Poesie di VERA PAVLOVA- Tradotte da Linda Torresin

 

Biblioteca DEA SABINA

VERA PAVLOVA Poetessa russa
VERA PAVLOVA Poetessa russa

POESIE DI VERA PAVLOVA– Tradotte da Linda Torresin 

Non voglio che mi cada addosso un mattone;

voglio morire con calma.

Voglio morire osservando

il corpo che espelle, goccia

dopo goccia, la vita spossata.

Farla passare attraverso me stessa,

come attraverso un setaccio fine fine,

e – alla lunga – tirare un sospiro di sollievo

per non aver scorto nulla sul fondo.

  •  

Dolore, tu sei

l’unica prova

che ho un corpo.

Me l’hai dimostrato.

Ma ora vattene! Comunque

non crederò mai

che il corpo sia la sola cosa

che ho.

*

La superficie del pensiero è parola.

La superficie della parola è gesto.

La superficie del gesto è pelle.

La superficie della pelle è brivido.

*

Perché la parola SI è così corta?

Dovrebbe essere

la più lunga,

la più complessa,

in modo che tu non possa pronunciarla impulsivamente

e, riflettendoci, possa fermarti

a metà…

*

La solitudine è una malattia

trasmissibile sessualmente.

Io ti lascio in pace, e fallo anche tu.

Stiamo un po’ da soli

per parlare di questo e quello

senza dire tutto,

abbracciamoci e capiamo:

chi è solo non si può curare.

*

Mi tieni fra le tue braccia e pensi forse di avermi presa?

Ma io mi libererò del corpo come coda di lucertola,

e tu dovrai cercare tra le stelle

ciò che mi cercavi tra le gambe.

La traduzione è stata condotta sulla base del testo russo pubblicato in: Vera Pavlova, Sem’ knig, Moskva, Eksmo, 2011

Traduzione dal russo di Linda Torresin

Vera Pavlova-di ascendenze ebraiche, nasce a Mosca il 4 maggio 1963. Si laurea con il massimo dei voti presso la prestigiosa Accademia di musica Gnesin, specializzandosi in storia della musica. Lavora come guida al Museo Šaljapin, pubblicando anche saggi di musicologia.

Comincia a scrivere versi a vent’anni, in clinica ostetrica, dopo la nascita della sua prima figlia. Nel 1988 la rivista letteraria “Junost’” pubblica alcuni versi della Pavlova, ma il vero successo arriva nel 1996 dopo la pubblicazione di 72 sue poesie sul quotidiano “Segodnja”. Da allora la Pavlova firmerà ben diciotto libri, tradotti in una ventina di lingue.

Attualmente la poetessa vive tra Mosca e New York.

NIENTE FUGHE

la poesia concreta di Vera Pavlova

di Linda Torresin

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VERA PAVLOVA Poetessa russa
VERA PAVLOVA Poetessa russa

Per la russa Vera Pavlova (1963), musicista prima ancora che poetessa, le melodie – raramente armoniche e più spesso dissonanti – della realtà si rivelano uno strumento efficace per comprendere l’individuo nella sua essenza più profonda. Il legame fra lo spirituale e il terreno è al centro della poesia della moscovita, come riassume Pavel Belickij (“Nezavisimaja gazeta”): «La carnalità, col suo gusto e il peso, la quintessenza della carnalità, musica degli umori come musica della vita, carnalità degli amplessi, la vita della carne, la morte della carne e la sua legittima trasfigurazione nella poesia: ecco l’universo poetico di Vera Pavlova». La carnalità, il corpo, il rapporto uomo-donna – questa è per la Pavlova la chiave di lettura (concreta e palpitante) della vita.

Dopo Achmatova e Cvetaeva, la Pavlova si conferma dunque la nuova voce della poesia femminile russa.

VERA PAVLOVA Poetessa russa
VERA PAVLOVA Poetessa russa
VERA PAVLOVA Poetessa russa
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