Roma Municipi XIII-XIV- Annunciati i vincitori dell’VIII Premio CAMPAGNA ROMANA2022-
CORNELIA ANTIQUA-Logo Premio CAMPAGNA ROMANA
Roma Municipi XIII-XIV- 6 luglio 2022- Nei locali dell’Associazione Cornelia Antiqua di via Boccea, la sera del 15 luglio, anche quest’anno sarà consegnata la Targa e la pergamena del Premio Campagna Romana a persone che si sono particolarmente distinte per il loro impegno operando nell’Arte, nella Cultura, nell’Ambiente e nell’Imprenditoria .
Il Presidente dell’Associazione , Cristian Nicoletta, ha comunicato, a nome del Direttivo, l’elenco dei premiati e le motivazioni:
1) Dott. Alessio De Cristofaro
Per l’impegno nel valorizzare la storia e la memoria della Campagna Romana.
2)Dott.ssa Roberta Pardi
Per la passione nel proteggere la bellezza e la storia della Campagna Romana.
3) Don Roberto Leoni
Per aver istituito il Museo di Galeria;
4) Prof. Giorgio Giannini
Persona di Pace, Saggista, Scrittore e Storico;
5) Gianluca Chiovelli
Per le ricerche storiche relative alle Vie Cornelia e Boccea;
6) Grazia Amici
Imprenditrice lattiero-caseario della Campagna Romana;
7) Luigi Conti
Priore del Palio dei Fontanili del Borgo di Testa di Lepre;
8) Professoressa Lupo Cesira, detta CIA
Per aver adottato con i suoi studenti la Villa Romana di Casalotti;
9) Enzo Stefanoni –
Per l’esplorazione dei siti Archeologici della Campagna Romana e per un ritrovamento di grande interesse storico;
10) Sandro Francesco Piave (detto “il sindaco”)
Per il lavoro volontario finalizzato a rendere più bella la periferia di Roma Capitale;
11) Marco Di Francesco
Dipinge la bellezza e la poesia della Campagna Romana.;
12) Francesco Braghetta
Esploratore e Divulgatore storico-naturalistico della Campagna Romana;
-Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio Procliano–
-Articolo di Tatiana Concas-
Associazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio Procliano
Associazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio Procliano -Articolo di Tatiana Concas-
ROMA- 23 giugno 2022-All’incrocio del ponticello di via della Storta con la via Boccea si trova il casale “Cascina di Sotto”. All’interno di questa proprietà si trova il Cippo Funerario eretto da Valeria Calpurnia in memoria del figlio quindicenne Quinto Cornelio Procliano (databile al secondo secolo d. C.). Ecco l’iscrizione:
D(is) M(anibus) s(acrum)
Q(uinto) Cornelio
Procliano
vixit annis XV
mensib(us) VIII dieb(us) XII
Valeria Calpurnia
Scopele mater
filio piissimo
fecit-
L’iscrizione tradotta:
“D(is) M(anibus) S(acrum)
QUINTO CORNELIO PROCLIANO
VISSUTO 15 ANNI, 8 MESI, 12 GIORNI
LA MADRE VALERIA CALPURNIA SCOPELE
AL PIO FIGLIO FECE”
La Pietra funeraria di Cornelio Procliano è parte della storia del nostro territorio ed è per questo motivo che l’ Associazione Cornelia ANTIQUA , che svolge attività di ricerca e studio , recupero, conservazione e valorizzazione dei reperti archeologici , ha deciso il suo restauro.
Noi dell’Associazione Cornelia Antiqua ,siamo perfettamente consapevoli che l’operazione di Restauro è un’azione volta a ripristinare un oggetto storico e costituisce un atto unico e irripetibile . Con questa premessa e consapevolezza, l’Associazione ha incaricato il Dott. Marco Castracane e la Dott.ssa Angela Santoro ad eseguire, al meglio, tutte le operazioni per recuperare e riportare il Cippo Funerario all’antica bellezza .
Il Cantiere, per le operazioni di Restauro, è stato aperto nel maggio 2022. La prima fase è stata la “pulitura” della Pietra Funeraria che ha richiesto varie giornate di lavoro.
Per la pulizia della Pietra Funeraria si è proceduto con l’applicare, su tutta la superficie e per varie volte, uno strato di biocida e lasciato agire per alcuni giorni, tramite l’applicazione di un telo. Con questo trattamento è stato rimosso lo sporco e disinfettate ed eliminate le eventuali cariche batteriche rimaste sulla superficie del Cippo Funerario.
