Raccontare l’Afghanistan è come fare un viaggio tra conflitti, umanità, violenza e droga. I signori della guerra, padroni del paese, hanno fatto dell’Afghanistan la loro cassaforte personale, oltre che spogliato la popolazione civile di qualunque diritto e futuro. Dal 1979, anno dell’invasione sovietica, non c’è mai stato un solo giorno di pace. Guerre e massacri sono da allora l’aspra quotidianità di chi è costretto a vivere in condizioni provvisorie e inventarsi una possibilità di sopravvivenza. Dopo la cacciata dell’Armata Rossa nel 1989, i Talebani presero il potere a metà degli anni ‘90 e lo mantennero fino al 2001, anno dell’abbattimento delle Torri Gemelle.
Ugo Panella-Fotografo
Massud “il leone del Panshjir”, artefice della vittoria sui sovietici e successivamente contro i talebani con il suo esercito dei Mujaheddin, venne eliminato dai servizi segreti occidentali per impedirgli di realizzare una rivoluzione in proprio, che sarebbe stata destabilizzante per i molteplici interessi economici in gioco.
Ugo Panella-Fotografo
Nel 2001 intervennero l’Alleanza del Nord e i contingenti internazionali per cercare di imporre un assetto politico che garantisse loro un’adeguata presenza sul territorio. Un territorio che è stato da sempre appetibile, da Alessandro Magno agli Inglesi, e anche oggi chi controlla l’Afghanistan controlla di fatto i confini di Cina, Pakistan, India e Russia.
Ugo Panella-Fotografo-KANDAHAR, AFGHANISTAN – OCTOBER 13: (EDITORS NOTE: Image contains graphic content.) Asan Bibi, 9, (R) and her sister Salima,13, (L) stand in the hallway of Mirwais hospital October 13, 2009 Kandahar, Afghanistan. Both were burned when a helicopter fired into their tent in the middle of the night on October 3rd, according to their father. Three members of the family were killed in the incident. The family belongs to the Kuchi ethnic tribe, nomads living in tents out in the open desert whom are very vulnerable to a war they have little understanding of. Mirwais hospital in Kandahar city is the largest regional hospital in the area, supported by the ICRC and the Afghan government it caters to most of the war wounded in the most hostile part of the country. A recent U.N. report has described 2009 as the deadliest year in terms of civilian casualties in Afghanistan ever since the start of the U.S.-led war against Taliban in the country. In his latest report presented to the Pentagon, Gen. Stanley McChrystal, the U.S. top commander emphasized the need for winning the hearts and minds of the Afghans. The Taliban are now staging suicide attacks and IED blasts in densely populated areas to create a bigger impact as more of Afghan’s war wounded hit the headlines. (Photo by Paula Bronstein/Getty Images)
Oltre agli interessi strategici militari, geopolitici ed economici, fondamentale è il controllo del traffico di eroina, che attualmente rappresenta circa l’80% del PIL nazionale e che fa dell’Afghanistan un narco-Stato. L’Afghanistan è infatti un paese strozzato da un’economia sempre più povera: agricoltura e pastorizia (un tempo principali risorse) sono state compromesse da un territorio disseminato di mine antiuomo e quindi difficilmente coltivabile.
Ugo Panella-Fotografo
A Kabul, l’ospedale della Croce Rossa, diretto da Alberto Cairo, ospita centinaia di vittime di queste mine costruite con l’intento di non uccidere ma di mutilare mani, braccia e gambe.
Ugo Panella-Fotografo
Questo, a grandi linee, è il panorama politico e umano che costringe l’Afghanistan a sopravvivere al “grande gioco” che le potenze straniere decidono non per portare la pace e la democrazia, ma per una cinica visione del mondo.
Ugo Panella-Fotografo
In tale scenario, le donne afgane rappresentano la parte sana di una società che subisce gli eventi. Lavorano, crescono i figli, si scontrano spesso contro una realtà che le vorrebbe sottomesse ed invisibili. Questa loro forza produce futuro
Ugo Panella-Fotografo
Ugo Panella-Fotografo
Ugo Panellaha iniziato la carriera di fotogiornalista documentando i conflitti del Centro America alla fine degli anni ’70, in particolare la guerra civile in Nicaragua e più tardi quella in Salvador.
La sua passione per la fotografia di denuncia e di impegno civile lo ha in seguito portato in vari luoghi del mondo, dove la vita quotidiana è fatta di violenza e dove la dignità umana non ha valore.
In Egitto, al Cairo, ha raccontato la vita in un cimitero abitato da un milione di senzatetto che hanno fatto delle tombe la loro dimora; in Bangladesh, la fatica di migliaia di uomini che nel porto di Chittagong smantellano navi cargo a due dollari al giorno. Sempre in Bangladesh, in collaborazione con Renata Pisu, l’inviata di Repubblica, ha fatto conoscere all’opinione pubblica mondiale la condizione di migliaia di ragazze sfigurate dall’acido solforico perché rifiutano le “avances” di uomini violenti. L’inchiesta, ripresa dalle maggiori testate internazionali, ha costretto il governo di quella nazione ad introdurre pene gravissime per chi si rende responsabile di tali crimini.
Con Soleterre Onlus (soprattutto in Ucraina, ma anche in Marocco, Salvador e Guatemala) ha realizzato un reportage sui tumori infantili derivanti da disastri ambientali, illustrando i progetti sanitari e l’assistenza alle famiglie dei bambini malati; mentre in Italia grande scalpore ha destato la sua foto-inchiesta nell’istituto psichiatrico Papa Giovanni XXIII di Serra d’Aiello, in Calabria, dove centinaia di persone vivevano in condizioni di abbandono. Quest’ultimo progetto è stato poi tradotto nel libro fotografico “In direzione ostinata e contraria” e in una mostra itinerante.
Ugo Panella-Fotografo
Ugo Panella è un profondo conoscitore dell’Afghanistan e delle persone che ci vivono, tra paura e resistenza tenace a un regime che toglie diritti e libertà. Da molti anni documenta i progetti di microcredito della Fondazione Pangea Onlus in quel paese.
