Poesie di Elizabeth Barret Browning-Poetessa inglese

Biblioteca DEA SABINA

Elizabeth Barret Browning
Elizabeth Barret Browning

Poesie di Elizabeth Barret Browning-Poetessa inglese

 

“Come ti amo”

Come ti amo? Lascia che te ne conti i modi.

Ti amo fino alla profondità, la vastità e l’altezza

che l’anima mia può raggiungere allorquando

persegue, irraggiungibili agli sguardi, i fini del bene

e della grazia ideale.

Ti amo al livello delle calme

necessità quotidiane, alla luce del sole ed al lume

della candela.

Ti amo liberamente come gli uomini

tendono al giusto, ti amo puramente, come essi

rifuggono dalle lusinghe.

Ti amo con la passione

sperimentata nei miei antichi dolori e con la fede

della mia fanciullezza.

Ti amo d’un amore che mi

sembrò smarrire coi miei santi perduti: ti amo col

respiro, i sorrisi, le lacrime di tutta la mia vita e, se

Dio vorrà, ti amerò ancor meglio quando sarò

morta.

Elizabeth Barret Browning
Elizabeth Barret Browning

 

In quanti modi ti amo?

In quanti modi ti amo? Fammeli contare.

Ti amo fino alla profondità, alla larghezza e all’altezza

Che la mia anima può raggiungere, quando partecipa invisibile

Agli scopi dell’Esistenza e della Grazia ideale.

Ti amo al pari della più modesta necessità

Di ogni giorno, al sole e al lume di candela.

Ti amo generosamente, come chi si batte per la Giustizia;

Ti amo con purezza, come chi si volge dalla Preghiera.

Ti amo con la passione che gettavo

Nei miei trascorsi dolori, e con la fiducia della mia infanzia.

Ti amo di un amore che credevo perduto

Insieme ai miei perduti santi, – ti amo col respiro,

I sorrisi, le lacrime, di tutta la mia vita! – e, se Dio vorrà,

Ti amerò ancora di più dopo la morte.

Elizabeth Barret Browning
Elizabeth Barret Browning

 

Se devi amarmi

Se devi amarmi, per null’altro sia

se non che per amore.

Mai non dire:

‘L’amo per il sorriso,

per lo sguardo,

la gentilezza del parlare,

il modo di pensare

così conforme al mio,

che mi rese sereno un giorno’.

Queste son tutte cose

che posson mutare,

Amato, in sé o per te, un amore

così sorto potrebbe poi morire.

E non amarmi per pietà di lacrime

che bagnino il mio volto.

Può scordare il pianto

chi ebbe a lungo

il tuo conforto, e perderti.

Soltanto per amore amami

e per sempre, per l’eternità.

Elizabeth Barret Browning
Elizabeth Barret Browning

 

Quando forti e diritte le nostre anime

Quando forti e diritte le nostre anime

si stringono in silenzio sempre più vicine,

finché le punte ricurve delle loro ali

aperte prendono fuoco, quale amaro

torto può farci la terra per impedirci

d’essere a lungo felici? Pensa! Mentre

saliamo in alto, gli angeli, incalzandoci,

sfere d’oro di canto perfetto vorrebbero

far cadere nel nostro profondo e caro

silenzio. Ma, amore, restiamo sulla terra

dove l’avverso, indegno umore degli umani

fugge gli spiriti puri, li isola e consente

un luogo dove stare, amare per un giorno,

con l’ombra e l’ora della morte intorno.

Elizabeth Barret Browning
Elizabeth Barret Browning

 

La prima volta che lui mi baciò

La prima volta che lui mi baciò,

baciò solamente le dita della mano che scrive,

che si fece così più delicata e bianca,

restia al mondo ma non coi suoi. ‘ Senti?’,

al brusio degli angeli. Ora io non vorrei

un anello di ametista alla vista più puro

di quel bacio. Fu più in alto il secondo

e, cercando la fronte, si perse una metà sopra i capelli.

O dono supremo! Crisma

d’amore che con benefiche dolcezze

precede la vera ghirlanda d’amore. Il terzo fu

deposto, perfetto, sulla mia bocca, e fin d’allor

superba, io ripeto:’mio unico, mio amato!

Elizabeth Barret Browning
Elizabeth Barret Browning

 

In verità questo grande amore è il mio vanto

In verità questo grande amore è il mio vanto,

che, quando sale dal petto alla fronte,

mi incorona di porpora tanto

da attirare gli occhi degli uomini e mostrare la sofferenza interiore, –

anche se questo amore, per me è il massimo

non dovrei tuttavia amare, finché tu

non mi abbia dato una prova, e raccontato di

quando per la prima volta i tuoi occhi sinceri si sono incrociati con i miei,

e l’amore chiamò l’amore. E perciò, non posso nemmeno

parlare d’amore, come qualcosa di bello che mi è proprio

la tua anima ha reso la mia, completamente debole e incerta,

e l’ha posta accanto a te su un trono d’oro, –

E quello che amo (O anima, dobbiamo essere pazienti!)