La fase di pulizia della Pietra è stata completata con la rimozione delle alghe e licheni morti, presenti sulla superficie esterna, mediante l’utilizzo di spazzole morbide ed acqua. Quindi è stato applicato un impacco di cellulosa, imbevuta di carbonato di ammonio in soluzione satura, che ha portato ad un’ulteriore eliminazione dei materiali incongrui. Infine, grazie a successive operazioni di risciacquo, sono state eliminate tutte le particelle di cellulosa utilizzate per l’impacco e con esse, tutti i residui delle alghe e licheni che avevano provocato un annerimento del marmo.
Dopo aver eseguito le operazione sopra descritte è stato possibile, per la nostra Associazione, riportare la Pietra Funeraria alla sua bellezza originaria e, quindi, riconsegnarla al Bene Comune .
Voglio evidenziare il fascino di questo monumento funebre che ,oltre appartenere alla Memoria del nostro territorio, è la sintesi e la testimonianza del dolore e dell’amore materno immutabile nei secoli.
Si ringraziano la dott.ssa Roberta Pardi e la dott.ssa Chiara Scioscia Santoro della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, per aver supportato ed approvato il nostro progetto di restauro.
In concomitanza con le operazioni di recupero dell’antico Cippo, sono state effettuate delle analisi chimico-fisiche eseguite dal Prof. Giovanni Visco e dalla Prof.ssa Maria Pia Sammartino, specializzati in chimica del restauro. Tali analisi hanno permesso di apportare un contributo scientifico, presentato in occasione del “Convegno Giovani Ricercatori”, Roma dal 20 al 23 giugno 2022, presso il dipartimento di Chimica dell’Università La Sapienza.
Si ringraziano il Prof. Giovanni Visco e la Prof.ssa Maria Pia Sammartino, per aver svolto questo studio scientifico a titolo completamente gratuito.
Riportiamo di seguito il titolo e gli autori del contributo scientifico che sarà pubblicato sul libro degli Atti del Convegno: Chemical-physical diagnostics propaedeutic to the conservative restoration of the Cippo Funerario of Quinto Cornelio Procliano (Emanuele Dell’Aglio, Maria Luisa Astolfi, Maria Pia Sammartino, Marco Castracane, Giovanni Visco, Luigi Campanella).
Articolo di Tatiana Concas- Associazione Cornelia Antiqua
Galleria Fotografica
Associazione Cornelia ANTIQUA : Il restauro del Cippo Funerario di Cornelio Procliano
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-Fotoreportage-Castel di Guido :”Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia”-
Roma Municipio XIII- 19 giugno 2022-Fotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-
Associazione Cornelia Antiqua, nella foto, Tatiana CONCAS, Mirko ANTONUCCI e Damiano FILIPPONI capitanati dal Presidente CRISTIAN NICOLETTA
Roma Municipio XIII- 19 giugno 2022-Gli Indiana Jones dell’Associazione Cornelia Antiqua, nella foto, Tatiana CONCAS, Mirko ANTONUCCI e Damiano FILIPPONI capitanati dal Presidente CRISTIAN NICOLETTA sono, anche oggi , entrati all’interno dei ruderi del Casale della Bottaccia . A corredo di questo articolo pubblichiamo il loro Reportage Fotografico :”Cartoline dall’inferno-Castel di Guido- Il Degrado e abbandono del Sito Archeologico del Casale della Bottaccia.
In Italia esistono luoghi, se pur carichi di storia per i Borghi dove sorgono,sono lasciati nel degrado e nella più completa rovina .Il Casale della Bottaccia di Castel di Guido non sono “pietre disperse” e senza storia , ma è sicuramente un edificio, porzione di edificio, dal passato antico che per qualche ragione sconosciuta non gode dei “diritti” di recupero e restauro come di altri luoghi simili esistenti a Roma . Il Casale è forse condannato a una fine ignobile, soffocata dai suoi stessi calcinacci?
Fotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia
Breve cronologia degli eventi degli ultimi anni- Storia-Ricerca Bibliografica-(Parziale e non esaustiva) cura di Franco Leggeri -le foto originali sono dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA .
-Il Casale della Bottaccia è, risulta, in stato di abbandono già dal 1964, come documentato da una foto in possesso della soprintendenza dei BB.CC.; in tale foto si vede anche la presenza di alcuni infissi e dei tetti oggi tutti crollati e del fienile, costruito nel 1700, di cui oggi rimane solo la parte basamentale..
Nel 1992 i tetti sono mancanti in alcune parti del fabbricato come si vede dalla foto in “Elisabetta Carnabuci, Antiche Strade – Lazio- Via Aurelia, I.P.Z.S., Roma 1992”; dalla quale si nota anche come a quel tempo le aperture non fossero ancora state murate e la tettoia all’ingresso fosse ancora in piedi. Nello stesso volume si afferma che la proprietà sembra essere ancora della famiglia Pamphilj.
