Storia della filosofia occidentale e dei suoi rapporti con le vicende politiche e sociali dall’antichità a oggi –
AUTORE -Bertrand Russell
Descrizione-La “Storia della filosofia occidentale” di Bertrand Russell Vero è proprio capolavoro di sintesi e di chiarezza espositiva, si offre come un quadro completo dello sviluppo del pensiero filosofico, all’interno del quale i singoli pensatori sono collocati nel loro contesto storico e sociale a dimostrare che l’opera di un filosofo non sorge mai isolata, bensì riflette ed elabora le idee e i sentimenti che sono comuni alla società di cui fa parte. L’opera di Russell, priva di difficoltà terminologiche e di disquisizioni tecniche, rappresenta uno dei migliori e più conosciuti esempi di divulgazione filosofica.
Bertrand Arthur William Russell
Breve biografia di Bertrand Arthur William Russellnacque il 18 maggio 1872 a Ravenscroft (Galles). A causa della morte precoce dei suoi genitori venne allevato dalla nonna, scozzese e presbiteriana, sostenitrice dei diritti degli Irlandesi e contraria alla politica imperialista inglese in Africa. Ricevette la prima educazione da precettori privati agnostici, imparando perfettamente il francese e il tedesco, appassionandosi fin da subito, grazie alla ricca biblioteca del nonno, alla storia e soprattutto alla geometria di Euclide. Attraverso il pensiero del grande matematico dell’antichità, il piccolo Russell scoprì la bellezza e il rigore di quella disciplina, troppo spesso vista a torto come un’arida astrazione. La sua fanciullezza, tuttavia, non fu del tutto felice, almeno fino ai diciotto anni, quando entrò al Trinity College di Cambridge, posto magico che gli svelò “un mondo nuovo” e dove godette di “un periodo di infinita letizia”.
Fu, per un breve periodo, hegeliano e seguì la filosofia di Bradley, ma intorno al 1898 sotto l’influenza di G. E. Moore si liberò dell’idealismo e rientrò nell’empirismo, dottrina tradizionale della filosofia inglese. Molti e importanti sono i suoi contributi a questa concezione empirica e realista del pensiero, tra cui rimangono a imperitura memoria: “I problemi della filosofia” (1912), “La conoscenza del mondo esterno” (1914), “Misticismo e logica” (1918), “L’analisi della mente” (1921) e “L’analisi della materia” (1927).
Nel 1918, per aver scritto un articolo a favore del pacifismo, dovette scontare sei mesi di carcere dove scrisse la sua “Introduzione alla filosofia matematica”. Dopo la guerra fu in Russia e in Cina; dal 1938 visse e insegnò negli Stati Uniti. Nel 1940, a causa dello scandalo che le sue teorie etiche e sociali avevano suscitato, fu privato dell’incarico al City College di New York. Nel 1944 tornò a vivere in Inghilterra e ad insegnare al Trinity College dove completò una delle sue opere fondamentali: “La conoscenza umana, suo ambito e suoi limiti”. Nel 1950 Bertrand Russell ricevette il premio Nobel per la letteratura.
Spese gli ultimi anni della sua vita nella difesa dei suoi ideali etico-politici. Con grande coerenza e pagando di persona, fu sempre in prima linea contro ogni forma di sopruso. Si schierò contro le ingiustizie del capitalismo ma anche contro l’oppressione del bolscevismo, così come combattè sia l’antisemitismo che l’orrida applicazione dei crimini nazisti.
Pacifista convinto dal tempo del primo conflitto mondiale fino alla guerra del Vietnam, si batté negli anni ’50 insieme ad Albert Einstein contro gli armamenti atomici.
Strenuo difensore dei diritti umani e tenace sostenitore delle libertà dell’individuo fu ispiratore del cosiddetto Tribunale Russell istituito per denunciare le persecuzioni ideologiche e distintosi nella lotta per smascherare i crimini di guerra contro il Vietnam.
Bertrand Russell morì in Galles, nella notte di lunedì 2 febbraio 1970 presso la sua villa.
Anne-Elisabeth Mathieu–Poetessa francese -Rivista EMPORIUM- N°gennaio 1908-
Copia Anastatica
Biografia di Anne-Elisabeth Mathieu,contessa Mathieu de NOAILLES-Poetessa francese, nata a Parigi il 15 novembre 1876, morta ivi il 30 aprile 1933. Il padre suo apparteneva alla potente famiglia valacca dei Bibescu, ed era diventato, per adozione, erede del titolo e dei privilegi dell’ultimo principe Brancovan (Brâncoveanu); la madre discendeva dall’illustre ceppo cretese dei Musurus; Anna di Brancovan nel 1897 andò sposa al conte Mathieu de Noailles. Nata e cresciuta in Francia, formò il suo ingegno letterario sotto le dominanti influenze di M. Barrès e di G. D’Annunzio; tuttavia seppe conservare alla sua ispirazione l’originario carattere orientale: una schietta e calda sensualità, ora pigra ora impetuosa, un forte sentimento della natura mediterranea in fiore e in frutto sotto il gran sole, un tormentoso sentimento del morire sorgente dal fondo della voluttà carnale.
