Barbara Herzog si è trasferita ventenne dalla Svizzera in Italia, dove si è laureata con una tesi in letteratura africana. È traduttrice ed interprete tra italiano, inglese, tedesco e francese; scrittrice di poesie, racconti, recensioni, articoli e sostenitrice dei diritti umani. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie: Se non nel silenzio (L’arcolaio 2015, con prefazione di Francesca Serragnoli) e Sopravvento (Raffaelli 2012, con prefazione di Davide Rondoni). Ha inoltre tradotto dallo svizzerotedesco Qualcuno ha scambiato le mie ossa di Ursula Hohler (Capire 2020). Ha partecipato a vari convegni, rassegne e presentazioni di poesia tra cui Infinito 200 all’Accademia Mondiale della Poesia a Verona ed è stata citata in diverse antologie (tra le quali In My Secret Life, Mirada de Pájaro Editores, Bogotá).
Vuoi suggere da ogni risposta una goccia di anima per assaporarla abbracciarla solo per questo cavi sapere da un sasso e sì, per la tua voce che bacia come il vento gli steli d’erba
***
Quando intuisci a poche sillabe assurgi ciascuna perché non puoi toccare per colmare l’urgenza ogni gemito accarezzato nell’aria non fa che acuire la carnalità del bisogno
***
Inutile arrovellamento le risposte non sgorgano da quel ruscello limpido frastornante fino a poco fa
ruvido palpare per comprendere dov’è finita la piena sgorgano
***
Sublimare è la parola d’ordine dei decreti che giocano al salto della corda
fortunata colgo l’ispirazione nell’inflessione delle parole e costruisco
castelli sulle nuvole se no la mia pelle sarebbe già avvizzita
***
Comprimendo tutte le tue parole risulterebbe il gemito primordiale attraverso tutte le sinapsi fulmine a cielo non domabile in quel punto estesissimo messo a fuoco da te
***
Fatemi dimorare in una risposta che non mi accontenterà mai
volare da lontano intorno a ciò che mai più sarà vicino
fatemi guarire senza accorgermene
sospirare lieta ricordando ridere forte della mia follia tornare al mio io assennato
Da: “Nada màs” puntoacapo editrice, 2021
Barbara Herzog si è trasferita ventenne dalla Svizzera in Italia, dove si è laureata con una tesi in letteratura africana. È traduttrice ed interprete tra italiano, inglese, tedesco e francese; scrittrice di poesie, racconti, recensioni, articoli e sostenitrice dei diritti umani. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie: Se non nel silenzio (L’arcolaio 2015, con prefazione di Francesca Serragnoli) e Sopravvento (Raffaelli 2012, con prefazione di Davide Rondoni). Ha inoltre tradotto dallo svizzerotedesco Qualcuno ha scambiato le mie ossa di Ursula Hohler (Capire 2020). Ha partecipato a vari convegni, rassegne e presentazioni di poesia tra cui Infinito 200 all’Accademia Mondiale della Poesia a Verona ed è stata citata in diverse antologie (tra le quali In My Secret Life, Mirada de Pájaro Editores, Bogotá).
Oggi ricorrere anche l’anniversario della scomparsa di un altro grande poeta del ‘900.
Attilio Bertolucci-Poeta italiano (San Lazzaro, Parma, 1911 – e morto a Roma il 14 giugno 2000). Allievo di R. Longhi, le sue opere poetiche (Sirio, 1929; Capanna indiana, 1951; Viaggio d’inverno, 1971) sono il risultato di una felice contaminazione tra eredità ermetica e capacità di tradurre ogni astratta eleganza in un discorso poetico naturale. Tra le sue opere principali occorre segnalare anche il romanzo in versi La camera da letto (I, 1984; II, 1988).