Nel 2018 Dopo tantissimi appelli ,anche d’ITALIA NOSTRA, e tante promesse di politici in cerca di voti, il Sito Archeologico Casale della Bottaccia era ancora in stato di abbandono , di degrado e regno incontrastato della prostituzione.
Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia-Dettaglio facciata nord 1964 (Soprintendenza BB.CC.)
Breve Storia-Ricerca Bibliografica-(Parziale e non esaustiva) cura di Franco Leggeri –
Intorno alla metà del 1600 ,per la grande opera di Carità dell’abate Ottavio Sacco da Reggio Calabria (morto nel 1660) e per la benevolenza del Principe Camillo Pamphilj, che aveva acquistato nel 1641 la tenuta dal Card. Alessandro Peretti detto anche Cardinal Montalto, fu edificata la cappella annessa al Casale della Bottaccia . La Cappella fu dedicata a Sant’ Antonio Abate, che , da subito, diventa anche un “piccolo ospedale” per il primo soccorso degli ammalati. Si racconta che nei pressi della Cappella di Sant’Antonio era sempre pronto un carro, con cavalli attaccati, per raccogliere gli ammalati nella Campagna Romana .Gli ammalati o infortunati più gravi venivano inviati nell’Ospedale Santo Spirito di Roma.Una Cappella simile a quella del Casale della Bottaccia fu edificata , ancora esistente e visibile, a fianco del Casale Panphilj sito nel Borgo di Testa di Lepre di Sotto in via dell’Arrone.
Nei primi del ‘700 fu realizzato, probabilmente nel corpo a sud con grandi saloni ai piani superiori, un piccolo ospedale per il primo soccorso: l’Eschinardi infatti scrive: “. . omissis . . e parte del Principe Panpfilj di rub. 281 con la seguente detta della Bottaccia di rub. 333 dove si trova sempre pronta una sua carrozza per condurre a Roma gl’ammalati della campagna.” ed anche il Metalli: “Il Principe Panfili vi istituì un piccolo ospedale ed un’ambulanza pel trasporto dei malati poveri a Roma.” . Tale notizia da quanto riportato sul sito del X Dipartimento sarebbe desunta anche dai registri parrocchiali di Castel di Guido: “ . . .omissis . , l’oste assumeva un ruolo delicato: nel contratto di affitto dei locali aveva anche l’obbligo di accogliere i malati e portarli al vicino ospedale. Il Casale della Bottaccia fungeva non solo per la zona di Castel di Guido ma per tutto l’Agro Romano da ospedale. E due volte a settimana i malati più gravi si trasferivano all’Ospedale di Roma.”; questo riferimento del XVIII secolo conferma anche l’utilizzo di parte del casale come osteria, ribadito anche nella “Rubrica delle tenute e dei casali della carta Cingolana”. Quest’ultima destinazione d’uso probabilmente rimane fino al secolo scorso poiché se ne trovano ancora le tracce nel Casale, e L’ipotesi è sostenuta anche da Luigi Cherubini:”Le vecchie osterie della Campagna si danno da fare: per non restare tristemente abbandonate e inutilizzate, anche se hanno una storia, com’è successo alla “Bottaccia” di Castel di Guido e al Casale dei Francesi di Ciampino…(Omissis) per non morire” (Catasto Alessandrino 433bis/19 19 Ottobre 1661 “Sviluppo della strada che da Porta S. Pancrazio passa per Pisana e arriva a Maccarese” agrimensore Legendre Domenico; Isa Belli Barsali e M. G. Branchetti, “Ville della Campagna Romana”, ed. SISAR, Milano 1975, pag. 249-250-
Articolo di Franco Leggeri
Associazione CORNELIA ANTIQUA -Fotoreportage -Castel di Guido Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaAssociazione CORNELIA ANTIQUA -Fotoreportage -Castel di Guido Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia
Fotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-
Roma Municipio XIII- 19 giugno 2022–-Castel di Guido :”Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia”-
Fotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaAssociazione CORNELIA ANTIQUA -Fotoreportage -Castel di Guido Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaAssociazione CORNELIA ANTIQUA -Fotoreportage -Castel di Guido Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaFotoreportage dell’Associazione CORNELIA ANTIQUA-Castel di Guido-Il Degrado del Sito Archeologico Casale della BottacciaAssociazione CORNELIA ANTIQUA -Fotoreportage -Castel di Guido Il Degrado del Sito Archeologico Casale della Bottaccia