MATHIEU DE NOAILLES-Poetessa franceseMATHIEU DE NOAILLES-Poetessa franceseMATHIEU DE NOAILLES-Poetessa franceseMATHIEU DE NOAILLES-Poetessa franceseMATHIEU DE NOAILLES-Poetessa franceseMATHIEU DE NOAILLES-Poetessa franceseMATHIEU DE NOAILLES-Poetessa franceseMATHIEU DE NOAILLES-Poetessa franceseMATHIEU DE NOAILLES-Poetessa francese
Biblioteca DEA SABINA –La Poetessa Contessa MATHIEU DE NOAILLES-
Rivista PAN n°7 luglio 1934
MATHIEU DE NOAILLES-Poetessa franceseMATHIEU DE NOAILLES-Poetessa francese
Contessa MATHIEU DE NOAILLES– Poetessa francese ( Parigi 1876 – ivi 1933),discendente, da parte di padre, dalla famiglia valacca Brâncoveanu e, per parte di madre, dai Musùros di Creta. Poetessa romantica di sensibilità raffinata e voluttuosa, subì l’influenza di Barrès e D’Annunzio, assidui, assieme a Proust, Cocteau e Colette, del suo salotto. Copiosa la sua produzione letteraria, che vanta opere di poesia (Le coeur innombrable, 1901; L’ombre des jours, 1902; Les éblouissements, 1907, di un’ardente ispirazione, tormentata dal pensiero della morte; Les vivants et les morts, 1913; Les forces éternelles, 1920; L’honneur de souffrir, 1927), romanzi (La nouvelle espérance, 1903; Le visage émerveillé, 1904; La domination, 1905), saggi (Exactitudeş, 1930) e ricordi autobiografici: (Le livre de ma vie, 1932).
MATHIEU DE NOAILLES-Poetessa francese
Dieci poesie dal “Coeur innombrable”
L’orto
Nel giardino, addolcito di garofani e odori,
Quando l’alba ha imperlato il cespo del serpillo
E i tozzi calabroni, appesi ai pomodori,
Rigonfi di rugiada e di succhi vacillano,
Io verrò nell’azzurro, nella bruma ondeggiante,
Ebbra del vivo tempo e del dì ritrovato,
Si drizzerà il mio cuore come il gallo che canta
Con desiderio insazio verso il sole levato.
Di latte sarà l’aria e calda sopra il verde,
Sul generoso e cauto sforzo dei seminati,
Sull’insalata fresca e i bossi profilati,
Sul turgido baccello che nel mezzo si fende;
La terra lavorata in cui la vita germina
S’incresperà, gioiosa, di piccole fessure,
Felice di sentire nell’infime sue fibre
Adempiersi il destino del grano e della vite.
Sui rami arrosseranno le pesche nettarine,
A ridosso del muro dove s’avventa il sole,
Inonderà la luce di chiarore i vialetti
Su cui le ombre dei fiori intessono merletti,
Un sapore di nascita e di essenze succose
Salirà dalla zucca rorida e dal melone,
Mezzodì avvamperà le erbe silenziose,
Il giorno sarà lungo, instancabile e buono.
E protetta, la casa, dal suo tetto d’ardesia,
Schiusa la buia porta, le imposte spalancate,
Di cotogni e lamponi respirerà gli effluvi
Che si addensano attorno ai frondosi cespugli;
MATHIEU DE NOAILLES-Poetessa francese
L’impronta
Mi avvinghierò così fortemente alla vita,
Con stretta tanto rude e in tal modo serrata
Che del dì la dolcezza non mi sarà rapita
Prima che nel mio abbraccio io l’abbia riscaldata.
Il mare, riversato sul mondo in abbondanza,
Serberà nell’errante cammino delle onde
Il gusto aspro e salato della mia sofferenza
Che come nave solca giornate mai uguali.
E lascerò di me sul crinale dei colli
Il calore degli occhi che li han visti fiorire,
E la cicala appesa ai rami del crespino
Del desiderio mio farà stridere il grido.
Nei campi a primavera la verdura novella
E l’erba che accestisce sul ciglio dei fossati
Sentiranno palpitare e involarsi come ala
L’ombra delle mie mani che le hanno accarezzate.
La natura che fu la mia gioia e il mio regno
Respirerà nell’aria il mio indomito ardore,
E sulla prostrazione dell’umano scontento
Lascerò ineguagliabile la forma del mio cuore.
MATHIEU DE NOAILLES-Poetessa francese
Alla notte
Notte che estingui i suoni, i contorni e l’azzurro,
Dove le chiarità si smorzano una a una,
O notte, urna al cui chiuso le ceneri del giorno
Pianamente discendono e danzano alla luna,
Giardino d’ombra spessa, asilo a corpi insani,
Cuore grande in che tutto sogna e scende la brama
Di riposar la carne oppure di appagarla,
Notte piena di sonno, intervallo di vita.
Notte propizia, insieme, al piacere e all’oblio,
Nella cui nera requie si apre e trasale l’anima
Come un fiore cui il vento ha portato l’amore,
O giù si abbatte come capra sopra la paglia.
Notte che ti protendi sopra acque e abitati,
Tu che contempli l’uomo coi tuoi occhi di stelle,
Vedi, il mio cuore s’agita ebbro come un naviglio,
Cui il vento spezza l’albero e percuote le vele.
Guardalo col tuo occhio che inargenta i selciati
Questo cuore di fosforo di cui la bruciatura
Rischiarerebbe quanto le pupille dei gufi
L’ora illune che l’ombra è malcerta e insidiosa.