Attilio Bertolucci
Vita e opere
Ha insegnato storia dell’arte e poi ha svolto una intensa attività pubblicistica e di consulente editoriale. Ha diretto Nuovi argomenti. La sua produzione poetica è quasi tutta compresa nei due libri Capanna indiana e Viaggio d’inverno, pure preceduti da un esordio dall’accento inconfondibile come Sirio. L’elemento elegiaco ritorna nel già citato romanzo in versi La camera da letto: frutto di una lunga elaborazione, questo “romanzo famigliare” in versi è stato uno degli esiti più significativi della ricerca letteraria di Bertolucci. Il libro, svolgendo in forma poetica una materia squisitamente narrativa (la storia della famiglia B. e delle sue origini appenninico-padane), conferma non solo la sostanziale estraneità di B. alla tradizione della lirica pura, ma anche l’assoluta rilevanza del suo autonomo percorso nel panorama della poesia novecentesca. Dopo aver raccolto la sua produzione in un volume (Le poesie, 1990; 2ª ed. ampliata 1998), B. ha pubblicato, riunendo testi recenti e liriche di antica data, due nuovi libri di poesia, Verso le sorgenti del Cinghio (1993) e La lucertola di Casarola (1997), dai titoli suggestivamente evocativi di luoghi e paesaggi dell’infanzia. Non meno significativi, a illuminare la figura umana e intellettuale di B., altri volumi pubblicati nel corso degli anni Novanta: la raccolta di scritti saggistici Aritmie (1991); il carteggio con V. Sereni, Una lunga amicizia: lettere 1938-1982 (a cura di G. Palli Baroni, 1994); e All’improvviso ricordando (1997), un libro di “conversazioni” con P. Lagazzi. A cura dello stesso Lagazzi e di G. Palli Baroni è quindi apparso un volume di Opere (1997), comprendente poesie, traduzioni e saggi. La raccolta saggistica Ho rubato due versi a Baudelaire: prose e divagazioni (a cura di G. Palli Baroni, 2000), è apparsa poco prima della sua morte, mentre sono state pubblicate postume la raccolta di scritti La consolazione della pittura. Scritti sull’arte (a cura di S. Trasi, 2011), compiuta attestazione di un’apertura intellettuale scevra da ogni provincialismo, e l’antologia di testi e versi inediti Il fuoco e la cenere. Versi e prose dal tempo perduto (2014).
Fonte- Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani –
Attilio Bertolucci
Attilio Bertolucci
18 Novembre 1911 – 14 Giugno 2000
Oggi ricorrere anche l’anniversario della scomparsa di un altro grande poeta del ‘900.
Uccelli di passo
****
Le belle giornate se ne vanno rapide,
viene l’autunno.
Ma di questa dolcezza che riempie
l’aria del mezzogiorno ventilata
sull’ultimo sudore del volto,
di questo riposo dell’anno
ti ricorderai
e del suo quieto affanno?
Oh, fuggir via quando nel rosa eterno
della sera imminente
s’allontanano uccelli di passo
e portano sulle ali cangianti
l’estrema luce del giorno,
oh, fuggire ai paesi distanti
dove quiete finestre si chiudono
sui relitti del cielo.
****
La rosa bianca
Coglierò per te
l’ultima rosa del giardino,
la rosa bianca che fiorisce
nelle prime nebbie.
Le avide api l’hanno visitata
sino a ieri,
ma è ancora così dolce
che fa tremare.
E’ un ritratto di te a trent’anni,
un po’ smemorata, come tu sarai allora.
Attilio Bertolucci
Vento
Come un lupo è il vento
che cala dai monti al piano
corica nei campi il grano
ovunque passa è sgomento.
Fischia nei mattini chiari
illuminando case e orizzonti
sconvolge l’acqua nelle fonti
caccia gli uomini ai ripari.
Poi, stanco s’addormenta e uno stupore
prende le cose, come dopo l’amore.
Neve
Come pesa la neve su questi rami
come pesano gli anni sulle spalle che ami.
L’inverno è la stagione più cara,
nelle sue luci mi sei venuta incontro
da un sonno pomeridiano, un’amara
ciocca di capelli sugli occhi.
Gli anni della giovinezza sono anni lontani.
****
Le belle giornate se ne vanno rapide,
viene l’autunno.
Ma di questa dolcezza che riempie
l’aria del mezzogiorno ventilata
sull’ultimo sudore del volto,
di questo riposo dell’anno
ti ricorderai
e del suo quieto affanno?