Ha lavorato anche in Albania, India, Sri Lanka, Filippine, Oman, Cipro, Palestina, Somalia, Etiopia, Sud Africa, Iraq, Ucraina e Sierra Leone. Il suo ultimo lavoro è dedicato ai flussi migratori in Africa, soprattutto da Mali, Nigeria, Gambia e Senegal.
Nel 2009, a Sarzana, ha ricevuto il premio al fotogiornalismo Eugenio Montale.
Roma-Grossi Maglioni – Gesti di relazione: la ballata- Rassegna AlbumArte-
Roma-Mercoledì 18 giugno alle ore 18.30, all’interno della rassegna AlbumArte | VideoArtForum, AlbumArte presenta il video Gesti di relazione: la ballata (2025), realizzato delle artiste Grossi Maglioni, progetto a cura di Claudio Libero Pisano. Fino al 27 giugno sarà proiettato il video, prodotto con il supporto della Fondazione Catel, in loop accompagnato dall’esposizione di un insieme di immagini inedite realizzate con il supporto del Fondo PSMSAD.
Gesti di relazione è un progetto portato avanti da tempo da Grossi Maglioni, che indaga il ruolo non secondario dei gesti, intesi anche come posizioni, nel consolidamento di comportamenti sociali e relazioni personali. Nel gesto c’è l’affermazione di uno stereotipo. Nel fermo immagine di una figura possiamo leggere un’intera storia perché è anche in quel frammento che si impone e si rivela una visione del mondo. Con la performance Gesti di relazione, la ballata, del 2017, il confronto è con la storia dell’arte. Lo studio approfondito degli affreschi nel Casino Nobile di Villa Torlonia, a Roma, ha suggerito agli artisti di riproporre alcune scene, i cui personaggi, dipinti nelle loro posizioni, diventano il centro dell’azione performativa. Nonostante la loro indiscutibile
, quei corpi e quelle posture suggeriscono abitudini consolidate che rimandano a relazioni basate sul dominio e sulla bellezza. I corpi vivi della performance mimano le figure dipinte e rendono evidente quanto il tempo nello scorrere dei secoli abbia colpevolmente consentito, e reso tradizione, l’errore che sta alla base di ogni relazione: l’assenza di un riconoscimento di parità tra soggetti.
AlbumArte è uno spazio indipendente e no profit con sede a Roma, che si caratterizza per le sue collaborazioni internazionali e i suoi cicli di approfondimento sui vari linguaggi del contemporaneo come videoarte, pittura, fotografia, scultura, istallazioni, performance, sound art, concerti e residenze, privilegiando nella sua ricerca i percorsi degli artisti e dei curatori più giovani.
Ha attivato collaborazioni con istituzioni pubbliche in Italia e all’estero, come il Museo MAXXI, La Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, l’Institut Français, la Real Academia de España, Piattaforme indipendenti e Ministeri della Cultura in Europa, Istituti di Cultura e Università in Italia e all’estero. Realizza mostre con artisti e curatori italiani e internazionali e progetti continuativi tra i quali: Anteprima, AlbumArte | VideoArtForum, AlbumArte | Residenze, AlbumArte | Flash!. Produce brevi video e documentari sull’arte contemporanea.
Museo Civico di Bracciano (ROMA) -Roberto Di Costanzo – Tributo al disegno classico –
Bracciano (RM)- al Museo Civico di Bracciano Inaugura il 18 Giugno, dalle ore 17.00, Roberto Di Costanzo Atelier, nel centro storico di Bracciano, ubicato in via Giuseppe Palazzi 8, un best opening irrinunciabile per i cultori dell’arte, curato nei minimi dettagli da Massimiliano Orrù Eventi.
Roberto Di Costanzo Atelier nasce dall’idea del maestro Roberto Di Costanzo, pittore, illustratore, ritrattista, professore di disegno anatomico, di restituire valore alla maestria italiana del disegno, nell’esplorazione contemporanea di grandi formati e tecniche legate ai maestri del Rinascimento.
Nel suo nuovo studio, immerso in una atmosfera nostalgica ed aristocratica, l’artista ritrae dal vivo su commissione, principalmente ad inchiostro di china, restituendo valore alla pregevolezza italiana del disegno.
Museo Civico di Bracciano -Roberto Di Costanzo – Tributo al disegno classico
Di Costanzo in occasione dell’opening esporrà per la prima volta un disegno a sanguigna che ritrae il celebre Apollo di Vicarello conservato nel suggestivo Museo Civico di Bracciano. Un tributo alla bellezza classica, fonte di ispirazione per le sue opere, ed un riconoscimento che esprime la gratitudine per il centro storico che ospita il suo nuovo studio d’arte.
Museo Civico di Bracciano -Roberto Di Costanzo – Tributo al disegno classico
Dopo il grande successo del suo primo atelier inaugurato in via Giulia 111 a Roma nel 2019, ed il secondo a Palazzo Massimo, nella centralissima via dell’Orso, l’artista mantiene la sua missione didattica e culturale a Bracciano, sul romantico lago, attraverso corsi di ritratto, di disegno del paesaggio, nudo artistico, pittura ad olio, attualizzando e rinnovando l’interesse internazionale per l’arte figurativa in forte crescita.
Molto valorizzata anche la collezione di ritratti ad olio proveniente da collezioni private e per l’occasione esposte a rievocare una antica quadreria di famiglia. Lo spazio artistico di due piani con alti soffitti lignei, ed una parete interamente in pietra ambisce ad essere sede di incontro e confronto tra appassionati di arte, collezionisti ed estimatori del disegno attraverso salotti culturali, presentazioni di libri ed eventi su temi artistici; al piano superiore lo spazio dedicato alla pittura ad olio ed il disegno della scultura, rievocando il sapore degli studi d’arte ottocenteschi e delle affascinanti gipsoteche.
Breve Bio del Maestro Roberto Di Costanzo
Museo Civico di Bracciano -Roberto Di Costanzo – Tributo al disegno classico
Dopo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia in costume, scenografia e arredamento per il cinema, da quindici anni si propone al pubblico italiano ed internazionale, attraverso una costante ricerca artistica ed accademica in ambito anatomico ed architettonico.
