Marie Durand la donna nella Torre-Biblioteca DEA SABINA

Biblioteca DEA SABINA

Marie Durand la donna nella Torre-

Arrestata all’età di 19 anni a motivo della sua fede protestante, Marie Durand trascorse 38 anni nella famigerata Tour de Constance, ad Aigues Mortes, nel sud della Francia

Marie Durand la donna nella Torre-

(ve) Nell’aprile 1768 – Marie Durand usciva dalla Torre di Costanza, la famigerata prigione di  Aigues Mortes, in Provenza, il duro carcere in cui venivano rinchiuse le donne protestanti, ree di eresia. Dopo quasi quattro decenni di prigionia, ritornava in libertà una donna destinata a passare alla storia come una figura esemplare di persona che ha combattuto e soprattutto resistito (è celebre il suo motto, appuntoresister”) per la libertà di coscienza in un’epoca contrassegnata da intolleranza e assolutismo.

La casa dei Durand, a Bouchet-de-Pranles

Marie Durand la donna nella Torre-

A BouchetdePranles, nella regione dell’odierna Ardèche (allora Vivarais), nel sudest della Francia, si trova la casa dove nacque e crebbe Marie Durand. Quella dei Durand era una famiglia di piccoli notabili. Il padre di Marie, Etienne, era cancelliere consolare, una sorta di segretario cittadino. E questo spiega perché Marie sapesse esprimersi, leggere e scrivere.

Protestanti tra i cattolici
Sopra il camino si trova un’incisione che risale al 1696, ad opera di Etienne Durand. L’iscrizione dice: “Dio sia lodato”. Etienne la incise in francese, la lingua del culto protestante. Nella cucina della sua casa, la sera, il padre di Marie poteva tornare ad essere protestante e a pregare rivolgendosi a Dio in francese. Durante il giorno, fuori casa, Etienne si fingeva cattolico. Sulla facciata della sua casa, accanto all’entrata, incise la frase: “Miserere mei Domine Deus”, in latino, la lingua della chiesa cattolica.

La Torre di Costanza, ad Aigues Mortes

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La revoca delle libertà
Nel 1685 Luigi XIV revocò l’Editto di Nantes – il decreto  emanato dal re Enrico IV nell’aprile 1598 col quale veniva concessa ai protestanti una relativa libertà di culto -, e furono vietate tutte le manifestazioni pubbliche del protestantesimo. Ai pastori fu vietato rimanere in Francia: chi disobbediva e veniva scoperto era arrestato, condannato a morte e giustiziato. Tutti i bambini nati dopo il 1685 dovettero essere battezzati nella Chiesa cattolica, seguire il catechismo e andare a messa, accompagnati dai genitori. Quel destino toccò anche a Marie e a tutta la famiglia Durand. Ma i Durand non si piegarono e continuarono, in segreto, a nutrire la loro fede evangelica.

Durand nel mirino
Il fratello maggiore di Marie, Pierre, pastore protestante – o ugonotto, dal nome dato ai protestanti francesi – fu uno dei primi sui quali venne posta una taglia. Non riuscendo a catturarlo, le autorità decisero di fare pressione sulla famiglia. Dapprima venne arrestato il padre, Etienne, già anziano, che passerà 14 anni in carcere. Fallito il tentativo di piegare la resistenza dei Durand, si passò al resto della famiglia: Marie fu arrestata nel 1730. Aveva diciannove anni e si era appena sposata. Venne inviata in quella che allora era una classica prigione per i protestanti: la Torre di Costanza, ad Aigues-Mortes. È lì che furono incarcerate le donne ugonotte, le donne che non si sottomettevano alla fede cattolica.

Atroce prigionia
Nella Torre di Costanza le condizioni di vita erano durissime. Poca luce, vento, freddo in inverno, parassiti, fame e malattie. Aggrappandosi alla sua fede e alla sua volontà, Marie resistette e non smise mai di sperare di essere liberata, come scrisse spesso nelle sue lettere. Sulla bocca del pozzo, al centro dello stanzone in cui le donne erano rinchiuse, Marie incise una semplice esortazione: “Resister”.

Il celebre motto di Marie Durand

Marie Durand la donna nella Torre-

Da una lettera di Marie Durand: “Torre di Costanza, 17 settembre 1752. Permettetemi mio signore, d’inginocchiarmi davanti a voi per supplicarvi di avere compassione per la sorte delle mie 25 compagne di prigionia, che soffrono in questa condizione da dieci anni, alcune persino da venti o da trenta. Rendete libere, mio signore, delle miserabili che soffrono da così tanti anni. Gemiamo sempre ancora nella più orribile di tutte le prigioni, siamo oppresse da così tanti mali ed infermità a causa dell’umidità e dell’orribile oscurità che regnano perpetue in questa casa di sofferenza. Ci troviamo costantemente circondate dalle tenebre, con il fumo che ci soffoca. È l’orrore degli orrori. Si potrebbe dire un inferno anticipato. Viviamo una vita terribile, persino più amara che la morte. E questo per seguire i precetti di una religione che ci impone di rendere a Cesare quello che è di Cesare e a Dio ciò che appartiene a Dio”.

A 57 anni, nel 1768, Marie ritrovò infine la libertà e tornò a Bouchet-de-Pranles, a casa sua, insieme a una delle sue compagne di prigionia. Nel frattempo la nipote, alla quale dal carcere aveva scritto alcune lettere, si era sposata e suo marito, desideroso di recuperare del denaro, pretese che Marie rimborsasse i lavori di manutenzione effettuati durante la sua prigionia. Marie Durand passò perciò gli ultimi anni della sua esistenza a rimborsare i debiti, vivendo in condizione di grande miseria, dimenticata da tutti.

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Marie Durand una donna che resiste (Segni dei Tempi RSI La1)

Fonte- Voce Evangelica Portale svizzero d’informazione protestante

Il Portale svizzero d’informazione protestante “Voce Evangelica” riunisce cinque testate di informazione e di cultura religiosa: 

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Sviluppo sito web: Cryms.com – Grafica sito web: Prisca Berto

Résister. Marie Durand

Bouschet-de-Pranles 1711 – Bouschet-de-Pranles 1776

Fonti, risorse bibliografiche, siti su Marie Durand

Bruna Peyrot, Le prigioniere della Torre, Giunti, 1997

Gamonnet Étienne, Lettres de Marie Durand, Montpellier, Presses du Languedoc, 1986

Charles Bost, Les Martyrs d’Aigues- Mortes

Referenze iconografiche: Marie Durand. Foto di Société de l’Histoire du Protestantisme français. Immagine in pubblico dominio.

Voce pubblicata nel: 2012

Ultimo aggiornamento: 2023

Fonte-Società per l’enciclopedia delle donne APS

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