Riserva Naturale Regionale Tevere Farfa, ed è possibile pensarla come modello equilibrato di espressione della biodiversità, paradigma di convivenza tra specie e popolazioni differenti, luogo di pace. NO alle armi, al profitto sui beni comuni e ai paradisi fiscali SI alla cultura, alla tutela ambientale e ai paradisi naturali!
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Castelnuovo di Farfa Scrivere e dipingere con i colori della rabbia
Brani da Murales Castelnuovesi di Franco Leggeri
Castelnuovo di Farfa- 15 settembre 2023–Manovrare le parole come su di una scacchiera. Giocare con l’ironia che mi permette ora la mia età. Alla mia età ti accorgi che tante certezze sono crollate. Lo confesso, sono un sopravvissuto dell’Utopia Consumata. Posso giocare , appunto, con l’ironia delle parole. Provo a mescolare : ironia, ricordi, fantasia, però facendo attenzione di non cadere nella trappola dei miei avversari politici, questi sì, ahimè, che sono tantissimi. Mi trovo nel mezzo di una “lotta” impari, ma non impossibile e non mi rimane che essere un guerrigliero della penna e ,quindi, mutuo la strategia dei vietcong e la trasporto nelle Gole del Farfa che per me sono come il delta del fiume Mekong.
Le mie “armi di bambù “sono solo la penna e un foglio bianco. Posso escogitare incursioni con attacchi di parole in forma di poesia e dipingere con la luce ciò che nessuno mi può portare via o proibire. Utilizzo le mie forze mettendole nel moltiplicatore del sistema binario. Muovo i miei attacchi in un campo di battaglia sulla scacchiera dei ricordi e delle cose “storiche” incancellabili. Questa guerriglia è in essere perché l’Orgoglio castelnuovese soffre di siccità e di affetto nel terreno del “realismo dei ricordi”. Il revisionismo, servo del potere, sta “edificando un muro” un nuovo anno zero della Storia del nostro paese.
Nel 2023 Castelnuovo non ha più indigeni e il nostro Camposanto non ha più voce e rappresentanti che scrivano la Storia da consegnare al futuro. Il quadro, l’arazzo Castelnuovo, perde ogni giorno fili e ne rimane solo un vessillo incompleto. Noi indigeni stiamo perdendo la nostra identità di appartenenza, siamo rifugiati e clandestini che cerchiamo nel ricordo una traccia per essere ancora degni di chiamarci “castelnuovesi”.
Noi siamo reclusi all’interno di una linea d’ombra, linea livida che ci soffoca e dove cercano di farci perdere la MEMORIA. Proseguire e rigenerare con nuove idee la “guerriglia” scritta contro le ombre che cercano di cancellare anche la nostra data di nascita. A Castelnuovo stiamo assistendo, un classico delle dittature, ai “falò dei libri della Memoria”. Resistere, insistere e raccontare il VERO CASTELNUOVO, quello che ha impastato la calce con il sangue e ha costruito il nostro ORGOGLIO. Dobbiamo, ancora una volta, iniziare dalla “linea livida” :ricostruire una memoria e celebrare la nostra storia, in maniera liturgica e con le tavole cronologiche.
Siamo molti o pochi ad essere classificati come nativi “inquieti”, oppure aggettivati come “vagabondi”. Inquieti e vagabondi sono aggettivi che molti di noi hanno nella loro biografia, che forse sarebbe meglio iniziare con “dinamica” per Donne e Uomini ,“contumaci”, che hanno scritto pagine impressionanti, ciclopiche, per chi ha vissuto nell’epoca in cui Roma era “a giorni di viaggio” dal nostro paese. Quando io parlo, rigorosamente in dialetto, con un paesano di quelli veri, il discorso inizia con il classico:” Te recordi de….” poi ci guardiamo le cicatrici e ce le raccontiamo perché non tutti sono stati fortunati. Vi sono uomini e donne che hanno vissuto una vita da “sottopagati” nella Roma palazzinara e di borgata così come è stata scritta da Pasolini, una “Mamma Roma” amara .
