ROCCA di TANCIA o “ Rocca Tanciae”-Biblioteca DEA SABINA

Biblioteca DEA SABINA

ROCCA di TANCIA o “ Rocca Tanciae”.

ROCCA di TANCIA o “ Rocca Tanciae”
ROCCA di TANCIA o “ Rocca Tanciae”

ROCCA di TANCIA o “ Rocca Tanciae”. NOTA STORICA dal CHRONICON(II-Pagina 134)- “GROTTA DI SAN MICHELE ARCANGELO”.
Foto inviata da ELIO MERCURI-Ricerca bibliografica e trascrizione di FRANCO LEGGERI-

La Rocca si trova vicino al Castello di Fatucchio, sono visibili ancora pochi ruderi.La Rocca, come Fatucchio, aveva la sua chiesa che, credo , siano ancora visibili i ruderi, in verità pochi ruderi.
La Rocca è costruita sopra una rupe scoscesa molto elevata sita di fronte al vicino Castello di Fatucchio, questa posizione alcuni studiosi, la interpretano come un atto di sfida al vicino Castello. La Rocca ha una Storia molto interessante ed è per questo che se ne occupò anche il Cardinale SCHUSTER nella sua opera sull’Abbazia di Farfa.
Documenti-

Documento 158-II- anno 802- pag. 132: è riportato un elenco dei beni donati (cita il documento 157 )dai fratelli Probato e Piccone di Urso Al monastero (Farfa?) tra cui si evidenziano la porzione della chiesa di Sant’Angelo in Tancia con tutta la sua “dote” e con il Gualdo ch’è nello stesso Monte Tancia assieme ad una porzione di Casale Paterno e con la relativa Chiesa di Santa Cecilia con corredo di Coloni, terre, vigne ed uliveti e bestiame;

Documento 410-III- anno 991 –pag. 119: l’Abate Giovanni cede a Guimaro figlio di Barone una terra sul monte Tancia (permuta) “…dove è lo stesso Castello…”. Qui Castello si vuol intendere la Rocca di Tancia o Futucchio? Non si hanno elementi sufficienti per dare un giudizio definitivo;

Documento 1318-anno 1118-pag.305: L’Imperatore Enrico V conferma al Monastero dell’Abbazia di Farfa il possesso , i benefici e privilegi e trai beni viene citata la “ROCCA TANCIE””;

Documento 975 (relativo anche alla Rocca della Forcella sita nel territorio di Poggio Ciciliano). Con questo Documento vi è anche:Doc. 1324- dell’anno 1119-1126- citati alla pagina 317 e Documento (non numerato) dell’anno 1119-1125 alla pagina 319. Ancora si ha il Documento 948 dell’Anno 1067- della pagina 342 in cui risulta che oggetto di di vendita, da parte di Dono e Rogata la loro posizione :”… de Rocca quae vocxatur TANCIA, et de ecclesias quae in ipsa Rocca modo stare videtur…..”;

Documento 158 dell’anno 802-pag. 132 in cui è stilato elenco dei beni donati col precedente documento 157 dai fratelli Probato e Piccone di Urso al monastero di Farfa tra cui: “… la loro porzione della Chiesa di Sant’Angelo in TANCIA, con la sua dote e con il gualdo(gualdo=bosco piccolo) che è nello stesso monte nonché la loro porzione del Casale Paterno con la chiesa di Santa Cecilia e con coloni, terre, vigne e oliveti ecc…”;

Documento 883 -anno 1049-1053 pag.279-Il Vescovo sabinense Giovanni(1011-1060) accusa l’Abate Berardo innanzi a Papa Leone IX (1049-1054) e ad un Sinodo romano di avere attentato alla sua vita e di aver subito “grandi violenze”;

Documento 935 dell’anno 1063 pag. 329: Ridolfo, Stefano e Pietro figli di Giovanni donano alla Chiesa di San Michele Arcangelo in TANCIA , appartenente al Monastero di Farfa alcuni beni situati nel territorio sabinense;

