VIAGGIANDO LAZIO-GRECCIO, piccolo borgo del Reatino ai confini con l’Umbria, è uno di quei nomi che ricorre spesso leggendo la biografia di San Francesco. Qui il Poverello di Assisi veniva a meditare sui monti a oltre 1.000 metri di altitudine, qui ha dato il via alla costruzione di una chiesa e, sempre a Greccio, Francesco ha rappresentato per la prima volta la scena della natività “inventando il presepe”. Oggi inserito tra i Borghi più belli d’Italia, Greccio ha mantenuto il suo affascinante aspetto medioevale, mentre il verde dei boschi che lo circondano lo rende una località ideale anche per immergersi nella natura.
Giungendo a Greccio e passeggiando per le sue vie acciottolate, salendo i gradini che portano alla trecentesca chiesa parrocchiale e ammirando i torrioni che sono ciò che rimane dell’antichissimo castello, non si può fare a meno di lasciarsi trasportare indietro nel tempo.Tra le vie del borgo si segue il Sentiero degli Artisti un percorso guidato ricco di immagini che rappresentano la natività.
Imperdibile poi la visita all’Eremo di San Francesco dove nel 1223 fu rappresentato il Primo Presepio della storia e dove è sorto un complesso conventuale con il santuario dedicato al santo. Qui è possibile ammirare la grotta dove si tenne la prima rappresentazione del presepe e la cella dove dormiva il Santo.
Greccio- 9 settembre 2022-A fine agosto, l’avvolgente scenario notturno di Greccio ha fatto da quinta teatrale ad una interessante conferenza tra le stelle dal titolo “Tanti mondi, una sola vita?”, a cura del prof. Andrea Banchelli, docente molto conosciuto in Sabina, geologo e divulgatore scientifico apprezzato
Non si è trattato di suggestioni e ammiccamenti a quel fascino dell’alieno che da decenni ammalia fantascienza, cinema e vita quotidiana, bensì di un excursus intellettuale e concreto sugli sviluppi della ricerca scientifica mondiale – che vede un’ottima rappresentanza italiana – rispetto a possibili forme di vita extraterrestre nell’universo.
Durante la conferenza è stato fatto il punto sulle ricerche e sulle ipotesi scientifiche recenti che stanno indagando sulla presenza fuori dal nostro pianeta dei “mattoni” fondamentali della vita: carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno, fosforo e zolfo e delle loro possibili combinazioni e non si è certo disquisito su entità con quattro orecchi e otto braccia.
L’argomento è stato trattato con leggerezza, come si conviene a un capace divulgatore, e ha solleticato la platea anche con osservazioni curiose sulle scoperte scientifiche, sollecitando al tempo stesso stimoli per approfondire e riflettere in un ambito culturale allargato.
Un lento pede che ha condotto dal racconto delle prime suggestioni e scoperte alle ultime e importanti evidenze scientifiche, supportate e ampliate dall’equipaggiamento tecnologico divenuto ormai una leva potente che sta consentendo alla ricerca astronomica di indagare ben oltre il nostro sistema solare.
La panoramica di Banchelli si è soffermata brevemente sul lavoro del chimico Arrhenius che nei primi decenni del novecento, fuorviato dalla spessa copertura nuvolosa su Venere, ipotizzò che il pianeta, in realtà arido e inospitale, fosse umido per la presenza di molta acqua e sull’attività dell’astronomo italiano Schiaparelli che per primo studiò i Canali sul pianeta Marte, mettendo in evidenza gli equivoci scaturiti negli anni successivi nel mondo scientifico, soprattutto in ambito anglosassone. Infatti, un banale ma strategico errore di traduzione del termine Canale, reso in inglese con Canal (canale artificiale) invece che con il più corretto Channel (naturale conformazione del terreno), portò a un fraintendimento colossale e a diverse speculazioni ardite sulla presenza nel passato di forme di vita aliena su quel pianeta, i cosiddetti Marziani!
Il viaggio divulgativo è poi continuato soffermandosi su Encelado e Titano, due dei satelliti di Saturno; del primo, scoperto a fine settecento dall’astronomo tedesco Herschel, le sonde inviate a partire dagli anni ottanta dello scorso secolo hanno permesso di approfondire conoscenza e struttura; la sonda Cassini nel 2015 ha ulteriormente perfezionato l’analisi, rivelando la presenza di un oceano liquido sotto la crosta ghiacciata e rendendo possibile la formulazione di nuove e feconde ipotesi di lavoro. Anche nella composizione geologica di Titano, la missione congiunta della NASA e delle Agenzie spaziali europea e italiana ha individuato accanto alla roccia la presenza di ghiaccio d’acqua.
Infine, a conclusione, è stato fatto un accenno al tema affascinante degli esopianeti, i “nuovi” oggetti attenzionati dalla ricerca scientifica negli ultimi decenni. Si tratta di pianeti molto distanti da noi, orbitanti attorno a una stella, fuori dal nostro sistema solare, che, grazie alla strumentazione d’avanguardia – Bianchelli si è soffermato in particolare sul super telescopio JamesWebb – potranno essere studiati e sempre meglio conosciuti in futuro.
Al termine della conferenza, accompagnata per tutta la durata da una pioggia insistente, la serata è diventata abbastanza tersa da consentire ai partecipanti l’osservazione di Giove e Saturno dai due telescopi di Stefano Tocchio e Davide Vicari, che con dotta guida hanno anche accompagnato la comprensione del manto stellare in quel momento visibile.
È stata un’esperienza magnifica, Giove e Saturno si sono offerti alle sbirciate dei partecipanti in maniera perfetta, luminosi e splendenti, Saturno i suoi anelli, addirittura scintillante.
E San Francesco?
La serata è stato uno degli eventi dell’edizione 2022 del Festival della Pace, organizzato dal 2019 dall’associazione Greccio Futura con il patrocinio del Comune di Greccio, in collaborazione con le associazioni Amici del centro storico di Greccio e l’Oasi di Greccio.
Il Festival, rassegna di arte, cultura, musica e spettacolo, come si intuisce, richiama e promuove valori ispirati alla cultura della pace e della natura, profondamente radicato nell’humus francescano che permea non solo il territorio di Greccio ma l’intera Valle Santa e i suoi quattro santuari.
Il Festival si è incamminato in questo solco e accompagnerà tutte le altre iniziative che si stanno organizzando per celebrare come si conviene l’ottavo centenario della nascita del primo presepe vivente che Francesco volle a Greccio nel 1222.
Dott.ssa Roberta Rondini
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