Com’è misurato amarsi meno,
è un lavoro sartoriale,
millimetrico,
amicale;
chirurgica la mano che
tutto fa per non sfiorare,
stare
in cabina di controllo
come da tuo protocollo:
nel collo,
la vena giugulare
col suo flusso da invertire;
nel petto,
silenziare
il rumore del rumore.
Che lavoro disamare,
soffocare,
che cesello da artigiana
che ci vuole;
lambiccare che l’amore
riesca a smettere di amare.
Sempre un triste mestiere
seppellire.
*
Ogni volta che tu
aspetti lei e io
ti osservo –
muta, da dietro,
ferita –
aspettarla,
siamo finalmente
uguali.
Aspettiamo
tutt’e due
la persona sbagliata.
*
Ogni volta che suonano alla porta,
sei tu
che non suoni;
le lettere:
tu che non le hai scritte
e datate,
sei tu la firma,
la forma di un altro nome;
sei tu
che non aspetti al palo,
non qui sotto,
non alla fine della strada,
non all’angolo,
non dietro di me,
non al bar:
sei lo sguardo,
la ricerca,
il vuoto;
sei tu
tutti i fattorini,
sei il mazzo di rose non mio;
sei tu che non regali fiori;
è tuo:
il nero dei maglioni;
tuoi:
il ristorante dietro la stazione,
la stazione,
i treni, quelli che arrivano,
ma anche (e soprattutto)
quelli che
se ne vanno,
quelli che
non tornano,
quelli che
non mi dici;
il dodici sul calendario,
le piante,
il mio pianto.
Sono tuoi:
Piero della Francesca,
Alberto Burri,
i carciofini e il vino
e molto altro fra le labbra;
questa poesia,
i secchi bianchi con i bordi blu;
la ruggine è tua.
camminare per strada in centro è tuo,
che sia felice io
è tuo;
la mia infelicità non è tua,
è tuo: il lato sinistro
delle auto bianche,
del letto,
della guancia,
del petto.
* * *
Beatrice Zerbini-La foto di copertina è di Dino Ignani
Beatrice Zerbini, foto di Dino Ignani
Beatrice Zerbini (Bologna, 1983), si dedica già dal 1987 allo studio del ritmo e della parola, grazie al celebre coro diretto da Mariele Ventre, di cui ha fatto parte. A otto anni, complice un’infanzia travagliata, inizia a scrivere i primi versi. Nel 2006, apre la pagina online di racconti tragicomici e di poesie “In comode rate”, che darà il nome, nel 2019, alla sua prima silloge, In comode rate. Poesie d’amore (ed. Interno Poesia), giunta in soli due anni alla settima ristampa. Nel 2020, inizia a dedicarsi a un progetto a sostegno delle famiglie dei malati e delle malate di Alzheimer, diventato poi anche uno spettacolo portato in diverse piazze emiliano-romagnole. Nel 2021 pubblica Mezze Stagioni (ed. AnimaMundi), una breve raccolta di suggestioni poetiche. D’Amore è la sua seconda opera poetica, in cui trovano sempre più spazio i temi introspettivi, dell’amore, del lutto e della cura tramite la psicoterapia.
“Preghiera per la liberazione dei popoli indigeni”.
Smettete di potare le mie foglie e portar via il mio aratro
Basta con l’affogare le mie credenze e estirpar la mia radice.
Cessate di strapparmi i polmoni e soffocar la mia mente
Basta con l’uccidere le mie canzoni e silenziar la mia voce.
Non si secca la radice di chi ha semi
Sparpagliati per la terra a germogliar.
Non si spegne degli avi – ricca memoria
Vena ancestral: ritual da rievocar
Non si recidon grandi ali
Perché il cielo è libertà
Ed è fede incontrarla.
Prega per noi, Padre – Sciamano 1
Perché il demone della selva
Non porti debolezza, miseria e morte
Prega per noi – terra madre nostra
Perché i vestiti rotti
E quest’uomini malvagi
Finiscano al tocco dei maracás 2
Allontanaci da disgrazie, da cachaça 3 e discordia,
Porta l’unità tra le nazioni.
Illumina uomini, donne e bambini
Spegni tra i forti l’invidia e l’ingratitudine
Dai luce, fede, vita nelle pajelanças 4
Evita, ó Tupã, violenza e mattanza.
In un luogo sacro presso l’ igarapé. 5
Nelle notti di luna piena, ó MARÇAL, 6 chiama
Gli spiriti delle rocce per danzare la Toré.
Portaci nelle feste di mandioca 7 e pajés 8
Una resistenza di vita
Dopo aver bevuto la nostra chicha 9 con fede.
Prega per noi, falco-dei-cieli
Perché vengano giaguari, caititus, 10 seriemas 11 e capivaras 12
Cingere fiumi Juruena, São Francisco o Paraná 13.
Cingere sino al mare Atlantico
Perché pacifici siamo, invece.
Mostraci il cammino come il delfino 14
Illumina per il futuro la nostra stella
Aiutaci a suonare i flauti magici
Per cantarvi una canzone in offerta
O danzare in un rito lamaká. 15
Prega per noi, Uccello Sciamano
Ogni mattina a Sud, a Nordest
Nel cuore di cunhã, o nell’Amazzonia agreste.
Pregate per noi, pintados 16 armadilli o pappagalli, 17
Vieni al nostro incontro
Mio Dio, NHENDIRU ! 18
Rendi felice la mintã 19
Che da ventri d’indie rinasceranno.
Dacci ogni giorno di speranza
Che sol chiediamo terra e pace
Per i nostri poveri – questi ricchi bambini.