Tornare a Castelnuovo in cerca delle Origini e scopri che il tuo paese ora non ti accetta più e che i nuovi venuti stanno riscrivendo la Storia in cui tu non ci sei, non hai più il “nome all’anagrafe”. Ho l’ossessione identitaria; cerco con la poesia di percorrere il labirinto spinoso delle Origini; cerco le radici per conservarle , cerco parole senza vincoli per scrivere, descrivere emozioni in forma cronologica così per far nascere un racconto vero e libero.
Certe volte rimescolo i ricordi, li catalogo e , da bravo amanuense, li trascrivo per paura di perderne la traccia . Di questa memoria noi tutti siamo depositari e libri intonsi che arricchisce gli scaffali di questa enorme “biblioteca Castelnuovo”. Combattiamo contro revisionisti (draghi e serpenti delle peggiori leggende medievali) che cercano un nuovo ANNO ZERO, ma non lo trovano, al fine di oscurare il nostro essere nativi castelnuovesi .
Le nostre radici affondano nelle pietre di Castelnuovo, luogo concreto. Noi siamo “Storia e sangue” e il nostro albero genealogico è scritto nelle epigrafi e lapidi che tutti possono leggere sia nel nostro Cimitero e sia nel Monumento ai Caduti delle due guerre mondiali.
Castelnuovo e i colori della rabbia,
Noi che abbiamo la parola interdetta
aspettiamo le stelle del cielo
per vedere ,da questo ponte della Storia,
passare l’ultima acqua silenziosa del nostro passato.
In questo spazio infinito dei ricordi
possiamo solo gettare i nostri sassi della rabbia.
Noi non abbiamo voce
perché oscurati e dimenticati
e il nostro respiro è nascosto al sole.
Ora l’ombra del silenzio scivola
e trascina a valle la voce e lo sguardo triste.
A noi castelnuovesi non resta che imparare
la trama dei racconti
inciderli nel libro dell’anima
e custodirli nei cassetti della memoria.
Scriveremo e racconteremo
lo “schiaffo della resa”
che le sirene del potere ,
beffandosi del nostro dolore
e il non essere capaci di rifiutare le “monetine“ dell’umiliazione,
Brano e foto da Murales castelnuovesi di Franco Leggeri
Castelnuovo di Farfa (Rieti) -Foto inizio 1900-
Franco Leggeri-MURALES CASTELNUOVESI –
“Castelnuovo, AMARCOD e l’uso della Poesia”
“Castelnuovo, AMARCOD e l’uso della Poesia”.
L’uso della replica verbale
è quindi una diceria che non trova pace,
anche se la nascondi nei meandri del cuore.
La centralità del prendersi cura
della verità erudita disperde lo sguardo
all’interno dei dettagli sbiaditi.
Sì,
la poesia diventa un dettaglio,
un ricordo dell’assuefazione
al processo:” Intorno alla coscienza dei sogni”.
E ora che gli ulivi narrano storie,
come acqua sui sogni, i killer
tagliano i rami e li bruciano
nella piazza deserta.
