ROMA CITTÀ APERTA di ROBERTO ROSSELLINI-Biblioteca DEA SABINA

Biblioteca DEA SABINA

LA PRIMA AL CINEMA CAPRANICA
DI ROMA CITTÀ APERTA DI ROBERTO ROSSELLINI

ROMA CITTÀ APERTA
ROMA CITTÀ APERTA il film si ispira alla vicenda di Dante
 Bruna che nell’aprile del 1944, per 70
mila lire, denuncia ai tedeschi – provocandone l’arresto e la fucilazione – don Giuseppe Morosini e il sottotenente Marcello Bucchi (trucidato alle Fosse Ardeatine) perché collegati con la banda partigiana “Mosconi”, attiva a Monte Mario. La storia giudiziaria di Bruna si conclude, invece, il 13 ottobre del 1953 con la conferma di 30 anni di carcere.

P.P.PASOLINI:“Ecco… la Casilina, su cui tristemente si aprono le porte della città di Rossellini… ecco l’epico paesaggio neorealista, coi fili del telegrafo, i selciati, i pini, i muretti scrostati, la mistica folla perduta nel daffare quotidiano le tetre forme della dominazione nazista” da (P.P. Pasolini,
La religione del mio tempo).
Con Roma città aperta, proiettato i primi di ottobre per l’anteprima italiana al Festival del Quirino, Rossellini riproduce la memoria stessa del suo pubblico, ponendosi suo malgrado quale messia della nuova cinematografia neorealista. Se il riconoscimento di tale ruolo suscita in Italia qualche perplessità, gli americani si dicono entusiasti dell’opera rosselliniana. Tanto da indurre la critica a considerare Rossellini la chiave che aprirà le porte degli investimenti americani nel cinema italiano.