Liliana Segre lettera a Primo Levi-Biblioteca DEA SABINA

Biblioteca DEA SABINA

Liliana Segre
Liliana Segre

Oggi 25 Novembre Giornata contro la violenza sulle donne

Lettera a Primo Levi scritta da Liliana Segre.

 

A Primo Levi.
Carissimo amico, io sono stata una di quelle senza capelli e senza nome, senza più forza per ricordare.
Io sono una di quelle che, attraverso i tuoi libri, ha scoperto anche se’ stessa.
Tu hai trovato le parole che cercavo: indicibile, vergogna, stupore.
Tu senza odio hai fatto la cronaca anti retorica di Auschwitz.
Hai descritto quello che anch’io avevo visto, schiacciata dalla paura dalla fame e dalla solitudine.
Anni dopo una tua silenziosa lettrice, libro dopo libro.
Baracche, kapò, torturatori, assassini, colori odori lingue sconosciute, fuoco e fumo nel vento di Auschwitz.
Siamo sommersi o siamo salvati? Nel numero tatuato c’è la nostra profonda identità.
Vittime?
Persone nuove, vive per caso e per questo gelose e incapaci (anche tu, anche tu) di dire l’indicibile.
Ti scrissi al tempo dell’uscita del tuo ultimo libro, ti chiesi perché io mi credevo salvata, almeno salva, se non per sempre, forse in parte.
Tu mi rispondesti che non c’era speranza per noi che avevamo visto IL MALE, che eravamo stati inghiottiti da quel male estremo.
Ma allora chi saranno i salvati? Tu avevi capito! A me sembra che resti soltanto la memoria. È vero, è sempre più difficile farsi capire dalle nuove generazioni, ma compito irrinunciabile finché avrà vita l’ultimo testimone.
Grazie amico, caro maestro! Anch’io con te non perdono e non dimentico.
Liliana Segre 75190