Vedi il cuor mio più lacero, più pesante e più amaro
Della ruvida rete che a notte i pescatori
Issano, gonfia d’alghe, di pesci e d’acqua salsa
Nella bruma leggera umida e senza voci.
A un cuore così lacero, così pesante e amaro,
Concedi di dormire senza sogni né pene,
Soffocagli l’orgoglio, il rimpianto, l’amore,
Pietosa notte, ombra di morte, notte lieve!…
MATHIEU DE NOAILLES-Poetessa francese
L’innocenza-
Se vuoi la nostra casa diverrà così bella
Che ci trascorreremo l’estate e l’inverno!
Tutt’intorno vedremo fluire l’acqua che si scongela
E gli alberi ingialliti rivestirsi del verde.
Armoniose giornate e stagioni felici
Passeranno sul ciglio luminoso del viale,
Come bei monelli le cui bande ridenti
Si allacciano per gioco e si tengono per mano.
Si aggrapperà un rosaio davanti alla finestra
Per aspergere il giorno di guazza e di profumo;
Miti armenti, menati da un bimbo alla pastura,
Punteggeranno i campi di un placido candore.
Il volubile sole e la luna pensosa
Che si avvitano al tronco delicato dei pioppi
Rispecchieranno in noi l’anima stanca o viva
Lungo tersi meriggi e domestiche sere.
Diverrà il nostro cuore così semplice e credulo
Che gli incantati spiriti delle fole di un tempo
Torneranno a abitare dentro le vecchie pendole
con un’aria discreta, faccendiera e cortese.
Nelle sere d’inverno, per accostarci al fuoco,
Noi due fingeremo di sentire un po’ freddo,
Con vampate di luce a danzarci nell’anima
Al chiarore dei ceppi cigolanti festosi.
Scossi dalla dolcezza che primavera porta,
in aprile faremo sogni più conturbanti.
E, giudizioso, Amore giocherà sulla porta
contando i nostri giorni con sassolini bianchi.
MATHIEU DE NOAILLES-Poetessa francese
-Sarà chiaro per molto stasera
Sarà chiaro per molto stasera, i giorni allungano.
Lo strepito del giorno si disperde e vanisce,
E gli alberi stupiti di non veder la notte
Restano svegli nella bianca sera, a pensare…
I castagni, nell’aria tutta satura d’oro,
Esalano profumi e sembra li diffondano;
Non si osa fare un passo né muover l’aria tenera
Per tema di turbare il sonno degli odori.
Dalla città lontani rombi di carro giungono…
La polvere che un filo di brezza ha sollevato,
Staccandosi dal tronco vivo e stanco che fascia,
Dolcemente discende sui sentieri quieti;
Siamo avvezzi a vederla un giorno dopo l’altro
Questa povera strada così spesso seguita,
Qualcosa nondimeno è cambiato nella vita:
Non avremo mai più l’anima di stasera…
MATHIEU DE NOAILLES-Poetessa francese
La giornata felice-
Ecco, per poco, manco e tremo nel vederti,
Bella estate che vieni a giocare e sederti
Nel giardino frondoso, sotto l’albero e il chiosco.
Quanta dolcezza sento piovermi dentro il petto…
Il prato io ritrovo, lo stagno e i noci schietti,
Voli di moscerini sui fulgenti roseti,
L’abete dalla scorza tepida e resinosa;
Tutto il miele d’estate satura del suo aroma
Il vento che si appende come uno sciame ai fiori.
– Già si vedono gli acini gonfiare e farsi d’oro;
Il profumo del grano alto da terra si alza,
Il giorno è lungo e chiaro; così disseta l’aria
Come l’acqua bevuta all’ombra dentro i pozzi,
Il giardino riposa, racchiuso dai suoi bossi…
– Ah! ora deliziosa e fragile dell’anno,
Ti farò mio respiro lungo il filo dei giorni
Premendomi sul petto le spighe del cammino;
Assaporare voglio e stringer tra le mani
Il bosco, le sorgenti, la siepe e le sue spine.
E, quando sulla rosea china delle colline,
Bel sole, scenderai per andare a morire,
Ritornerò, seguendo nell’aria cheta e accesa
La traccia del silenzio e dei frutti odorosi,
Nell’orto tutto fiori ed erbe familiari,
Felice di trovare, serale attimo amato,
L’annaffiatoio, l’acqua e il giardino assonnato…
MATHIEU DE NOAILLES-Poetessa francese
Sera d’estate-
Si allunga nello spazio un morbido languore;
Senti dell’erba esausta salire a te l’odore?
Umido il vento a sera intristisce il giardino;
L’acqua dentro la vasca corrugata si scaglia
E le cose hanno l’aria di esser tutte smarrite;
Dagli steli rigonfi viene un sentore strano.
Ci teniamo per mano, e tuttavia tu senti
Che il fiele del mio sogno e del tuo la dolcezza
D’un tratto ci hanno resi estranei l’una all’altro;
Cuore inconsapevole, cuore fragile il nostro!…
Le foglie che sui rami giocavano hanno freddo:
Fremendo si ripiegano, l’ombra cresce, lo vedi,
E il profumo dei fiori taglia come una lama…
Lo strazio del passato mi si desta nell’anima,
Mentre cari fantasmi girano intorno a te.
