Lawrence Ferlinghetti- poesia “Pietà per la nazione”
“Pietà per la nazione”
Pieta’ per la nazione i cui uomini sono pecore
e i cui pastori sono guide cattive
Pieta’ per la nazione i cui leader sono bugiardi
i cui saggi sono messi a tacere
Pieta’ per la nazione che non alza la propria voce
tranne che per lodare i conquistatori
e acclamare i prepotenti come eroi
e che aspira a comandare il mondo
con la forza e la tortura
Pieta’ per la nazione che non conosce
nessun’altra lingua se non la propria
nessun’ altra cultura se non la propria
Pieta’ per la nazione il cui fiato e’ danaro
e che dorme il sonno di quelli
con la pancia troppo piena
Pieta’ per la nazione – oh, pieta’ per gli uomini
che permettono che i propri diritti vengano erosi
e le proprie libertà spazzate via
Patria mia, lacrime di te
dolce terra di liberta’!.
La poesia “Pietà per la nazione” fu scritta da Lawrence Ferlinghetti, in occasione del cinquantenario della pubblicazione di On the Road di Jack Kerouac, manifesto della Beat Generation, ispirandosi ai versi del poeta libanese Kahlil Gibran.
Lawrence FERLINGHETTI
Brevissima biografia di Lawrence Ferlinghettiè nato a Yonkers (nella contea del Westchester nello stato di New York) nel 1919, da madre francese (Lyons Albertine Mendes-Monsanto) e padre italiano, originario di Brescia (Carlo Ferlinghetti). Rimasto orfano di padre pochi mesi prima della nascita, Ferlinghetti perse la madre ancora bambino, e fu allevato dalla nonna. Come raccontato da Niccolò Lucarelli, Ferlinghetti, subito dopo la laurea in giornalismo, “nel 1941 si arruolò nella Marina Militare e prese parte anche all’operazione Overlord, con cui nel ’44 le truppe americane sbarcarono in Normandia. Furono quei giorni di terribili combattimenti e la desolazione di Nagasaki dopo l’atomica, visitata l’anno successivo, a formare la sua coscienza di convinto pacifista, convinto che l’umanità non avrebbe più potuto sopportare simili orrori. Dopo il congedo torna all’università e consegue un Master of Art alla Columbia, ma nel 1947 decide di trasferirsi a Parigi, che allora viveva gli ultimi bagliori di capitale mondiale della cultura, con gli esistenzialisti del Café de Flore e la piccola comunità intellettuale americana. In quest’atmosfera comprende come la sua strada sia la poesia, e consegue un dottorato in poesia moderna alla Sorbona”.
Jack Kerouac,Scrittore e poeta, nato giovedì 12 marzo 1922 a Lowell, Massachusetts (USA – Stati Uniti d’America), morto martedì 21 ottobre 1969 a St. Petersburg, Florida (USA – Stati Uniti d’America)
Jack Kerouac
Jack Kerouac, E’ uno dei padri della beat generation, l’autore di Sulla strada (1957), lo scrittore che seppe intercettare in anticipo lo spirito di un Paese che stava cambiando, l’interprete di un desiderio di libertà e di profondità spirituale che erano nell’aria, prima degli hippy, di una ribellione contro la civiltà occidentale. I grandi spazi dell’America da attraversare coincidevano con quelli della coscienza. Ha ispirato molti, come Bob Dylan, come i movimenti pacifisti, con le sue idee e con il suo stile immediato, la prosa spontanea, rapsodica e jazz; e continua a ricorrere ancora oggi, nella nostra cultura, ad essere evocato, attraverso quel suo concetto geniale di vivere “on the road”. Jack Kerouac è nato cento anni fa, il 12 marzo 1922, a Lowell (Massachusetts), ed è morto giovane, a 47 anni nel 1969, per una emorragia addominale causata dall’alcolismo.
Poesie di Jack Kerouac
DULUOZ
Nome tratto da fonti
di primo mattino
Nella sede di un giornale
Tanti Anni Fa a Lowell Mass
Mentre gli uccelli cacavano
Sul canale
E Sperma galleggiava
Tra i Muri di Mattone
Di un Albeggiar di Fumo
Che usciva da un Camino
di Chtistian Hill
Ah Sire, Duluoz,
Re dei miei Pensieri,
Salve a te!
