KRIS VALLEJO Poetessa honduregna

KRIS VALLEJO
KRIS VALLEJO

poesia honduregna : KRIS VALLEJO

SAFFO
 
 
In stanze chiuse si celebrano rituali
Di quelli che cambiano il corso dei fiumi
E uccidono linguaggi atavici
Lì uniamo le mani tiepide
Come rocce ai piedi del vulcano
Gli occhi pieni di nuvole stanche di decifrare
[destinazioni
 
In stanze chiuse ci abbracciamo
Alla corteccia distrutta dell’attesa
Emettiamo sospiri contro pareti profonde
Volendo bere alle finestre del domani
 
Niente che inciampi nella luce che si estingue
Niente che disturbi nella caduta e nel pozzo
 
Che cosa siamo se non un pozzo?
Dentro tutte le tempeste, tutte le lacrime
Nessuno si affaccia se non con sete
Le estati sono lunghe nella nostra canicola
Quali uccelli fanno i loro nidi in un pozzo?
 
Ti canterò nella mia voce più dolce
In questa stanza chiusa voglio prendere la tua mano
Portarti tra i filoni d’oro che escono dal mio ventre.

 

 A VOLTE MI CHIAMANO DONNA
 
 
Acqua sufficiente per sommergersi
                                                     (la pista indelebile che ancora popoliamo con il nostro corpo)
 
Mi chiamano, se mi chiamano
                                                     (ho molti nomi,
                                                      obliqua e oscena mi chiamano,
                                                      vigilia e fitta mi chiamano)
 
Vengo da dove vengono tutte le cose
                                                     (più probabile di una bilancia vengo,
                                                      tra le tranquillità di un terremoto)
 
Sulla terra spigolosa e raccolta
                                                     (com’è dolce il sapore delle ossa!
                                                      il mio canto, il mio sostentamento)
 
Sono piedi che si aggrappano lì dove mi chiamano
                                                     (piedistallo sparso in divisioni atomiche,
                                                      passo da un piede all’altro per non naufragare)
 
Chi mi darà da bere se sono sazia?
Chi monterà padiglioni di sale tra le ferite della mia parola?
 
Dovrò baciare le labbra del nemico
nello stesso letto abitato e intenerito del mondo,
lì fuori,
dove ci nascondiamo al risveglio
 
Nell’anatomia delle età
la cellula prima fiorisce tra le mie mani

Da: Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea n. 6, a cura di W. Raffaelli e G. Lauretano, Raffaelli 2018.
 

KRIS VALLEJO Nata a Tegucigalpa, Honduras, nel 1974, si è prima diplomata presso la Scuola Nazionale di Belle Arti dell’Honduras, poi laureata in Pubblicità presso l’Universidad Latina di Panamá. Artista, consulente di design e immagine grafica, da 22 anni si distingue, sperimentando materiali diversi e supporti grafici e plastici, per opere ove spesso la figura femminile funge da pretesto per un discorso su temi sociali ed estetici che riguardano anche la sua scrittura in versi.