Nobuyoshi Araki compiles decades’ worth of images in this ultimate retrospective of his career. First published as a Limited Edition and now in a new, compact format, this collection delves deep into Araki’s best-known imagery: Tokyo street scenes; faces and foods; sensual flowers; female genitalia; and the Japanese art of bondage.
Dopo aver studiato fotografia, cominciò a lavorare per l’agenzia pubblicitariaDentsu, dove conobbe la sua futura moglie, Yoko. Dopo il matrimonio Araki pubblicò una raccolta di fotografie (Sentimental journey, 1971) scattate alla moglie durante il loro viaggio di nozze. Yoko morì nel 1990 di cancro alle ovaie, e le foto dei suoi ultimi giorni vennero pubblicate da Araki in un libro dal titolo Winter journey.
Ha pubblicato più di 350[1]libri ed è considerato uno degli artisti più prolifici di sempre. Ha lavorato anche per riviste come Playboy, Déjà-Vu ed Erotic Housewives. È stato più volte arrestato in Giappone, anche se non è mai finito in carcere, con l’accusa di oscenità; anche il direttore di un museo venne arrestato per aver esposto alcune sue foto.
^ Il numero dipende da come vengono contate le riedizioni di opere già pubblicate. Ma Kōtarō Iizawa ne ha contate 357 in Araki-bon! 1970–2005 / A Book of Araki Books! 1970–2005 (Tokyo: Bijutsu Shuppansha, 2006; ISBN 4-568-12071-3). (Nonostante il titolo alternativo in inglese, il libro è solo in giapponese)
Decrizione del libro di Peter Lindbergh-Editore Taschen-With such credits as the Calvin Klein Eternity campaigns, shooting the first Vogue cover under Editor-in-Chief Anna Wintour, and helping to catapult the ’90s supermodels to mega fortune and fame, Peter Lindbergh has emblazoned his name into the halls of fashion history. The industry quickly became enamored with his almost anti-fashion fashion photography, capturing the spirit of his subjects rather than highlighting impossible ideals. In this book, the influential Lindbergh works to redefine beauty standards with awe-inspiring, never-before-seen images taken at his iconic Pirelli shoot. Beautiful women with beautiful minds are portrayed simply, accessibly, and in breathtaking fashion—unapologetic pores, fine lines, freckles, and all. The only photographer granted permission to shoot the calendar more than twice, Lindbergh leverages the marketing tool as an opportunity to communicate the zeitgeist. In lieu of opting for a traditional nudity-focused aesthetic and flawless supermodel lineup, he casts 14 Hollywood actresses (including 11 Oscar winners) instead. The message? True beauty isn’t perfect; it’s rooted in interest, intelligence, and emotional appeal. The photographer: Peter Lindbergh was born in Lissa, Germany, in 1944. His celebrated work is part of many permanent collections of fine art museums and has been presented in prestigious museums and galleries around the world, from the Victoria & Albert Museum in London to Centre Pompidou in Paris, as well as in solo exhibitions at Hamburger Bahnhof, Museum für Gegenwart, Berlin; Bunkamura Museum of Art, Tokyo; and the Pushkin Museum of Fine Arts, Moscow. Lindbergh lives and works between Paris, New York, and Arles.
Peter Lindbergh
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Roma-A seguito del grande successo di partecipazione la mostra Caro Alberto si sposta a Roma. Dopo la prima tappa presso lo Spazio Tempesta a Recanati, la mostra inaugura il 19 ottobre alle 18.00 all’Alvèus Studio di Roma.
Il progetto Caro Alberto è un omaggio all’artista, al professore, all’amico Alberto Garutti venuto a mancare il 24 giugno 2023. La mostra di cartoline, a lui dedicata, nasce dal confronto con tanti artisti, suoi ex studenti delle varie scuole in cui ha insegnato, che dopo la sua morte si sono ritrovati con altri amici dell’artista nella chat whatsapp “Condominio Garutti” ancora oggi attiva per ricordarlo e omaggiarlo. L’intento è di dedicargli brevi testi, immagini, disegni, tramite l’invio di una o più cartoline postali.