(Caccia un’altra lattina di birra)
QUALUNQUE MOMENTO
Qualunque momento hai voglia
Di scrivere una cazzuta poesia
Apri ‘sto libro
& Strilla nient’ altro
Che Crema
Strilla
Non ti scomare
Scorri
Scortica
Scrosta i bordi di Scrono
AllitteRa le Rane
Bekkek! Bekkek!
Koax! Koax!
Carra Quax!
Carra qualquus
Kerouacainius!
Jack Kerouac
PERSINO JOYCE
Persino lui, Joyce,
ha avuto l’amore
Persino i poeti ciechi.
IL POETA
Quante volte da quando
Ho visto il poeta
di Greenwich Village
Scorciare al lavoro nell’ alba grigia
Con la gavetta &
il taglio di capelli fuori moda
Occhi allo Hudson
Narici alla strada
All’inverno, al lavoro, alla carità,
Ai pasti, cibo di follia
Tante volte da quando
Ho visto il poeta
Che scriveva ritmi & rime
Incazzato tra Minetta’s
E Minetta Lane
Affrettarsi al Lavoro
Sessosico, sessitico, psico
analizzato?
Al lavoro nell’alba impoetica
Le mattine dopo essermi sbronzato
con Lucien & Allen
& gli Angeli Alleati
Nella Vasta Pesciaia
di Manhattan
O America!
O canti!
Poesie!
o Sax Alti! o Tenori!
Suonate!
(il Poeta è Morto).
Jack Kerouac
TUONO
Il tuono fa un frastuono
di rumore come finestre
Chiuse in silenzio
istericamente
Perciò Papi è caduto dalle scale
del tempo
Malgrado l’acquasanta
E tutti i vs. beveroni
nell’
Eternità.
LA ROSA
«Ah, Rosa»ho gridato,
«Risplendi nella Fosforescente
Notte.»
L’INSETTO
E al piccolo insetto che io sono
ho detto
«Insetto, detto, vetta, tetta del tempo,
Prova, prendi, prendi, spremi, vola,
L’amore traversa i t.i zigomi
Sulla fosforescente trasparente
ala
Del Metamorfosato Insetto
Kafkiano divora formaggio»
Jack Kerouac
L’ORRORE
Quindi ho visto l’orrore,
E ho gridato,
«Toglitimi di do sso».
L’errorrore mi ha messo osso
Per osso in un sacco di terra,
Poi mi ha arrostito in forno
D’infernocielo nell’alluminio
Di Diavolo Dio Gesù ,
Cioè la Vs. Santa Trinità.
I SORRISI
I sorrisi scostano la pelle delle guance
Da perle d’osso
E mostrano a chi guarda
Tremolare la crema
In occhi di pietra.
SULLE LACRIME
Lacrime è la mia fronte che si rompe,
Il lunato agitato
sedersi
In bui cimiteri di treni
Quando per vedere il volto di mia madre
Che richiamava dalla sua visione
Piansi alla comprensione
Della trappola mortalità
E del sangue personale della terra
Che mi aspettavano
Padre padre
Perché mi hai abbandonato?
Mortalità & repulsione
Scorrazzano per questa città
Infelicità è il mio secondo nome
Voglio essere salvato,
Affondato-non può essere
Non vuole essere
Mai fu fatta per essere
Così da vomitare!
DA VECCHIO
Quando comincerò a invecchiare
E forse sentirò .il braccio sinistro
intorpidirsi
E il cervello resistita speranza,
Siederò addormentato
L’energia soffocata esaurita
nel mio occhio
E l’amore fuggito da me
Quando la peggior notizia
Mi fu portata
Ed esultai di essere solo
Di ormai essere morto
Ho avuto la visione del
santo
Misconosciuto & troppo stanco
per spiegare il perché
E di dolci intenzioni
un altro giorno-
Persino Stanley Gould
andrà in cielo.
LO SO
Lo so che non so scrivere
versi
Ma questo è il mio libro
di righine lattine
Di birra e allora compatiscimi
invisibile
Lettore lasciami pasticciare
anche
Quando ho i postumi & sono senza
idee.
Jack Kerouac
DIO
Seduto sui nostri significati
Egomaniaco Dio,
Solitaria macchia d’olio luccico di pioggia
È solito irritarci per di più
Nel Reale.