Brano da Murales castelnuovesi di Franco Leggeri
Castelnuovo di Farfa (Rieti)Castelnuovo di Farfa (Rieti) -la FontanaCastelnuovo di Farfa (RI)-Castelnuovo di FarfaCastelnuovo di Farfa (Rieti) -Foto inizio 1900-CASTELNUOVO DI FARFA – Palazzo Eredi Salustri GalliCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa (Rieti) – La FontanaCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa (Rieti) -la FontanaCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di FarfaCastelnuovo di Farfa (Rieti) – chiesa Madonna degli AngeliPaolo Genovesi-Giardini Salustri-Galli (XVI secolo) Castelnuovo di FarfaCastelnuovo di Farfa (Rieti)Castelnuovo di Farfa (Rieti) – Via Guglielmo Marconi-Via Arco Cherubini-Foto di Franco LeggeriCastelnuovo di Farfa (Rieti) Foto del 1889Castelnuovo di Farfa (Rieti) -la FontanaCastelnuovo di Farfa (Rieti) – Porta Fonte CisternaCastelnuovo di Farfa (Rieti) – Via Roma EstCastelnuovo di Farfa (Rieti) – La Piazzetta-La FontanellaCastelnuovo di Farfa (Rieti) – Via Guglielmo Marconi-La FontanellaCastelnuovo di Farfa (Rieti) La vecchia locanda “Da Riccardo”Castelnuovo di Farfa (Rieti) – Via Roma Est
ANTONELLO CAPORALE-Libro “Acqua da tutte le parti”
Acqua da tutte le parti. Il libro di ANTONELLO CAPORALE
Viaggio in 102 paesi e città dell’Italia che fiorisce o sparisce–L’Italia è lunga e stretta. Se sei sull’Aurelia e scendi verso sud, il mare ti accompagna a destra; se invece guidi lungo l’Adriatico, l’acqua occhieggia da sinistra. Ma per guardare l’Italia bisogna dare quasi sempre le spalle al mare e rivolgersi verso l’interno. Per tre anni, ogni giorno ho riversato nel taccuino le tracce di ogni viaggio, dettagli anche minuscoli. Il bottino che stipavo era tutto ciò che non aveva possibilità di comparire sul mio giornale, una montagna di informazioni minute, secondarie, accessorie, o di storie che lasciavo ai margini delle inchieste nell’attesa che, dopo tanta semina, un giorno potessero germogliare e insieme costituire l’anima di un altro racconto, di un nuovo viaggio. Così è nato questo resoconto sull’eternità di certi luoghi e certi paesaggi italiani dove il passato non finisce mai e il futuro stenta ad arrivare. Ci sono paesi che si raggiungono solo a piedi, come Topolò al confine con la Slovenia, e paesi senza tempo dove si fabbricano orologi, come Uscio in Liguria; paesi dove la terra finisce, come Depressa nel Salento, e paesi abitati da capre, come Craco in Lucania. Soprattutto, ci siamo noi italiani in questo libro: una sequenza di carità e di imbrogli, di anime morte e di anime belle, di volti sorridenti e di predoni da strada. Una volta messi in fila non si sa se abbracciarli tutti oppure darsi alla fuga il più rapidamente possibile.
Acqua da tutte le parti. Viaggio in 102 paesi e città dell’Italia che fiorisce o sparisce
Ponte alle Grazie – 2016
Collana: Saggi
ANTONELLO CAPORALE
Chi è ANTONELLO CAPORALE È un paese di quasi quattromila abitanti, in provincia di Salerno. Si chiama Palomonte. Sono nato lì nel 1961, quasi al confine tra la Campania e la Basilicata, nell’area più povera (Manlio Rossi Doria la definiva l’osso, contrapponendola a quella ricca, la polpa) del Sud. Avevo diciannove anni quando ho assistito e vissuto una delle più grandi tragedie nazionali: il terremoto del 23 novembre 1980 che sconvolse campagne e villaggi della Campania e della Basilicata. Quell’esperienza, la distruzione e la morte, poi la ricostruzione e lo spreco che ne seguì (agli italiani la vicenda è nota come Irpiniagate), hanno segnato i miei primi passi da adulto. A Repubblica ho messo infatti piedi la prima volta, era il 1985, come cittadino denunciante!
Mi sono laureato in Giurisprudenza a Salerno nel 1985 (tesi sui limiti e le incongruenze della legislazione d’emergenza per le aree terremotate), poi a Roma ho conseguito il master Luiss in giornalismo e comunicazioni di massa. Stage a Repubblica nel settembre del 1988 e assunzione a giugno del 1989.
