Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana
Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana
Roma. Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana la mostra «I libri che hanno fatto l’Europa», 180 preziosi pezzi unici latini, romanzi, greci, arabi ed ebraici.
Fa bene, in questa Europa spaventata in cui viviamo, ogni segnale che sottolinea una volta di più la complessità, ricchezza ed eterogeneità delle nostre radici culturali. La mostra presenta opere, con moltissimi capolavori, che da Carlo Magno arrivano a Gutenberg, quindi dalla rinascita carolingia dell’VIII secolo all’invenzione della stampa, traghettando la classicità latino-cristiana dal Medioevo fino all’evo moderno, da cui nascerà l’Europa come la conosciamo.
Curata da Roberto Antonelli, Michela Cecconi e Lorenzo Mainini, pensata anche in vista del XXVIII Congresso internazionale di Linguistica e Filologia romanza che si terrà a Roma dal 18 al 23 luglio, presenta manoscritti, incunaboli e cinquecentine di straordinaria importanza, in buona parte della Corsiniana ma con notevoli prestiti anche dalle altre grandi biblioteche romane, l’Angelica, la Casanatense, la Nazionale e la Vallicelliana, e dalla Biblioteca Apostolica Vaticana.
Cinque le sezioni: La tradizione classico-cristiana, Verso la nuova cultura europea, La nuova cultura europea, Il primo canone e Verso la Modernità, con testi, video, mappe e supporti mediatici che aiuteranno a collocare le opere nel loro contesto e nel loro percorso storico. Si parte dai testi degli autori latini, dei padri della Chiesa e dalla Bibbia, riprodotti e miniati per secoli dagli amanuensi di un’incredibile rete di monasteri e istituzioni ecclesiastiche, si arriva al fatidico 1467 a Subiaco con la stampa dei primi libri italiani (sant’Agostino, Cicerone e Lattanzio) e all’immediata rivoluzionaria diffusione di questa tecnica in tutto il Paese, che presto troverà in Venezia la sua capitale mondiale. Ingresso gratuito. di Federico Castelli Gattinara, edizione online, 30 marzo 2016
Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana
I desideri si pagano–di Felice Muolo (Autore), Chatterly Valeria (Illustratore)
Felice MUOLO
DESCRIZIONE del libro di Felice Muolo-Un quarto d’ora dopo nel ristorante era entrato Anacleto. Era in compagnia della moglie e di un vecchio vestito interamente di bianco cappello compreso. Il terzetto aveva occupato un tavolo non molto distante da loro. A cui erano state appena servite le pizze che avevano ordinato. Stavano mangiando quando Nicola aveva detto a Valeria: “Hai visto con chi abbiamo l’onore di cenare?” “Non dirmi che l’avevi previsto.” “Non tutte le ciambelle riescono col buco.” Valeria si era chiesta se Nicola fosse a conoscenza della storia che aveva avuta con Anacleto mentre ne esaminava la compagnia. Rita, la moglie, bella donna dal corpo prosperoso, aveva l’espressione altera e lo sguardo vigile. Portava i capelli lunghi, sfumati di rosso, sciolti sulle spalle e scuoteva frequentemente la testa per cacciarli dalla fronte. Aveva notato che ogni mattina avvolta in un pareo sventolante usciva dall’albergo in cui risiedeva seguita dalle figlie e da due baby-sitter di colore e raggiungeva la spiaggia. Si bagnava spesso in mare durante la giornata e ogni volta si cambiava il costume prima di rimettersi al sole.