Oh, fuggir via quando nel rosa eterno
della sera imminente
s’allontanano uccelli di passo
e portano sulle ali cangianti
l’estrema luce del giorno,
oh, fuggire ai paesi distanti
dove quiete finestre si chiudono
sui relitti del cielo.
****
Attilio Bertolucci
Assenza,
più acuta presenza.
Vago pensiero di te
vaghi ricordi
turbano l’ora calma
e il dolce sole.
Dolente il petto
ti porta,
come una pietra
“Ottobre”
Sporge dal muro di un giardino
La chioma gialla di un albero.
Ogni tanto lascia cadere una foglia
Sul marciapiede grigio e bagnato.
Estasi, un sole bianco fra le nubi
Appare, caldo e lontano, come un santo.
Muto è il giorno, muta sarà la notte
Simile ad un pesce nell’acqua.
leggera.
Nessuno:
Io sono solo Il fiume è grande e canta Chi c’è di là? Pesto gramigne bruciacchiate.
Tutte le ore sono uguali Per chi cammina Senza perché Presso l’acqua che canta.
Non una barca Solca i flutti grigi Che come giganti placati Passano davanti ai miei occhi Cantando. Nessuno.
Settembre
Chiaro cielo di settembre
illuminato e paziente
sugli alberi frondosi
sulle tegole rosse
fresca erba
su cui volano farfalle
come i pensieri d’amore
nei tuoi occhi
giorno che scorri
senza nostalgie
canoro giorno di settembre
che ti specchi nel mio calmo cuore.
Attilio Bertolucci
Gli anni
Le mattine dei nostri anni perduti,
i tavolini nell’ombra soleggiata dell’autunno,
i compagni che andavano e tornavano, i compagni
che non tornarono più, ho pensato ad essi lietamente.
Perchè questo giorno di settembre splende
così incantevole nelle vetrine in ore
simili a quelle d’allora, quelle d’allora
scorrono ormai in un pacifico tempo,
la folla è uguale sui marciapiedi dorati,
solo il grigio e il lilla
si mutano in verde e rosso per la moda,
il passo è quello lent Convalescente
Ancora vita il tuo dolce rumore
dopo giorni bui e muti riprende.
Porta il vento di maggio l’odore
del fieno, il cielo immobile splende.
Gli occhi stanchi colpisce di lontano
il rosso papavero in mezzo al tenero grano
o e gaio della provincia.
Attilio Bertolucci Poesie Fuochi in Novembre –
Sei stata la mia compagna di scuola
Sei stata mia compagna di scuola
ma hai un anno meno di me
abbiamo un bambino che va a scuola mi
sono innamorato di te…
Fingerò d’essere una tua scolara
che s’è innamorata di te
mi sono fatta una frangetta
per cenare fuori con te…
Cerchiamo una locanda piccina
nella città ma non c’è
inventiamola affacciata sul fiume
che allevò me e te…
Di acqua nel fiume che è nostro
ce n’è e non ce n’è…
Inventerò un nuovo mese
ricco d’acqua per te…
Che si rifletta in me
nei miei occhi
china dalla veranda inverdita
sull’acqua che somiglia la vita
rubandomi e restituendomi a te
Agosto, anno imprecisato
Sereno d’autunno
Non ricordavo un ottobre
così a lungo sereno,
la terra arata
pronta per la semina,
spartita da viti rossastre
molli come ghirlande.
Attilio Bertolucci
L’AMORE CONIUGALE
Ma se la pioggia cade
la camera s’oscura…
L’amore ancora dura
che le gocce più rade
la finestra più chiara
i tuoi occhi più neri
e oggi come ieri
come domani. Amara
sui tetti umidi brilla
la giornata nel sole
che si volge sulle viole
risorte stilla a stilla.
Questa lirica è tratta dalla sua raccolta “In un tempo incerto” pubblicata nel 1955 da Garzanti; ora in: Attilio Bertolucci, “Opere” a cura di Paolo Lagazzi, Mondadori 1997. Strofa unica di12 versi, 11 settenari e il penultimo ottonario. Perfetta la disposizione delle rime, incrociate: abba, cddc, effe.
