Martin Heidegger- L’inizio della filosofia occidentale -Biblioteca DEA SABINA

Biblioteca DEA SABINA

Martin Heidegger
Martin Heidegger

Martin Heidegger- L’inizio della filosofia occidentale-

Interpretazione di Anassimandro e Parmenide

-A cura di Peter Trawny-Edizione italiana a cura di Giovanni Gurisatti-

ADELPHI EDIZIONI-Milano

 

Risvolto

Tenuto nel 1932 e dedicato all’interpreta­zione di Anassimandro e Parmenide – in­sieme a Eraclito i «pensatori iniziali» del­la filosofia occidentale –, questo corso uni­versitario rappresenta una vera e propria cesura nel percorso di Heidegger dopo Essere e tempo, e si inserisce nella celebre «svol­ta» inaugurata dal saggio del 1930 sull’Essenza della verità. Compito della filosofia è ormai per Heidegger, impegnato nella ri­cerca di tale essenza, quello di rievocare la forza delle parole più elementari del pen­siero delle origini – phýsis, alétheia, noûs, lógos – mediante una comprensione prefilosofica, cioè preplatonica e prearistoteli­ca, del fenomeno della verità. Si tratta cioè di compiere quel passo indietro che per­mette di ripensare in modo ancora più iniziale l’inizio del pensiero occidentale, pri­ma della soglia che dà accesso alla storia della metafisica: non già per operare una ricostruzione filologica e storiografica, ma nella prospettiva che tale «inizio più inizia­le» possa essere «ripetuto» e, soprattutto, trasformato in un nuovo inizio, promosso da un’umanità futura in modo ancora più originario. Sicché, conclude Heidegger, «l’inizio non sta più dietro di noi, alle no­stre spalle, bensì sta davanti a noi in quan­to compito essenziale della nostra più pro­pria essenza».

 

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