Editore : Independently published (26 maggio 2019)
Ambiente e salute nel territorio del Poligono Interforze Salto di Quirra
Autore: M. Cristaldi, M. Coraddu, C. Foschi, L. Triolo
Ambiente e salute nel territorio del Poligono Interforze Salto di Quirra
DESCRIZIONE-Dal 1956 il Poligono Interforze Salto di Quirra (PISQ) situato nella provincia dell’Ogliastra ha visto coesistere addestramento e sperimentazione militare – con conseguenti emissioni inquinanti, chimiche e fisiche –, con tradizionali attività agropastorali condotte nei territori confinanti e anche al suo interno. Gli agenti inquinanti sono molteplici e le esposizioni, multifattoriali. Nel testo sono riportati gli effetti tossicologici per l’ambiente e la salute umana di tali agenti, emessi anche in conseguenza della distruzione di armamenti obsoleti mediante brillamenti. Gli studi epidemiologici condotti sulle popolazioni esposte sono stati limitati. I risultati delle ricerche riportate nel libro sono scaturiti da un’indagine avviata nel 2011 dal Procuratore della Repubblica di Lanusei che si è avvalso delle consulenze fornite dalle ricerche sperimentali e dalle valutazioni condotte da vari esperti sui soggetti esposti nei territori del PISQ. Nel 2012 il Parlamento ha approvato la relazione della Commissione d’Inchiesta sull’inquinamento militare che prevedeva, oltre alle bonifiche e alla cessazione delle attività militari inquinanti, anche la drastica riduzione del territorio militarizzato in Sardegna. L’inchiesta della Procura di Lanusei, attraverso l’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio alcuni responsabili militari del Poligono per “omissione dolosa e aggravata di cautele contro infortuni e disastri”. Il processo di 1° grado si è concluso in data 10 novembre con l’assoluzione di tutti gli imputati “perché non c’è prova idonea che abbiano commesso il fatto contestato”
Formato 15×21 cm., 584 pagine.
Pubblicato a dicembre 2021.
INDICE
Premessa. In ricordo di Mauro Cristaldi
a cura di Angelo Baracca ed Ernesto Burgio
Prefazione
Impatto nocivo delle attività e delle sperimentazioni militari
2.1 Armi chimiche e batteriologiche – 2.2 Armi nucleari – 2.3 Basi all’estero – 2.4 La situazione in Sardegna – 2.5 Inquinamento elettromagnetico di origine militare
Il poligono Interforze Salto di Quirra (Pisq)
3.1 Inquadramento geografico – 3.2 Cenni storico-geografici sul Pisq – 3.3 Sperimentazioni ed esercitazioni effettuate nel Pisq – 3.3.1 Missili e razzi – 3.3.2 Altri armamenti – 3.3.3 Brillamento e smaltimento di ordigni – 3.3.4 – Emissioni elettromagnetiche – 3.4 Storia della «Sindrome di Quirra» attraverso le fonti note
Inquinanti chimici e fisici immessi in atmosfera, nel suolo, nelle acque e nelle matrici biologiche
4.1 Residui inquinanti di attività militari varie, in aree terrestri e marine – 4.2 Analisi delle emissioni inquinanti e della valutazione del rischio – 4.2.1 Emissioni e inquinamento atmosferico: modelli teorici – 4.2.2 Inquinamento atmosferico: dati sperimentali – 4.2.3 Inquinamento dei suoli: dati sperimentali – 4.2.4 Analisi di elementi e composti tossici in campioni minerali, vegetali e animali
Inquinamento di siti interni ed esterni al Pisq caratterizzati da specifici impatti delle attività militari
Monitoraggio elettromagnetico ambientale presso il Pisq
6.1 Strumentazioni utilizzate – 6.2 Quadro normativo – 6.3 Dati sperimentali e conclusioni
Effetti biologici
7.1 Studio della mutagenesi in situ per l’identificazione degli effetti biologici dei contaminanti ambientali – 7.1.1 Test di mutagenesi – 7.1.2 Dati sperimentali derivanti da biomonitoraggio ambientale effettuato nel Pisq – 7.2 Effetti del’inquinamento sugli ecosistemi, con particolare attenzione alla matrice faunistica – 7.2.1 Ricerche su anfibi e rettili nei pressi delle grotte Is Angurtidorgius – 7.2.2 Ricerche su micromammiferi terragnoli – 7.3 Effetti biologici delle radiazioni del radar di Capo San Lorenzo su cellule in coltura – 7.3.1 Rischio biologico – 7.3.2 Meccanismi d’azione – 7.3.3 materiali e metodi – 7.3.4 Risultati sperimentali – 7.3.5 Conclusioni – 7.4 Determinazione dei rapporti isotopici dell’uranio ed effetti biologici di radioisotopi in matrici biologiche – 7.5 Effetti biologici di nanoparticelle contenenti elementi tossici – 7.5.1 Nanoparticelle in tessuti umani – 7.6 Bioaccumulo di radioisotopi in tessuti umani
