Mario Castellani è stato per Totò la spalla ideale-Biblioteca DEA SABINA
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Mario Castellani è stato per Totò la spalla ideale-
𝙈𝙖𝙧𝙞𝙤 𝘾𝙖𝙨𝙩𝙚𝙡𝙡𝙖𝙣𝙞 𝙉𝙖𝙩𝙤 𝙖 𝙍𝙤𝙢𝙖 𝙣𝙚𝙡 𝟭𝟵𝟬𝟲. 𝙈𝙤𝙧𝙩𝙤 𝙖 𝙍𝙤𝙢𝙖 𝙞𝙡 𝟮𝟲 𝙖𝙥𝙧𝙞𝙡𝙚 𝟭𝟵𝟳𝟴-Mario Castellani è stato per Totò la spalla ideale. Ha preso parte a ben quarantadue dei circa cento film “girati” dal grande comico napoletano. Probabilmente un record di “coppia cinematografica”, quantomeno italiana. Iniziata nel 1945 con il film “Il ratto delle sabine”, la collaborazione tra i due aveva però radici precedenti. Il primo riscontro lo fornisce il cartellone di Madama follia, uno spettacolo di rivista del 1928.
Si tratta del primo spettacolo, di livello nazionale, in cui compare per la prima volta il nome di Totò accanto a quello della diva del momento, Isa Bluette, e tra i protagonisti c’è anche Mario Castellani. E’ la loro prima esperienza professionale in comune. Resterà un episodio isolato.
Sino a quando i due non si ritroveranno. Come racconta lo stesso Castellani: “Incontrai Totò nel 1927. Lui proveniva dal varietà, io dall’operetta. Allora le riviste erano a filo conduttore ed eravamo i due comici della rivista. Poi ci lasciammo per delle vicissitudini dovute alla tremenda crisi del teatro e ci riunimmo nel 1941.
In compagnia c’era Anna Magnani e facemmo teatro assieme e poi ho continuato con lui per anni anni e anni, in teatro e in cinema.” (Mario Castellani – intervista alla Rai dopo la morte di Totò, nel 1967). Nel 1941, dunque, i due si ritrovano, ancora una volta in uno spettacolo di rivista, Quando meno te l’aspetti.
Non sarà stato da questo momento che il “comico” Castellani si trasforma in “spalla” di Totò. Certo è, però, che tra i due non c’è più il rapporto che intercorre tra i “due comici della rivista”. Totò ha già raggiunto il successo.
A teatro ha il nome “in ditta”, come si dice. Ed è già iniziata la sua esperienza cinematografica. Lo riconosce lo stesso Castellani, quando, alla morte di Totò, dichiara: “Totò è stato un caposcuola, ha insegnato un po’ a tutti, tutti hanno attinto e attingeranno ancora da lui per molto tempo.
Le cose che Totò poteva insegnare sono innumerevoli. La meccanica, la tecnica, l’improvvisazione, il gioco mimico, perché era un grandissimo mimo.” Una dichiarazione che lascia intuire una profonda ammirazione, la stessa che ha alimentato e sviluppato in simbiotico il rapporto “spalla-comico”, così come Totò evidentemente l’intendeva.
Castellani era un buon attore e aveva tutte le caratteristiche artistiche per essere una “buona” spalla, ma avrebbe ridotto il suo il ruolo a poco più che una presenza, a fronte dell’aggressività di Totò, se non avesse integrato, con le sue qualità umane e intellettuali, il rapporto con il grande comico. La loro diviene un’amicizia profonda che ha riverberi anche in palcoscenico e a cinema. Tant’è che Totò lo considera indispensabile. Lo vuole sempre accanto e, quando nel cast non c’è posto per lui, chiede e ottiene che sia scritturato come aiuto-regista.
Questo capita, in particolare, dopo il 1957, quando Totò, colpito da una grave malattia agli occhi, diviene semi-cieco. Da allora in poi il rapporto, umano e artistico, ha modo di evidenziarsi nella sua totale completezza. Castellani, che sia o meno nel cast, resta sempre al fianco di Totò, gli legge la parte, gli spiega, a lui quasi cieco, come è disposta la scena e i movimenti che deve fare.