Le sue opere a china, pastello, sanguigna e tecniche miste, danno vita ad un itinerario la cui intensità espressiva è da rintracciarsi nel fecondo percorso di studi artistici e nella formazione al fianco di grandi maestri del cinema italiano come il Premio Oscar Piero Tosi, suo mentore, ed il celebre truccatore delle dive Francesco Freda.
Negli ultimi anni la sua maestria nel “live drawing” ad inchiostro di china ha impreziosito eventi di prestigiosi luxury brand, quali Aurora e Dolce & Gabbana, ed eventi charity organizzati dalla maison Anna Fendi.
Una carriera artistica quella del Di Costanzo che lo ha portato ad esporre le sue opere in prestigiose gallerie e luoghi istituzionali italiani ed esteri, quali l’Espace Cardin di Parigi, su invito del Maestro Pierre Cardin (Patrocinio dell’Ambasciata Italiana), alla Casa dell’Architettura di Roma (Patrocinio dell’Ordine degli Architetti di Roma), all’Istituto di Cultura Francese Centre Saint-Louis (con l’autorevole Patrocinio sia dell’Ambasciata Italiana presso la Santa Sede sia del maestro Pierre Cardin), alla 71sima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e, da ultimo, a Palazzo Valdina – Camera dei Deputati con due esposizioni “Via Crucis” a Roma ed “Aeterni. Le gerarchie celesti”.
Museo Civico di Bracciano -Roberto Di Costanzo – Tributo al disegno classico
Ha presentato i suoi numerosi libri illustrati al Salon du livre di Le Mans, al Salon du livre di Parigi, alla Fiera dell’editoria di Roma e al Salone del libro di Torino, collaborando come illustratore per numerose case editrici italiane ed estere, tra le quali Editions Nomades ed Edizioni Efesto.
Le sue opere figurano in collezioni private, nella galleria d’arte contemporanea Pavart – Roma e nel prestigioso studio di interior design “THESIGN”.
Ad oggi, inoltre, è docente presso l’Accademia Italiana di Roma di “Iconografia e disegno anatomico”, presso l’Accademia del Lusso di Roma di “Storia del costume” ed è professore di “tecniche del disegno” presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Conduce masterclass e seminari di disegno del paesaggio e dell’architettura in Italia e all’estero ed in prestigiose fondazioni (Forte di Bard).
Si ringraziano gli sponsor : Massimiliano Orrù Eventi, Vigna Caio Relais & Spa, Etruscaia di Stefano Cardoni, Granducato di Bracciano, Gioielleria Dominici, Incasa ed E.L.I.M.A.R. Laundry.
Distese – Queerness oltre i Confini: Performance di Sara Leghissa e Taquitojocoque e Concerto Live di Miriam Ricordi-
Pescara- Mercoledì 18 giugno a partire dalle ore 18:00, presso la galleria YAG/garage si terranno la performance “Serenata Lesbica” di Sara Leghissa e Taquitojocoque e il Concerto Live di Miriam Ricordi. La galleria YAG/garage è lieta di presentare la performance Serenata Lesbica: il progetto si inserisce nel contesto della mostra Distese – Queerness oltre i confini ed è una lecture-performance che nasce dall’incontro tra le visioni artistiche di Sara Leghissa e Taquitojocoque. Attraverso l’affissione di manifesti con frasi e testi scelti – dalle canzoni popolari messicane alla musica contemporanea – le artiste riscrivono il romanticismo in chiave anti-patriarcale e decoloniale, trasformando lo spazio pubblico in un palcoscenico politico e affettivo. Manifesto dopo manifesto, il messaggio si compone sotto gli occhi del pubblico, che è chiamato non solo ad assistere, ma a partecipare. Un’azione performativa che mette in gioco i corpi, le parole e le lotte, per dare forma a un invito radicale: abbracciare il lesbismo come gesto d’amore e resistenza. Sara Leghissa è un’artista indipendente la cui pratica si sviluppa nello spazio pubblico attraverso l’uso creativo di risorse già esistenti. Lavora con dispositivi mimetici e tecnologie accessibili per attivare nuove forme di incontro e comunicazione. Ha co-fondato il collettivo Strasse, collabora con numerosi progetti indipendenti e piattaforme sperimentali come Nobodys Business, NESSUNO e Sauna Never Dry. Ha pubblicato con NERO Editions e presentato i suoi lavori in numerosi festival e contesti internazionali. Nota come Taquitojocoque, Roxana Ramos García è un’artista e illustratrice messicana originaria di Nuevo Laredo. Da oltre 17 anni sviluppa una pratica eclettica che fonde cultura pop, patrimonio messicano e sperimentazione visiva. Le sue opere, spontanee e sincere, raccontano emozioni quotidiane con uno sguardo critico e immaginativo. Attiva tra illustrazione, street art, fotografia e gioielleria, ha esposto in gallerie e musei in Messico, Cile, Argentina, Spagna e Francia.
A seguire la serata continuerà con il Concerto Live di Miriam Ricordi, rocker viscerale, animata da un fuoco che non sai se chiamare coraggio o incoscienza. La sua lotta contro gli stereotipi inizia simbolicamente il 17 maggio 1990, giorno in cui l’OMS depenna l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali – ma anche il giorno in cui nasce. Già potente e sincera in PERSUADIMI, esplode con CIBO E SESSO, un album che scuote tradizioni e cliché con ironia e forza, colpendo dritto allo stomaco e alla testa. Compositrice, autrice e performer, Miriam porta in scena una libertà feroce, che si fa musica, parola e presa di posizione.
INFORMAZIONI
18 giugno 2025
arti performative
Location
YAG/GARAGE
Pescara, Via Caravaggio, 125, (Pescara)
Roma- Mostra fotografica RADURA-Tendendo lo sguardo tra gli squarci del fogliame, aprendo varchi nell’intrico di rami, per ritrovare la luce.
Fotografie, sculture, gioielli scultura Claudia Chianese
Gioielli artistici Myriam Bottazzi
Comunicato stampa
Segnala l’evento
Tendendo lo sguardo tra gli squarci del fogliame,
aprendo varchi nell’intrico di rami, per ritrovare la luce.