Analisi epidemiologiche
Processo in corso e commissioni di inchiesta parlamentari
9.1 Aggiornamento iter processuale – 9.2 Conclusioni delle commissioni d’inchiesta parlamentari sull’inquinamento di origine militare (Uranio impoverito e altro)
Conclusioni
Appendici
Ia) Schede tossicologichei – Ib) Valutazione degli effetti biologici del particolato – II) Valutazione della relazione peritale del prof. Mario Mariani, incaricato dal Gup Nicola Clivio – IIIa) – Sentenza dell’ufficio del Giudice per l’udienza preliminare, Tribunale di Lanusei – IIIb) – Decreto dell’ufficio del Giudice per l’udienza preliminare, Tribunale di Lanusei
Questo racconto poetico ha inizio ad aprile 2020, nei primi mesi della crisi pandemica che ha bloccato per lunghi giorni le nostre vite. Pagine di silenzi, luci spente, morti agonizzanti, futuri oscurati ma anche e soprattutto timide speranze. A illuminare i pensieri più felici, giungono i mesi estivi e quella lenta ripresa della vita quotidiana, riassaporata con maggiori consapevolezze sul suo reale valore. Di nuovo, però, fanno capolino i freddi dell’inverno e, con loro, le restrizioni fisiche ed emotive: tornano le ore di schermi accesi, la pioggia sui vetri e le lontananze imposte. Come in un diario autobiografico, l’autrice prende spunto dall’esperienza di reclusione vissuta da ognuno di noi nell’ultimo anno e mezzo e condivide ansie, riflessioni e desideri propri dell’intera comunità umana, sottolineando come, in questa difficile fase della nostra storia, abbiano un ruolo centrale e mai banale i sentimenti e l’amore, ancore di salvezza per non lasciarsi naufragare nei dilaganti rigurgiti di disprezzo.
La Caravella Editrice,Viale dell’artigianato 15 – 01012 – Capranica (VT)
Addio alla scrittrice e dantista Bianca Garavelli.Morta dopo lunga malattia, aveva 63 anni: firma di Avvenire, era nota per la sua attività letteraria e per gli importanti contributi nello studio del Poeta-Articolo di Roberto Carnero- Fonte Avvenire-
Roberto Carnero mercoledì 29 dicembre 2021 -La scomparsa di Bianca Garavelli, avvenuta nelle primissime ore della mattinata di oggi, segna un grave lutto nel mondo delle lettere e della cultura italiana. Ad agosto le era stato diagnosticato il male che non le ha dato scampo. I lettori di “Avvenire” la conoscevano bene, e ne hanno apprezzato nei lunghi anni in cui ha collaborato alla nostra testata (per la quale ha scritto ininterrottamente dal 1989) la voce limpida, chiara, equilibrata, il piglio preciso e insieme vivace con cui accostava libri, autori, temi letterari nei suoi articoli e nelle sue recensioni. Un lavoro prezioso, coltivato in una militanza assidua, in cui si percepiva sottotraccia il radicamento nella serietà della sua formazione filologica. E sostenuto sempre da una precisa idea di letteratura, nella quale la coerenza del percorso critico si coglie nell’attenzione – oltre che ai valori estetici – alla dimensione etica e ai più ampi riflessi (storici e culturali) del fare letterario.
Gli amici che le sono stati vicini hanno ammirato in questi mesi la tenacia con cui, nonostante la sofferenza fisica, ha provato in tutti i modi a reagire, senza mai lasciarsi prendere dallo sconforto, affrontando con ottimismo le cure e continuando a lavorare attorno al “suo” Dante, anche con incontri e conferenze per gli istituti italiani di cultura all’estero nell’anno del settimo centenario della morte del Sommo Poeta.
