato con la British School at Rome, con l’Università di Sheffield e con l’Università di Leicester alla progettazione, alla preparazione e alla esecuzione di numerose campagne di ricerca archeologica in provincia di Rieti, curando la parte storica. Ha tenuto lezioni e corsi presso l’università di Viterbo, dell’Aquila, di Roma “La Sapienza” e di “Roma Tre”. Ha partecipato a numerosi convegni a livello nazionale e internazionale su argomenti di storia medievale e di trasformazioni del paesaggio sul lungo periodo. Dal 1997 è honorary fellow della British School at Rome. Tra i suoi titoli più recenti il volume Ad fines regni. Amatrice, la Montagna e le alte valli del Tronto, del Velino e dell’Aterno dal X al XIII secolo (L’Aquila 2011) e, curato insieme a Sofia Boesch Gajano, Da santa Chiara a suor Francesca Farnese. Il francescanesimo femminile e il monastero di Fara in Sabina (Roma 2013).
Tersilio Leggio La storia del territorio di Poggio Mirteto
Rivodutri(Rieti)- Spighe Verdi 2023 per il quarto anno consecutivo
Rivodutri 26 luglio 2023-Sono state annunciate le Spighe Verdi 2023: Rivodutri, unico comune della Provincia di Rieti, è tra i 72 Comuni che in Italia hanno ricevuto questo prestigioso riconoscimento, che equivale alla “bandiera blu” delle migliori località marine.
Durante la conferenza nazionale di premiazione si è ribadito come Spighe Verdi sia un premio che riconosce (mediante un sistema di certificazioni internazionali) le azioni mirate e concrete di amministrazioni, imprese e cittadini che concorrono a una gestione virtuosa accertata e condivisa.
Con Spighe Verdi, infatti, si premiano quei comuni rurali che sanno porre al centro sfide importanti: dalla gestione ambientale al turismo, dall’agricoltura – cui sono fortemente vocati – alla cultura e all’enogastronomia, dalla mobilità sostenibile alla protezione e valorizzazione del paesaggio.
Per Rivodutri una conferma che emoziona e che sprona, ancora di più, a impegnarsi e a fare per il futuro.
Ripresa la campagna di scavo alla villa di Tito di Paterno
Castel Sant’Angelo -25 maggio 2023-Anche quest’anno sono riprese le indagini di scavo presso il sito archeologico della cosiddetta villa di Tito a Paterno di Castel Sant’Angelo. Il progetto, iniziato nel 2018, ha l’obiettivo di riportare alla luce i diversi ambienti del sontuoso complesso monumentale, con il fine di comprenderne la funzione e definirne la cronologia. Il gruppo di ricerca, formato da studenti universitari canadesi, diretto dal prof. Myles McCallum dell’Università Saint Mary di Halifax e dal prof. Martin Beckmann della McMaster University di Hamilton, coordinato dal prof. Simone Nardelli, sarà impegnato nelle attività di scavo e ricerca fino alla fine di giugno. L’équipe, grazie al fattivo supporto del Comune di Castel Sant’Angelo e della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la Provincia di Rieti, sta portando avanti uno studio che consentirà di valorizzare degnamente molte delle straordinarie emergenze archeologiche che insistono nell’area dell’antica Cutilia, luogo strettamente legato alle origini del popolo sabino e centro d’Italia di varroniana memoria.
Castel Sant’Angelo(Ri) villa di Tito di PaternoCastel Sant’Angelo(Ri) villa di Tito di Paterno
L’origine del toponimo deriva probabilmente dall’aggettivo latino longus, in riferimento ad un insediamento di forma allungata sul crinale del colle; la vicinanza della antica via Cecilia e il ritrovamento nel territorio circostante di numerosi reperti d’età romana, inducono effettivamente a ipotizzare la presenza di un nucleo abitato, anche se le prime notizie storiche certe non posso rintracciarsi prima del medioevo.
Attestato nel corso della seconda metà del X secolo, Longone fu in origine proprietà dell’abbazia di Farfa, per poi passare sotto il controllo del monastero di S. Salvatore Maggiore, costruito nel 735 dai monaci benedettini, che estesero in breve tempo la propria signoria territoriale tra le vallate del Salto e del Turano.
Le mura (oggi inglobate in abitazioni) delimitavano una circonferenza ellittica di tre chilometri che racchiudeva una superficie a fuso (con buona probabilità a rimpiazzo dell’acropoli vera e propria) di circa tre ettari. Questa rocca, nel XIV e XV secolo, fu residenza degli abati-conti Mareri. Nel 1282 gli abitanti di Longone e degli altri castelli sottomessi a S. Salvatore Maggiore, con il sostegno dei reatini, assalirono e saccheggiarono il cenobio, passando, con quest’atto violento, sotto la giurisdizione del Comune di Rieti. I monaci ricorsero allora a Clemente V, che ordinò al Comune di Rieti di restituire all’abbazia i castelli usurpati, nominando il re di Sicilia Roberto D’Angiò defensor della stessa. Tornato sotto il controllo dell’abbazia, Longone ne seguì le vicende nel corso dei secoli diventando, a partire dall’XI, sede estiva degli abati commendatari.
BIBL.: R. Lorenzetti 1994b; E. Hubert 2000; E. Calabri, C. Cristallini 2001.
Foto di Paolo Genovesi
LONGONE SABINO-Foto di Paolo Genovesi
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