OPENING
18 GIUGNO 2025 ore 18.00
Via degli Ausoni 7
Pastificio Cerere Roma
In questa esposizione, ogni opera diventa un frammento di una trama
tessuta con cura, un messaggio di positività e di unità. È un invito a
guardare oltre le differenze, a trovare punti di contatto e a credere nel
potere trasformativo dell’arte come strumento di speranza per il futuro. Un
dialogo tra due donne, due artiste. Un invito ad alzare lo sguardo come una
pianta che per crescere cerca sempre la luce.
la mostra sarà aperta fino al 21
giugno 2025 dalle 11:30 alle 20:00
Andrea Zucchinali-Jacques-André Boiffard. Storia di un occhio fotografico-Editore Quodlibet srl
Il libro-Fotografo eclettico e surrealista della prima ora, Jacques-André Boiffard (1902-1961) è una figura inafferrabile e affascinante, rimasta sinora nella penombra nonostante il ruolo significativo svolto nella storia delle avanguardie. Solo dal 2011, grazie alla collezione che Christian Bouqueret ha donato al Centre Pompidou, è possibile avere una visione d’insieme della sua opera di cui questo volume si propone di tracciare le tappe fondamentali. Dall’apprendistato presso l’atelier di Man Ray alle enigmatiche fotografie di Parigi scattate per Nadja di André Breton, dalle perturbanti immagini realizzate per «Documents» sotto la guida di Georges Bataille alle collaborazioni con Man Ray, Jacques Prévert e Lou Tchimoukow, questo libro, che esce in concomitanza con la prima mostra fotografica interamente dedicata a Boiffard dal Centre Pompidou di Parigi, è il primo a fornire, oltre alla biografia, l’analisi di un percorso artistico che si pone come la «storia di un occhio» in grado di interpretare visivamente la complessa esperienza surrealista.
In copertina Jacques-André Boiffard, Renée Jacobi, «Documents», n. 8, 1930, dettaglio.
Volume disponibile anche in versione elettronica. Acquista su: torrossa.it
L’autore-Andrea Zucchinali
Andrea Zucchinali, studioso del Surrealismo, con questo volume su Jacques-André Boiffard porta a termine un lavoro di ricerca svolto presso l’Università degli Studi di Bergamo.
Recensione Una delle migliori intuizioni di Susan Sontag sulla fotografia è certamente quella sul connaturato surrealismo dell’immagine ottica, dovuto alla sua capacità di creare una “realtà di secondo grado”. Si tratta però di una scoperta che avevano fatto gli stessi surrealisti, reclutando tra le loro file un fotografo insospettabile come Eugène Atget, che aveva rivelato nelle sue passeggiate parigine una realtà misteriosa nascosta sotto le apparenze. Ma per la curiosa impermeabilità delle discipline umanistiche la fotografia surrealista non ha riscosso, al di là delle rituali attenzioni all'”artista” Man Ray, l’attenzione che meriterebbe per il ruolo da essa svolto nel movimento. Da qualche anno autori come Rosalind Krauss e Georges Didi-Huberman, insieme, sul piano espositivo, al Centre Pompidou, hanno però approfondito la vicenda creativa di Jacques-André Boiffard, giovane ex-studente di medicina, che fece “atto di surrealismo assoluto” fin dalla pubblicazione, nel 1924, del Manifesto di Breton.
Un attento studio sulla vicenda di questo fotografo ricorda oggi anche al pubblico italiano quanto lo studio del surrealismo non possa prescindere dalla “sua” fotografia. Le radicali affermazioni dei surrealisti contro la razionalità in nome del sogno, della poesia, del meraviglioso sembrano in effetti evocare alcune proprietà che la fotografia, sia pur stretta finallora nei vincoli dei generi ottocenteschi, aveva già dimostrato di avere; e tuttavia il nuovo spirito fotografico non ha nulla in comune con l’idea di fotografia e anche con il tirocinio dei fotografi di genere: Man Ray, presso cui Boiffard si forma, non è certo un educatore tipico (“Non posso insegnarvi nulla. Guardate e aiutatemi”). Il giovane apprendista si specializza in ritratti mentre affianca il maestro anche nel suo percorso cinematografico che lo porterà alla definizione di un cinema surrealista (Emak Bakia, 1926, L’étoile de mer, 1928, Les Mystères du Chateau de Dé, 1929). Il passaggio decisivo sarà però la collaborazione con Breton per il suo Nadja (1928), in cui l’esigenza dello scrittore di una narrazione oggettiva (“clinica”) della vicenda e la sua ostilità alla descrizione del romanzo tradizionale trovano nella fotografia una perfetta alleata; ma non solo: le strade deserte di Parigi in cui si svolge la vicenda sono descritte da immagini “banali”, quasi amatoriali, e allo stesso tempo enigmatiche, incapaci di fornire alcuna rivelazione, ma dove è sempre sottesa una dialettica tra ordinario e meraviglioso.
Parte del gruppo, tra cui Boiffard, si allontana da Breton per subire l’influenza di Bataille; per il fotografo sarà l’inizio dell’esperienza nuova e decisiva, dal 1929, alla rivista “Documents”, il cui elemento centrale, il concetto di informe di Bataille (non assenza di forma, ma apertura alla possibilità di forme molteplici), sarà illustrato soprattutto dalle sue straordinarie fotografie: due enormi, sproporzionati, alluci maschili riprodotti a tutta pagina su fondo nero (un rovesciamento dell’estetica del dettaglio che il fotografo proseguirà anche negli anni successivi) accompagnano l’articolo di Bataille sulla polarità tra alto e basso, ma senza “rendere surrealista” l’immagine, semplicemente mostrando il soggetto nella sua realtà; e così i monumenti parigini fotografati per evidenziarne la materialità, la pesantezza; o le maschere grottesche indossate da un uomo in posizioni ordinarie, che vogliono mostrare l’ipocrisia di una società fondata sull’omologazione. Suggerisce l’autore che le immagini di Boiffard non vanno apprezzate per un loro “stile” (sostanzialmente assente), ma per la loro coerenza al progetto complessivo della rivista: sono “catalizzatori di senso”, acquistano forza in relazione all’articolo che accompagnano e a questo danno forza. Banale e insieme inquietante, oggettiva e insieme conturbante, la fotografia surrealista rivela la natura stessa di ogni fotografia; nel 1940 Boiffard conclude gli studi di medicina e abbandona l’arte, fino alla fine della sua vita sarà radiologo, una specializzazione “fotografica” per nulla estranea alla rivelazione surrealista.