L’inverno era più buono, mi sembra; perché
Bisogna che in perpetuo rinasca primavera?
Quanto breve e inesperta sarà la giovinezza!…
Non entra nelle mani tutto l’amore umano;
Sempre un poco ne scivola sui sassi del cammino.
Vieni, rientriamo all’ombra tranquilla delle stanze;
Vedi con che durezza ci respinge l’estate;
Al chiuso troveremo tutt’e due un po’ di pace.
Ma l’odore d’estate resta nei tuoi capelli
E il languore del giorno nel mio cuore persiste:
Dove potremmo andare per esser meno tristi?..
Muses_d’aujourd’hui_1910_Anna_de_Noailles-MATHIEU DE NOAILLES-Poetessa francese
L’autunno-
Ecco venire il freddo raggiante di settembre:
Il vento vuole entrare nelle stanze a giocare;
Ma la casa, stamane, affetta un’aria austera
E lo lascia là fuori che singhiozza in giardino.
Come sono ora mute le voci dell’estate!
Perché mai non mettiamo dei mantelli alle statue?
Tutto assidera, trema, è atterrito; io credo
Che anche la bora abbrividi e che l’acqua abbia freddo.
Dentro il vento le foglie corrono come folli
Per la smania di andare dove volano gli uccelli,
Ma il vento le riacciuffa, sbarrandone il cammino:
Finiranno a morire sugli stagni domani.
Calmo e lieve è il silenzio; ad intervalli il vento
Lo fende e lo attraversa quasi suonasse un flauto,
Poi tutto ridiventa come prima silente,
E Amore che giocava sotto cieli indulgenti
Ritorna per scaldarsi al fuoco che sfavilla
Con mani freddolose e gambe rattrappite,
E la vecchia dimora che si accinge a mutare
e trasalisce e intenerisce a sentirlo rientrare…
MATHIEU DE NOAILLES-Poetessa francese
Gli animali-
Dèi guardiani dei greggi che impugnate le verghe
Rendeteci l’antica purezza delle bestie;
Perché possiamo apprendere la pazienza dei mali,
Dateci la dolcezza dei frugali animali.
Fate diventi nostro nel dolore furioso
Dei cigni il taciturno distacco disdegnoso;
Per patir della sorte l’azzardo date a noi
La placida e distratta indolenza dei buoi;
Fate che il nostro cuore dove l’infanzia smuore
Del somaro conservi la gaiezza e il candore;
Dateci per far scudo a promesse fasulle
La diffidenza accorta e pronta degli uccelli;
Fate che possediamo per impiegar le veglie
L’alacrità gioiosa e saggia delle pecchie;
Dateci per smorzare le voglie e gli appetiti
L’impassibilità assoluta dei gufi;
E, nei giorni crudeli in cui il senno vaneggia,
Calma di pesci immoti sull’onda che mareggia;
– Fate che il sentimento misterioso ci tocchi
Dell’infinito accolto in fondo ai loro occhi,
Liberateci i corpi, miseri come sono,
Dall’anima gloriosa e dannata dell’uomo!…
MATHIEU DE NOAILLES-Poetessa francese
Dissuasione-
Chiudete con cautela i vetri sulla strada
E fate ricadere giro giro i tendaggi,
Così che il brontolio della città scontrosa
Non arrivi a ferire il nostro amore fragile.
Non è viva o fatale la nostra tenerezza.
Avremmo anche potuto, noi, non sceglierci mai;
Quel che di me vi piacque fu l’uguale dolcezza,
Ed è l’amara vostra tristezza che io amai.
Troppo affine è il tormento dei nostri cuori, e tale
Che ci mescoleremmo, ma senza rinnovarci:
Eludiamo l’inganno di un desiderio che,
se ancora riesce a accenderci, non può però bruciarci.
La vita ha sperperato ciò che le abbiamo offerto,
Niente può ricomporsi del confuso passato;
Delle due nostre anime avremmo troppa pena,
Dopo l’istante immemore e incerto del piacere:
Perché poi sentiremmo piangere sconsolata
La nostra infanzia affranta da segrete inquietudini
e immedicati mali, che profuso ma tardo
Il compenso dei baci non basta a riscattare…
Foto del 1923-Lunch in honour of Albert Einstein, with (front row) Langevin, Einstein, Comtesse de Noailles, Painlevé. Photograph. Iconographic Collections Keywords: portrait photographs-
COMTESSE MATHIEU DE NOAILLES
Des vers qui circulaient manuscrits quand Mme de Noailles était Mlle Anna de Brancovan, beaucoup sont perdus pour le public, et les deux seuls volumes que l’auteur ait publiés et qui ne marquent pas le début de sa pensée, sont le Cœur innombrable et L’Ombre desjours.
Le don merveilleux d’une sensibilité extraordinaire à toutes les impressions de l’air, de la nature, du jardin ; une âme que le soleil réchauffe, que l’été mûrit, et qui est une petite chose frémissante entre beaucoup d’autres choses ; le sentiment de tout cela, et que tout cela fait une brève et irréparable jeunesse : telle était cette poésie qui parlait en vers langoureux et beaux, et où les mots renouvelés semblaient vivants et moites encore de la main qui les avait tenus.
À un siècle de distance, née comme Chénier, d’une mère grecque, son âme comme celle du poète s’est formée à travers les paysages de l’Île-de-France. Mme de Noailles a repris, renouvelé la jeunesse païenne de la nature.