SPERANZE
La poesia non lo sa:
Il condizionatore
Disusato d’inverno
È come le mie speranze
Un po’ dentro, un po’ fuori,
Verdi su ruota bianca,
Buone solo a gettare
Un’ombra lunga
Nella livida luce della strada.
55° Chorus
Un giorno o l’altro alzeranno monumenti
costruiti in onore dei folli
quelli che oggi stanno in manicomio
Come primi pionieri del concetto
per il quale se perdi la ragione
attingi al sapere più perfetto
Il quale è immune da predicati
quali «lo sono,. io voglio, io ragiono -»
-immune dal dire: «Lo farò»
– Immune
Immune anche da follia in virtù
del non contatto
Ma per intanto questi medici
deterministi credono davvero
che un matto è matto –
E per questo hanno eretto una religione
da un miliardo di dollari, detta Psico-medicina,
e ah –
Be’ apprenderemo la normalità
dell’Ard Bar
Al mattino, alle volte, da soli
Blues
Parte delle stelle mattutine
La luna e la posta
L’insaziabile X, il dolore delirante,
– la luna Sittle La
Pottle, teh, teh, teh, –
I poeti in vecchie stanze gufose
che scrivono curvi parole
sanno che le parole furono inventate
perché il nulla era nulla
Usando le parole, usate le parole,
le X e gli spazi vuoti
E la pagina bianca dell’Imperatore
E l’ultimo dei Tori
Prima che la primavera si metta in moto
Sono una montagna di nulla
di cui volenti o nolenti disponiamo
Così di notte contratteremo
nel mercato delle parole.
Poesia
Il jazz s’è suicidato
Fate che la poesia non faccia la stessa fine
Non temiate
l’aria fredda della notte
Non date retta alle istituzioni
quando trasformate i manoscritti in
arenaria
non inchinatevi né fate a cazzotti
per i pionieri di Edith Wharton
o per la prosa alla nebraska di ursula major
no, statevene nel vostro giardinetto
& ridete, suonate
il trombone di mollica
& se poi qualcuno vi regala perline
ebree, marocchine, o vattelappesca,
addormentatevi con quella collana al collo
È probabile che facciate sogni più belli
La pioggia non c’è
non ci sono più me
te lo dico io, ragazzo,
affidabile come la merda.
Jack KEROUAC50esimo anniversario della morte di Jack Kerouac il padre della Beat Generation- Jack Kerouacè considerato uno dei più importanti scrittori americani e padre fondatore della Beat Generation. Grazie alle sue idee di libertà, alla sua costante ricerca di realizzazione personale attraverso nuove strade senza mai piegarsi alle convenzioni sociali e grazie al suo stile immediato e concitato totalmente nuovo nel panorama letterario americano, Kerouac divenne, infatti, fonte d’ispirazione di un’intera generazione. La Beat Generation fu un movimento culturale americano costituito da vari autori – come Allen Ginsberg, William S. Burroughs, Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti, Gary Snyder, Michael McClure, Charles Olson e ovviamente Jack Kerouac – che influenzò profondamente la società del tempo, portando alla luce il disagio che stavano vivendo le nuove generazioni e il contrasto tra ciò che la propaganda del governo vendeva come sogno americano e la realtà del dopoguerra.