Dal primo giorno mi hanno sistemato nella redazione politica. Col tempo mi è venuta voglia di raccontare la politica attraverso i dettagli, le minutaglie del Palazzo. Penso che a volte il dettaglio illumini meglio la scena principale. Mi piace osservare la scena di lato; mi intriga conoscere le seconde e le terze file; mi incuriosisce la vita di queste persone: vite disperate, a volte (troppe volte) di gran fetentoni. Da questo mio desiderio sono nate, sempre su Repubblica le interviste senza rete (raccolte in un volume dal titolo: La Ciurma, Incontri straordinari sul barcone della politica). Il breviario, pillole quotidiane di vita politica, è il titolo della rubrica che firmo sul giornale. Ma il Palazzo stanca. Raccontare il nostro Paese significa per me, innamorato dei dettagli, andare e scoprire un po’ la larga e lunga provincia italiana. Anche per saziare questa incalzante passione nel settembre del 2012 sono approdato al Fatto Quotidiano dove racconto, in un continuo saliscendi tra il bello (poco) e il brutto (troppo), come gli italiani amano, custodiscono o sfasciano l’Italia.
Castelnuovo di Farfa nel Fotoreportage di Paolo Genovesi del 20 Dicembre 2017
CASTELNUOVO -LA VITA NEL BORGO –nel 1889
BRANO dal libro di Franco Leggeri :Castelnuovo , la riva sinistra del Farfa.
Castelnuovo di Farfa: dalla fine del 1800 fino agli anni 1960, come si può ricostruire o immaginare la vita nel Borgo? Se fossi stato un cronista del diciannovesimo secolo ,inviato da un giornale, questo sarebbe stato il “pezzo” che avrei inviato alla redazione .
Castelnuovo di Farfa- 1889- (la data è stampata sulla foto)- Castelnuovo , la vita tranquilla del Borgo, il silenzio di piccole piazze (la piazzetta) e delle vie strette tra muri di pietra sono animate dai rumori “di una vita tranquilla”. La gente impegnata nel lavoro, svolge le proprie faccende “con ritmi non affrettati ”. Il tempo nel Borgo è segnato dalle stagioni che hanno inizio con feste religiose come, ad esempio, la festa di ottobre, LA FESTA DELLA QUINDICINA , oppure la festa di San Filippo in primavera ed ancora la Festa della Madonna degli Angeli in agosto. La fiera è un appuntamento importante per l’economia agricola degli abitanti, oggi diremo :“Si capitalizza e trasforma in liquidità , moneta, il lavoro.” La Fiera-Mercato era un appuntamento molto importante per i castelnuovesi; infatti la compravendita del bestiame o il commercio minuto dei generi di prima necessità, non prodotti dall’economia locale, diventano “scorte strategiche” da immagazzinare sia per le attività agricole sia per la vita domestica .
Al report per completezza avrei allegato la foto della TORRE DELL’OROLOGIO , in cui si vedono le case con le facciate annerite dal tempo, e anche dall’abbandono . Al Centro si è riunito un gruppo di donne, bambini e anche due ciclisti;le biciclette, probabilmente con le gomme piene, perché le strade non erano asfaltate, ma pavimentate con un misto di cava . Tutti i castelnuovesi erano incuriositi dalla complessa attrezzatura del fotografo: cavalletto di legno che sosteneva l’enorme macchina fotografica , spettacolo inconsueto per l’epoca , specialmente per i borghi agricoli tagliati fuori dai processi di industrializzazione e, quindi, dal progresso.
Oggi il centro storico di Castelnuovo è pressoché immutato, salvo la casa parrocchiale (orrenda) costruita negli anni ’50 o primi anni ’60. Per la realizzazione di questo edificio si è dovuto demolire l’antica bottega del falegname Asterio . La bottega demolita, io la ricordo con affaccio su di un piccolo piazzale, antistante palazzo Perelli, con al centro una vecchia macina di un mulino ad olio. BRANO dal libro di Franco Leggeri :Castelnuovo , la riva sinistra del Farfa.
Castelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo GenovesiCastelnuovo di Farfa nelle foto di Paolo Genovesi
Castelnuovo di Farfa- Via Coronari :”ORIGINE di DEDALO”-
Brano tratto dal libro Castelnuovo, la riva Sinistra del Farfa di Franco Leggeri
– Via Coronari :”ORIGINE di DEDALO”.
…………A Castelnuovo la simbologia complessa indossa una veste ruvida che, a contatto con l’aria dei vicoli, assume il colore carnevalesco di un battibecco ludico che, se incanalato nel pentagramma del vociare, diventa “apocalittico”. Se ti fermi all’incrocio di via Garibaldi con via Coronari puoi, potresti, riavvolgendo il nastro della memoria , ascoltare il gemito della letteratura mistica , irraggiungibile come un requiem elargito per un testo senza punteggiatura. Era quella un’età “del sole e della luna” quando in quella via correvano , con leggerezza, come una pennellata leggiadra e vigorosa, i figli del dopoguerra ;le ragazze indossavano gonne senza merletto, ma scoprivano e scalavano il territorio ( infido?) della Poesia cercando l’amore. Le frasi recitate in “corsivo”, erano baci sulla bocca dell’amato. Erano tempi carichi di speranza e di sogni verdi che si perdevano al calar della notte. Tempi di amori brevi e di baci mai dati . Erano annate , per Castelnuovo, da conservare. Erano annate buone. Erano annate di uomini veri che non si arrendevano………..
Brano tratto dal libro di Franco Leggeri-Castelnuovo, la riva Sinistra del Farfa-Foto di Franco Leggeri
Castelnuovo di Farfa -Centro Storico–Foto di Franco LeggeriCastelnuovo di Farfa (Rieti) Via CoronariCastelnuovo di Farfa (Rieti) Via CoronariCastelnuovo di Farfa (Rieti) – Via Garibaldi-Castelnuovo di Farfa (Rieti) – Via CoronariCastelnuovo di Farfa (Rieti) – Via Coronari-incrocio con via GaribaldiCastelnuovo di Farfa (Rieti) – Via CoronariCastelnuovo di Farfa (Rieti) – Via CoronariCastelnuovo di Farfa (Rieti) – Via Guglielmo Marconi-La FontanellaCastelnuovo di Farfa (Rieti) Via Coronari
CASTELNUOVO DI FARFA le FOTO da Murales Castelnuovesi di Franco Leggeri
Castelnuovo di Farfa (Rieti) Palazzo Salustri-GalliCastelnuovo di Farfa (Rieti) Via Roma EstCastelnuovo di Farfa (Rieti) Via RomaCastelnuovo di Farfa (Rieti) lato EstCastelnuovo di FarfaCastelnuovo di Farfa (Rieti) – Il GonfaloneCastelnuovo di Farfa (Rieti) – Municipio-Aula ConsiliareCastelnuovo di Farfa (Rieti) -la FontanaCastelnuovo di Farfa (Rieti) -la FontanaCastelnuovo di Farfa (Rieti) -la FontanaCastelnuovo di Farfa (Rieti) – La FontanaCastelnuovo di Farfa (Rieti) – La FontanaCastelnuovo di Farfa (Rieti) –Castelnuovo di Farfa (Rieti) la FontanaCastelnuovo di Farfa (Rieti) Foto del 1889Castelnuovo di Farfa (Rieti) – Foto 1950-Castelnuovo di Farfa (Rieti) – Foto 1920-Castelnuovo di Farfa (Rieti) – Foto inizio 1900-Castelnuovo di Farfa (Rieti) – Programma festa Madonna del Rosario anno 10 ottobre 1933Castelnuovo di Farfa (Rieti) – Campo Profughi FARFA SABINA- Loc. Granica-foto anni 1950Castelnuovo