Quodlibet srl
via Giuseppe e Bartolomeo Mozzi 23
62100 Macerata
tel. +39 0733 26 49 65 / fax 0733 26 73 58
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tel. +39 06 5803683 / 06 5809672
Fiumicino (RM)-Considerazioni da una mostra fotografica allestita nel Borgo di Testa di Lepre-
Fiumicino– Borgo di Testa di Lepre- 15 giugno 2025-La Mostra Fotografica organizzata, è stata ideata e realizzata dalla Signora Grazia Amici e rappresenta un’immersione nel tempo racchiuso in album dei ricordi fotografici gelosamente custoditi nei cassetti. Il visitatore non si aspetti di entrare in una “galleria d’Arte” ma, appunto, si troverà immerso nei segni e nelle tracce che si sono concretizzati e realizzati ,con il tenace lavoro delle persone che hanno dato vita e anima al Borgo di Testa di Lepre. Persone che, con immensa umiltà, hanno affondato le mani nella terra ed hanno fatto nascere e prosperare il Borgo ,ora conosciuto come la “Perla della Campagna Romana”. L’audacia e la bellezza di questa mostra è tutta nelle foto in B/N di quelle persone che hanno saputo trasformare la loro visione in una realtà che oggi è sotto gli occhi di tutti noi .
TESTA di LEPRE-Mostra fotografica “MEMORIE di VITA” .
TESTA di LEPRE-Mostra fotografica “MEMORIE di VITA” .
60 anni della Storia del Borgo.
TESTA di LEPRE-Mostra fotografica “MEMORIE di VITA” .
60 anni della Storia del Borgo.
TESTA di LEPRE-Mostra fotografica “MEMORIE di VITA” .
TESTA di LEPRE-Mostra fotografica “MEMORIE di VITA” .
TESTA di LEPRE-Mostra fotografica “MEMORIE di VITA” .
In questa mostra fotografica , se hai la sensibilità, puoi percepire il tempo che scorre sotto la pelle , fatto di stagioni, di silenzi e di “respiri” ,vissuti nella quotidianità dagli abitanti del Borgo, persone che si sono fatti pionieri in questo spazio enorme della Campagna Romana.
In questa mostra si trova il sorriso oltre la fatica, foto che testimoniano come una volta si lasciava che il tempo scivolasse via così semplicemente, senza avere l’ansia e la necessità di volerlo controllare o riempire.
TESTA di LEPRE-Mostra fotografica “MEMORIE di VITA” .Signora GRAZIA AMICI, ideatrice e realizzatrice Evento :Testa di LEPRE-Mostra fotografica “MEMORIE di VITA” .
La Signora Grazia Amici ideatrice e realizzatrice della Mostra, con l’aiuto per l’allestimento dell’Architetto Sophia Marri, ci ha detto:” Questa mostra vuole far riscoprire gli usi e i costumi di Testa di Lepre, veri tesori che non possono andare perduti e sepolti nell’oblio, nonostante sia legata a tradizioni regionali del Centro e Nord Italia .Il nostro Borgo vive e si nutre ancora delle tradizioni dei nostri genitori e dei nostri nonni. Con questa mostra, allestita con foto che sono frutto di una seria e accurata ricerca storica e socio-culturale, ho voluto testimoniare questa realtà che è mia intenzione divulgare anche con una pubblicazione sulla nuova iniziativa editoriale online “QUADERNI della CAMPAGNA ROMANA”. Desidero evidenziare e sottolineare anche l’aspetto indistruttibile della vita comune di ogni giorno :la vita di semplici Contadini. Questa mostra vuole essere il mio omaggio ai Protagonisti, ai Pionieri di queste terre della Campagna Romana, che hanno inciso con l’aratro il primo solco per la realizzazione del nostro Borgo. Mostra che vuole essere un omaggio e gratitudine a tutti i Pionieri che, con forza d’animo, volontà e una forte motivazione di riscatto, hanno contribuito alla nascita della “Perla della Campagna Romana”. Sono convinta, prosegue Grazia Amici, che una comunità consapevole e fiera delle proprie radici , rafforzi la propria identità culturale e guardi con fiducia e sicurezza al proprio avvenire”. Al termine di questa nota la curatrice della mostra , la Signora Grazia Amicichiosa così:” Credo che una foto scattata oltre 50anni fa , con vecchie fotocamere e con un semplicissimo obiettivo “fisso”, possa aver “cristallizzato” e immortalato l’attimo e la Storia creando “la testimonianza” visiva della condizione contadina e del lavoro che si svolgeva nei campi ma è, sicuramente, testimonianza anche di progresso e di momenti ludici della Collettività . Mostra che è ,a mio avviso, ancora oggi, esempio del buon vivere tra le persone oltre che testimonianza di valori come solidarietà, ospitalità e altruismo”.
INFORMAZIONI SULLA MOSTRA
–Apertura dal 26 al 29 giugno 2025 nell’Aula Magna delle Scuole Elementari-
La seconda apertura sarà in occasione della “Giornata della Cultura 2025” organizzata dal Comune di Fiumicino dal 04 al 06 luglio 2025-
Nota – durante la Mostra di venerdì 27 giugno alle ore 19:00 verrà presentato a cura del Dott. Gianluca Ciampi e dal Dott. Riccardo Tomassini il libro :SUOLO e SALUTE di Albert Howard.
TESTA di LEPRE-Mostra fotografica “MEMORIE di VITA” .
TESTA di LEPRE-Mostra fotografica “MEMORIE di VITA” .
60 anni della Storia del Borgo.
TESTA di LEPRE-Mostra fotografica “MEMORIE di VITA” .