Jack Kerouac nasce a Lowell, Massachusetts, il 12 marzo 1922 come Jean-Louis Kerouac, in una famiglia di origini franco-canadesi. I suoi primi anni d’infanzia furono sereni, nonostante la morte del fratello maggiore Gerard quando Jack aveva solo quattro anni, trauma che lo colpì molto e che lo accompagnerà per tutta la vita. Verso i sedici anni, però, la situazione in casa cominciò a peggiorare: gli affari del padre andavano male e l’uomo iniziò a bere e ha giocare d’azzardo. Le uniche consolazioni per Jack erano la scuola, dove già si notava la sua passione per la letteratura e il suo talento per la scrittura, e Mary Carney, una ragazza irlandese e suo primo amore, sentimento che ispirerà l’opera Maggie Cassidy. Dopo il liceo si trasferì a New York per frequentare la Horace Mann Preparatory School, dove emersero tutte le potenzialità di Jack, sia in campo letterario che sportivo. In questo periodo cominciò a frequentare anche i circoli artistici e culturali dove conobbe alcune delle persone che ispireranno i suoi lavori. Kerouac iniziò quindi a frequentare la Columbia University, che però abbandonò molto presto per arruolarsi nell’esercito dopo essere rimasto sconvolto dall’attacco giapponese a Pearl Harbor del 1941, ed infatti nel 1942 si imbarcò come sguattero per la marina mercantile. Ma anche questa esperienza non durò a lungo: nel 1943 venne riformato per inadeguatezza al servizio militare a seguito di una diagnosi che lo attestava come uno “psicopatico costituzionale e personalità schizoide, ma non psicotica”. Torna quindi a casa dei genitori lavorando come marinaio. Il 1944 fu un anno molto importante per lui. Conobbe Lucien Carr, William S Burroughs e Allen Ginsberg, il nucleo originale della Beat Generation. Queste conoscenze, oltre ad irresistibili stimoli intellettuali, gli portarono un arresto per favoreggiamento in un caso di omicidio e per pagarsi la cauzione fu costretto a sposare la ricca ragazza che frequentava all’epoca, Edie Parker. Il matrimonio però durò pochissimo: Jack abbandonò la moglie per continuare i suoi vagabondaggi in città insieme ai suoi amici artisti. Nel 1945 Jack incontrò Neal Cassady, un ladro d’auto di vent’anni appena uscito dal riformatorio. Lo scrittore lo vedeva come il simbolo più puro dell’emarginazione e rimase affascinato dalla sua personalità travolgente, tanto da farne il protagonista del suo libro Sulla Strada (On the Road), e fu per raggiungere Neal a Denver che nel 1947 Kerouac si mise per la prima volta sulla strada, in viaggio per il Nord America. Tra il 1949 e il 1950 arrivarono le prime soddisfazioni professionali, una casa editrice comprò e pubblicò La città e la metropoli. Fu un successo ma ancora non faceva di Kerouac uno scrittore del tutto riconosciuto. Tornò a New York e li conobbe e sposò Joan Haverty. Anche questo matrimonio durò solo qualche mese. Dopo la separazione la donna scoprì di essere incinta, ma lo scrittore non volle mai riconoscere la bambina. Nel 1953 Kerouac cominciò ad elaborare con più consapevolezza il suo rivoluzionario metodo di scrittura: una prosa spontanea, immediata, composta da associazioni di idee – rese a un ritmo quasi musicale – dove le convenzioni sociali e la punteggiatura non venivano più rispettate. Stile che trovò la sua prima espressione ne I sotterranei, scritto a seguito della fine di una storia avuta con una ragazza appena uscita da un ospedale psichiatrico che gli spezzò il cuore tradendolo con un suo amico. In quello stesso periodo, non riuscendo a far pubblicare le sue opere già concluse, Jack cadde in depressione e si lasciò andare nel bere. Fu solo nel 1957 che il tanto agognato successo arrivò. Il romanzo Sulla Strada venne pubblicato e fu incredibilmente amato dalla critica e dal pubblico, venendo addirittura definito sul New York Times “una vera e propria opera d’arte”. Nonostante la fama, però, Kerouac rimaneva irrequieto ed era atterrito dall’idea che i suoi successivi lavori non avrebbero potuto riscuotere all’altrettanta approvazione. E così fu. Tutti i suoi libri pubblicati dopo furono stroncati dalla critica, fatto