RIETI- Valle del Primo Presepe 2023, si parte con il Convegno di Greccio
La VII edizione de La Valle del Primo Presepe prenderà il via con il XX Convegno di Greccio, in occasione dell’VIII Centenario del Natale di Greccio e della Regola rrancescana, che si terrà nelle giornate di venerdì 5 e sabato 6 maggio, presso il Santuario e l’Oasi Gesù Bambino.
Un importante appuntamento scientifico dedicato alla professoressaChiara Frugoni a un anno dalla scomparsa, che al pari della relativa pubblicazione degli atti, è opera del Centro Culturale Aracoeli dei Frati Minori della Provincia di San Bonaventura, il quale annovera tra le sue specifiche attività, l’interesse e la cura per il patrimonio religioso e culturale della plurisecolare presenza dei francescani nel territorio.
A venti anni di distanza, quegli studi, operati con l’ausilio di alcuni dei più noti francescanisti, si rivelano insuperati e meritevoli di essere riproposti, in veste completamente rinnovata, alla vigilia dell’ottavo centenario del Natale di Francesco a Greccio.
Il convegno impreziosisce la già varata programmazione delle comunità ecclesiali del Reatino che con l’attenta regia dei Frati Minori e della Diocesi di Rieti, da vario tempo, in accordo con le istituzioni comunali di Rieti e Greccio, il sostegno della Regione Lazioe della Fondazione Varrone e la collaborazione di numerosi enti ed associazioni, hanno dato inizio al cammino de La Valle del Primo Presepe, un progetto che opera una sinergia a livello spirituale-culturale-strutturale, accompagnando l’approfondimento di senso di un intero territorio – la Valle santa di Rieti – interrogandosi e confrontandosi con la figura di Francesco d’Assisi che qui ha lasciato una sua traccia ben definita.
Il 1223 è un anno cruciale per Francesco e dopo la sofferta approvazione della Regola, maturata proprio nel vicino eremo di Fonte Colombo a Rieti, egli, intende dar vita ad un forte e accorato messaggio evangelico che accomuna tutti gli uomini in una riconciliazione amorevole che rappresenta uno dei vertici della sua riflessione cristiana.
Nel corso degli incontri, si darà luogo all’esame scientifico dell’episodio del Natale di Greccio del 1223 e, in sede critica, si farà il punto – mai operato in precedenza – di un evento che come pochi altri ha inciso sull’immaginario collettivo generando una ricca tradizione religiosa a livello culturale e a livello devozionale.
Il convegno diretto da padre Alvaro Cacciotti, vanta il patrocinio dell’Università per Stranieri di Siena, ed è realizzato in collaborazione con il Coordinamento Ecclesiale per l’VIII Centenario Francescano 2023-2026, la Diocesi di Rieti, il Comitato Nazionale per l’Ottavo Centenario della Prima Rappresentazione del Presepe di Greccio, il Comune di Greccio, l’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum, la Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum, il Convento San Francesco di Greccio.
Da non perdere dunque, il prestigioso appuntamento frutto di un impegnativo e costruttivo percorso lungo vent’anni, con l’obiettivo di mettere al centro e di far conoscere Francesco.
Per informazioni sul programma e le modalità di partecipazione è possibile consultare il sito www.centroculturalearacoeli.org
Architetto Maurizio PETTINARI-MONUMENTO AI CADUTI DI FARA IN SABINA (Rieti)
Descrizione di carattere storico artistico relativa
Il Monumento ai Caduti di Fara in Sabina è un’opera monumentale situata all’aperto, al centro del Parco della Rimembranza, su un terreno denominato dagli abitanti Monte Sappella, a ridosso della pineta e della passeggiata pubblica di Fara in Sabina.
E’ un monumento ai caduti di Fara in Sabina ma anche del I° Mandamento del Circondario di Rieti compreso nella Provincia di Perugia.