Par delà les tumultes du xixe siècle, les deux poètes se prennent la main, et leurs cœurs s’appareillent ainsi que leurs visions.
À ces œuvres poétiques ont succédé trois romans : La Nouvelle Espérance, le Visage émerveillé, la Domination.
C’est la même âme impressionnable aux choses, et qui l’est cette fois aux êtres humains.
Telle est dans la Nouvelle Espérance, cette délicieuse Mme de Fontenay, si ingénument incertaine et attirée en sens divers, comme les petits morceaux de papier blanc par un morceau d’aimant, par toutes les forces d’amour qui passent dans son horizon. Telle est surtout l’étrange religieuse du Visage émerveillé.
Toutes ces héroïnes aimantes, passives, frissonnantes sous le vent qui passe, et soudain portées tout entières au point où la sensation les a touchées, toutes ces jeunes femmes sans âme consistante, ni noyau volontaire, mais sans cesse sollicitées à la surface frémissante de leur âme en mouvement, sont la proie de l’homme : et c’est en rassemblant quelques-unes, que Mme de Noailles a écrit La Domination.
Elle-même est une jeune femme, aux yeux admirables, aux traits où parait dans le lointain bourgeon qu’il a poussé en Roumanie, la rectitude du type latin, aux mouvements vifs et à l’esprit le plus étincelant.
Télégramme de Marcel Proust à
la comtesse de Noailles suite à son discours d’investiture à l’Académie royale de Belgique en janvier 1922.
FOTO DEL 1922-Télégramme de Marcel Proust à la comtesse de Noailles suite à son discours d’investiture à l’Académie royale de Belgique en janvier 1922.MATHIEU DE NOAILLES-Poetessa franceseMATHIEU DE NOAILLES-Poetessa francese
Biografia di Anne-Elisabeth,contessa Mathieu de NOAILLES-Poetessa francese, nata a Parigi il 15 novembre 1876, morta ivi il 30 aprile 1933.Il padre suo apparteneva alla potente famiglia valacca dei Bibescu, ed era diventato, per adozione, erede del titolo e dei privilegi dell’ultimo principe Brancovan (Brâncoveanu); la madre discendeva dall’illustre ceppo cretese dei Musurus; Anna di Brancovan nel 1897 andò sposa al conte Mathieu de Noailles. Nata e cresciuta in Francia, formò il suo ingegno letterario sotto le dominanti influenze di M. Barrès e di G. D’Annunzio; tuttavia seppe conservare alla sua ispirazione l’originario carattere orientale: una schietta e calda sensualità, ora pigra ora impetuosa, un forte sentimento della natura mediterranea in fiore e in frutto sotto il gran sole, un tormentoso sentimento del morire sorgente dal fondo della voluttà carnale.
Le sue prime poesie, inserite nella Revue de Caris del 1892, appaiono già improntate dal sigillo d’una personalità umana e artistica, che più tardi s’affinerà e si determinerà meglio, ma in sostanza non si modificherà più. Nel 1901 pubblicò il suo primo volume di versi, Le Cœur innombrable, a cui seguì subito L’ombre des jours (1902). Poi si volse al romanzo, con La nouvelle espérance (1903), Le visage émerveillé (1904), La domination (1905); ma tornò alla poesia con Les éblouissement (1907), che è forse, insieme con la prima, la più importante delle sue raccolte liriche. Tra le successive ricorderemo Les vivants et les morts (1913) e L’honneur de souffrir (1927). I suoi ultimi libri furono: Exactitudes, saggi e meditazioni (1930), e Le livre de ma vie, ricordi (1932). La fantasia della N. s’esprime più felicemente nei versi che nelle narrazioni; le quali son tutte impregnate di spiriti lirici, e non riescono pertanto alla creazione di personaggi in sé e per sé consistenti. E tra i versi bisognerà fare, o meglio lasciar fare al tempo, una scelta rigorosa, così che, cadute le molte pagine di facile improvvisazione, restino in luce solo quei componimenti in cui la N. ha cantato con vibrante sincerità la propria bellezza e la misteriosa potenza di donna, come un modo di essere, effimero ma pieno ed intero, della realtà universale.
Bibl.: J. Larnac, La Comtesse de N., sa vie, son oeuvre, Parigi 1931; Les Nouvelles littéraires, Parigi, numero del 6 maggio 1933.
Fabiola Gianotti -La Signora che scoprì la “particella di Dio”
Articolo dell’Ing.Andrea Natile
Fabiola Gianotti -La Signora che scoprì la “particella di Dio”«Il bosone di Higgs è una particella molto speciale che non appartiene alle due classi in cui si suddividono le altre particelle: quelle di materia, […] che sono i costituenti fondamentali dell’atomo, e quelle di interazione, che trasmettono l’Interazione elettromagnetica, quella debole e quella forte.
Il bosone di Higgs è diverso perché ha il compito di dare massa a tutte le altre particelle e, se così non fosse, il nostro universo non esisterebbe e ovviamente non esisteremmo neppure noi»
Non ci potrebbe essere spiegazione più semplice: per questo l’hanno chiamata “la particella di Dio”.
Fabiola Gianotti, nata a Roma, classe 1960, si trasferisce presto a Milano.. Liceo classico alle Orsoline, diplomata in pianoforte al Giuseppe Verdi, è una esperta ballerina.