Bianca Garavelli era infatti una delle voci più importanti della critica dantesca. Nata a Vigevano nel 1958, allieva di Maria Corti all’Università di Pavia, aveva curato con lei un fortunato commento alle tre cantiche della Commedia, pubblicato in varie edizioni (prima da Bompiani e poi da Rizzoli). Era notevole la sua capacità di avvicinare a Dante i lettori più vari: dagli studenti – ha insegnato a lungo nelle scuole superiori – al pubblico più ampio. L’ultima sua fatica in tal senso è il volume Dante. Così lontano, così vicino, pubblicato a settembre da Giunti. Tra i molti libri (forse troppi) usciti in occasione dell’anno dantesco, questo ha qualcosa di speciale: perché in esso l’autrice ha saputo coniugare due cose che non sempre vanno a braccetto, vale a dire la profonda competenza scientifica e una comunicazione piacevole e affabile. Vi viene tratteggiato il profilo di un uomo capace di andare oltre il proprio tempo (per esempio con una particolare valorizzazione della femminilità, tema a cui Bianca Garavelli era molto attenta), per giungere sino a noi e aiutarci a comprendere il nostro stesso presente. Di questo Bianca era convinta: del valore esistenziale, e dunque sempre attualissimo, della Divina Commedia.
Ricordo, nel 2005, la sua presenza in Egitto, al Cairo, per la Settimana della lingua italiana nel mondo, quando aveva tenuto una conferenza dal titolo “Dante superstar”, che presentava con queste parole: «Un Dante che trionfa come personaggio “ambiguo e misterioso” nel cinema e nella narrativa internazionale, specialmente americana. È il suo valore letterario a renderlo così interessante, la sua fama di genio, ma anche la sua biografia straordinaria e soprattutto piena di zone d’ombra». La sua capacità di divulgazione era straordinaria, ma era divulgazione nel senso più alto e più nobile del termine.
In un suo libro del 2012, ripubblicato quest’anno da Rizzoli, Le terzine perdute di Dante, ipotizzava che Dante fosse stato depositario di un’importante profezia da trasmettere alle generazione successive, per salvarle da una minaccia cosmica. Ma è un thriller, che si svolge su un intrigante piano fantastico (l’ho scritto e lo ripeto: molto meglio di Dan Brown!). Veniamo così al terzo “tavolo” di Bianca Garavelli, dopo quelli della critica militante (esercitata anche attraverso la sua presenza in diverse giurie di premi letterari, come il Metauro, che dal 1994 ha animato su invito del suo fondatore, il poeta Umberto Piersanti) e degli studi danteschi: il tavolo della produzione creativa, della letteratura “praticata” in prima persona. Qui l’esordio data al 1988 con un libro di poesie dal titolo L’insonnia beata, uscito per le modenesi Edizioni del Laboratorio con una prefazione di Antonio Porta. Alla poesia, però, Bianca Garavelli non tornerà più, per dedicarsi invece alla narrativa. Era questa un’attività a cui teneva tantissimo, e per la quale ha speso negli anni molte delle sue energie.
Dopo aver pubblicato nel 1999 un racconto per ragazzi, Il mistero di Gatta Bianca (Laterza), nel 2002 dà alle stampe il primo romanzo, Beatrice (Moretti&Vitali), la cui protagonista riprende sì il nome della donna amata da Dante, ma è una ragazza dei nostri giorni, alle prese con un vissuto problematico, con una storia familiare intricata, con diversi amori tra cui stenta a trovare una direzione certa. Con Il passo della dea (Passigli 2005) Garavelli tenta la strada del “thriller teologico”, con un misterioso serial-killer che semina il panico tra le ballerine della Scala di Milano: le indagini portano a delineare una verità inquietante, dai complicati risvolti esoterici. Ma forse il suo romanzo più bello è Amore a Cape Town (Avagliano 2006), il racconto dolceamaro delle vicissitudini sentimentali di una quarantenne delusa dalla prevedibilità della controparte maschile. Quando, tra il serio e il faceto, le avevo chiesto se ci fosse qualcosa di autobiografico, Bianca si era schermita dietro a un enigmatico sorriso…
L’ultimo romanzo è stato pubblicato l’anno scorso da Giuliano Ladolfi Editore (che aveva già stampato, nel 2013, la raccolta di racconti L’oscurità degli angeli). Si intitola Il dono della tigre ed è un romanzo che, a partire dalla vicenda della crisi personale di un giornalista, parla dell’importanza, per ciascuno di noi, di accogliere e indagare le nostre emozioni più profonde: un’idea di cui Bianca era intimamente convinta, e che ha messo costantemente in atto nel lavoro creativo.