di Farfa (Rieti) – Foto anni 1950/60-Loc. LA VIGNACastelnuovo di Farfa (Rieti) – Foto inizio 1900-Castelnuovo di Farfa (Rieti) – Foto inizio 1900-Castelnuovo di Farfa (Rieti) – Foto inizio 1900-Castelnuovo di Farfa (Rieti) –I Borghi della Valle del Farfa-(RIETI) Castelnuovo di Farfa, Mompeo, SalisanoI Borghi della Valle del Farfa-(RIETI) SalisanoI Borghi della Valle del Farfa-(RIETI) Castelnuovo di Farfa, Mompeo, SalisanoCastelnuovo di Farfa -Mompeo (Rieti) –Castelnuovo di Farfa (Rieti) –Castelnuovo di Farfa (Rieti) –Castelnuovo di Farfa (Rieti) Via Roma Est- foto inizio ‘900Castelnuovo di Farfa (Rieti) Via Roma Est- foto inizio ‘900Castelnuovo di Farfa (Rieti) Palazzo Eredi Salustri-GalliCastelnuovo di Farfa (Rieti) nei disegni di Francesca Vanoncini- Palazzo Eredi Salustri Galli
CASTELNUOVO DI FARFA La FONTANELLA della PIAZZETTA
CASTELNUOVO DI FARFA (RI) La FONTANELLA della PIAZZETTA. Castelnuovo di Farfa-“Scoprire il fascino e il ‘mistero’ della vecchia, storica, FONTANELLA della PIAZZETTA. Questa fontanella , incastonata nella sua nicchia come un gioiello, emana fascino e, sicuramente, abbellisce l’immagine del nostro Borgo. Castelnuovo è un borgo ricco di suggestioni, scorci e vere e proprie vibrazioni. Trasuda cultura e storia. Questa fontanella è un “totem” posto all’incrocio di un quadrivio che distribuiva l’acqua potabile, acqua sorgiva e la riversava , così si dice, il supero ,nella fontana di Porta FONTE CISTERNA. L’acqua proseguiva giù sino all’ultimo fontanile che raccoglie tutti i rivoli di acqua provenienti dalla sommità del colle, LA PIAZZETTA, dove si adagia Castelnuovo”.
Dal libro di Franco Leggeri-“Castelnuovo la riva sinistra del Farfa”.
Castelnuovo, il sogno e l’UTOPIA CONSUMATA.
Sono nato a Castelnuovo in una casa senza libri, ma , poi, la vita , i fatti tristi della vita mi fecero sconfinare nella Poesia. Io divenni un castelnuovese clandestino, emigrante all’interno di una biblioteca, e ,quindi, iniziai a navigare in un “OCEANO DI LIBRI”. Ogni libro era ed è un’isola su cui mi è stato possibile vivere libero .
La Poesia e la scrittura sono il giusto modo , forse, per ripagare il mio Borgo. Ripagare Castelnuovo, con moneta giusta per avermi accolto, per avermi regalato i sogni scritti sui muri, suoni e profumi , la sua bella storia , e le piccole storie che, assieme, sono diventate il mio Castello di Kafka e forse l’isola per un nuovo “naufrago castelnuovese”.
Sono nato castelnuovese , da genitori castelnuovesi e da nonni castelnuovesi , ma ho vissuto anche altrove una parte della mia vita. A Castelnuovo ho trascorso anni importanti, quelli che danno “l’impronta” alla formazione umana. Sono castelnuovese “dentro” e incatenato a Castelnuovo da sentimenti contrastanti come : Ammirazione per le sue straordinarie risorse , ma anche, ahimè, frustrazione per il modo in cui, quotidianamente, esse vengono sprecate da incapaci, si quelli della “Dittatura della Maggioranza”.