che lo portò a metà del 1960 ai limiti di un tracollo psico-fisico, aggravato dall’alcolismo e da una dipendenza da droghe che ormai lo consumava. Gli anni che ne seguirono non fecero che aggravare le sue condizioni e la sua depressione, nonostante gli sforzi della sua famiglia e della casa editrice che cercavano in tutti i modi aiutarlo a uscirne. Tra i vari sforzi di rilanciarlo e di ispirare la sua vena narrativa vi fu un viaggio in Italia su invito della casa editrice Arnoldo Mondadori Editore. L’esperienza fu disastrosa e si concluse a Napoli dove Jack in un’intervista si mise a difendere l’intervento americano nel Vietnam suscitando molte opposizioni e polemiche. Tornò in America in condizioni sempre più precarie ricevendo un nuovo duro colpo nel 1968, quando l’amato amico Neal Cassady fu trovato morto in una stazione. Un giorno di ottobre nel 1969 Jack accusò forti dolori all’addome e venne portato all’ospedale: il suo fegato aveva ceduto per la cirrosi epatica. A quarantasette anni, il 21 ottobre 1969, Jack Kerouac morì.Jack Kerouac
Jack Kerouac,Scrittore e poeta, nato giovedì 12 marzo 1922 a Lowell, Massachusetts (USA – Stati Uniti d’America), morto martedì 21 ottobre 1969 a St. Petersburg, Florida (USA – Stati Uniti d’America)
Jack Kerouac
Jack Kerouac, E’ uno dei padri della beat generation, l’autore di Sulla strada (1957), lo scrittore che seppe intercettare in anticipo lo spirito di un Paese che stava cambiando, l’interprete di un desiderio di libertà e di profondità spirituale che erano nell’aria, prima degli hippy, di una ribellione contro la civiltà occidentale. I grandi spazi dell’America da attraversare coincidevano con quelli della coscienza. Ha ispirato molti, come Bob Dylan, come i movimenti pacifisti, con le sue idee e con il suo stile immediato, la prosa spontanea, rapsodica e jazz; e continua a ricorrere ancora oggi, nella nostra cultura, ad essere evocato, attraverso quel suo concetto geniale di vivere “on the road”. Jack Kerouac è nato cento anni fa, il 12 marzo 1922, a Lowell (Massachusetts), ed è morto giovane, a 47 anni nel 1969, per una emorragia addominale causata dall’alcolismo.
Jack KEROUAC
Poesie di Jack Kerouac
DULUOZ
Nome tratto da fonti
di primo mattino
Nella sede di un giornale
Tanti Anni Fa a Lowell Mass
Mentre gli uccelli cacavano
Sul canale
E Sperma galleggiava
Tra i Muri di Mattone
Di un Albeggiar di Fumo
Che usciva da un Camino
di Chtistian Hill
Ah Sire, Duluoz,
Re dei miei Pensieri,
Salve a te!
(Caccia un’altra lattina di birra)
QUALUNQUE MOMENTO
Qualunque momento hai voglia
Di scrivere una cazzuta poesia
Apri ‘sto libro
& Strilla nient’ altro
Che Crema
Strilla
Non ti scomare
Scorri
Scortica
Scrosta i bordi di Scrono
AllitteRa le Rane
Bekkek! Bekkek!
Koax! Koax!
Carra Quax!
Carra qualquus
Kerouacainius!
PERSINO JOYCE
Persino lui, Joyce,
ha avuto l’amore
Persino i poeti ciechi.
IL POETA
Quante volte da quando
Ho visto il poeta
di Greenwich Village
Scorciare al lavoro nell’ alba grigia
Con la gavetta &
il taglio di capelli fuori moda
Occhi allo Hudson
Narici alla strada
All’inverno, al lavoro, alla carità,
Ai pasti, cibo di follia
Tante volte da quando
Ho visto il poeta
Che scriveva ritmi & rime
Incazzato tra Minetta’s
E Minetta Lane
Affrettarsi al Lavoro
Sessosico, sessitico, psico
analizzato?
Al lavoro nell’alba impoetica
Le mattine dopo essermi sbronzato
con Lucien & Allen
& gli Angeli Alleati
Nella Vasta Pesciaia
di Manhattan
O America!
O canti!
Poesie!
o Sax Alti! o Tenori!
Suonate!
(il Poeta è Morto).
TUONO
Il tuono fa un frastuono
di rumore come finestre
Chiuse in silenzio
istericamente
Perciò Papi è caduto dalle scale
del tempo
Malgrado l’acquasanta
E tutti i vs. beveroni
nell’
Eternità.
LA ROSA
«Ah, Rosa»ho gridato,
«Risplendi nella Fosforescente
Notte.»
L’INSETTO
E al piccolo insetto che io sono
ho detto
«Insetto, detto, vetta, tetta del tempo,
Prova, prendi, prendi, spremi, vola,
L’amore traversa i t.i zigomi
Sulla fosforescente trasparente
ala
Del Metamorfosato Insetto
Kafkiano divora formaggio»
L’ORRORE
Quindi ho visto l’orrore,
E ho gridato,
«Toglitimi di do sso».
