Peter Lindbergh-Untold Stories-EditoreTASCHEN-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Peter Lindbergh-Untold Stories-Editore TASCHE
Descrizione del libro The first-ever exhibition curated by Peter Lindbergh himself, shortly before his untimely death, Untold Stories at the Düsseldorf Kunstpalast served as a blank canvas for the photographer’s unrestrained vision and creativity. Given total artistic freedom, Lindbergh curated an uncompromising collection that sheds an unexpected light on his colossal oeuvre. This artist’s book, the official companion to the landmark exhibition, offers an extensive, firsthand look at the highly personal collection. When it came to printing his photos, Lindbergh chose a special uncoated paper – a thin sheet with a soft, open surface – as a deliberate aesthetic statement. Renowned the world over, Lindbergh’s images have left an indelible mark on contemporary culture and photo history. Here, the photographer experiments with his own oeuvre and narrates new stories while staying true to his lexicon. In both emblematic and never-before-seen images, he challenges his own icons and presents intimate moments shared with personalities who had been close to him for years, including Nicole Kidman, Uma Thurman, Robin Wright, Jessica Chastain, Jeanne Moreau, Naomi Campbell, Charlotte Rampling and many more. This XL volume presents more than 150 photographs―many of them unpublished or short-lived, often having been commissioned by monthly fashion magazines such as Vogue, Harper’s Bazaar, Interview, Rolling Stone, W Magazine, or The Wall Street Journal. An extensive conversation between Lindbergh and Kunstpalast director Felix Krämer, as well as an homage by close friend Wim Wenders, offer fresh insights into the making of the collection. The result is an intimate personal statement by Lindbergh about his work.
Peter Lindbergh: artefice di una grande rivoluzione nel mondo della fotografia di moda
Lindbergh è stato l’artefice di una grande rivoluzione nel mondo della fotografia di moda: trasformare creature perfette ed inarrivabili come le top model, in donne terrene, dotate di umanità, facendole uscire da una gabbia patinata ed esaltandone il carattere. Erano gli inizi degli anni’90 quando il fotografo, grazie al sostegno della neodirettrice di Vogue, Anna Wintour, stupì il mondo offrendo un’immagine familiare delle divine modelle: poco trucco e indosso una semplice camicia bianca. Qualcosa di completamente diverso per la prima volta appariva sulla copertina della rivista più autorevole in ambito di moda. Da quel momento, ogni suo editoriale è divenuto un pretesto per mettere in scena e raccontare una storia di altra bellezza, che perde la propria attrattiva puramente estetica e si trasforma in esaltazione della personalità, della vulnerabilità e sensibilità di ogni essere umano e della donna in particolare. Fotografie meno impostate, apparentemente casuali, dotate di grande realismo e una malinconia che potremmo definire una reminescenza del passato, quasi un’eredità geografica dei cieli grigi e delle atmosfere cupe dell’ex Germania dell’Est. Il luogo di provenienza rimane come bagaglio visivo racchiuso in quelle fotografie scattate su letti disfatti, in vecchi teatri, lungo le strade di periferia o nei deserti. Sguardi sicuri di soggetti imperscrutabili, lasciano spazio all’incertezza e al mistero in momenti di silenzio decisivi. Osservando le sue immagini si ha la sensazione che il fotografo riesca ad entrare in profondo contatto con ogni soggetto. Gli chiediamo quanto incida l’empatia nel suo lavoro. Riflette Lindbergh e definisce questa, «una parola molto potente», identificandola come «l’esperienza di capire una condizione altra, provare a comprendere le persone dal loro punto di vista… È il dono più importante ed è necessario per poter instaurare una relazione simbiotica con i soggetti, con i quali si condividono momenti incredibili, in cui si ha la sensazione che tutto possa accadere».
Peter Lindbergh, pseudonimo di Peter Brodbeck (Leszno, 23 novembre 1944 – Parigi, 3 settembre 2019), è stato un fotografo di moda tedesco. Nato a Leszno (Reichsgau Wartheland) si trasferisce a Duisburg per studiare arte, nel 1978 si trasferisce a Parigi e si concentra sulla fotografia di moda, in quel periodo fotografa molte top model e attrici come Christy Turlington, Kate Moss, Naomi Campbell, Monica Bellucci, Linda Evangelista, Eva Herzigová, Cindy Crawford, Stephanie Seymour, Isabella Rossellini, Kate Winslet, Nastassja Kinski e Tatjana Patitz. Molti suoi lavori sono apparsi nel magazine Vogue e in riviste come Marie Claire, Interview e Harper’s Bazaar. Ha pubblicato vari libri fra cui: 10 Women by Peter Lindbergh (1993) e Peter Lindbergh: Images Of Women (2004). È il fotografo dell’edizione 2009 del celebre calendario Dieux du Stade.