Come castelnuovese, orgoglio castelnuovese, sono parte di quella pattuglia che pensa che fare qualcosa , anche poco, sia meglio che non fare nulla ed abbandonare il Borgo, l’amato Castelnuovo, al suo triste destino di :”colonia della sottocultura Sabina”. Troppi castelnuovesi, senza altra colpa se non quella di essere nati a Castelnuovo, meritano di avere una chance , cioè quella di valorizzare le loro straordinarie qualità nascoste che spesso non sanno nemmeno di possedere. Credo , fortemente, che la politica dei piccoli passi, in un Borgo come Castelnuovo, sia quella da percorrere, quindi, piccoli passi e non spese faraoniche , soldi pubblici mal spesi per passerelle pre-elettorali, che diventano solo un pallido ricordo “snocciolati e bevuti” nei discorsi del bar.
Spero che altri “castelnuovesi dentro”, anche se residenti altrove, vogliano unire le loro idee e le loro voci in un progetto di Rinascimento culturale castelnuovese.
Piccola riflessione di un castelnuovese
Castelnuovo, Noi i ragazzi di via Coronari.
Amici miei, siamo quelli che abbiamo intrecciato i nostri sogni
come i vimini di un canestro
e, poi, li abbiamo riposti, nascosti
così lontano dalla vita vera.
Erano le inutili verità
rifiutate da noi adolescenti
che sapevamo annegare nel pane
i fiori del nostro sorriso.
Ora siamo diventati realtà dei sogni dei nostri padri
e artisti nel raccontarci una vita dispersa
nelle difficoltà di un percorso asfaltato da incognite.
Amici miei ora il sorriso
e il sospiro (soddisfatto?) di essere arrivati nell’oasi dei ricordi
quelli da noi sussurrati e nascosti tra sassi di via Coronari.
Ricordate?
Allora ci è stato impossibile
Far volare i nostri aquiloni che, oggi, ritroviamo
CASTELNUOVO DI FARFA – Palazzo Marchese Simonetti-ora EREDI SALUSTRI GALLI-
CASTELNUOVO DI FARFA – DOMENICA 2 SETTEMBRE 1759- EFFERATO DELITTO COMMESSO NEL PALAZZO DEL MARCHESE SIMONETTI- “TUTTI I PARTICOLARI IN CRONACA.”
Il 2 settembre 1759, domenica, circa quattro ore prima del giorno, entrarono dodici banditi in casa del Marchese Paolo Simonetti di Castelnuovo di Farfa. Prima di entrare nella stanza, dove dormiva il Marchese , presero il servitore, che vi era a dormire, lo scannarono e lo gettarono nella vasca. Entrati poi nella stanza di detto Paolo con coltelli lo assalirono alla gola e pregandoli della vita fecero qualche piccolo segno ma presero gran somma di denaro. L’efferato delitto consumato destò raccapriccio in tutta la Sabina.
Cronaca COPIATA di sana pianta da libri dell’epoca
CASTELNUOVO DI FARFA – PalazzoMarchese Simonetti- ora Eredi Salustri Galli
Franco Leggeri
CASTELNUOVO DI FARFA – PALAZZO SIMONETTI-ora EREDI SALUSTRI GALLI-
CASTELNUOVO DI FARFA – PALAZZO SIMONETTI-ora EREDI SALUSTRI GALLI-
CASTELNUOVO DI FARFA – PALAZZO SIMONETTI-ora EREDI SALUSTRI GALLI-
CASTELNUOVO DI FARFA – PALAZZO SIMONETTI-ora EREDI SALUSTRI GALLI-
CASTELNUOVO DI FARFA – PALAZZO SIMONETTI-ora EREDI SALUSTRI GALLI-
CASTELNUOVO DI FARFA – PALAZZO SIMONETTI-ora EREDI SALUSTRI GALLI-
CASTELNUOVO DI FARFA – PALAZZO SIMONETTI-ora EREDI SALUSTRI GALLI-
CASTELNUOVO DI FARFA – PALAZZO SIMONETTI-ora EREDI SALUSTRI GALLI-
CASTELNUOVO DI FARFA – PALAZZO SIMONETTI-ora EREDI SALUSTRI GALLI-
CASTELNUOVO DI FARFA – PALAZZO SIMONETTI-ora EREDI SALUSTRI GALLI-
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