La principessa Maria Cristina Barbiano di Belgiojoso Trivulzio.Articolo di Anselmo Pagani-Biblioteca DEA SABINA

Biblioteca DEA SABINA

La principessa Maria Cristina Barbiano di Belgiojoso Trivulzio.Articolo di Anselmo Pagani-

In piazza Belgioioso, in pieno centro di Milano, davanti al palazzo di famiglia una statua in bronzo in grandezza naturale riproduce le fattezze della padrona di casa: la principessa Maria Cristina Barbiano di Belgiojoso Trivulzio.

principessa Maria Cristina Barbiano di Belgiojoso Trivulzio

L’opera la mostra nell’attimo in cui si alza dalla scrivania per accogliere un visitatore, rendendo col bronzo il dinamismo di questa donna che, un tempo la più ricca ereditiera della nostra Penisola, rinunciò al patrimonio familiare per diventare patriota ed entrare nella Carboneria.

Nata il 26 giugno del 1808 a Milano, Maria Cristina Trivulzio discendeva da un’antica Casata nobiliare alla quale erano appartenuti podestà, capitani di ventura, alti prelati e un’infinità di personaggi illustri.

principessa Maria Cristina Barbiano di Belgiojoso Trivulzio

Rimasta orfana di padre, a 16 anni scelse come sposo il principe Emilio Barbiano di Belgiojoso, un “bello e dannato” che tornò subito alla vita di impenitente libertino e spendaccione.

Ma Maria Cristina per carattere, dignità e lignaggio, non era certo la donna che, di fronte alle ripetute infedeltà del consorte, potesse far finta di nulla, chinando il capo.

Accortasi dell’errore, dopo quattro anni di tribolata vita coniugale si separò da lui, riprendendo a vivere da libera, incurante dello scandalo causato agli occhi di tanti “benpensanti”.

principessa Maria Cristina Barbiano di Belgiojoso Trivulzio

Dopo relazioni fugaci e la nascita nel 1838 dell’unica figlia, si legò all’uomo che avrebbe rappresentato per lei l’amore della vita: il francese François Mignet.

Sul finire degli anni Venti del XIX secolo entrò nel mirino della polizia austriaca per le sue frequentazioni carbonare.

Onde evitare l’arresto, nel 1831 dovette riparare a Parigi, dove diede vita a un salotto di letterati, patrioti e musicisti sempre sostenendo la causa dell’indipendenza italiana, che non smise mai di aiutare anche raggranellando denaro con lezioni di musica e lingua italiana.

Tornata in Italia nel 1840, si stabilì nel Milanese facendo la spola fra il suo palazzo in pieno centro di Milano, il castello di Locate Triulzi e la villa di Merate, in Brianza.

Incapace di stare con le mani in mano, si dedicò al sociale favorendo l’apertura di asili, scuole, opifici e fornendo di dote le giovani in condizioni di povertà.

Sempre in prima linea, lo fu anche a Roma durante la sfortunata esperienza della Repubblica Romana del 1849, dove per supplire al caos degli ospedali organizzò un primo servizio di “crocerossine”, in anticipo sull’inglese Florence Nightingale.

Con la restaurazione papalina dovette rifugiarsi all’estero, prima in Grecia, poi Turchia e infine ancora a Parigi, da dove sarebbe rientrata a Milano nel 1861, giusto in tempo per festeggiare la nascita del Regno d’Italia, per cui si era tanto battuta.

principessa Maria Cristina Barbiano di Belgiojoso Trivulzio

Nel capoluogo ambrosiano avrebbe trascorso gli ultimi dieci anni di vita impegnandosi per il riscatto “della condizione delle donne e del loro avvenire”.

Quando spirò il 7 luglio del 1871, con lei si spense una pioniera dell’emancipazione femminile.

Accompagna un’immagine del “Monumento a Cristina di Belgiojoso Truvulzio”, di Giuseppe Bergomi, 2021, Milano – Piazza Belgiojoso.

(Testo di Anselmo Pagani)Fonte Donne nella Storia