La lettura della biografia di Marie Curie e la spiegazione di Einstein dell’effetto fotoelettrico la avvicinarono alla fisica.
Si laureò con indirizzo fisica sub-nucleare nel 1984 presso la Statale di Milano.
Intraprese un dottorato di ricerca sulle particelle elementari. La tesi di dottorato riguardò l’analisi dei dati dell’esperimento UA2.
È entrata a far parte del CERN (Centro Europeo Ricerche Nucleari) nel 1987 lavorando su vari esperimenti.
Se vi parlo di SPS (Super Proton Synchrotron) di ALEPH, ATLAS e di LEP (Large Electron-Positron Collider), il precursore dell’LHC (Large Hadron Collider), voi l’abbozzate di leggere questo Post.
Arriviamo quindi al punto. La particella di Dio.
Tutti la cercano da quando Peter Higgs la ipotizzò nel 1964.
Solo al CERN la cercano in oltre 3.000, sono in gran parte fisici provenienti da 38 paesi di tutto il mondo, è considerato il più grande esperimento scientifico mai realizzato dai tempi di Galileo.
E lei dopo esserne stata coordinatrice dal 1999 al 2003 eletta dai propri colleghi ha ricoperto tale carica dal 2009 al 2013. Proprio in qualità di portavoce di ATLAS, il 4 luglio 2012 ha annunciato presso l’auditorium del CERN, unitamente a Joseph Incandela, portavoce dell’esperimento CMS, la prima osservazione di una particella compatibile con il bosone di Higgs.
Così lei stessa illustra la scoperta:
«Il meccanismo di Higgs entrò in azione dopo un centesimo di miliardesimo di secondo dalla esplosione del Big Bang e diede massa ad alcune particelle lasciandone altre senza massa. Dal Modello Standard, che è l’insieme delle nostre conoscenze che finora meglio descrivono la composizione della materia e le forze che fanno interagire le particelle, sapevamo che ci sono particelle come il fotone che non hanno massa ma sono pura energia e viaggiano alla velocità della luce e altre invece che hanno massa. La ragione era un mistero. Adesso abbiamo capito che questo fatto dipendeva dalle differenti interazioni che queste particelle avevano con il bosone.»
Come a dire: “E luce fu”.
Ci avevano insegnato che il Creatore ci mise sei giorni a creare il Mondo e che stanco il settimo si riposò. Sembra non ce l’abbiano contata tutta giusta. Peccato, quel piccolo dettaglio: non sapere cosa sia successo un centesimo di miliardesimo di secondo prima.
Ma la signora non demorde, è sempre li che cerca, l’hanno appena rieletta per la seconda volta a dirigere il CERN. Non era mai successo: prima donna a dirigere quell’istituzione, prima rielezione di un direttore ad secondo mandato.
Beh…direi che non è un risultato tanto male.
Dimenticavo. Nel frattempo è diventata membro del comitato consultivo per la Fisica al Fermilab negli Stati Uniti, è membro dell’Accademia dei Lincei ed è professore onorario presso l’Università di Edimburgo, stesso incarico di Peter Higgs dove insegna pure lui, che così l’ha ringraziata di avergli fatto vincere il Nobel per la Fisica nel 2013.
Il 29 settembre 2020 è stata nominata da papa Francesco come membro ordinario della Pontificia accademia delle scienze.
SACCO E VANZETTI ,95 ANNI FA, SONO STATI GIUSTIZIATI INNOCENTI NEL PENITENZIARIO DI CHARLESTOWN
SACCO E VANZETTI
PREMESSA. GLI IMMIGRATI NEGLI USA ALL’INIZIO DEL NOVECENTO
Dal 1865 (dopo la guerra civile americana) al 1915 emigrano dall’Europa negli Stati Uniti (USA) circa 25 milioni di persone, in cerca di un futuro migliore. Però la vita degli immigrati è molto difficile. Infatti, dato che sono molto spesso analfabeti ed imparano con difficoltà la lingua inglese, occupano i livelli più bassi del mercato del lavoro e quindi sono sfruttati dagli imprenditori, che approfittano della incapacità della maggior parte degli immigrati di ribellarsi per non perdere il posto di lavoro.
Inoltre le condizioni di lavoro sono molto pesanti: si lavora sei giorni la settimana per almeno 10 ore al giorno.
La presenza di milioni di immigrati, che pure sono utili per il progresso economico degli USA, fa nascere nella popolazione anglosassone sentimenti xenofobi, alimentati dai movimenti razzisti (già attivi contro le persone di colore), in nome degli ideali di superiorità della loro componente etnica.
Per contrastare gli imprenditori, i lavoratori più politicizzati e gli anarchici costituiscono il sindacato filo anarchico International Wordl Workers, i cui membri sono chiamati Wobblies, che organizza continue manifestazioni operaie e scioperi per chiedere migliori condizioni di lavoro e salari più alti, affinché gli operai possano vivere dignitosamente.
Per contrastare e reprimere l’attività politica e sindacale considerata “sovversiva”, è costituita la Generale Intelligence Division (che in seguito diventa FBI), diretta da Edgar Hoover, che arresta centinaia di persone, molte delle quali sono espulse dagli USA.