“L’amore coniugale” è anche la raccolta di lettere che si sono scambiati il poeta Bertolucci e la moglie Ninetta, quando lei studiava lettere all’ università di Bologna e il poeta era a Parma. Il loro è stato un amore grandissimo, a cui il poeta fa riferimento in questi versi. La pioggia cade portando via il sole, è la bellissima metafora di un litigio, una incomprensione che ha generato il pianto dell’ amata “la pioggia cade la camera s’oscura”. Il chiarimento fa diradare le gocce/ lacrime di pioggia e ritorna la luce nella stanza, nulla ha oscurato l’amore che li lega, che durerà per sempre. La nuvola “amara” ha lasciato uno strato umido sui tetti, che stranamente “brilla” illuminato dal sole e le viole traggono beneficio, per la loro sete, dalla gocce che scendono dal tetto “stilla a stilla” sulle loro corolle. L’ amore vero resiste alla distanza, alle incomprensioni e alle intrusioni di terzi. Delicato e tenero il poeta, nel trasformare “un’ombra” in luce e colore . . . sole/ viole.
Vincenza Cerbone
Bruciano della gramigna nei campi,
un’allegra fiamma suscitano
e un fumo brontolone.
La bianca nebbia si rifugia
fra le gaggie,
ma il fumo lento si avvicina
non la lascia stare.
I ragazzi corrono corrono
al fuoco
con le mani nelle mani,
smemorati,
come se avessero bevuto
del vino.
Per lungo tempo si ricorderanno
con gioia
dei fuochi accesi in novembre
al limitare del campo.
IDA BINCHI:”Da tempo volevo scrivere qualcosa su questo capolavoro che ho letto due volte ed avrei voglia di rileggerlo, per condividere con il gruppo i pareri al riguardo.
I Buddenbrook è stato il primo romanzo che ha scritto T. Mann, all’età di 26 anni e che fu premiato con il Nobel quando aveva 29 anni. Questo grandissimo capolavoro , che è in gran parte autobiografico, è la storia di una famiglia di commercianti di Lubecca e si sviluppa nell’ arco di 4 generazioni. Il romanzo inizia con il successo economico e la conquista del prestigio sociale della famiglia, fino ad arrivare alla decadenza di questa.
I Buddenbrook è un romanzo bellissimo, con una descrizione della personalità dei personaggi e del loro ambiente così elevata che sembra di vederli e viverli. Il romanzo inizia con persone della famiglia molto unite che condividono la visione della vita, pieni di energia e che con molta disciplina e dedizione seguono il lavoro e la famiglia. I discendenti invece vivranno conflitti interiori e relazionali tra di loro, perché scegliere di vivere per il prestigio e la ricchezza della famiglia impone delle grandi rinunce ed il sacrificio delle loro inclinazioni. L’ arte che secondo la mentalità trasmessa dalla famiglia è sregolatezza e superficialità, diventa il tradimento dei valori della famiglia”.
I Buddenbrook-DESCRIZIONE
Il primo grande romanzo di Thomas Mann racconta la storia di una famiglia tedesca dell’Ottocento che dopo anni di prosperità è esposta a una tragica decadenza: le basi di un patrimonio e di una potenza che sembravano incrollabili sono sgretolate da una forza ostinata e segreta. Opera di ispirazione autobiografica, questo romanzo, capolavoro della letteratura europea, esprime compiutamente la concezione estetica e politica dello scrittore tedesco, il suo rimpianto per una mitica e solida borghesia, la coscienza della crisi di un mondo e di valori destinati inesorabilmente a scomparire.
