Salvador Dali :“RITRATTO DI MIO PADRE”-Biblioteca DEA SABINA

Biblioteca DEA SABINA

Salvador Dali :“RITRATTO DI MIO PADRE”

RITRATTO DI MIO PADRE: SALVADOR A CONFRONTO CON SALVADOR

Nel 1925 Salvador Dali dipinge questo “Ritratto di mio padre”. E’ un’opera complessa perché complesso è il rapporto col padre.

Don Salvador, padre del Salvador pittore, era un notaio: diligente, rigido, severo, presente, oppressivo

Non era un rapporto semplice ma pieno di complicazioni, fra amore e repressione, fra il bisogno di ribellione del giovane Salvador e il bisogno di avere l’attenzione di un genitore autorevole nella sua comunità.

Salvador Dalì :”RITRATTO DI MIO PADRE”

Il ritratto esprime questa complessità. Don Salvador tiene in mano una pipa ma appare tranquillo, solido (come un muro, la sua giacca grigia quasi si fonde col muro retrostante), calmo. Le sue mani sono possenti e sicure, il suo sguardo deciso, la sua espressione controllata.

E’ un uomo forte, un uomo solido, un uomo che comanda, un uomo che è un riferimento per gli altri: la composizione gira tutta intorno a lui, lo sfondo è quasi annullato per lasciare spazio a lui

Al tempo stesso, c’è un senso di durezza, di ostilità, di rimprovero. Non c’è dolcezza in quegli occhi, sembra sul punto di pronunciare parole di richiamo al dovere. Il gioco di chiaroscuro sul suo volto lo rende sfuggente e vagamente sinistro

Il pittore che ritrae suo padre è anche il bimbo che guarda il suo genitore, fra il bisogno di averne l’attenzione, la voglia di sfuggire alle sue regole e la paura del suo giudizio

Salvador Dalì

Salvador Dalì, nato nel 1904 a Figueras, in Catalogna, è stato uno dei più grandi artisti del Novecento. Grande sperimentatore, è stato pittore, scultore, sceneggiatore, scrittore, cineasta, autore di scenografie, fotografo, oltre che un ottimo disegnatore e autore di stampe grafiche.

Studia all’Accademia di Belle Arti di San Fernando a Madrid, dove conosce Federico García Lorca e Luis Buñuel, regista con cui collaborerà nel 1929 al film manifesto del surrealismo Un chien andalou e l’anno successivo a L’age d’or, mentre aLorca lo lega un rapporto d’amicizia (alcuni dicono amore) e con lui collaborerà per la realizzazione di alcune sceneggiature teatrali.

La sua prima esposizione personale si tiene nel 1925 alla galleria Dalmau di Barcellonae l’anno successivo compie un primo viaggio a Parigi, immancabile per ogni artista che volesse stare al passo con i tempi e conoscere le ultime novità in ambito artistico: in questa occasione tra l’altro, conosce Pablo Picasso, a quella data già ampiamente riconosciuto concordemente come un maestro.

Nel 1929 conosce Gala, futura moglie e musa ispiratrice per tutta la vita.

Dalì fu tra i più celebri, ma anche più criticati esponenti del surrealismo, movimento nato nella Parigi del 1924 (il Manifesto del Surrealismo è firmato da André Breton in quell’anno). Il surrealismo dava largo spazio all’azione dell’inconscio e dei sogni (in quanto espressione dell’inconscio)e intendeva arrivare ad esprimere una realtà altra, surreale appunto, esterna a quella che tutti conosciamo. Dalì si avvicina nel 1930 al gruppo parigino stanziato a Montmartre, collaborandovi assiduamente per diversi anni.

È uno degli artisti di punta del gruppo di Breton: nel 1931 inventa i cosiddetti “oggetti surrealisti a funzione simbolica”, illustrandoli in un articolo pubblicato su Le Surréalisme au service de la révolution, rivista del movimento; dal 1933 pubblica testi e fotomontaggi anche su Minotaure, altra fondamentale rivista d’avanguardia parigina.

Nel 1934 si tiene la sua personale di pittura alla galleria newyorkese di Julien Levy, che ne decreta il successo oltre i confini europei.

Nel 1939 si allontana dai surrealisti, rompendo il legame di lavoro e amicizia che lo legava a Breton e compagni, a seguito di vari scontri intellettuali susseguitesi in quegli anni, e si trasferisce a New York con Gala.

Dalì è celebre come pittore, ma è stato anche un grande autore di stampe grafiche: aveva studiato le tecniche di stampa negli anni dell’Accademia, per maturarle poi negli anni Trenta. La sua altissima capacità di disegnatore si prestava bene per questo tipo di lavoro, tanto che ne realizza in gran numero e sempre ad un livello eccelso. Tra le sue serie grafiche sono celebri le illustrazioni realizzate per Les Chants de Maldoror, la Divina Commedia, l’Apocalisse di San Giovanni.

 

Fonte web-PISACANE ARTE