Miriam Sartori – Poesie inedite-Biblioteca DEA SABINA

Biblioteca DEA SABINA

Miriam Sartori – Poesie inedite-

Miriam Sartori è nata in provincia di Mantova a inizio millennio, oggi studia Scienze Politiche all’Università di Trento. Lettrice entusiasta e viandante apprendista, cerca le parole da un Paese all’altro, senza mai prendersi troppo sul serio. Tra le varie arti a cui si dedica con passione, la condivisione -poetica- è una delle più recenti, su cui di certo ha ancora molto da imparare.

Mi precede un ricordo
alle prime ore del giorno.

È il suono di mattoni impilati
come impigliati segreti tra le crepe
di cinta muraria. Una costruzione
che perpetua e prostrata, si trascina.

Intono un ritornello
dalla voliera senza cielo:
“sono troppi”

*

Dalla buia fessura nei vetri
s’intrufola il bisbigliare d’una stella
solitaria
che mi sussurra l’incontro -e la sua distanza-
dei nostri sguardi, lucidati dall’amore.

Ora, bastasse a questa notte uno sfiorare lieve
di carezza resa o di comunione ripresa,
nel sangue mio il vibrare alto
s’infiammerebbe già d’ogni cosa viva
e per selvatico ardore – suo ultimo destino.

Invece sola resto lì a guardare
quel brillare fermo di lucciola siderale,
se presto un salto a sgusciare nella via

sotto il panno di cielo che porta il tuo nome

*

Presto sarà incisa in te
una nuova orbita. Presto
un altro fianco scottato dal sole.

*

Fu il suo cuore a salvarla,
e tutta l’acqua che ancora stava attraversando.
Il battito insistente non cercava un approdo
ma un fluire altrove, uno scorrere tra palmi aperti
e scoperti a questo esserci, da sempre
nel primitivo cuore delle cose.

*

Chiusi tra cinghie di sogni
additiamo le pagine voltate
le sponde già lontane

Ma non resisteremo, qui
trema il nostro corpo elettrico
di natura irrequieta e raminga.

Spacciatevi per confusi
figurate come persi, perdenti
che slacciano queste fibbie

E si fanno molli, vagabondi
del pianeta, come gli appena nati
che dall’acqua sono tutti cullati.

“Qualcuno mi ha detto
che certo le mie poesie
non cambieranno il mondo.

Io rispondo che certo sì
le mie poesie
non cambieranno il mondo.”

Patrizia Cavalli

La poesia sfugge a ogni definizione rigida, poiché è l’arte stessa di dare forma alla realtà: il poeta plasma il mondo con le parole, e queste, a loro volta, forgiano il poeta. Possiamo procedere, in questa creazione continua, avvolti da ciò che ci ricorda il respiro sottile delle cose. Tra luci e ombre, nel punto esatto in cui l’inciampo si trasforma in slancio, le parole non trattengono, ma accompagnano, sfiorano e trasformano. Lasciamoci creare dunque, guidati dalle domande e dai silenzi degli spazi bianchi, verso ciò che va sempre ben oltre le parole.