Poesie da “Poesie Verdi”- da “Mobili”- da “Oggetti” (canto per Ustica)- da “Langue”- da “Altri ambienti”
VOCE
Senza preavviso la tua voce mi risuona di colpo lenta lenta – guardavo ferma la fuga delle mattonelle? attendevo un bus? un pane dal fornaio?-. proprio allora, proprio lei piano rinasce la tua voce, sottovoce, nota a nota non intera, sillabe affettuose come cura interminabile per un attimo mi sana, terapia buona mollica per il cervello. da “Oggetti” (canto per Ustica)
POMODORI RADICI FOGLIE
LEILA FALA’-Poesie da “Oggetti” (canto per Ustica)
Pomodori radici foglie compone il pensiero e tenue lo tiene al concreto lavorare la terra. Pulisco una foglia da un piccolo insetto dimentico presto la fretta coltivo non vista il mio tempo Allora sento scorrere la lentezza Respiro. – Poesie verdi –
SANDALI
Nello spazio stretto fra un sandalo divelto e la parola estate si consuma piano la mancanza e lenta si avverte l’assenza e si precipita nel mondo sospeso delle vite perse con i loro pettinini, pastiglie, spazzolini così poco adatti all’occasione eppure così appropriati nei loro necessaire per la vacanza. Questi siamo noi, colti nel nudo della nostra vita questi erano loro impreparati. da “Oggetti” (canto per Ustica)
SOLO AMICI
Ah ecco allora. È così che funziona. Perché i fidanzati almeno si lasciano. Allora piangono sui lavandini dei bagni camminano fino a perdersi si lamentano ai telefoni non mangiano più nulla mangiano cioccolata vengono coccolati. Non noi, noi no, che eravamo solo amici solo non ci siamo più sentiti non hai telefonato non hai più risposto quando ho chiesto “come stai?” e tutte quelle cose non le posso fare non mi posso lamentare non mi puoi mancare neanche posso farmi consolare. Neanche a Natale. Scalza. Lavoro al computer. Scrivo parole. Ho scarpe senza suole.
LEILA FALA’
GIORNI
Ci sono giorni che non riesco a starmene seduta la sedia è troppo alta, il divano non accoglie. Ci sono i giorni del letto duro e inospitale che pare il disordine insopprimibile del cosmo riversarsi in un instabile equilibrio del mio corpo. Se ne stanno dure le cose e ossute preoccupate di seguire il palinsesto quotidiano. da “Mobili”
MI HANNO INSEGNATO A SCUOLA
Mi hanno insegnato a scuola l’albero. Si estende. Con le braccia accoglie . Ho imparato quasi solo la città come albero si dipana contraddice se stessa trattiene, raccoglie estranea non accoglie. – Poesie verdi –
A SCAVARE A SCAVARE
A scavare a scavare a scovare patate da terra un tesoro insospettato nascosto la sotto solo segnalato da una piantina di foglie sopra il terreno. Strano che le patate non crescano nelle reti del supermercato. – Poesie verdi –
LA MIA CASA E’ IN CITTA’
La mia casa è in città. La città avvolta da rumori meccanici e aria senza movimento. Ma le mie finestre toccano i rami degli alberi il vento li fa dondolare penso sempre di abitare la vacanza lenta. – Poesie verdi –
LANGUE
L’oca langue langue d’oc lingua d’oca batte qua e qua sguazza e gioca evoca cantori e rifà il verso poi si basta e s’acquieta Lingua scritta in punta di penne ad ingannevoli equazioni sussurra dis-soluzioni senso e dissenso leggera si eleva e leva il torpore intenso causato da abusi mediatici di senso da lingua diva televisiva finta oca che gioiva giuliva ma illanguidiva e ti seduceva Lingua di piuma che eroica si batte ma è sola e poca e si fa fioca senza stupire starnazza povera lingua. D’altra parte è d’oca perciò stupidamente ora langue Così la penna. da “Langue”
FINESTRE
Certe sere preferisco finestre chiuse. E’ quando l’arietta, le tende che svolazzano mi soffiano via la testa immagino me stessa prendere la rincorsa e dal centro della stanza saltare fuori dalle cose. Il mio corpo si librerebbe per un attimo volerebbe fermo lì a mezza via libertà di cartoooon. On. Off. da “Altri ambienti”
OGGETTI
Noi non eroi non ministri né santi ci accontentiamo di cose che si possono acquistare per sopire un sospetto di vuoto e solitudine nelle nostre vite abituali. Prodotti di mercato. Oggetti. Merci normali. Questi sono i nostri resti. Eppure è negli oggetti che ti cerco e ancora e in ciò che è stato tuo riaffiori in tepore. Restano loro a me come se potessero reggere il mondo. da “Oggetti” (canto per Ustica)
LEILA FALA’
HO CAMMINATO NEL BOSCO
Ho camminato nel bosco ho colto asparagi e bocci alla fine ero stanca, affamata. Che frittata quella sera. – Poesie verdi –
EQUILIBRI
Ecco siamo a fianco a fianco è stato un lungo andare architettando strategie delicate guglie di ceramica che sostenessero per difetto solidi costrutti quotidiani. da “Altri ambienti”
DI RIFLESSO
Come si affianca all’uno l’altro treno di notte alla stazione quando i vetri dall’altro lato specchiano l’errore raddoppiando l’illusione di partenza, non capisco mai all’inizio se sono io che parto o se sei tu a staccarti lasciandomi con tutto ancora dentro le valigie.
