Roma-XXV edizione di “Notti di Cinema a Piazza Vittorio”-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Roma-Estate Romana 2025-XXV edizione di “Notti di Cinema a Piazza Vittorio”
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Roma-Estate Romana 2025-XXV edizione di “Notti di Cinema a Piazza Vittorio”
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Roma, 9 febbraio 2025 – Concluso il restauro del monumento e questre ad Anita Garibaldi al Gianicolo.È stata inaugurata oggi, alla presenza del sindaco Roberto Gualtieri, del sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce e di Francesco Rutelli pronipote dell’artista Mario Rutelli, la conclusione del restauro del monumento equestre ad Anita Garibaldi. Il progetto – parte degli interventi PNRR – Caput Mundi curati dalla Sovrintendenza Capitolina – si è concluso nei tempi previsti (180 giorni).
Torna così al suo originario splendore il monumento dedicato all’eroina laica che domina dall’alto del Gianicolo la Città Eterna.
I lavori, a circa quindici anni dall’ultimo intervento, si sono resi necessari a causa dei fenomeni di corrosione della struttura portante, della presenza di lesioni verticali lungo le zampe posteriori del cavallo e dell’estesa colatura di ossidi di ferro che ricopriva gran parte del basamento in travertino, fenomeni dovuti agli agenti atmosferici e alle sollecitazioni del terreno.
L’intervento ha interessato sia le superfici in travertino (“cappellaccio di cava”) sia quelle in bronzo. Le parti lapidee sono state trattate per eliminare patine biologiche, muschi e licheni e per rimuovere incrostazioni e stratificazioni di ossidi ferrosi, sali di rame e sporco. Stuccature e micro-stuccature sono state effettuate su lesioni e fratture.
Le parti bronzee sono state liberate dai depositi superficiali; i fori di scolo sono stati disostruiti; crepe e mancanze di materiale sono state stuccate. Gli interventi sono stati fatti sia sulle superfici interne del cavallo sia sulle barre in ferro.
Al fine di mettere in sicurezza il monumento e allo stesso tempo monitorarne la stabilità, è stato messo in opera tra la pancia del cavallo e la base in bronzo posta sul basamento un puntello in acciaio provvisto di “sella”, del tutto reversibile, inserendo tra le due superfici del materiale ammortizzante per non creare attrito e consentire le dilatazioni termiche del metallo.
“Il restauro della statua equestre di Anita Garibaldi, il decimo intervento concluso del programma PNRR Caput Mundi, è una tappa fondamentale dell’attività di recupero dei monumenti del Gianicolo condotta dalla Sovrintendenza capitolina. L’intervento di carattere storico ed evocativo si concluderà con la restituzione del Mausoleo Ossario Garibaldino” ha dichiarato il Sovrintendente capitolino Claudio Parisi Presicce.
“Oggi abbiamo restituito alla città il meraviglioso monumento di Anita Garibaldi, finalmente restaurato, un lavoro accurato che davvero ci restituisce un simbolo importantissimo, di una donna coraggiosa che si batté per la nostra libertà, per la Repubblica romana. E quindi è giusto onorarla, ed è bello che questo straordinario monumento sia nuovamente fruibile da tutte le romane e i romani e i turisti“. Così il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri.
Cenni storici
L’idea di erigere un monumento sul Gianicolo dedicato ad Anita Garibaldi risale al 1905 con il proposito di inaugurarlo a Roma nel 1907, centenario della nascita dell’Eroe dei Due Mondi. Furono indetti ben due concorsi ma nessuno dei bozzetti proposti trovò il favore del pubblico. Il progetto fu poi ripreso dal nipote Ezio Garibaldi e, nel 1929, fu affidato all’artista Mario Rutelli con l’intenzione di inaugurare l’opera per il 50° anniversario della morte di Garibaldi, il 2 giugno 1932.
Rutelli si mise al lavoro immaginando l’Eroina in sella a un destriero in corsa con la pistola in pugno, come novella Amazzone.
La statua equestre di bronzo è alta 4 metri e mezzo e pesa 40 quintali. Il gruppo rappresenta Anita durante gli avvenimenti bellici (1840) della “Guerra dei Farrapos” per la difesa della “Republica Juiliana” fondata dopo la rivolta della provincia di Rio Grande do Sul contro l’Impero brasiliano; a briglie sciolte l’Eroina, sfugge ai soldati imperiali che avevano circondato la casa di campagna nel piccolo villaggio di Mostazas, dove dodici giorni prima, il 16 settembre 1840, aveva partorito il primogenito Menotti Domingo: con il figlio assicurato al petto mediante un fazzoletto datole da Garibaldi, con la mano sinistra si tiene alla criniera del cavallo mentre con la destra impugna, brandendola in alto, la pistola.
