sabina romana
Alicia Martin Le cascate di libri a Madrid
Tumulti. Stragi contadine in Calabria (1906-1925)
Tumulti Stragi contadine in Calabria (1906-1925)
di Claudio Cavaliere (Autore), Isabella Bossi Fedrigotti (Prefazione)
Storie di stragi contadine dimenticate, di gente semplice e sconosciuta uccisa perché ha improvvisamente vinto i propri timori smettendo di avere paura. Storie di tante donne calabresi e del loro protagonismo negli accadimenti politici e sociali della Calabria dei primi del ‘900 fino all’avvento del fascismo. Un’altra storia della Calabria, quella che offre il proprio sangue per la dignità e la democrazia. “Sono storie vere e il lettore non può mettersi in salvo rifugiandosi nella convinzione che siano racconti, che siano romanzi, che siano vicende leggendarie.” (dalla prefazione di Isabella Bossi Fredigotti)
Marcus Vinicius de Moraes “Sonetto dell’amore totale”
Biblioteca DEA SABINA
Poesia di Marcus Vinicius de Moraes
“Sonetto dell’amore totale”
Ti amo tanto, amore mio… non canti
il cuore umano con maggiore verità…
Ti amo come amico e come amante
in una sempre diversa realtà.
Ti amo per affinità, di un quieto amore prestante
e ti amo al di là, presente nella nostalgia.
Ti amo, infine, con grande libertà
per l’eternità e a ogni istante.
Ti amo come un animale, semplicemente
di un amore senza mistero e senza virtù
con un desiderio massiccio e permanente.
E amandoti così, molto e sempre
un giorno nel tuo corpo all’improvviso
morirò per aver amato più di quanto ho potuto.
Marcus Vinicius de Moraes
Franco Leggeri Fotoreportage e Poesie dalla raccolta Murales Castelnuovesi-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
FRANCO LEGGERI Fotoreportage e Poesie dalla raccolta Murales Castelnuovesi
Castelnuovo, i colori e l’ideologia.
Questa mattina i colori di Castelnuovo
si disperdono come stelle filanti.
Colori profumati, impercettibili, e nascosti
tra il linguaggio degli ulivi.
E’ questa una mia visione interiorizzata,
ma sempre in cerca di un approdo sicuro.
Si, Castelnuovo non può essere un racconto sommario
ma, come le sequenze chimiche , deve espandersi
in una litania nell’immenso cielo.
Castelnuovo diventa una litania senza amen,
e senza consistenza, un oggetto fantasma
all’interno di una storia inaccessibile
che si frantuma come stelle filanti
nell’intimità di esperienze sofferte e malate
che diventano , esse stesse, oggetti appesi alle pareti del mio io.
Castelnuovo mi tenta ancora al peccato dell’illuminismo,
e così l’ideologia diventa il mio luogo del “niente”,
l’elemento misterioso di una poesia forgiata con i colori della pietra.
Colori castelnuovesi e tristezza ideologica
che sono come i dubbi di Amleto
in cerca di Ofelia che disperde, così tremante, i colori
della sua fragile innocenza.
Piange Castelnuovo in cerca dei colori,
sepolti trai vecchi tronchi deposti a terra ,
terra scura come i sogni svaniti all’alba
di questa poesia, ora diventata logora e affaticata
mentre rincorre il colore di questo giorno
sempre uguale agli altri.
Castelnuovo, Apartheid
Se l’odio non è mai neutro, perché nessuno lo combatte?
Sono un rifugiato tra le braccia della Dea Sabina
al sicuro , finalmente, a casa.
Ascolterò il Requiem , canto meraviglioso ,
nella tarda sera prigioniero
in questa assurda storia
e mi chiederò, sempre, se sarò capace di descrivere
la cantata tragica sugli orrori
prodotti dai falsi puritani castelnuovesi
distruttori e violentatori di sogni
e di bellezze acerbe, ma pronte alla primavera.
Questa tenera memoria, dolce e distratta
come la crema sulla torta che si disperde assieme al profumo della sera
che prega la luna e le stelle
e guarda oltre quel muro,
oltre quell’odio,
oltre la nera ignoranza .
Perché andare via da Castelnuovo?
Perché fuggire e difendersi dal razzismo?
Perché cercare un rifugio oltre i muri di cemento ?
Perché Castelnuovo produce solo odio ?
Slegare la storia, sconfiggere la tenebra
per riscrivere la bellezza della Gente castelnuovese
disegnata sul panno rosso e blù della memoria.
E’ questa l’ora di esiliare e disperdere i frammenti dell’orrore
nascosti nei rammendi delle bisacce aride
appese alla torre dell’orologio.
Castelnuovo e i colori della rabbia
Noi che abbiamo la parola interdetta
aspettiamo le stelle del cielo
per vedere ,da questo ponte della Storia,
l’ultima acqua silenziosa del nostro passato.
In questo spazio infinito dei ricordi
possiamo solo gettare i nostri sassi della rabbia.
Noi non abbiamo voce
perché oscurati e dimenticati
e il nostro respiro è nascosto al sole.
Ora l’ombra del silenzio scivola
e trascina a valle la voce dell’oblio.
A noi Castelnuovesi non resta che imparare
la trama dei racconti
nasconderli nel libro dell’anima
e custodirli nei cassetti della memoria.
Scriveremo e racconteremo
lo “schiaffo della resa”
che le sirene del potere ,
beffandosi del nostro dolore
e il non essere capaci di rifiutare le “monetine“ dell’umiliazione,
ogni giorno, ogni ora ci porgono
sul piatto della negazione.
Castelnuovo , Lontano dal Vento.