Traduzione dal portoghese di Irene Chiari
Note
1 Lo sciamano è una figura simile al pajé.
2 Strumento musicale, sonaglio indigeno utilizzato nelle cerimonie e nei riti guerrieri, composto da una zucca secca priva di polpa, riempita con pietre e semi ed assemblata con un bastone che funge da manico. È uno strumento magico, utilizzato dai pajés per scacciare gli spiriti cattivi ed attrarre quelli buoni.
3 Tipica bevanda alcolica brasiliana, diffusissima in tutto il Paese, distillata e fermentata a partire dall’estratto liquido di canna da zucchero (caldo de cana), con un tenore alcolico tra i 38 e i 48 gradi.
4 Rituale di cura realizzato dai pajé (le guide spirituali).
5 Canali.
6 Nome proprio di persona di origine latina, col significato di ”guerriero” o ”combattivo”. In questo caso probabilmente si tratta di Marçal Tupá-Y, Guarani ucciso nel Mato Grosso do Sul nel Novembre del 1983 e, da allora, simbolo della lotta indigena. Era infermiere della Funai, creatore della Organização e Assembléias indígenas e promotore dell’unità tra le nazioni indigene.
7 Pianta tuberosa, terza fonte di carboidrati nei paesi tropicali, dopo il riso e il mais.
8 Guida spirituale indigena.
9 Bibita alcolica, simile alla birra, a base di mais fermentato, originaria del Centro e Sud America.
10 Animale tipico del territorio americano, molto simile al cinghiale.
11 Tipo di uccello, molto diffuso in Sudamerica.
12 Mondialmente, il maggiore dei roditori, simile ad una lontra ma più grande, abitante dei territori sudamericani.
13 Fiumi del Sudamerica.
14 boto , specie particolare di delfino, originaria delle acque dolci del fiume che attraversa l’Amazzonia. Secondo la tradizione indigena è una creatura guida, che mostra il cammino da seguire.
16 Pesce d’acqua dolce, tipico dei fiumi São Francisco, Paraná e Prata del Brasile.
17 Tipo particolare di pappagallo, diffuso nelle foreste tropicali dell’America Centrale e Meridionale, che in italiano prende il nome di Ara scarlatta o Ara macao.
18 Nhendiru è il Creatore nella tradizione Tupi- Guarani.
19 I bambini, in lingua Potiguara (che fa sempre parte della famiglia del Tupi-Guarani).
Eliane si definisce cittadina del mondo. È formata in Lettere, con specializzazione in Educazione. È insegnante, scrittrice, poeta, attivista discendente del popolo potiguara.
È la fondatrice e coordinatrice del GRUMIN – Gruppo Donna/Educazione Indigena, che è la prima organizzazione di donne indigene sorta in Brasile, con ciò rendendosi partecipe della creazione ed evoluzione del movimento indigeno brasiliano.
Durante una decade ha partecipato all’elaborazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Indigeni nella sede ONU di Ginevra. Nel 1988 è stata eletta una delle dieci donne dell’anno in Brasile. È stata insignita del titolo di Cavaliere dell’Ordine del Merito Culturale. È Ambasciatrice di Pace del Circuito di Scrittori di Francia.
La sua opera ha ottenuto riconoscimenti e premi a livello nazionale e internazionale, fra cui il Pen Club dell’Inghilterra, il Fondo Libero di Espressione negli USA. Le molteplici attività da lei svolte vertono intorno ai diritti dei popoli indigeni, della biodiversità, delle conoscenze tradizionali. Editato dalla casa editrice Global, un suo libro di grande successo è Metade cara, metade máscara.
Irene Chiari
Traduzione dal portoghese di Irene Chiari-Breve Biografia di Loretta Emiri ha vissuto per diciotto anni nell’Amazzonia brasiliana. Durante i primi quattro anni e mezzo ha operato tra gli yanomami svolgendo assistenza sanitaria, ricerche linguistiche e un progetto chiamato Piano di Coscientizzazione, di cui l’alfabetizzazione di adulti nella lingua materna faceva parte. In quell’epoca ha prodotto saggi e lavori didattici, tra i quali Gramática pedagógica da língua yãnomamè (Grammatica pedagogica della lingua yãnomamè), DicionárioYãnomamè-Português (Dizionario Yãnomamè-Portoghese). Specializzatasi nella legislazione dell’educazione scolastica indigena, ha organizzato e partecipato, in veste di docente, a incontri e corsi di formazione per maestri di varie etnie, contribuendo a far incorporare le loro rivendicazioni alla Costituzione. Ha curato l’edizione di A conquista da escrita – Encontros de educação indígena (La conquista della scrittura – Incontri di educazione indigena), che documenta le prime esperienze scolastiche di quindici popoli indigeni. Ha fatto parte del Gruppo di Lavoro istituito dal Ministero dell’Educazione per definire la politica nazionale per l’Educazione Scolastica Indigena. Sua è la redazione finale della proposta di creazione di una scuola specifica, differenziata e pubblica per la formazione dei maestri indigeni dello Stato di Roraima; approvata all’unanimità nel novembre del 1993, è divenuta la prima scuola del genere in Brasile. Nell’adempimento dei ruoli ricoperti in organi pubblici o privati, ha sempre sostenuto le lotte per l’autodeterminazione travate dal movimento indigeno organizzato brasiliano che, tra l’altro, ha trasformato la “scuola per gli indios” in “scuola indigena”, pensata e amministrata da loro stessi e la cui finalità è anche quella di affermare identità etniche e rivendicare diritti. Attraverso la rielaborazione esplicita e voluta dell’esperienza fatta, sta dando continuità all’esperienza stessa; tra le sue più recenti pubblicazioni in lingua italiana troviamo Amazzonia portatile, Quando le amazzoni diventano nonne, Amazzone in tempo reale.
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