ABAT-JOUR
Quando a colloquio col sonno mi spoglio scappano dai ripari diurni del corpo penzolano su l’abat-jour in attesa sul colle dei libri non letti sui colloqui virtuali di cellulari in riposo ali di parole dette lette ascoltate rubate a bocche distratte e insegne loquaci. Attendono come passeri sul filo che la luce si spenga. E vanno a infilarsi rimescolate nei sogni a spiegare i significati della mia irrequietezza il senso dei gesti non fatti. Mi sospingono fino a depositarmi verso minuscole verità della vita. da “Mobili”
MERENDINE
Ecco il bifidus che ci salva il mondo mentre il sogno screpola, affanna incastrato tra i denti del quotidiano nelle misere vite che rincorriamo nell’immagine video desolata nella spelonca delle veline delle escortine, delle brave mammine delle ministre maestrine delle mafie di stato. Abbiamo disoccupato le strade dai sogni. Ora sono vuote. Nel vuoto carico, tirato a lucido ci basteranno merendine dietetiche gusto cioccolato, per la felicità?
CERTE SERE
Certe sere che mi ami si vede che mi ami e allora non ho tanto bisogno di tutte quelle paillettes sulle ciglia per sopravvivere. da “Altri ambienti”
MOBILIA
Scaffale a giorno su misura componibile adattabile ai momenti di solitudine. Brulica di pensieri smodati in edizione economica e brossura. Disponibile anche in metallo per risuonare il mezzogiorno e non dimenticare di mangiare. Tappeto in lana per scivolare dal divano. Antimacchia durevole, resistente con motivi suonati a mano. Disponibile anche in altri pensieri per baci nuovi lusinghieri. Cassettiera stile libero con alone senza bicchiere completa, corredata di affetti personali e scrittoio a scomparsa per guerre senza parole colme di effetti collaterali. Causa trasloco cedesi prezzi trattabili. da “Mobili”
RIETI-Festival di Filosofia, parte la seconda settimana
RIETI- 17 luglio 2023-Il Comitato Organizzatore del Festival di Filosofia Città di Rieti comunica la cancellazione dell’evento previsto per il 17 luglio 2023, con il professor Scardovelli presso la chiesa di San Rufo. Tale decisione è stata presa a causa di motivi di salute che impediscono al professore di partecipare al Festival.
«Il professor Scardovelli, rinomato filosofo e intellettuale, avrebbe dovuto tenere una conferenza speciale in occasione della prima edizione del Festival di Filosofia Città di Rieti. Tuttavia, in considerazione della sua salute e del rispetto per il suo benessere, abbiamo ritenuto opportuno annullare l’evento perché possa dedicarsi alla sua guarigione. Ci scusiamo profondamente con il pubblico e con tutti coloro che avevano atteso con entusiasmo la partecipazione di Scardovelli all’evento. Il Festival di Filosofia Città di Rieti è stato concepito per celebrare il pensiero e l’approfondimento filosofico, e faremo tutto il possibile per continuare a offrire un programma di alta qualità agli appassionati di filosofia», dicono gli organizzatori.
Gli altri eventi previsti per la prima edizione del Festival di Filosofia Città di Rieti si svolgeranno come pianificato: una serie di conferenze, dibattiti e attività interattive saranno ancora accessibili al pubblico durante tutto il festival.
