Nanni Cagnone – Poesie da “Le cose innegabili”- Avagliano Editore-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Nanni Cagnone – Poesie da “Le cose innegabili”- Avagliano Editore-
Nanni Cagnone È stato batterista jazz, giornalista, editore, direttore creativo d’agenzie di pubblicità, consulente per la company image, docente d’estetica e di strategie progettuali. Fondatore e direttore della casa editrice Coliseum, ha lavorato in precedenza per la casa editrice Lerici. Tra li suoi lavori vi sono opere di narrativa e saggistica.
POESIE
Non sarà l’annuvolato cielo,
né il difettoso patto,
a tralasciare uno dei due
su mulattiere d’infanzia —
saremo noi, senza fretta
in un istante, contenti
di assordarci e guarire.
Eravamo pretendenti,
poi spericolate serietà
di cui nessuna
attenta a uno spiraglio,
solo un trasalire di colori
in falso lume.
Noi come siamo ora,
noi che siamo
distanziato sogno.
*
VI
Andando senza moto,
intimamente,
e correndo ai ripari
quando sgualcito il tempo,
facendo nascondiglio
nel condiviso mondo
cosí docile a nostre figure,
che alla burlesca fa ritorno
lungo i sogni. Andando
per impuntarsi di colpo,
impigliarsi, nell’ordito
che non dipende da noi,
nella pretesa saggezza
di nostre disfatte.
*
XLI
È simile a un assedio
questa luce,
a un volitare in arnie,
e nessun ridosso per noi
che verremo espugnati
prima del crepuscolo.
Cosí ripensi all’inverno,
all’invenzione del buio
che mise in pericolo
i nostri sentimenti,
li costrinse nel respiro
ma li promise a marzo —
marzo che irrompe
come un teppista
nel cagionevole noi.
*
LXII
Spazio finito, orlo di tamburo.
Ti conviene incarnarti finché puoi,
racimolare luce anche di notte,
far cammino nella bruma
e non lasciarlo mai solo
l’istante, se no punge ogni cosa.
In fondo, in fondo al mareggiare
dei tramonti, al maturare insicuro
bruciore senza trama delle pene,
il solenne episodio delle foglie —
stormire e basta. Stormire.
*
LXX
Straniero in ogni dove,
se privo di scopo
muovi al modo della brezza
per sfiorare, mio popolo
intangibile piú sparso,
a cui non è dato abitare
tra cose ordinate, aggiudicate,
che han perduto
il piglio antico dei viventi.
Tua incompresa vuota avidità,
che all’estremo, al di sotto,
t’innalza.
*
Nanni Cagnone, Le cose innegabili, Avagliano Editore, 2018
Nanni Cagnone è nato a Carcare (Savona) nel 1939, dal 2003 vive a Bomarzo (Viterbo). È stato batterista jazz, giornalista, editore, direttore creativo d’agenzie di pubblicità, consulente per la company image, docente d’estetica e di strategie progettuali. Fondatore e direttore della casa editrice Coliseum, ha lavorato in precedenza per la casa editrice Lerici. Tra le sue opere narrative e saggistiche: What’s Hecuba to Him or He to Hecuba? (New York 1975), Comuni smarrimenti (Milano 1990; Lavis 2023), Pacific Time (Milano 2001), Discorde (Lavis 2015), Cammina mare (Lavis 2016), Dites-moi, Monsieur Bovary (Torino 2017), Sans-gêne (Lavis 2023). Tra le opere poetiche: Andatura (Milano 1979), Vaticinio (Napoli 1984), Armi senza insegne (Milano 1988), The Book of Giving Back (New York 1998), Il popolo delle cose (Milano 1999), Doveri dell’esilio (Pavia 2002), Index Vacuus (New York 2004), Penombra della lingua (Roma 2012), Perduta comodità del mondo (Roma 2013), Tacere fra gli alberi (Torino 2014), Corre alla sua sorte (Messina 2016), Tornare altrove (Lavis 2016), Ingenuitas (Lavis 2017), Le cose innegabili (Roma 2018), La genitiva terra (Lavis 2019), Mestizia dopo gli ultimi racconti (Lavis 2019), Accoglimento (Lavis 2020), A ritroso. 2020-1975 (Milano 2020), Ex Animo (Lavis 2020), Sterpi e fioriture (Lavis 2021), Carmina. Poemi 1979-2017 (Lavis 2022), Come colui che teme e chiama (Macerata 2023). Ha tradotto e commentato, tra l’altro, The Wreck of the Deutschland di G.M. Hopkins, Agamemnon di Eschilo, Perì Phýseos di Parmenide.