Dopo la fine della guerra mondiale in tutta Italia, in ogni Comune piccolo o grande si è dato vita alla realizzazione di monumenti commemorativi. Nell’arco di due tre anni, sino al 1925 sono stati realizzati, monumenti, lapidi, gruppi scultorei, riportando spesso elenchi ancora non completi dei caduti. I promotori dell’erezione di questi monumenti erano prevalentemente comitati di privati cittadini, quasi sempre chiamati – con molte ma minime varianti – «Comitato pro erigendo Monumento ai Caduti in Guerra». Successivamente le amministrazioni comunali hanno sostenuto questi comitati fornendo loro supporto anche economico, individuando le aree per la realizzazione dei vari progetti.
Anche a Fara in Sabina si costituì un comitato di cittadini con tale proposito. Da ricerche effettuate all’archivio storico del Comune infatti le prime testimonianze, documenti sull’opera risalgono al 1926.
L’opera fu commissionata ufficialmente nell’anno 1926, il giorno 24 del mese di Febbraio, da delibera del Municipio di Fara Sabina (prot. N° 494/1926) dal conte Giuseppe Contestabile della Staffa, regio Commissario del Comune di Fara in Sabina il quale, volendo esaudire il desiderio della popolazione locale ed ancor più aderire all’indirizzo del Governo Nazionale di rendere sempre viva la memoria dei Caduti per la Patria durante la Prima Guerra Mondiale, emana una Delibera Comunale per la costruzione del Parco della Rimembranza a Fara in Sabina capoluogo. Come citato nel documento storico originale la località prescelta è così indicata: “…e siccome il Comune possiede una considerevole quantità di terreno a monte della pubblica passeggiata e precisamente i cosiddetti orti, delibera di costruirlo in detta località luogo sorridente e severo, circondando il Parco stesso di aiole e di fiori a maggior decoro di esso e di stanziare nel bilancio 1926 la relativa spesa che può prevedersi nella somma di £ 7000.” Il documento fu letto, confermato e sottoscritto dal Segretario interino A. Renzi.
Il monumento è del tipo “a colonna”. E’ composto da un alto basamento posizionato su una piattaforma rialzata da tre gradini. Sopra tale basamento è posta una colonna con capitello corinzio sormontato da due lastre di vetro riproducenti la “fiamma che arde” (attualmente è visibile solo il supporto in ferro). Il basamento ha una parte sottostante più larga dalla quale si innalzano quattro lastre (una per ogni lato) di marmo travertino ove sono incisi gli stemmi antichi e i nomi dei soldati dei sette Comuni limitrofi costituenti il I° Mandamento (Casaprota, Castelnuovo di Farfa, Frasso Sabino, Mompeo, Poggio Nativo, Salisano, Toffia – Monte Santa Maria) caduti per la Patria.
Frontalmente il Monumento è dotato di un gruppo scultoreo in bronzo che riproduce l’allegoria della vittoria alata: un aquila ad ali spiegate che ghermisce un uccello a due teste, probabile allegoria dell’impero austro-ungarico con la resa del 4 novembre 1918.
Sopra di essa sulla lastra del basamento sono incisi i nomi dei caduti della Prima Guerra Mondiale di Fara in Sabina.
L’opera scultorea in bronzo è probabilmente opera dello scultore di Ascoli Piceno Ferranti Arcadio. Professore, insigne scultore, docente nell’Accademia di Belle Arti di Roma, è autore di altri gruppi scultorei di monumenti ai caduti (Cossignano, Arquata del Tronto, Accumoli…).