Il basamento in travertino, dal perimetro di 18 metri e pesante 80 quintali, custodisce al suo interno i resti di Anita; è fasciato da quattro altorilievi in bronzo che raffigurano episodi della vita avventurosa dell’eroina: Anita che guida i garibaldini durante la battaglia di Curitibanos; Anita che osserva i combattenti; Anita che cerca Garibaldi sul campo di battaglia tra i caduti e, infine, il marito che la trasporta morente tra le braccia.
Il 2 giugno 1932 l’opera fu inaugurata.
Vita di Anita Garibaldi
Anna Maria Ribeiro Da Silva nasce in Brasile intorno al 1820. Data in sposa giovanissima a Manuel Duarte de Aguiaz nel 1835, conobbe Giuseppe Garibaldi a Laguna nel 1839 e da allora in poi partecipò con passione a tutte le sue imprese. Lo sposò a Montevideo il 16 giugno 1842. Anita combatté al fianco del marito a porta S. Pancrazio e, dopo la caduta di Roma, lo seguì nella tragica ritirata, durante la quale perse la vita.
La salma fu tumulata nel cimitero parrocchiale delle Mandriole poi, alla presenza di Garibaldi, nel settembre del 1859 fu trasportata a Nizza. L’8 gennaio 1932 fu traslata da Nizza al cimitero di Staglieno a Genova, in attesa di essere condotta a Roma. Il trasporto funebre definitivo avvenne il 1° giugno, e si decise di tumulare i resti dell’Eroina nel basamento del monumento.
Roma, 18 dicembre 2024 – Ospitata ai Musei Capitolini, Villa Caffarelli, dall’11 febbraio al 18 maggio 2025, la mostra “I Farnese nella Roma del Cinquecento. Origini e fortuna di una collezione”, a cura di Claudio Parisi Presicce e Chiara Rabbi Bernard, costituisce uno degli eventi di punta organizzati dalla Sovrintendenza Capitolina all’interno dell’intervento “#Amanotesa” (PNRR CAPUT MUNDI), finalizzato a favorire l’inclusione sociale attraverso l’incremento dell’offerta culturale.
Per l’alto valore del progetto espositivo e per la sua rilevanza nell’ambito dell’anno giubilare, l’inaugurazione della mostra (10 febbraio 2025) è anticipata da un evento di “introduzione”, in programma giovedì 19 dicembre, ore 17.30, ai Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori, presso l’Esedra del Marco Aurelio, raccordo ideale tra la figura di Paolo III, la collezione Farnese e i Musei Capitolini.
Saranno presenti per i saluti istituzionali il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, l’Assessore alla Cultura, Massimiliano Smeriglio, S.E. l’Ambasciatore di Francia in Italia, Martin Briens, il Prof. Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei del Ministero della Cultura.
Il Sovrintendente Capitolino, Claudio Parisi Presicce, darà avvio ai lavori con un inquadramento di carattere generale su Paolo III Farnese e la Roma rinnovata alla vigilia del Giubileo del 1550 e una introduzione alla mostra, curata insieme a Chiara Rabbi Bernard. Seguirà l’intervento del Professore Carlo Gasparri (Prof. Emerito – Università degli Studi di Napoli Federico II), che ha dedicato molti dei suoi studi alla collezione Farnese di antichità, e la cui presentazione sarà incentrata sulle sculture un tempo di proprietà Farnese, conservate dalla fine del Settecento a Napoli. Alcune delle opere della collezione Farnese, punto di riferimento sin dal Cinquecento per artisti e studiosi, saranno protagoniste di un ulteriore approfondimento da parte del Dottor Adriano Aymonino (University of Buckingham) e della Dott.ssa Eloisa Dodero (Musei Capitolini). A chiudere l’evento sarà il Professore Salvatore Settis (Prof. Emerito – Scuola Normale Superiore di Pisa), che discuterà dei bronzi donati al Popolo Romano da papa Sisto IV – dal 2020 raccolti in un nuovo allestimento nell’Esedra del Marco Aurelio – e del futuro delle collezioni di archeologia nei musei contemporanei.
L’evento è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
La mostra (11 febbraio 2025 – 18 maggio 2025)
Il progetto espositivo è dedicato al momento di profonda trasformazione urbanistica della città di Roma, promossa da Paolo III Farnese (r. 1534-1549). All’indomani del tragico Sacco del 1527, la città si ritrova di fronte alla necessità di una rinascita rapida e vigorosa. All’impulso di Papa Farnese, si devono alcuni grandiosi interventi, tra cui la monumentalizzazione della Piazza del Campidoglio, affidata al genio di Michelangelo; la celebre statua equestre in bronzo di Marco Aurelio, trasferita nel 1538, per volontà del papa, dalla Piazza del Laterano, diventa il centro del colle capitolino; attorno, simbolo del passato grandioso di Roma, Michelangelo progetta una quinta scenografica e monumentale.
