JOHANNES JØRGENSEN-Poeta e scrittore danese-Istituto di Studi Sabini-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
JOHANNES JØRGENSEN-Poeta e scrittore danese-Istituto di Studi Sabini-
Istituto di Studi Sabini-Johannes Jørgensen (Svendborg – Danimarca 1866-1956) scrittore e poeta, convertitosi al cattolicesimo, nel 1894 intraprende il suo primo viaggio in Italia, sostando ad Assisi e visitando i luoghi francescani, sulla scia di Paul Sabatier sostenitore del: nessuno può sperare di conoscere San Francesco senza conoscere ed amare i luoghi dove il Santo è stato.
Il frutto di quell’esperienza è la pubblicazione Il libro del pellegrino del 1902-3 in Italia dal 1918 e poi tradotto in 22 lingue. Il libro è stato nel 1982 ripubblicato da Il Velino-Cariri di Rieti. Il libro scritto con accenti sinceri di fede, presenta una ricerca della pace dell’anima attraverso la contemplazione della natura. Sempre nello stesso periodo ed ispirato dal Cantico delle Creature, compose i testi poetici Laudes Italiae e Ave Italia.
Jørgensen è stato un appassionato cantore dell’Italia minore di cui percorse, con lo spirito e l’umiltà del pellegrino, le strade bianche ed assolate che lo condussero nei santuari francescani descritti nelle sue opere, tra questi gli eremi della Valle Santa reatina (2003 Cammino di Francesco, 2007 Via di Francesco), da cui la sua espressione:
Jørgensen fa parte di quel gruppo di danesi amanti della Sabina, come lo scultore Bertel Thorwaldsen (1770-1844), legato agli scavi archeologici di Monte Calvo di Scandriglia, e Pietro da Copenaghen ofm (1803-1886), pittore definito il “Raffaello del Palatino”.
La fama di Johannes si deve alla fortunata biografia di San Francesco nel 1907 e al conferimento della cittadinanza onoraria di Assisi dove si era trasferito nel periodo 1930-32 e che a sua volta aveva assunto la presidenza della Società Internazionale di Studi Francescani, fondata da Paul Sabatier nel 1902.
Oltre alla biografia di San Francesco, ha scritto la biografia di Santa Caterina da Siena op, Santa Brigida e San Giovanni Bosco. Con lo scoppio della II guerra mondiale si reca nei paesi del nord Europa per tornare al termine del conflitto ad Assisi fino al 1952 quando per motivi di salute rientra in patria.
Nel 2007 ad Assisi si è tenuto il convegno “Johannes Jørgensen e il francescanesimo” i cui atti sono stati pubblicati nel 2018 dalla Fondazione Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo.
Biografia di JOHANNES JØRGENSEN
- Johannes Jørgensen Scrittore danese (Svendborg 1866 – ivi 1956). Fondatore del mensile Taarnet (“La Torre”, 1893-94), organo del simbolismo danese, la sua prima opera di poesia (Rejsebogen, “Libro di viaggio”, 1895; trad. it. 1923), in cui diede espressione al nuovo orientamento spirituale dopo la conversione al cattolicesimo, fu un avvenimento letterario. Fu, oltre che lirico e narratore, autore di celebri agiografie; nella prosa soffusa di liricità, come nel racconto più aderente alla realtà della vita, l’opera di J. ha una sua particolare impronta di linguaggio limpido, pacato, che fa di lui uno squisito maestro di stile.
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Vita e opere
- Dopo aver partecipato agli entusiasmi darwiniani dei seguaci di G. Brandes, fu tra i più decisi apostati del naturalismo. Già i versi e le prose di Stemninger (“Impressioni”, 1892) preannunciano infatti quella sensibilità pittorico-musicale e mitico-religiosa che troverà poi chiara formulazione teorica nel mensile da lui fondato Taarnet (“La Torre”, 1893-94), organo del simbolismo danese. Nel 1896, in seguito a un viaggio in Germania e in Italia (ad Assisi, dove è poi vissuto, con intervalli, dal 1913 al 1953) si convertì al cattolicesimo. Il suo itinerario spirituale è tracciato nel già citato Rejsebogen, con romantiche descrizioni di città della Germania meridionale, e nell’autobiografico Livsløgn of livssandhed (“Menzogna vitale e verità vitale”, 1896), mentre anche le raccolte di poesie (Bekendelse “Confessione”, 1894; Digte, 1896) e di prose poetiche (Lignelser “Parabola”, 1898; trad. it. 1918) rappresentano, sul piano dell’arte, il tentativo d’interpretare storia e natura come messaggio divino: mediante una fitta rete di simboli il raffinato stilista mira a fondere insieme l’interiorità della preghiera con la bellezza della poesia (Der er en brønd som rinder “C’è una fonte che scorre”, 1920; Brig Marie of Svendborg “Il brigantino M. di S.”, 1925; Efterslaet “Spigolature”, 1931; Digte i Danmark “Poesie in Danimarca”, 1943; Fyen og andre Digte “Fionda e altre poesie”, 1948). La sua opera, immensa e in parte ancora inesplorata, comprende, oltre alla lirica e alla narrativa, le più o meno note agiografie (Den yndigste rose “La più amabile rosa”, 1907, sul mistico tedesco Suso, trad. it. Rosa rosarum, 1922; su Francesco d’Assisi, 1907, trad. it. 1910; su Caterina da Siena, 1915, trad. it. 1921; su Santa Brigida, 2 voll., 1941-43, trad. it. 1947-48), e l’autobiografico Mit livs legende “La leggenda della mia vita”, 7 voll., 1916-28. –Fonte Istituto della Enciclopedia Italiana
Fonte-Istituto di Studi Sabini
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