Roma-Tesori dei Faraoni alle Scuderie del Quirinale: la più grande mostra in Italia con reperti dall’Egitto-
Roma-Sarà una delle mostre più attese dell’autunno 2025 e dell’intera stagione culturale italiana quella che aprirà il 24 ottobre alle Scuderie del Quirinale a Roma. Tesori dei Faraoni, questo il titolo dell’esposizione organizzata dal Consiglio Supremo delle Antichità Egizie in collaborazione con le Scuderie del Quirinale, propone un viaggio attraverso millenni di civiltà faraonica, offrendo al pubblico italiano e internazionale l’occasione unica di ammirare 130 capolavori provenienti direttamente dai principali musei egiziani.
Roma-Tesori dei Faraoni alle Scuderie del Quirinale
In programma fino al 3 maggio 2026, la mostra si configura come un evento storico di grande portata: è infatti soltanto la seconda volta che l’Egitto concede un prestito così rilevante al nostro Paese: la prima risale alla celebre mostra di Palazzo Grassi a Venezia nel 2002-2003, che contava 80 reperti e segnò una tappa fondamentale nella divulgazione dell’archeologia egizia in Italia. Stavolta, l’esposizione romana supera per ampiezza, ricchezza e qualità il precedente veneziano, ponendosi come un’esperienza immersiva e approfondita nella vita, nei culti e nell’arte dell’antico Egitto.
Curata dall’egittologo Tarek El Awady, Tesori dei Faraoni è il frutto di una iniziativa di diplomazia culturale tra Italia ed Egitto, promossa con il sostegno dell’Ambasciata Italiana al Cairo. Il dialogo tra istituzioni ha reso possibile il prestito di capolavori conservati nei più prestigiosi musei egiziani, come il Museo Egizio del Cairo e quello di Luxor. A questi si affianca anche il contributo del Museo Egizio di Torino, che partecipa all’iniziativa prestando un prezioso manufatto della propria collezione, la Mensa Isiaca, in un simbolico ponte tra le due grandi realtà museali dedicate alla civiltà dei faraoni.
La mostra si articola in sei sezioni tematiche che esplorano gli aspetti fondamentali della civiltà egizia: l’autorità divina dei sovrani, la complessità della società, la vita quotidiana, le credenze religiose, i riti funerari e le più recenti scoperte archeologiche. Attraverso queste sezioni, il visitatore sarà accompagnato in un percorso che unisce la suggestione visiva dei capolavori esposti con una narrazione storica accurata e accessibile.
Tra le opere più significative in mostra spicca la celebre Triade di Micerino, faraone dell’Antico Regno vissuto oltre 4.500 anni fa, raffigurato in una scultura monumentale assieme alla dea Hathor e alla divinità protettrice della regione tebana. L’opera rappresenta un altissimo esempio della concezione egizia del potere regale come emanazione divina, oltre a essere un capolavoro assoluto dell’arte scultorea.
Altro protagonista assoluto dell’esposizione è il sarcofago d’oro della regina Ahhotep, risalente al Nuovo Regno. La raffinatezza della lavorazione e la ricchezza dei materiali testimoniano lo status della sovrana, madre di Ahmose I, considerata una figura chiave nel mantenimento della stabilità dell’Egitto in uno dei suoi momenti più delicati. Ad essa è legata anche la leggendaria Collana delle Mosche d’Oro, onorificenza militare riservata ai più valorosi condottieri: un simbolo di eroismo che, nel caso di Ahhotep, sottolinea il ruolo militare e politico della regina.
L’oro, metallo sacro e simbolo di immortalità, è presente in numerose opere in mostra. Tra queste la maschera funeraria d’oro di Amenemope, che colpisce per la precisione dell’esecuzione e la forza spirituale che emana. Non meno straordinario è il sarcofago d’oro di Thuya, nonna del faraone Akhenaton, decorato con simboli magici e iscrizioni geroglifiche che accompagnavano l’anima della defunta nel viaggio verso l’aldilà. Chiude la panoramica aurea la copertura funeraria del faraone Psusennes I, una delle più importanti testimonianze del Terzo Periodo Intermedio, con i suoi raffinati motivi ornamentali intesi a garantire la protezione del sovrano nell’aldilà.
La mostra non trascura la dimensione quotidiana della civiltà egizia. Oltre agli oggetti regali, saranno esposti utensili finemente lavorati, gioielli, statue e reperti che testimoniano la vita degli artigiani, dei funzionari e dei membri delle élite. Un’intera sezione sarà dedicata alla cosiddetta Città d’Oro, uno degli scavi più importanti degli ultimi decenni, avvenuto nei pressi di Tebe, che ha portato alla luce un grande insediamento urbano del tempo di Amenhotep III e Akhenaton. Le scoperte raccontano la vita degli artigiani al servizio della corte: utensili, ceramiche, amuleti e oggetti personali che rivelano con straordinaria chiarezza il livello di organizzazione sociale, il sapere tecnico e la cultura materiale del tempo.
Il percorso espositivo sarà accompagnato da un ricco programma di approfondimento. Sono previste conferenze con egittologi di fama internazionale, visite guidate, attività laboratoriali per bambini e adulti, pensati per coinvolgere pubblici diversi e rendere la conoscenza dell’antico Egitto accessibile, viva e coinvolgente. Un catalogo ufficiale, curato dal celebre archeologo egiziano Zahi Hawass e pubblicato da Allemandi Editore, accompagnerà la mostra e raccoglierà testi di approfondimento, immagini in alta definizione e schede dettagliate dei reperti.
L’apertura della prevendita per i biglietti è fissata a venerdì 30 maggio 2025. Viste la rilevanza internazionale dell’iniziativa e l’eccezionalità dei prestiti, è facile prevedere una grande affluenza di visitatori.