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LE MARTIRI DI SELVA CANDIDA-SANTE RUFINA e SECONDA
Biblioteca DEA SABINA-Sante RUFINA e SECONDA Martiri di SELVA CANDIDA-Diocesi di Porto e Santa Rufina–(Breve Storia)–
Sante RUFINA e SECONDA-Sono due celebri martiri romane ricordate in tutti i più antichi elenchi e in molti documenti storici. La loro morte avvenne durante la persecuzione di Valeriano e Gallieno, attorno al 260. Nel racconto del loro martirio sono presentate come sorelle, fidanzate con due giovani cristiani che per timore della morte avevano rinnegato la fede. A causa del rifiuto del matrimonio esse furono denunciate ed imprigionate mentre fuggivano da Roma. In seguito al loro diniego di sacrificare agli idoli le due giovani furono condotte in un bosco sulla via Cornelia, a dieci miglia da Roma in un terreno detto “Buxo”, dove vennero uccise e lasciate insepolte. Plautilla, matrona romana, che le aveva viste in sogno, provvide alla loro sepoltura in quello stesso luogo dove, già nel sec. IV, fu eretta una basilica, iniziata da Giulio 1 (336) e completata da papa Damaso, rinnovata con l’aggiunta del battistero da Adriano 1 (772-95) ed arricchita di doni da Leone IV (847–55). A questa chiesa si fa riferimento nei diplomi pontifici anche oltre l’ XI secolo, essendo divenuta Cattedrale della diocesi di Lorium, che presumibilmente ebbe un suo Vescovo proprio per provvedere alla quotidiana celebrazione dei sacri misteri nei tre santuari del territorio (sante Rufina e Seconda, san Mario e compagni e san Basilide) e per il decoro della vicina residenza imperiale. Il primo vescovo del quale si ha certezza storica è Pietro nell’anno 487. Attorno a quel luogo di culto, divenuto celebre meta di pellegrinaggio assieme alle catacombe di san Mario, era sorta gradualmente una città, che fu saccheggiata e distrutta dai Saraceni nell’847 e poi nell’870. Sergio III, nel 904, provvide alla riparazione della Chiesa, ma il centro abitato era oramai quasi del tutto abbandonato a causa dei pericoli delle incursioni barbariche e dello squallore del luogo. Papa Anastasio IV, nel 1153, fece trasportare il corpo delle due Sante nel dove venne loro dedicata una cappella che fu posta Sotto la giurisdizione del vescovo di Porto e Santa Rufina, come è provato dalla bolla di Gregorio IX del 1236. A Trastevere, in via della Lungaretta, esiste ancora un antico monastero loro intitolato e che si dice edificato nel luogo dove era la loro casa natale. Della chiesa adiacente, ornata con un campanile del XIII sec., si hanno notizie fin dal 1123, dato che in una bolla di Callisto Il è annoverata fra le filiali di santa Maria in Trastevere. I resti archeologici sulla via Boccea (loc. Porcareccina), gi–á individuati e descritti da Antonio Bosio (1632), furono di nuovo studiati nel nostro secolo.
S.E. Monsignor Gino Reali-Vescovo di Porto – Santa Rufina
Festa delle Sante Rufina e Seconda, patrone della Diocesi –
Preghiera di S.E.. Monsignor GINO REALI in onore della Sante Patrone della nostra Diocesi
Padre di misericordia, che hai chiamato alla gloria del martirio le sante sorelle Rufina e Seconda, congiunte in vita e in morte dall’amore per l’unico Sposo, e le hai donate alla nostra Chiesa come modello di fede e di fortezza, concedi a noi, per il loro esempio e la loro intercessione, di seguire il Signore Gesù con fede viva, speranza ferma e carità ardente. Questa terra, bagnata dal sangue dei Martiri, germogli ancora il frutto della santità e dell’amore. Per la loro comune intercessione, dona alle nostre famiglie unità e pace; per il loro esempio rafforza i nostri giovani nella lotta per la virtù ed il bene, e dona loro limpidezza di cuore e generosità d’impegno; per i loro meriti, sostieni i nostri passi nel cammino verso la patria eterna. A te, o Padre, affidiamo la nostra vita: liberaci da ogni pericolo dell’anima e del corpo, e donaci la grazia che ti chiediamo … Tu che vivi e regni, con Cristo tuo Figlio e lo Spirito Santo, nei secoli glorioso. Amen.
Monsignor Gino Reali Vescovo di Porto – Santa Rufina 7 giugno 2007
Battistero LateranenseLE MARTIRI DI SELVA CANDIDA-SANTE RUFINA e SECONDASante RUFINA e SECONDAMartiri di SELVA CANDIDA
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