L’errorrore mi ha messo osso
Per osso in un sacco di terra,
Poi mi ha arrostito in forno
D’infernocielo nell’alluminio
Di Diavolo Dio Gesù ,
Cioè la Vs. Santa Trinità.
I SORRISI
I sorrisi scostano la pelle delle guance
Da perle d’osso
E mostrano a chi guarda
Tremolare la crema
In occhi di pietra.
SULLE LACRIME
Lacrime è la mia fronte che si rompe,
Il lunato agitato
sedersi
In bui cimiteri di treni
Quando per vedere il volto di mia madre
Che richiamava dalla sua visione
Piansi alla comprensione
Della trappola mortalità
E del sangue personale della terra
Che mi aspettavano
Padre padre
Perché mi hai abbandonato?
Mortalità & repulsione
Scorrazzano per questa città
Infelicità è il mio secondo nome
Voglio essere salvato,
Affondato-non può essere
Non vuole essere
Mai fu fatta per essere
Così da vomitare!
DA VECCHIO
Quando comincerò a invecchiare
E forse sentirò .il braccio sinistro
intorpidirsi
E il cervello resistita speranza,
Siederò addormentato
L’energia soffocata esaurita
nel mio occhio
E l’amore fuggito da me
Quando la peggior notizia
Mi fu portata
Ed esultai di essere solo
Di ormai essere morto
Ho avuto la visione del
santo
Misconosciuto & troppo stanco
per spiegare il perché
E di dolci intenzioni
un altro giorno-
Persino Stanley Gould
andrà in cielo.
LO SO
Lo so che non so scrivere
versi
Ma questo è il mio libro
di righine lattine
Di birra e allora compatiscimi
invisibile
Lettore lasciami pasticciare
anche
Quando ho i postumi & sono senza
idee.
DIO
Seduto sui nostri significati
Egomaniaco Dio,
Solitaria macchia d’olio luccico di pioggia
È solito irritarci per di più
Nel Reale.
SPERANZE
La poesia non lo sa:
Il condizionatore
Disusato d’inverno
È come le mie speranze
Un po’ dentro, un po’ fuori,
Verdi su ruota bianca,
Buone solo a gettare
Un’ombra lunga
Nella livida luce della strada.
55° Chorus
Un giorno o l’altro alzeranno monumenti
costruiti in onore dei folli
quelli che oggi stanno in manicomio
Come primi pionieri del concetto
per il quale se perdi la ragione
attingi al sapere più perfetto
Il quale è immune da predicati
quali «lo sono,. io voglio, io ragiono -»
-immune dal dire: «Lo farò»
– Immune
Immune anche da follia in virtù
del non contatto
Ma per intanto questi medici
deterministi credono davvero
che un matto è matto –
E per questo hanno eretto una religione
da un miliardo di dollari, detta Psico-medicina,
e ah –
Be’ apprenderemo la normalità
dell’Ard Bar
Al mattino, alle volte, da soli
Blues
Parte delle stelle mattutine
La luna e la posta
L’insaziabile X, il dolore delirante,
– la luna Sittle La
Pottle, teh, teh, teh, –
I poeti in vecchie stanze gufose
che scrivono curvi parole
sanno che le parole furono inventate
perché il nulla era nulla
Usando le parole, usate le parole,
le X e gli spazi vuoti
E la pagina bianca dell’Imperatore
E l’ultimo dei Tori
Prima che la primavera si metta in moto
Sono una montagna di nulla
di cui volenti o nolenti disponiamo
Così di notte contratteremo
nel mercato delle parole.
Poesia
Il jazz s’è suicidato
Fate che la poesia non faccia la stessa fine
Non temiate
l’aria fredda della notte
Non date retta alle istituzioni
quando trasformate i manoscritti in
arenaria
non inchinatevi né fate a cazzotti
per i pionieri di Edith Wharton
o per la prosa alla nebraska di ursula major
no, statevene nel vostro giardinetto
& ridete, suonate
il trombone di mollica
& se poi qualcuno vi regala perline
ebree, marocchine, o vattelappesca,
addormentatevi con quella collana al collo
È probabile che facciate sogni più belli
La pioggia non c’è
non ci sono più me
te lo dico io, ragazzo,
affidabile come la merda.
Jack KEROUACJack KerouacJack KEROUAC
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