Al di sotto del gruppo scultoreo, inserito in un elemento marmoreo che riproduce un frammento di rocce naturali, è posta una targa marmorea celebrativa con sopra incisa un’epigrafe dettata dall’avv. Felice Giacomo Vitale:
NON D’OPPRESSORI / NON DI CONQUISTATORI / NE’ DI MORTI / GLI SCULTI NOMI DI QUEST’ARA / VIVIAMO NEI SECOLI IMPERITURI / VIGILI SCOLTE AMMONITRICI / ALLE PORTE D’ITALIA / COL SANGUE NOSTRO / A LA FURIA TEUTONICA SBARRATE / DAL 1914 AL 1918 / PER LA PATRIA / PER LA LIBERTA’ DEL MONDO / PREPARANDO / LA FAMIGLIA DEI POPOLI
Per quanto riguarda le incisioni dei nomi sulle lastre si ipotizza che sia stata opera dello scultore Bini….
Le fonti bibliografiche sono:
Archivio storico Comune di Fara in Sabina;
“Il Lazio e la Grande Guerra”, a cura di 2010, pp. 58, 63-65, 73-74.
In questa pubblicazione viene riportata la notizia che: “Nel Museo Civico di Rieti erano conservati due disegni preparatori del Monumento di Fara in Sabina. Un progetto di Giuseppe Calcagnadoro datato 1918 e catalogato dalla Soprintendenza per i Beni Artistici del Lazio nel 1977 è risultato assente in occasione della revisione della schedatura effettuata dalla Regione Lazio nel 2003, l’altro disegno, ancora inedito, presenta due varianti rispetto all’opera finita: il capitello manca dalla parte superiore destra ed è privo dell’aquila ad ali spiegate posta di fronte al basamento (fig. 51).”;
“Terra Sabina”, I, 1, 1923, Martino Lupi, villeggiature sabine, pp. 21-26. In questa rivista compare una descrizione del nuovo monumento ai caduti con una fotografia di Filippo Rocci.
Altre fonti documentarie sono le immagini fotografiche d’epoca costituite da tre cartoline del monumento (a cura di Filippo Rocci) e una veduta della “Passeggiata” con le sistemazioni del cosiddetto “Colle sacro”.
Questo materiale di ricerca è parte della celebrazione del Centenario della fine della prima guerra mondiale 1918-2018. La mostra che si è tenuta al Museo civico di Fara in Sabina conteneva alcune di queste immagini. Vi ho partecipato come aderente a “Associazione amici Monte degli Elci”. Un particolare ringraziamento all’assesore alla cultura del Comune di Fara in Sabina Paola Trambusti per avermi coinvolto nelle ricerche.
Santa Severa-Il 14 luglio 2017, come è tradizione da oltre tre lustri, presso la splendida cornice del castello di Santa Severa, sempre con inizio alle ore 21,15, si apre il ciclo di conferenze scientifico-divulgative che si concluderà il 29 settembre. Le conferenze organizzate dal Museo del Mare e della Navigazione Antica e dal Gruppo Archeologico del Territorio Cerite (GATC-onlus) in collaborazione con la Regione Lazio, il Comune di Santa Marinella, Lazio Crea e CoopCulture sono ad ingresso libero e gratuito. Tutte le dieci conferenze previste sono tenute da professori e studiosi di primissimo livello provenienti da Istituzioni universitarie e non sia italiane che estere e toccheranno ed approfondiranno varie ed interessantissime tematiche storico-archeologiche concernenti, nei secoli, il nostro Paese. Il coordinamento scientifico, di questo importante appuntamento culturale estivo, è affidato, come di consueto, al noto archeologo Flavio Enei direttore di tutti Musei del castello, il quale terrà, lui stesso, venerdì 18 agosto, una “intrigante” conferenza dal titolo: “ Storia e archeologia del castello di Santa Severa. Il racconto nel nuovo Museo del Castello”. Tutte le conferenze, alcune a più voci, saranno illustrate da video, diapositive e fotografie le quali andranno ad impreziosire ulteriormente quanto sarà esposto dai vari relatori.
Questo sito usa i cookie per migliorare la tua esperienza. Chiudendo questo banner o comunque proseguendo la navigazione nel sito acconsenti all'uso dei cookie. Accetto/AcceptCookie Policy
This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish.Accetto/AcceptCookie Policy
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.