Durante l’ultima settimana del festival, ci sarà un momento dedicato alla musica che arricchirà ulteriormente l’esperienza dei partecipanti. Sabato 22 luglio, il noto musicista Giò Vescovi si esibirà in concerto con il suo Blues, regalando al pubblico un’esperienza musicale unica.
Il Festival di Filosofia Città di Rieti è un’occasione imperdibile per tutti coloro che sono interessati a esplorare tematiche filosofiche di grande attualità e per coloro che desiderano arricchire il proprio bagaglio culturale. I relatori di fama internazionale garantiranno un’esperienza stimolante e coinvolgente, fornendo nuovi spunti di riflessione su temi di grande rilevanza per l’umanità.
L’ingresso a tutti gli incontri del festival è gratuito, ma si consiglia di prenotare in anticipo per garantirsi un posto. Per ulteriori informazioni sul programma completo degli incontri e per effettuare le prenotazioni, si prega di visitare il sito web ufficiale del festival.
Si possono inoltre contattare per info i seguenti numeri: 3936359155-3393977563-3801953942-3755674456-3755729991-3756473991 oppure scrivere a comunicazionisocialirieti@gmail.com
TUTTO IL PROGRAMMA
Eventi realizzati sia a Piazza San Rufo sia nella chiesa di San Rufo.
DOPO L’UOMO “Come sul volto del mare un volto di sabbia”
Mercoledì 19 Luglio ore 18:30 Piazza San Rufo a Rieti – Emanuele D’Agapiti incontra TIZIANO TOSOLINI
OLTRE L’ UMANO?
Giovedì 20 Luglio ore 18:30 Piazza san Rufo Rieti – Emanuele D’Agapiti incontra MARCO GUZZI
Dentro la sapienza umana per difenderci dal transumanesimo
Venerdì 21 Luglio ore 18:30 Piazza San Rufo Rieti EMANUELE D’AGAPITI IN DIALOGO CON DIEGO FUSARO E ALESSANDRO MELUZZI
LA NATURA DEL FUTURO -” L’uomo il cosmo il divino”
Sabato 22 Luglio ore 18:30 Piazza San Rufo Rieti – Emanuele D’Agapiti incontra GIOVANNI FERRARO
GIO’ VESCOVI IN CONCERTO
Sabato 22 Luglio ore 21:00 Piazza San Rufo Rieti Centro d’Italia
HOMO SUM – “Il futuro dell’umano”
Domenica 23 Luglio ore 18:30 Piazza San Rufo Rieti
Chiusura festival di filosofia con Annamaria Magi ed Emanuele D’Agapiti che incontrano i giovani.
MURALES CASTELNUOVESI -“Castelnuovo, la riva sinistra del Farfa”
Brano tratto dal libro di Franco Leggeri
“Castelnuovo, la riva sinistra del Farfa”
………..Al termine della salita che porta dalla campagna al borgo di Castelnuovo , si trova un vecchio edificio ricoperto di edera, muschi e arbusti vari che crescono sul muro , ma vi è anche l’immancabile pianta di fico. All’interno delle vecchie mura , frammenti di mura, cresce spontaneo un giardino incolto che alimenta la fantasia di architetture fantastiche , scenografia di storie medievali in quel che resta del manufatto. Eppure questo rudere assume, nella fantasia del visitatore attento e non superficiale, una valenza magica ch’è l’unione tra realtà e immaginario letterario. Chissà se il rudere la sera si veste di colori bluastri, scala del “bleu gotico” l’ora amica dei fotografi e dei pittori, oppure ha lo stesso colore del vecchio insediativo storico racchiuso nelle mura di cinta costruite in pietrame a difesa dell’antico borgo di Castelnuovo. Rudere che potrebbe essere un eremo solitario posto ai confini del mondo, ma anche luogo dove si consuma da secoli l’instancabile opera dell’uomo per conquistare e domare la natura del colle dove sorge il Borgo di Castelnuovo di Farfa………….
dal libro di Franco Leggeri-“Castelnuovo, la riva sinistra del Farfa”
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