Odoardo Spadaro: il cantante di “La porti un bacione a Firenze”

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Odoardo Spadaro: il cantante di “La porti un bacione a Firenze”

Odoardo Spadaro
Odoardo Spadaro

Odoardo Spadaro, cantante che con le sue canzoni ha fatto sognare Firenze e l’Italia. Tra le sue composizioni più famose La porti un bacione a Firenze. Spadaro è considerato uno dei primi cantautori italiani, ma fu anche un importante interprete di teatro vernacolare fiorentino nonchè attore cinematografico e televisivo.

Negli anni ’20 si trasferì a Parigi per esibirsi al Moulin Rouge, ma furono gli anni ’30 a trasformarlo in una star internazionale, grazie alla tournèe di successo nelle due Americhe e nell’Africa Settentrionale.
Proprio negli anni Trenta durante e dopo il tour Spadaro attraversò il suo periodo più prolifico: scrisse e musicò molte canzoni dedicate o ambientate a Firenze. A renderle uniche il tipico umorismo toscano: scanzonato e arguto. Tra i suoi brani più conosciuti ricordiamo Firenze (1930), Il Cappello di Paglia di Firenze (1935) e Rumba fiorentina (1938), A me piace la testina di vitello e Il valzer della povera gente (1938).
Il 26 giugno del ’65 si trovava a Careggi quando morì, al suo funerale fu intonata La porti un bacione a Firenze. Per rendergli omaggio la Città gli ha intitolato una via e nel quarantesimo anniversario della sua morte è stata apposta una targa sulla facciata della sua abitazione in via Luca Landucci.
Odoardo Eugenio Giano Spadaro (Firenze, 16 gennaio 1893 – Firenze, 26 giugno 1965) è stato un cantautore e attore italiano.
È sepolto al Cimitero delle Porte Sante di Firenze.
 
Il testo di La porti un bacione a Firenze
Partiva una mattina co’i’ vapore
‘gli era un signore d’una certa età
Vedendolo gli fo: Scusi signore!
Perdoni, l’è di’ ffiore, sì lo so
Lei torna a casa lieto, ben lo vedo
ed un favore piccolo le chiedo
La porti un bacione a Firenze,
che l’è la mia città
che in cuore ho sempre qui
La porti un bacione a Firenze,
lavoro solo per rivederla un dì
Son figlia d’emigrante,
per questo son distante,
lavoro perché un giorno a casa tornerò
La porti un bacione a Firenze:
se la rivedo glielo renderò
E quel signore m’ha risposto allora
Il tuo bacione a’ccasa porterò
e per tranquillità sin da quest’ora,
in viaggio chiuso a chiave lo terrò
Ma appena giunto a’ccasa te lo giuro,
il bacio verso i’ccielo andrà sicuro
Io porto il tuo bacio a Firenze
che l’è la tua città
anche l’è di me
Io porto il tuo bacio a Firenze
nè mai, giammai potrò scordarmi te
Sei figlia d’emigrante,
per questo sei distante,
ma stà sicura un giorno a’ccasa tornerai
Io porto il tuo bacio a Firenze
e da Firenze tanti baci avrai
L’è vera questa storia e se l’un fosse
la fo passar per vera sol perché,
so bene e’lucciconi e quanta tosse
gli ha chi distante dalla Patria egli è
Così ogni fiorentino ch’è lontano,
vedendoti partir ti dirà piano:
La porti un bacione a Firenze
gli è tanto che un ci vò;
ci crede? Più un ci stò!
La porti un bacione a Firenze
un vedo l’ora quando tornerò
La nostra cittadina
pettegola e carina,
la ci ha tant’anni eppure
la un n’invecchia mai