Documento 1012 anno 1073 alla pag. 15: ..breve memoria di un patto concluso tra Berardo , Abate di Farfa, e Farolfo e Pietro di Lictone, Giovanni e Leone di Rainiero e Umberto d’Ingizone, relativamente ai possessi del Monastero di Farfa nei Castelli di Catino e di Luco e nella ROCCA di TANCIA. Patto stipulato e definito dinanzi alla Chiesa di San Pietro Apostolo di Poggio Catino, al tempo di Papa Gregorio (1073-1085) nel mese di maggio;

Documento 1318 anno 11118 pag. 305: L’Imperatore Enrico V conferma al Monastero di Farfa il possesso e i privilegi e tutti i beni , tra cui il gualdo(bosco) e la ROCCA di TANCIA e la Chiesa di Sant’Angelo in TANCIA;

Nell’appendice al volume I del Registro Farfense alla pagina 34 si legge:”….nell’anno 1217 l’Arciprete Rustico di TANCIA la scia al Monastero (Abbazia di Farfa) per la sua anima la metà della Chiesa di San Donato e delle sue decime e offerte mortuarie…”;

NOTA STORICA dal CHRONICON(II-Pagina 134)- “GROTTA DI SAN MICHELE ARCANGELO”.

In merito alla proprietà del Santuario era intervenuto un accordo tra UGO I da Farfa (997-1038) e il Vescovo Giovanni di Sabina . L’accordo riguardava la ..”divisione delle decime e le offerte mortuarie…”.
Dieci anni dopo, con il pretesto che Berardo I aveva ceduto i suoi diritti a” due monache”, cercò di impedirgli di compiere lavori di “… decorazioni del piccolo Tabernacolo…”. Ma l’Abate non si scompose e, quindi, si scatenarono le ire del Vescovo sabino , sempre in relazione alla questione all’Altare, così si legge nel CHRONICON, sembra che l’Altare fosse consacrato da San Silvestro I Papa dal 314 al 335 e, forse si potrebbe ipotizzare che , appunto il Santo fosse sul Tancia per sottrarsi alle persecuzioni di Costantino Magno, ricordiamo che ancora non era cristiano, nel gennaio del 314 , San Silvestro, dovette rifugiarsi sul monte Soratte. Dobbiamo anche evidenziare e ricordare che sulla vita di San Silvestro sono “fioriti” tanti episodi “fantasiosi e pittoreschi” specialmente nei secolo XIV e XV, alimentati come ad esempi la resurrezione del toro e la vittoria sul drago pestifero , ma tutti da ritenersi assolutamente leggendari.
Ma proseguendo nella lettura si legge che una schiera di “Scherani” (Uomini violenti al servizio di un potente) guidati da Giovanni i quali piombarono improvvisamente sul Monte TANCIA e fecero scempio del luogo sacro, distrussero , incendiandola, il piccolo cenobio scavo e con esso la Chiesa sulla rupe. La piccola comunità di monaci che qui viveva dovette, per salvarsi, fuggire. Ma l’Abate non si diede per vinto che scortato e protetto dall’esercito dell’abbazia riconsacrò l’altare per mezzo di un Vescovo che era ospite dell’Abbazia di Farfa.
Ricorda il Cardinale Schuster nella sua Opera :”…i monaci della prepositura riprendevano la loro consueta vita di penitenza e di preghiera…”.

Seguirono altri episodi incresciosi e scandalosi sul Monte Tancia. L’Abate Giovanni , benché vecchio, si recò ”armato” ed attaccò nuovamente e distrusse , per la seconda volta, l’altare. A Roma giunsero le notizie “scandalose dei fatti del Monte TANCIA” i quali provocarono grande scalpore e commozione . L’accusa di Giovanni presentata a Papa Leone IX , che in quel tempo era di ritorna da Augusta,ottenne , infine, risultati di buon senso e mediazione e conciliante tra i due contendenti. Tutto si risolse al meglio :” …quell’auri sacra fames…”. Ricordiamo che a quei tempi il popolo sabino era molto devoto a San Michele Arcangelo. Da quel periodo la “GROTTA DI SAN MICHELE ARCANGELO” divenne meta di continui pellegrinaggi.