Nella sua prestigiosa carriera letteraria, Bianca Garavelli ha delineato un proprio originale timbro di narratrice, caratterizzato da un particolare tipo di visionarietà. La sua prosa è tersa, elegante, quasi classica, tramata però di tutte le inquietudini della contemporaneità, affrontate con intelligenza e sensibilità, oltre che con una grande piacevolezza di racconto. I suoi libri sono spesso dotati di ritmi incalzanti e di suspense, ma sono sempre capaci di evitare la superficialità e la convenzionalità che sono i rischi di certa letteratura di genere. Perché se c’era una qualità che a Bianca Garavelli non mancava era lo stile. Nella letteratura come nella vita. Di questo stile, chi l’ha conosciuta e le ha voluto bene sente ora la dolorosa mancanza. Rimpiange la sua bontà, la sua generosità, la sua dolcezza, il suo sorriso, la sua ironia divertita eppure sempre rispettosa degli altri. Ma tutto il mondo della letteratura ha perso una delle sue voci più belle, più fini, più delicate.
Riccardo Lupino-Arare umano est. Flessioni e riflessioni agricole nella civiltà moderna-
FIRENZE –Riccardo Lupino–Raccolte in un libro Flessioni e riflessioni agricole nella civiltà moderna. Si tratta di “Arare umano est” (Aska) di Riccardo Lupino, un contadino del secondo millennio.
Marcello è il primo essere umano della storia ed è anche il primo contadino dell’umanità. Il libro ripercorre tutta la storia dell’umanità vista attraverso gli occhi e le gesta di Marcello, che inventa prima l’agricoltura, perché si rende conto di non essere adatto a quel mondo primordiale e selvaggio, poi il fuoco, per cucinare il primo cinghiale che riesce a catturare dopo che l’ungulato gli ha distrutto le prime coltivazioni, dando così il via a tutta l’umanità, fino ai giorni nostri. Scopriremo come nasce la zappa e l’importanza fondamentale che tale strumento avrà nella nostra evoluzione, ma si parla anche del problema legato alla comparsa sul pianeta dei primi esseri “Non Contadini” che di fatto cambieranno totalmente gli equilibri e la vita di Marcello che, sempre più disorientato, senza rendersene conto si troverà in una società totalmente scollegata dalla natura e dalla terra, una società che diviene “moderna”, nella quale i supermercati nascono ovunque e si moltiplicano a dismisura grazie anche ai loro reparti di “Sfrutta e Verdura”.
Si vedrà Marcello alle prese con i vegani armati di seitan fino all’arrivo sulla scena di Carlo Cracco e la sua cucina stellata, che darà il colpo finale al capostipite dei contadini e ad una storia durata millenni. Le vicende di Marcello si alternano con le “flessioni e riflessioni agricole” dell’autore, un contadino del secondo millennio che con ironia e leggerezza tenta di portare avanti la propria personale idea di umanità, cercando di trattare temi anche molto seri come il valore dei prodotti agricoli e lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. L’idea di umanità che l’autore tenta di presentarci viene definita da lui stesso come “Naturale”, fermo restando che di “Naturale” nell’essere umano c’è ben poco. Se è vero che errare ed arare sono le caratteristiche che più di tutte differenziano l’essere umano dagli animali, non riesco a capire perché tutti quanti errano ma soltanto in pochissimi arano!
E’ morto Wilbur Smith, lo scrittore aveva 88 anni –
Cape Town in Sudafrica. 13 novembre 2021- Lo scrittore Wilbur Smith è morto. L’autore di numerosi bestseller si è spento questo pomeriggio a 88 anni nella sua casa. Wilbur Smith, nato nel 1933 nella Rhodesia del Nord (l’attuale Zambia), era cresciuto e aveva studiato in Sudafrica. Si era dedicato a tempo pieno alla narrativa dal 1964 e da allora aveva pubblicato numerosi romanzi di successo, tanto da essere considerato ”maestro dell’avventura”. Oltre 120milioni di copie dei suoi libri sono state vendute nel mondo, di cui 25 milioni in Italia.