Fu Euripide la mia prima fuga dall’adolescenza,
mentre la neve rubava il mio sguardo
che tratteggiava la soglia ,
il confine, del mio sentimento che fu strutturato e descritto
in una liturgia che esautora le orditure ,
i simboli di struggenti antitesi.
Fu anche il blu che ,seminato nel silenzio della notte,
accese il dubbio e la paura.
Se a Castelnuovo Un piccolo soffio di vento alza le foglie che colorano di giallo i marciapiedi.
Castelnuovo ,le sue Colline.
Castelnuovo ha le colline
Come cupole coperte di ulivi
Dove l’erba si lascia cullare
Dall’alito del Farfa
Mentre nasce l’attimo di Pace
Che si abbandona al riposo dei pensieri.
L’erba, come Castelnuovo,rinasce come fosse immortale
E risorge dalla meravigliosa terra
Per donarsi alla dolcezza del giorno
Come coperta e cuscino
Dove poter sognare melodie
Che addolciscono gli anni passati
Mentre scrivo del tempo che ancora mi accompagna
Mentre sogno su questo foglio bianco.
Ricordo che Fu Euripide la mia prima fuga dall’adolescenza,
mentre la neve rubava il mio sguardo
che tratteggiava la soglia ,
il confine, del mio sentimento che fu strutturato e descritto
in una liturgia che esautorò le orditure ,
i simboli di struggenti antitesi.
Fu anche il blu che ,seminato nel silenzio della notte,
accese il dubbio e la paura.
Ora anche il vento si ripara dalla notte castelnuovese,
notte innamorata di Euripide e della luna.
Luna che trafigge il silenzio dell’anima,
dispersa tra le pietre dei giovani sogni.
Sogni che nascono cosi disadorni in questo novembre
che ha rinchiusi tra le siepi di bosso.
FRANCO LEGGERI-Poesie dalla raccolta Murales Castelnuovesi
ALESSANDRA FINITI Fotoreportage “Autunno in Sabina” -Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
(F.L.):“……Ecco l’autunno con la sua metamorfosi, le onde verdi in colline serene e i borghi con i rigoletti danzanti dai camini mentre i sentieri sono ricoperti di foglie lasciate libere dagli alberi e i cespugli spinosi ci regalano bacche rosse pronte per il Natale…...”
George Lundeen – Opera “Departure” (“Partenza”)-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
George Lundeen – Opera “Departure” (“Partenza”)
CASTELNUOVO di FARFA-1889-La vita nel Borgo-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
CASTELNUOVO -LA VITA NEL BORGO –nel 1889
BRANO dal libro di Franco Leggeri :Castelnuovo , la riva sinistra del Farfa.
Castelnuovo di Farfa: dalla fine del 1800 fino agli anni 1960, come si può ricostruire o immaginare la vita nel Borgo? Se fossi stato un cronista del diciannovesimo secolo ,inviato da un giornale, questo sarebbe stato il “pezzo” che avrei inviato alla redazione .
Castelnuovo di Farfa- 1889- (la data è stampata sulla foto)- Castelnuovo , la vita tranquilla del Borgo, il silenzio di piccole piazze (la piazzetta) e delle vie strette tra muri di pietra sono animate dai rumori “di una vita tranquilla”. La gente impegnata nel lavoro, svolge le proprie faccende “con ritmi non affrettati ”. Il tempo nel Borgo è segnato dalle stagioni che hanno inizio con feste religiose come, ad esempio, la festa di ottobre, LA FESTA DELLA QUINDICINA , oppure la festa di San Filippo in primavera ed ancora la Festa della Madonna degli Angeli in agosto. La fiera è un appuntamento importante per l’economia agricola degli abitanti, oggi diremo :“Si capitalizza e trasforma in liquidità , moneta, il lavoro.” La Fiera-Mercato era un appuntamento molto importante per i castelnuovesi; infatti la compravendita del bestiame o il commercio minuto dei generi di prima necessità, non prodotti dall’economia locale, diventano “scorte strategiche” da immagazzinare sia per le attività agricole sia per la vita domestica .
Al report per completezza avrei allegato la foto della TORRE DELL’OROLOGIO , in cui si vedono le case con le facciate annerite dal tempo, e anche dall’abbandono . Al Centro si è riunito un gruppo di donne, bambini e anche due ciclisti;le biciclette, probabilmente con le gomme piene, perché le strade non erano asfaltate, ma pavimentate con un misto di cava . Tutti i castelnuovesi erano incuriositi dalla complessa attrezzatura del fotografo: cavalletto di legno che sosteneva l’enorme macchina fotografica , spettacolo inconsueto per l’epoca , specialmente per i borghi agricoli tagliati fuori dai processi di industrializzazione e, quindi, dal progresso.
Oggi il centro storico di Castelnuovo è pressoché immutato, salvo la casa parrocchiale (orrenda) costruita negli anni ’50 o primi anni ’60. Per la realizzazione di questo edificio si è dovuto demolire l’antica bottega del falegname Asterio . La bottega demolita, io la ricordo con affaccio su di un piccolo piazzale, antistante palazzo Perelli, con al centro una vecchia macina di un mulino ad olio. BRANO dal libro di Franco Leggeri :Castelnuovo , la riva sinistra del Farfa.
Castelnuovo , la riva sinistra del Farfa.
Foto archivio privato Franco Leggeri
Franco Leggeri-CASTELNUOVO di FARFA-“gli speroni della Luna”-Brano da Murales Castelnuovesi
-Biblioteca DEA SABINA-
-Franco Leggeri Brano da Murales Castelnuovesi-
“gli speroni della Luna”
Brano da Murales Castelnuovesi di Franco Leggeri
Edoardo Sanguineti “La ballata delle donne”