Paolo III avvia anche la più importane collezione di arte e di antichità della Roma del Cinquecento. Risale al 1545-1546 il rinvenimento nelle Terme di Caracalla di alcuni colossi in marmo, tra cui l’Ercole, il Toro e la Flora Farnese. Le statue sono subito trasferite nel cortile del Palazzo Farnese in Campo de’ Fiori.
Erede della collezione alla morte del papa è il nipote Alessandro (1520-1589), che trasforma Palazzo Farnese in una residenza raffinatissima, espressione suprema del potere farnesiano a Roma, in cui convivono sculture, iscrizioni e gemme antiche, preziosi elementi di arredo, disegni, incisioni, dipinti e affreschi dei maggiori artisti del tempo, tra cui Tiziano e i fratelli Carracci.
Se il Campidoglio monumentalizzato da Michelangelo costituisce la massima manifestazione dell’incisività “pubblica” dei Farnese, il palazzo in Campo de’ Fiori ne rappresenta il potere privato.
Ospitare una mostra sulla collezione Farnese ai Musei Capitolini (Villa Caffarelli), dunque, diventa una occasione preziosa per presentare e spiegare questa dinamica pubblico/privato in un momento solo apparentemente remoto, gli anni centrali del Cinquecento, ma in realtà molto più vicino a noi di quanto possiamo immaginare. Come negli anni Quaranta del Cinquecento, alla vigilia del Giubileo indetto da Paolo III, anche oggi Roma si rinnova, spinta dalla necessità di cambiare e trasformarsi, tra molti conflitti e molte incertezze.
Articolata in sei sezioni, la mostra, ospitata negli spazi espositivi di Villa Caffarelli, è il risultato di una complessa campagna di prestiti che ha visto coinvolti numerosi musei italiani e stranieri.
Il percorso espositivo prende l’avvio con la presentazione, attraverso planimetrie e incisioni, degli interventi di trasformazione della città alla vigilia del Giubileo del 1550. Il confronto tra il Camillo in bronzo delle collezioni capitoline, parte del nucleo dei bronzi lateranensi donati al “Popolo Romano” da Sisto IV nel 1471, e la sua copia in bronzo realizzata da Guglielmo della Porta per il Cardinale Alessandro Farnese negli anni Sessanta del Cinquecento, offre lo spunto per una prima riflessione sul rapporto tra collezione pubblica e collezione privata.
Segue una preziosa galleria di ritratti dei protagonisti della collezione negli anni del suo maggiore splendore, da papa Paolo III ai nipoti Alessandro e Ottavio (1524-1586). I grandi marmi rinvenuti nelle Terme di Caracalla, tra le prime sculture antiche a trovare posto nel cortile di Palazzo Farnese a Campo de’ Fiori, sono evocati da preziosi bronzetti, disegni e incisioni, nella sezione, intitolata “I Farnese e la passione per l’antichità”.
Il visitatore è quindi invitato a “entrare” nell’allestimento originario dell’antica collezione di Palazzo Farnese, percorrendo la “Sala dei Filosofi”, caratterizzata nel Cinquecento dalla presenza di statue, come la celebre Venere Callipigia del Museo Archeologico di Napoli, e la splendida Galleria affrescata dai Carracci, qui evocata da importanti disegni
preparatori degli affreschi e da alcune delle sculture più importanti esposte nel grande ambiente di rappresentanza, oggi conservate al Museo Archeologico di Napoli, che tornano ad essere visibili a Roma dopo il loro trasferimento nel corso dell’ultimo decennio del XVIII secolo.
Il percorso virtuale all’interno del palazzo riprende attraverso la ricostruzione del “Camerino” e della Galleria dei Quadri di Palazzo Farnese. La mostra si chiude con una stanza dedicata a un confronto tra due collezioni, quella dei Farnese e quella Orsini, appartenuta al celebre antiquario vicino alla nobile famiglia, accomunate entrambe da un comune destino di dispersione.
La mostra, a cura di Claudio Parisi Presicce e Chiara Rabbi Bernard, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzata da Zètema Progetto Cultura in collaborazione con Civita Mostre e Musei.
INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO
Introduzione alla mostra
Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori, Esedra del Marco Aurelio Giovedì 19 dicembre, ore 17.30
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili
La mostra
Dall’11 febbraio al 18 maggio 2025
Musei Capitolini, Villa Caffarelli
Via di Villa Caffarelli – 00186 Roma
Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Info
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00) www.museicapitolini.org www.museeincomuneroma.it