Roma- Nell’Abbazia di San Paolo fuori le mura,dopo mille anni,fu esposta la Bibbia carolingia dal 19 aprile al 29 giugno 2009-
La Bibbia carolingia si compone di 337 fogli di pergamena di pecora e di vitello, la copertura è in legno foderata di marocchino rosso. Ha 24 miniature bellissime e ancora “fresche”. Fu commissionata dal re Carlo il Calvo intorno all’anno 866 al monaco Ingoberto per farne dono al Papa Giovanni VIII.
Su questa Bibbia, durante il medioevo, giurarono fedeltà al Papa tutti gli imperatori .
Papa Gregorio VII decise, per motivi di sicurezza, di affidarla ai monaci benedettini dell’Abbazia di San Paolo. In occasione dell’anno paolino, i monaci benedettini, che da 730 anni sono i custodi della Tomba di San Paolo, hanno deciso di mostrarla al pubblico.
Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, dopo aver benedetto i locali dell’esposizione ha detto:” Questo evento è importante non solo dal punto di vista culturale ed artistico, ma anche per la riflessione sulla Parola di Dio, Parola viva, capace di vivificare le nostre esigenze: la Parola di Dio è infatti la vera , solida realtà. L’ammirazione di questa Bibbia sia l’occasione per vivere questa esperienza e costruire la nostra casa sulla roccia della Parola di Dio e non sulla sabbia, come è successo a L’Aquila, in Abruzzo. Chiedo inoltre a Dio il dono di saperlo ascoltare e, soprattutto per i visitatori e pellegrini in visita alla tomba di San Paolo, di riscoprirsi ascoltatori della Sua Parola”.
La Bibbia CarolingiaLocandina Mostra Bibbia Carolingia
Arbasino è autore di difficile approccio, nessuno lo nega. Eppure occorre dare qualche “dritta” per introdurre al suo universo mentale letterario i lettori curiosi e volenterosi fino ad ora respinti dalla sua prosa fiammeggiante – spesso un cumulo di riferimenti eruditi, una fantasmagoria di citazioni, di allusioni, di rimandi alla “Enciclopedia” direbbe l’Umberto Eco di “Lector in fabula”.
Innanzi tutto c’è l’obiezione di fondo dell’Arbasino “romanziere”, e allo stesso tempo critico, che si legge in “Fratelli d’Italia” (edizione1993) ma che era già scritta in “Certi romanzi” nella mia edizione del 1976 acquistata qualche anno dopo dai bouquinistes pontremolesi di piazza Cavour a Milano: «Fare oggi un romanzo tradizionale “e” contemporaneo ha lo stesso senso che conquistare oggi l’Eritrea e fondare oggi la Fiat!». Il romanzo finito e rifinito è per lui un prodotto di un’epoca passata, come le colonne doriche ai tempi dei Dori o le strutture in acciaio ai tempi della Tour Eiffel, che si può fare o “rifare” solo in maniera parodica o facendogli il verso oppure mettendolo tra mille virgolette come il “camp” di Susan Sontang, ossia assumerlo come forma perenta e nello stesso tempo smontandolo avvertendone in qualche modo il lettore con tutta la consapevolezza critica. Oppure mettendo in onesta avvertenza il cartiglio immaginario: «Caro lettore lo so che tu vai in giro con “Waze”, ma io sono affezionato alle care, vetuste e pieghevoli “Falkplan” d’antan, eh sì, lo so, e ci faccio pure il verso. E lasciami divertire…».