Questa situazione si acutizza con la Prima guerra mondiale, che fa emergere le profonde fratture di natura etnica e sociale presenti nel Paese. Nel 1917, in previsione dell’intervento nel conflitto, è emanata la legge per la iscrizione nei registri di leva (Selective Service Act) per cui molti immigrati rifiutano di iscriversi e parecchi emigrano all’estero, soprattutto nel vicino Messico.
Scoppiato il conflitto, nelle fabbriche belliche ci sono manifestazioni di protesta e scioperi, anche violenti. Pertanto il Governo Federale emana una legge molto repressiva (Sedition and Espionage Act), che considera anti patriottica, e quindi è punita molto severamente, come la sedizione o lo spionaggio, ogni manifestazione di dissenso, limitando di fatto la libertà di manifestazione del pensiero.
SACCO E VANZETTI NEGLI USA ADERISCONO AL MOVIMENTO ANARCHICO
SACCO E VANZETTI
Ferdinando Nicola Sacco nasce a Torremaggiore (Foggia) il 22 aprile 1891 da una famiglia di agricoltori e di commercianti di olio e vino. A 17 anni decide di emigrare negli Stati Uniti ed arriva a Boston (Massachusetts) il 2 maggio 1908 con la motonave Principe di Piemonte. Dopo aver fatto vari lavori è assunto in una fabbrica di calzature a Milford, dove nel 1912 sposa Marianna (Rosina) Zambelli, dalla quale ha due figli: Dante e Ines.
Aderisce al Movimento anarchico ed al Sindacato International Wordl Workers e partecipa attivamente alle manifestazioni operaie ed agli scioperi, tenendo discorsi nei comizi. Per questa sua attività politica è arrestato nel 1916.
Bartolomeo Vanzetti nasce a Villafalletto (Cuneo) l’11 giugno 1888. É il primo di quattro figli di Giovanni Battista, un piccolo proprietario terriero e gestore di una caffetteria, che è stato, per lavoro, dal 1881 al 1883 in California.
Decide di emigrare negli Stati Uniti dopo la tragica morte della madre Giovanna Nivello, che lo sconvolge profondamente, provocandogli gravi disturbi psicologici. Così il 19 giugno 1980 arriva a New York con la nave La Provence. Per vivere fa vari lavori: cameriere, operaio prima in una cava, poi in una acciaieria ed infine in una fabbrica di cordami, la Plymouth Cordage Company. contro la quale organizza nel 1916 uno sciopero per protestare contro le pesanti condizioni di lavoro. Infatti, ha aderito al Movimento anarchico in seguito alla lettura delle opere di Marx, (però legge anche i classici di Dante, di Hugo, di Darwin,di Tolstoi, di Zola …). Per le sue idee politiche radiclae ha una crescente difficoltà a trovare lavoro, per cui nel 1919 acquisisce da un italiano la licenza ambulante per la vendita del pesce e svolge questa attività a Plymouth.
Sacco e Vanzetti si conoscono nel maggio 1917 ad un convegno anarchico a Boston. Per rifiutare la coscrizione militare decidono di emigrare in Messico, dove rimangono fino alla fine del conflitto. Per questo loro comportamento, sono inseriti dal Dipartimento (Ministero) della Giustizia in un elenco di “sovversivi” e sono controllati da agenti FBI al loro rientro negli USA.
LA “PAURA ROSSA” (RED SCARE)
SACCO E VANZETTI
La repressione del movimento politico e sindacale radicale (in particolare quello anarchico) aumenta dopo la Rivoluzione bolscevica in Russia del novembre 1917, perché gli imprenditori temono che l’ideologia comunista si diffonda nel Paese.
La “paura rossa” (red scare) aumenta nel dopoguerra (come anche in Italia, in particolare nel cosiddetto “biennio rosso”), alimentata anche dalla congiuntura economica negativa, derivata dal difficile reinserimento lavorativo dei milioni di soldati smobilitati e dalla lenta riconversione delle industrie belliche alla produzione civile.
La “red scare” raggiunge l’apice negli anni 1919 e 1920. Viene sciolto l’International Wordl Workers, e vengono chiusi decine di circoli anarchici e di riviste vicine al Movimento anarchico.
La “caccia al rivoluzionario” raggiunge il suo apice nel gennaio 1920 con i cosiddetti “Palmer raids” (le retate di Palmer), ordinati dal Procuratore generale (Ministro della Giustizia) Mitchel Palmer, durante i quali sono arrestate oltre 4.000 persone, considerate “sovversive”, delle quali circa 3.000 sono espulse dagli USA e rimpatriate nei Paesi europei di origine.
Contro questa escalation xenofoba si attiva la controreazione degli anarchici, che compiono attentati dinamitardi in varie città, contro le Autorità locali che sostengono la campagna repressiva. In particolare, bombe esplodono davanti alla casa del Sindaco di Cleveland, alla casa del giudice Albert Hayden a Boston ed alla casa del giudice Charles Nott a New York. L’attentato più eclatante e famoso è quello compiuto alla casa del Procuratore Palmer, nel corso del quale rimane ucciso l’attentatore, l’anarchico italiano Carlo Valdinieri. In tutti gli attentati, vengono trovati a terra dei volantini, stampati su carta di colore rosso, con il titolo Plain Words (Parole Chiare), firmati The Figting Anarchist (I combattenti anarchici).