Roma-All’Alvèus Studio la mostra Caro Alberto
La mostra comprende centinaia di cartoline-opere realizzate da artisti, critici, curatori e amici ed ex studenti dedicata ad Alberto Garutti. La mostra è aperta al pubblico e durante la sua durata, saranno messe a disposizione dei visitatori delle cartoline in bianco da compilare e da aggiungere a quelle, oltre 250, già esposte. Un modo per rendere ancora più partecipativo e corale l’omaggio ad Alberto Garutti.
Scrive nel suo testo Giacinto Di Pietrantonio, curatore e amico di Garutti:
“Alberto è stato un artista significativo non solo per l’arte, ma anche per l’insegnamento dell’arte, cosa di cui però diceva che non si può insegnare. Tuttavia lui aveva un modo tutto suo per parlare di arte e stimolare gli studenti a produrre lavori da artisti e non da studenti, perché tali li considerava e per questo discuteva con loro alla pari stimolandoli a presentare e dibattere delle proprie opere mai considerati compiti. La discussione dell’arte era al centro della sua poetica nelle scuole in cui ha insegnato, o meglio militato. La sua era una militanza che non faceva nessuna differenza tra il dentro e il fuori e difatti la discussione era al centro della sua arte pubblica fatta di installazioni opere nate da e con le discussioni con i cittadini a cui l’opera era destinata. Per questo il concetto di opera per Garutti era ciò che metteva al centro lo spettatore, che è una delle questioni cruciali dell’arte dei nostri tempi. In questo senso l’opera si sarebbe potuta realizzare anche in sua assenza e difatti quando è venuto a mancare spontaneamente i suoi ex “studenti”, centinaia, si sono ritrovati a discutere sia dal vero che in chat sulla sua eredità, mancanza fisica che non vuol dire mentale. Chat ancora oggi attiva, quindi potremmo dire che questa lunga discussione che dura da più di un anno è una sua opera in assenza che ha generato anche la mostra di un artista a tutti molto caro.”
La mostra Caro Alberto nella sua tappa romana è ospitata da Alvèus studio, lo studio-laboratorio di Alice Schivardi, ex studente di Alberto Garutti all’Accademia di Brera. Lo spazio ospita mostre, performance, talk, laboratori didattici e accoglie, a partire dall’arte visiva, altre forme di espressione che diventano il pretesto per allargare lo sguardo su temi di attualità, con particolare attenzione al tema relazionale.
Al termine delle mostre, tutte le cartoline ricevute saranno raccolte in una collettiva scatola-opera e donate all’Archivio Alberto Garutti, a custodire la memoria e il lascito di un artista che ha segnato profondamente il panorama artistico italiano e internazionale.