Roma-Tesori dei Faraoni alle Scuderie del Quirinale
Dichiarazioni
“La mostra Tesori dei Faraoni rappresenta un’opportunità straordinaria per consolidare il dialogo tra Italia e Egitto”, dichiara Alessandro Giuli, ministro della cultura. “Un dialogo fondato sulla valorizzazione del patrimonio culturale e sulla ricerca scientifica. In questo contesto non posso non richiamare il Piano Mattei, un modello che non si limita agli ambiti economici ed energetici, ma che punta a rafforzare anche le relazioni culturali. Il nostro paese, con un patrimonio artistico unico al mondo, ha saputo trasformare la propria esperienza millenaria in un sistema di competenze, conoscenze e professionalità riconosciute a livello internazionale. Le Scuderie del Quirinale, in questo senso, rappresentano un’eccellenza autentica. Da anni, sotto la gestione di Ales, si sono imposte come un punto di riferimento per mostre di respiro internazionale, capace di attrarre centinaia di migliaia di visitatori e di portare a Roma capolavori provenienti dai più importanti musei del mondo. Mostre come Tesori dei Faraoni non soltanto mettono in luce l’arte e la storia di una delle civiltà più affascinanti del mondo antico ma valorizzano anche il sistema Italia, in cui pubblico e privato, istituzioni e imprese, lavorano insieme per diffondere cultura e conoscenze”.
“La diplomazia culturale”, afferma l’ambasciatore italiano in Egitto, Michele Quaroni, “ci permette di parlare un linguaggio universale che supera i confini e mette in contatto le persone. Questa mostra è una potente espressione di questa idea. Riunisce istituzioni, studiosi e cittadini di entrambi i Paesi, ricordandoci che la cultura non riguarda solo il passato, ma guarda soprattutto al futuro. I legami culturali di lunga data tra l’Italia e l’Egitto, radicati in millenni di scambi mediterranei, continuano a fiorire attraverso iniziative come questa, approfondendo l’apprezzamento reciproco e la collaborazione”.
“Le mostre archeologiche temporanee all’estero”, sottolinea Mohamed Ismail Khaled, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, “rappresentano un ponte culturale fondamentale: permettono al pubblico internazionale di esplorare la ricchezza della civiltà dell’antico Egitto, mettendo in luce l’ingegno degli antichi Egizi nei campi della scienza, dell’ingegneria e delle arti. Queste esposizioni svolgono un ruolo chiave nel promuovere il dialogo interculturale e nel favorire l’avvicinamento tra i popoli attraverso l’apprezzamento condiviso del patrimonio umano. Questa è la seconda più grande esposizione di antichità egizie mai allestita in Italia dopo quella del 2002, intitolata “Faraoni”, che si tenne a Venezia e si concentrava sul ruolo dei sovrani egizi durante il Nuovo Regno. Oggi siamo orgogliosi di tornare con una collezione che riflette la ricchezza della nostra storia e il fascino senza tempo del nostro patrimonio. La selezione di questi reperti dal Museo Egizio di Tahrir lancia un messaggio chiaro: il museo continua a essere un pilastro della nostra eredità culturale ed educativa. Contrariamente alla percezione secondo cui possa essere oscurato dall’imminente inaugurazione del Grand Egyptian Museum il 3 luglio, il museo di Tahrir è oggetto di importanti interventi di riqualificazione degli spazi espositivi e del racconto curatoriale. Questi sviluppi sono realizzati in collaborazione con l’Unione Europea e con cinque dei principali musei europei, tra cui il Museo Egizio di Torino. Il nostro obiettivo è preservare il carattere storico del Museo di Tahrir migliorandone al tempo stesso la presentazione e l’esperienza del visitatore”.
“Questa mostra rappresenta il culmine di oltre un anno di collaborazione dedicata con i nostri partner italiani”, dice Moamen Othman, direttore del Settore Musei presso il Consiglio Supremo delle Antichità. “È stata resa possibile grazie a una stretta cooperazione con ALES – ARTE LAVORO E SERVIZI S.p.A., un ente interno del Ministero della Cultura italiano, oltre a MondoMostre, un’istituzione rinomata con vasta esperienza nell’organizzazione di mostre internazionali. Le Scuderie del Quirinale, che ospiteranno la mostra, sono una delle sedi culturali più prestigiose d’Italia. Situate adiacenti ai Giardini della Colonna e sopra le rovine del grandioso Tempio di Serapide, e in prossimità del Palazzo del Quirinale — residenza ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana — oltre che della Corte Costituzionale, la location ha un’enorme rilevanza politica e storica. Ospitare qui la mostra invia un forte messaggio simbolico sul profondo rispetto e ammirazione che il popolo italiano nutre per l’antica civiltà egizia”.
“Con la grande mostra Tesori dei Faraoni, resa possibile grazie alla eccezionale generosità del governo egiziano e dei suoi musei statali, ALES SpA”, dice il suo presidente Fabio Tagliaferri, “centra uno degli obiettivi programmatici più ambiziosi e strategici assunti con il MiC per la gestione delle Scuderie del Quirinale: organizzare e produrre progetti espositivi di ampio respiro storico-geografico in grado di dimostrare come la cultura sia un veicolo straordinario per costruire relazioni internazionali solide e proficue”.
Roma-Tesori dei Faraoni alle Scuderie del Quirinale
“Curare la mostra Tesori dei Faraoni”, dice Tarek El Awady, “è stata l’esperienza più impegnativa ed entusiasmante della mia carriera professionale. È difficile descrivere cosa significhi realizzare una mostra che porterà l’anima dell’antico Egitto nel cuore di Roma — non solo attraverso oggetti splendenti d’oro e pietra, ma attraverso storie. Storie di scoperta, di resilienza, di ingegno umano. E storie che non erano mai state raccontate oltre i confini dell’Egitto — fino ad ora”.
“Per Scuderie del Quirinale”, sottolinea il direttore Michele Lafranconi, “presentare la mostra “Tesori dei Faraoni” rappresenta un immenso onore dato dall’importanza ed eccezionalità dei prestiti generosamente concessi dalla Repubblica araba d’Egitto, nonché un’opportunità irripetibile per presentare al pubblico italiano un progetto di grande ambizione culturale nel solco delle linee programmatiche tracciate dalla sua Commissione scientifica: rappresentare con un’offerta culturale di massimo prestigio il sistema di valori assoluti che l’immaginario quirinalizio porta con sé. Un sistema dalle radici millenarie generato dal fondersi e dal reciproco compenetrarsi delle grandi civiltà nate sulle varie sponde del Mediterraneo”.