Già prima, però, di questo dramma che colpisce Totò, Castellani-spalla ha accettato il ruolo di “vittima” al quale lo costringe la comicità esuberante ed aggressiva dell’amico. Racconta Totò: “Nello sketch del vagone letto, qualche volta finiva per arrabbiarsi sul serio perché io lo angariavo in ogni modo, gli impedivo di dormire, gli gettavo la valigia dalla finestra, gli ripetevo una dopo l’altra le mie solite frasi di disturbo: “lei non sa chi sono io, ma mi facci il piacere….”. Insomma un tormento! A cui evidentemente Castellani si sottopone volentieri, e non solo per amicizia.
La sua carriera professionale è indissolubilmente legata a Totò e questo lo sa bene, tant’è che in seguito si limitano alle dita di una mano le altre occasioni di lavoro che gli capitano, e tutte di routine. Mentre Totò completa la sua carriera lavorando con registi di fama internazionale (Lattuada, Pasolini, Dino Risi) Una dedizione, per concludere, assoluta che, sul piano artistico, si è, nella sostanza, trasformata in plagio. E questa non è un’accusa al grande comico. Totò era Totò e la sua carica di prevaricazione era una connotazione naturale e ineliminabile della sua comicità. Che è stata certamente esaltata dalla recitazione remissiva e accondiscendente di Castellani.
Entrambi ne erano perfettamente coscienti, diversamente non avrebbero lavorato tanto assieme. Il merito maggiore di Castellani sta proprio in questo: nell’aver capito che, attraverso il suo modo di essere attore, si esaltavano le qualità migliori di Totò.
𝙄 𝙛𝙞𝙡𝙢 𝙙𝙞 𝙈𝙖𝙧𝙞𝙤 𝘾𝙖𝙨𝙩𝙚𝙡𝙡𝙖𝙣𝙞 𝙘𝙤𝙣 𝙏𝙤𝙩𝙤̀: 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙤 𝙞 𝙦𝙪𝙖𝙩𝙩𝙧𝙤, 𝙌𝙪𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙚̀ 𝙡𝙖 𝙫𝙞𝙩𝙖, 𝙄𝙡 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙘𝙤𝙢𝙞𝙘𝙤 𝙨𝙥𝙚𝙩𝙩𝙖𝙘𝙤𝙡𝙤 𝙙𝙚𝙡 𝙢𝙤𝙣𝙙𝙤, 𝙐𝙣𝙖 𝙙𝙞 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙚, 𝙂𝙪𝙖𝙧𝙙𝙞𝙚 𝙚 𝙡𝙖𝙙𝙧𝙞, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙖𝙡 𝙜𝙞𝙧𝙤 𝙙’𝙄𝙩𝙖𝙡𝙞𝙖, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙋𝙚𝙥𝙥𝙞𝙣𝙤 𝙚 𝙡𝙖 𝙢𝙖𝙡𝙖𝙛𝙚𝙢𝙢𝙞𝙣𝙖, 𝙐𝙣 𝙩𝙪𝙧𝙘𝙤 𝙣𝙖𝙥𝙤𝙡𝙚𝙩𝙖𝙣𝙤, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙖 𝙘𝙤𝙡𝙤𝙧𝙞, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙚 𝘾𝙡𝙚𝙤𝙥𝙖𝙩𝙧𝙖, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙨𝙘𝙚𝙞𝙘𝙘𝙤, 𝙄 𝙥𝙤𝙢𝙥𝙞𝙚𝙧𝙞 𝙙𝙞 𝙑𝙞𝙜𝙜𝙞𝙪̀, 𝙇’𝙞𝙢𝙥𝙚𝙧𝙖𝙩𝙤𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝘾𝙖𝙥𝙧𝙞, 𝘾𝙝𝙚 𝙛𝙞𝙣𝙚 𝙝𝙖 𝙛𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙗𝙖𝙗𝙮?, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙤 𝙞𝙡 𝙥𝙞𝙧𝙖𝙩𝙖 𝙣𝙚𝙧𝙤, 𝟰𝟳 𝙢𝙤𝙧𝙩𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙥𝙖𝙧𝙡𝙖, 𝙁𝙞𝙜𝙖𝙧𝙤 𝙦𝙪𝙖 𝙛𝙞𝙜𝙖𝙧𝙤 𝙡𝙖, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙘𝙚𝙧𝙘𝙖 𝙘𝙖𝙨𝙖, 𝙇𝙚 𝙨𝙚𝙞 𝙢𝙤𝙜𝙡𝙞 𝙙𝙞 𝘽𝙖𝙧𝙗𝙖𝙗𝙡𝙪̀, 𝙉𝙤𝙞 𝙙𝙪𝙧𝙞, 𝙇’𝙪𝙤𝙢𝙤 𝙡𝙖 𝙗𝙚𝙨𝙩𝙞𝙖 𝙚 𝙡𝙖 𝙫𝙞𝙧𝙩𝙪̀, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙋𝙚𝙥𝙥𝙞𝙣𝙤 𝙚 𝙡𝙖 𝙙𝙤𝙡𝙘𝙚 𝙫𝙞𝙩𝙖, 𝙄 𝙩𝙧𝙚 𝙡𝙖𝙙𝙧𝙞, 𝙎𝙚𝙩𝙩𝙚 𝙤𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙜𝙪𝙖𝙞, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙙𝙞𝙖𝙗𝙤𝙡𝙞𝙘𝙪𝙨, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙋𝙚𝙥𝙥𝙞𝙣𝙤 𝙚 𝙞 𝙛𝙪𝙤𝙧𝙞𝙡𝙚𝙜𝙜𝙚, 𝙄𝙡 𝙧𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙨𝙖𝙗𝙞𝙣𝙚, 𝙁𝙞𝙛𝙖 𝙚 𝙖𝙧𝙚𝙣𝙖, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙡𝙚 𝙈𝙤𝙠𝙤̀, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙘𝙚𝙧𝙘𝙖 𝙢𝙤𝙜𝙡𝙞𝙚, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙚 𝙞 𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙍𝙤𝙢𝙖, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙩𝙚𝙧𝙯𝙤 𝙪𝙤𝙢𝙤, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙏𝙖𝙧𝙯𝙖𝙣, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙚 𝙡𝙚 𝙙𝙤𝙣𝙣𝙚, 𝘿𝙤𝙫’𝙚̀ 𝙡𝙖 𝙡𝙞𝙗𝙚𝙧𝙩𝙖̀, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙚 𝘾𝙖𝙧𝙤𝙡𝙞𝙣𝙖, 𝙄𝙡 𝙢𝙚𝙙𝙞𝙘𝙤 𝙙𝙚𝙞 𝙥𝙖𝙯𝙯𝙞, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙘𝙚𝙧𝙘𝙖 𝙥𝙖𝙘𝙚, 𝙏𝙚𝙢𝙥𝙞 𝙣𝙤𝙨𝙩𝙧𝙞, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙖𝙡𝙡’𝙞𝙣𝙛𝙚𝙧𝙣𝙤, 𝙇𝙖 𝙘𝙖𝙢𝙗𝙞𝙖𝙡𝙚, 𝘾𝙝𝙞 𝙨𝙞 𝙛𝙚𝙧𝙢𝙖 𝙚̀ 𝙥𝙚𝙧𝙙𝙪𝙩𝙤, 𝙇𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙖 𝙩𝙧𝙚 𝙥𝙞𝙖𝙯𝙯𝙚, 𝙄 𝙙𝙪𝙚 𝙢𝙖𝙧𝙚𝙨𝙘𝙞𝙖𝙡𝙡𝙞, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙩𝙧𝙪𝙛𝙛𝙖 𝟲𝟮, 𝙇𝙤 𝙨𝙢𝙚𝙢𝙤𝙧𝙖𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝘾𝙤𝙡𝙡𝙚𝙜𝙣𝙤, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙙𝙞 𝙣𝙤𝙩𝙩𝙚 𝙣.𝟭, 𝙄𝙡 𝙘𝙤𝙢𝙖𝙣𝙙𝙖𝙣𝙩𝙚, 𝙄𝙡 𝙢𝙤𝙣𝙖𝙘𝙤 𝙙𝙞 𝙈𝙤𝙣𝙯𝙖, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙨𝙚𝙭𝙮, 𝙇𝙚 𝙢𝙤𝙩𝙤𝙧𝙞𝙯𝙯𝙖𝙩𝙚, 𝙏𝙤𝙩𝙤̀ 𝙙’𝘼𝙧𝙖𝙗𝙞𝙖, 𝙂𝙡𝙞 𝙖𝙢𝙖𝙣𝙩𝙞 𝙡𝙖𝙩𝙞𝙣𝙞.
𝘿𝘼𝙇 𝙒𝙀𝘽