Elizabeth Barret Browning
Elizabeth Barret Browning

è solo in te, il solo che amo.

 

Come i bambini al sole

Come i bambini al sole, a mezzogiorno,

siedo al tuo sguardo, e tremano le anime

tra le felici palpebre, per l’inespressa,

intima, prodiga gioia. Vedi, nel dubbio

errai. E non rimpiango la colpa, ma

l’occasione che ci privò, anche per un

istante, della reciproca, benefica

presenza. Ah, tienimi vicino, proteggimi

tu, o amorevole colomba. E alle mie paure,

se tornassero, opponi sereno il forte cuore:

nella tua divina sicurezza trovino il nido

i miei pensieri, che, senza te vacillano

come implumi smarritisi nei cieli.

Elizabeth Barret Browning
Elizabeth Barret Browning

 

Cenni biograficiElizabeth Barrett nacque a Coxhoe Hall [Durham, England] nel 1806. Di salute malferma, visse per anni nel castello paterno dedicandosi allo studio dei classici e alla composizione poetica.

Era il 10 gennaio del 1845 quando il poeta Robert Browning scrisse la prima ardente lettera nella quale dichiarava tutta la sua ammirazione ad Elizabeth Barrett, la poetessa inglese definita in patria la Shakespeare al femminile. Cominciò così la loro romantica storia d’amore, che sembra uscire direttamente dalle pagine di un romanzo ottocentesco, con la corrispondenza durata un anno, il padre ostile e severo, il matrimonio celebrato segretamente, la fuga in Italia, la nascita del figlio.

Fino ad allora, per circa quarant’anni, la vita di Elizabeth, in seguito ad una caduta da cavallo, alla tragica morte per annegamento del fratello, ad una malattia di cui mai ben chiarite furono le cause, forse fisiche, forse psicologiche, era trascorsa in modo grigio ed immobile, sotto la tirannia paterna, in una strana dimora fiabesca, fra pareti silenziose, in una stanza buia dalle imposte ben serrate, tra medicine e libri impolverati, con la sola compagnia dell’inseparabile cagnolino Flush e dell’appassionato bisogno di leggere e studiare, curiosamente incoraggiato e consentito dall’austero padre.

Quando giunse quella prima lettera fu come un’esplosione di luce in quella casa tetra, in quella stanza buia, in quel cuore avvezzo all’ombra e alla solitudine: la passione s’innescò e brillò fino ad esplodere, e così la poetessa ammalata, famosa eppure chiusa nel cerchio del suo isolamento, uscì alla luce e assaporò la felicità inattesa ed improvvisa.

Si sposarono segretamente Elizabeth e Robert, poi fuggirono in Italia e si stabilirono a Pisa. Trascorsero insieme 15 anni, in splendida armonia, quasi sempre a Firenze dove poi si erano trasferiti, scrivendo entrambi, lei prendendo molto a cuore la causa indipendentista italiana e componendo diverse poesie in tema, con il proposito di far conoscere anche nella sua terra d’origine la situazione italiana.

Morì a Firenze nel 1861 e fu seppellita con tutti gli onori nel cimitero degli inglesi, dove ancora riposa.

Scrisse molto Elizabeth, cominciando addirittura ad 8 anni, pubblicando per la prima volta a 13 e collaborando a riviste e circoli letterari; scrisse ballate, poesie ispirate al quotidiano, componimenti appassionati, con i quali voleva incidere sui costumi sociali del tempo, e d’impegno sociale, contro l’oppressione straniera in Italia, in un bisogno intimo di espressione, di comunicazione, di denuncia, ma i suoi versi più belli restano quelli dedicati al suo amore per Robert.

Vale davvero la pena leggere e rileggere i suoi Sonetti dal portoghese , scritti parallelamente alle lettere scambiate con Robert (che chiamò poi sempre la moglie my little portuguese) e da lei conservati fin dopo il matrimonio, versi d’amore intensi e rivoluzionari, perché per la prima volta la donna diveniva in poesia soggetto attivo e dominante e l’uomo era trasformato in oggetto d’amore al quale indirizzare con audacia le pulsioni e i desideri, e di fronte al quale affermare e rivendicare il proprio diritto all’amore.

Con un linguaggio colto eppure semplice, che ben coniuga eleganza e raffinatezza, in preziosa alchimia di classicità e suggestioni romantiche, i versi di Elizabeth esprimono al meglio ancora oggi l’immaginario femminile, riuscendo a trasmettere con intatta efficacia i desideri che pulsano nei cuori delle donne e l’amore che sbocciò nel suo cuore oppresso dalla lunga solitudine.

Elizabeth Barrett fu poeta aggraziato e vibrante. La critica successiva le imputò una certa mancanza di controllo formale. Le cose migliori sono nei Sonetti dal portoghese (1850). Poema in blank verse è Aurora Leigh, in cui espresse le sue idee su questioni filosofiche e sociali del suo tempo.

Elizabeth Barrett simpatizzò politicamente per la causa dell’indipendentismo italiano, alla quale dedicò le poesie de Finestre di Casa Guidi (1851).