Roma- Alla Galleria Bianco Contemporaneo -Mostra personale di Corrado Veneziano-
Roma Giovedì 12 giugno alle ore 18:00 presso Bianco Contemporaneo, via Reno 18/a Roma, si inaugura la mostra personale di Corrado Veneziano, un artista versatile e poliedrico che esercita le sue capacità in vari ambiti artistici e letterari, concentrandosi principalmente sulla pittura.
In questa mostra dal titolo “Prima di…” si vuole offrire al pubblico una serie di tele dove il colore si manifesta in tutto il suo vigore: una potente sospensione creativa, che precede ogni altro successivo, eventuale sviluppo tematico; Veneziano concentra la sua attenzione sull’attimo intenso che precede la realizzazione di altre opere pittoriche, creando così un’atmosfera di attesa e aspettativa.
Galleria Bianco Contemporaneo -Mostra personale di Corrado Veneziano
Saranno inoltre esposti alcuni lavori della serie ISBN ispirati alla Divina Commedia di Dante. Un insieme di frasi poetiche, codici a barre letterari fusi in una suggestione narrativa veicolata dall’uso del colore. Proprio queste opere saranno d’ispirazione all’evento fissato per il 26 giugno, dove in collaborazione con la critica d’arte Francesca Barbi Marinetti, si terrà un incontro sulla forza visionaria delle parole di Dante: un uso del linguaggio – fonetico, espressivo e figurativo – di cui siamo tutti, anche se inconsapevolmente, eredi e portatori.
Veneziano con questa mostra si conferma, un sincero maestro del colore e ne rivela la conoscenza più intuitiva, un contatto profondo con la sua essenza intima e spirituale.
Vi invitiamo pertanto a godere dell’armonia e dell’eleganza di queste tele capaci di infondere, contemporaneamente, forza e fragilità.
Bianco Contemporaneo è una galleria d’arte di sperimentazione – investigazione dell’ambiente artistico volta a scenari sia storici che contemporanei ed è attiva con propri progetti su tutto il territorio nazionale.
Alla Rocca Roveresca di Senigallia- La forma dell’oro. storie di gioielli dall’Italia antica-
Alla Rocca Roveresca di Senigallia, giovedì 12 giugno, alle 11.00, si inaugura la mostra “La forma dell’oro. Storie di gioielli dall’Italia antica”, a cura di Massimo Osanna (Direttore generale dei musei) e di Luana Toniolo direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma).
Allestita nelle sale rinascimentali della fortezza roveresca e di portata nazionale, la mostra propone una selezione di preziose testimonianze archeologiche provenienti da varie parti d’Italia: si potranno ammirare oltre 400 reperti di produzioni ornamentali nell’Italia peninsulare e in Sardegna dalla Preistoria all’Alto Medioevo.
Grazie all’impegno di Luigi Gallo, Direttore di Palazzo Ducale di Urbino – Direzione regionale Musei nazionali Marche – e del suo staff, la mostra sarà visibile su due piani della Rocca costituendo il primo appuntamento dopo i lavori di adeguamento, implementazione ed efficientamento energetico degli impianti di climatizzazione a servizio delle sale espositive realizzati con i fondi del PNRR, con i quali il monumento del XV secolo è ora adeguato agli attuali standard museali.
«La mostra che si apre nell’antica fortezza di Senigallia – afferma il Direttore Gallo – dimostra innanzi tutto che con il lavoro sinergico di vari istituti, i musei italiani sanno far rete per valorizzare e promuovere il nostro straordinario patrimonio, trasmettendolo alle generazioni future; inoltre l’esposizione certifica una volta di più quanto sia importante che il museo, oltre che luogo privilegiato di esposizione, si affermi anche come ambiente dedito alla ricerca scientifica: spazio vivo e vitale per creare infinite occasioni di conoscenza».
Il progetto è frutto della collaborazione scientifica tra le ex Direzioni Regionali Musei di Sardegna, Campania, Calabria, Molise, Marche, Puglia, Basilicata e il Parco archeologico di Pompei, in un progetto del Sistema Museale Nazionale, che permette di valorizzare le ricchezze e i tesori di molti musei.
L’evento espositivo è alla sua terza tappa: il primo appuntamento è stato presso il Museo Nazionale Archeologico ed Etnografico “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari, poi al Museo Archeologico di Santa Maria delle monache di Isernia.
Da sottolineare che la tappa marchigiana inserisce nell’esposizione due cifre stilistiche perseguite dalla Rocca negli ultimi anni: l’attenzione ad una fruizione accessibile, grazie alla riproduzione di alcuni reperti e il dialogo con la realtà senigalliese insignita del titolo Città della fotografia, grazie ad una piccola esposizione fotografica in stretto dialogo con i reperti esposti.
Senigallia- La forma dell’oro
Una mostra “preziosa”
Il gioiello è da sempre espressione di identità, complemento di seduzione e bellezza, segno di legami, di consuetudini e mode. Lucente, incorruttibile, prezioso, l’oro è materia nobile in cui plasmare elaborati ornamenti. Ma l’arte di adornarsi si compone anche di altri metalli, come bronzo, ferro, argento e, inoltre, di gemme e paste vitree, di composti organici come ambra, conchiglie, ossa e denti di animali, che raccontano una lunga storia di sperimentazioni e conquiste tecnologiche, di gusto estetico, di creatività artigianale. E allo stesso tempo è la storia di vivaci contatti tra le genti del Mediterraneo antico, dove agli scambi di beni si associano ideologie, comportamenti, usanze e riti in un amalgama denso di contaminazioni culturali.
La ricca selezione di oggetti di grande valore storico-archeologico, in mostra a Senigallia fino al prossimo 8 dicembre, consente un affascinante viaggio geografico e temporale nell’Italia antica, dalla Preistoria all’alto Medioevo, tra ornamenti e gioielli che portano con sé, non solo bellezza e unicità, ma anche valenze simboliche legate agli ambiti del sacro, della magia, del potere e del prestigio sociale, attribuite in passato a questi oggetti che ancora suscitano attrazione e meraviglia in chi li guarda.
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