Questa sua visione Arbasino l’aveva annunciata anche in un volume saggistico, che com’era sua abitudine, riscrisse diverse volte. Si tratta di “Certi romanzi” che è una ricostruzione delle trasformazioni interne del genere romanzesco nei decenni che vanno da Flaubert a Musil. (Il saggio contiene anche un godibilissimo scritto “La Belle Époque per le scuole” e “Genius loci”, su Gadda). Tesi centrale: da un lato
l’avversione profonda che Arbasino nutre per i romanzi tradizionali, con tutti i personaggi al loro posto, un capo, una coda, e alla fine i protagonisti che si sposano oppure muoiono, come nei film di Hollywood degli anni Trenta; e, dall’altro lato:
«una sfrenata predilezione per il romanzo che tenta di mimare in tutti i suoi piani i molteplici piani della realtà servendosi di strumenti espressivi molto eterogenei, narrativa e saggistica, tragedia e farsa, ideologia e scurrilità, frou-frou allucinante, divavagazioni dissennate, eruditi elenchi, bric-à-brac mondano. È la linea ironica, enciclopedica e apparentemente delirante
di Petronio, Rabelais, Cervantes, Proust, Musil, Joyce , Gadda. La vera follia è quella di chi, come Gide, pretendeva di sostenere che il romanzo “puro”, il romanzo-romanzo, alla
Benjamin Constant e alla Jane Austen sia più nobile delle intemperanze di Cervantes, di Sterne o di Musil; e in base a questo criterio giudica fallito il “Bouvard e Pécuchet” rispetto alla “Princesse de Clèves” o “L’Adalgisa” di Gadda rispetto al “Gattopardo” di Lampedusa». [Leggo questa chiarissima dichiarazione di poetica di Arbasino nel libro “Lo scrittore e il potere” di Nello Ajello, Laterza 1974, che riporta un colloquio di quel formidabile giornalista culturale che fu Ajello con lo stesso Arbasino in “L’Espresso” del 19 aprile 1964].
La visione stilistica di Arbasino è molto simile a quella del Fellini di “8 e 1/2”: una coscienza centrale più che un vero e proprio personaggio protagonista – il meraviglioso Marcello-, e tutt’intorno a lui un viavai di personaggi che gli tagliano il passo o attraversano la scena in un vortice di bon mot, sentenze solenni, parlottio in sottofondo, primi piani di suore e di monsignori, campi lunghi, rifrazioni, dissolvenze, un’opera insomma in cui secondo Arbasino «risuona la risata dei due ilari castori: Bouvard e Pécuchet».
Certo, oggi c’è chi narra in memoir e in autofiction, volendo usare i termini correnti, la morte del babbo o la propria formazione in realtà rionali e periferiche, con le modalità “tradizionali “- le vecchie “Falkplan” ovvero i plot basici tipo “Isso, Issa e ‘o Malamente – nella convinzione (beata inconsapevolezza!) che lo statuto narrativo sia rimasto invariato dai tempi di Omero e dei cantastorie, e perciò “ci dà dentro” con lo zumpampà della Marchesa che uscì alle cinque, e che fatalmente annuì, commentò, replicò, berciò, senza alcuna malizia stilistica, né sovrappensieri redazionali, né ardimenti espositivi del plot, ma con tutte le sue robine a posto, le “storie” finite e rifinite – buttate giù magari grazie a corsi di scrittura creativa e con l’aiutino di editor che mettono a tutti i manoscritti lo stesso pigiamino a righe – senza minimamente valutare l’opzione Arbasino, e rischiando di invadere nuovamente oggi l’Eritrea o rifondare oggi la Fiat.
RIPARTONO “GLI INCONTRI DEL SABATO” ciclo di conferenze che l’Associazione vi propone ormai dal 2006. RICOMINCIAMO da dove ci siamo interrotti nel 2020.
SABATO 30 OTTOBRE 2021 alle ore 18.00 presso la sala Elpidio Benedetti a POGGIO MIRTETO la conferenza “Montopoli e il suo convento. Una storia di 400 anni fa negli scritti di Don Carmelo Cristiano”. Relatore Enrico Galantini
DOMENICA 7 NOVEMBRE 2021 visita guidata a Montopoli e d’intorni.www.amicidelmuseo.com
Questo sito usa i cookie per migliorare la tua esperienza. Chiudendo questo banner o comunque proseguendo la navigazione nel sito acconsenti all'uso dei cookie. Accetto/AcceptCookie Policy
This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.Accetto/AcceptCookie Policy
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.