Hanno partecipato tanti artisti e non tra cui: Rebecca Agnes, Sabrina Balbarani, Simone Berti, Davide Bertocchi, Luca Bolognesi, Rossana Buremi, Verdiana Calia, Valerio Carrubba, Roberto Casti, Mariangela Capossela, Laura Cherubini, Nada Cingolani, Paola Cominato, Isabelle Cordemans, Sabine Delafon, Giacinto Di Pietrantonio, Ettore Favini, Francesco Fossati, Giuseppe Gabellone, Paola Gaggiotti, Stefania Galegati, Alberto Guidato, Giovanni Kronenberg, Claudia Losi, Lorenzo Lotto, Micol Magni, Gian Maria Marcaccini, Beatrice Marchi, Franco Marconi, Melinda Mauri, Carmen Mazza, Sabrina Mezzaqui, Mattia Montemezzani, Sabrina Muzi, Gabriele Negro, Nessy1, Alessandra Occa, Leonarda Pagnamenta, Sabrina Pecci, Diego Perrone, Luca Pozzi, Riccardo Previdi, Lara Rada, Farid Rahimi, Stefania Ricci, Panagiotis Samsarelos, Giancarlo Sanfrancesco, Alice Schivardi, Davide Sgambaro, Anna Sostero, Andrea Sperni, Paola Squizzato, T-Yong Chung, Alberto Tadiello, Shigeri Takahashi, Maria Letizia Tisi, Adriana Torregrossa, Patrick Tuttofuoco, Camilla Vaccari, Michela Veneziano, Alice Vercesi, Ilaria Verdesca, Serena Vestrucci, Matteo Vettorello, Giorgia Vian, Alberto Vigliani, Luigi Viola, Cloe Piccoli, Luigi Ficacci, Anna Coliva, Marco Pace, Giuseppe Stampone, H. H. Lim, Enzo Cucchi, …
BIO Alberto Garutti (1948-2023) è stata una delle figure di riferimento sulla scena dell’arte italiana e internazionale degli ultimi quarant’anni. Da sempre interessato ad esplorare gli spazi e le dinamiche di relazione tra opera, spettatore ed istituzione, Garutti a partire dagli anni ’90 trasforma i modi di fare arte pubblica ridefinendone radicalmente i processi di concezione. I lavori pubblici di Alberto Garutti sono disegnati come sistemi aperti di relazione, forme d’incontro tra i cittadini, gli spettatori dell’arte e il paesaggio, sottili letture critiche del nostro presente. Artista e docente, è stato dal 1994 al 2013 titolare della cattedra di Pittura all’Accademia di Brera di Milano. Ha insegnato inoltre presso lo IUAV di Venezia e il Politecnico di Milano. Attraverso la sua lunga attività di professore ha dato un contributo significativo alla formazione di intere generazioni di artisti.
La sua ricerca di un dialogo aperto tra opera d’arte contemporanea, spettatore e spazio pubblico, gli è valsa l’invito a realizzare lavori per città e musei di tutto il mondo. Ha partecipato a grandi manifestazioni internazionali come la Biennale di Venezia, la Biennale di Istanbul, Arte all’Arte e la “Memory Marathon” presso la Serpentine Gallery di Londra e realizzato opere per musei e istituzioni tra cui SMAK di Gent, Museion di Bolzano, 21st Century Museum of Contemporary Art di Kanazawa, Fondazione Zegna a Trivero, la tenuta agricola di Generali, Ca’ Corniani a Caorle e il MAXXI di Roma e L’Aquila. Nel 2012 il PAC di Milano ha ospitato una grande mostra personale su Alberto Garutti dal titolo “Didascalia/Caption”, curata da Paola Nicolin e Hans Ulrich Obrist. Tra le opere più conosciute: “Ai nati oggi” realizzata a Bergamo, Gent, Istanbul, Mosca, Plovdiv, Roma, “Tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora” installata a Siena, Anversa, Milano, Firenze, Lugano, Kaunas, Loreto Aprutino, Copenaghen, Tokyo, Pescara e l’opera permanente situata in piazza Gae Aulenti, nel quartiere di Porta Nuova a Milano. Il 7 ottobre 2023 in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI è stata inaugurata l’opera permanente “Temporali” sul tetto del Museo MAXXI di Roma. Il progetto di una grande monografia sull’attività artistica di Alberto Garutti, concepita da Germano Celant e sostenuta da 6 importanti istituzioni museali italiane ed internazionali, ha vinto il bando di Italian Council 2023 promosso dal Ministero della Cultura e sarà pubblicata in primavera 2024.
SCHEDA TECNICA:
Titolo: Caro Alberto
A cura di: Giacinto Di Pietrantonio
Inaugurazione: Sabato 19 ottobre ore 18:00
Date: Dal 19 ottobre al 24 novembre 2024
INGRESSO GRATUITO
Dove: Alvèus Studio, Via Avellino 7, Roma
Orari di apertura: la mostra è aperta su appuntamento T. 3283034215.
Organizzazione: Alice Schivardi col supporto di Cindy Bocci, Gauri Abbattista e forno Ferrari
Aiuto allestimento: Pietro Zucca
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