L’attuazione degli attentati dinamitardi comporta una dura repressione verso gli anarchici, considerati elementi “sovversivi” e quindi molto pericolosi. Vengono perquisite mote tipografie, nelle quali lavorano anarchici, come Andrea Salsedo (impiegato nella tipografia Canzani a Brooklyn, quartiere di New York) ed anche la redazione della rivista anarchica Cronaca Sovversiva (fondata nel 1903 da Luigi Galleani), per la quale Sacco e Vanzetti hanno scritto articoli e raccolto fondi.
Il 25 febbraio 1920 sono arrestati a New York i tipografi anarchici Andrea Salsedo e Roberto Elia, sospettati di aver stampato i volantini che sono stati lasciati nei luoghi degli attentati dinamitardi. Sono trattenuti, senza alcuna imputazione formale, per circa due mesi negli uffici segreti del Ministero della Giustizia, al 14° piano del Park Row Building, un edificio al n. 21 di Park Row, dove sono sottoposti anche a tortura per far loro confessare sia il compimento degli attentati che i nomi dei complici.
Vanzetti costituisce un Comitato per la difesa dei due anarchici e promuove una campagna di sensibilizzazione popolare per la loro liberazione.
Nella notte tra il 2 ed il 3 maggio 1920, Salsedo precipita misteriosamente dall’appartamento in cui è recluso e si schianta sul marciapiedi sottostante. Nonostante le Autorità affermino che si è suicidato, gli anarchici considerano la sua morte una “omicidio di Stato”.
Il giorno dopo la morte di Salsedo, Vanzetti organizza una manifestazione, che si deve tenere a Brockton il 9 maggio. Decide quindi di andare, insieme con Sacco, a New York per assumere informazioni più precise sulla morte di Salsedo, mettendosi in contatto con gli anarchici Mario Buda e Riccardo Oriani, che conoscono. Arrivano in tram in città il 5 maggio 1920.
I REATI DI CUI SONO ACCUSATI
SACCO E VANZETTI
Nei mesi precedenti sono stati compiuti a Bridgewater ed a South Braintree (cittadine del Massachusetts) due gravi reati.
A Bridgewater, il 24 dicembre 1919 alcuni impiegati del calzaturificio White Shoe Company, mentre trasportano con un furgone i soldi della paga settimanale degli operai, sono assaliti da tre uomini a volto scoperto, scesi da una auto Hudson Overland. Uno dei tre è armato con un fucile da caccia, con il quale spara alle gomme del veicolo per farlo fermare. Ne segue una sparatoria; però la rapina è sventata ed i banditi scappano in auto.
Il 15 aprile 1920, a South Braintree (un sobborgo di Boston) sono aggrediti, mentre stanno portando a piedi al calzaturificio Slater and Morrill le paghe settimanali, ammontanti a 15.776 dollari, il cassiere Frederick Albert Palmenter e la guardia giurata Alessandro Berardelli, di origine italiana. Sono fermati da due uomini armati, che sottraggono alla guardia il revolver Harrigton&Richardson. e poi sparano a bruciapelo ad entrambi, uccidendoli; quindi prendono la borsa con il danaro e fuggono con una auto Buik, con altre due persone a bordo. Ci sono diversi testimoni.
Il capo della Polizia di Brigewater, Michael E. Stewart, che dirige le indagini, individua varie analogie tra le due rapine e si convince che sono state compiute da anarchici, per finanziare il loro Movimento, e addirittura dalle stesse persone.
Il 16 aprile 1920 è trovata una Buik abbandonata, che risulta rubata, vicino alla casa dell’anarchico Ferruccio Coacci, che non si è presentato il giorno precedente (quello della rapina e del duplice dell’omicidio a South Braintree) all’Ufficio per l’Immigrazione per ricevere il provvedimento di espulsione. Ha giustificato la sua assenza adducendo la grave malattia della moglie. Stewart invia due agenti a casa di Coacci e lo trovano che sta facendo le valigie per partire. Inoltre, la moglie sta bene. Coacci è quindi arrestato ed accompagnato alla stazione di immigrazione, da dove parte, con il provvedimento di espulsione, il 18 aprile.
Un paio di giorni dopo, Stewart scopre che un amico anarchico di Coacci, Mario Buda possiede una auto Hudson Overland, che è in riparazione nel garage di Elm Square, di proprietà di Simon Johnson. Stewart, accecato dal pregiudizio xenofobo verso gli italiani e dall’odio verso i “sovversivi” (quali sono considerati gli anarchici), si convince che le due rapine sono state compiute, insieme con altri anarchici, da Coacci e da Buda, che nel frattempo si è reso irreperibile. Decide quindi di arrestarlo quando sarebbe andato al garage per ritirare la sua auto.
Il 5 maggio Sacco e Vanzetti arrivano a New York e si incontrano con Buda ed Oriani al garage dove sono andati per ritirare l’auto. Però il comportamento nervoso del proprietario Simon Johnson, che adduce pretesti per non consegnare l’auto, allarma i quattro che decidono di andare via, separandosi. Buda e Orciani vanno via in moto, mentre Sacco e Vanzetti vanno a prendere il tram per ritornare a casa. La polizia, avvisata da Johnson, si mette alla loro ricerca.
La sera, verso le 22, quando il tram arriva a Brockton, il poliziotto Connolly sale a bordo e perquisisce Sacco e Vanzetti, ritenendoli “individui sospetti”. I due sono in possesso di materiale di propaganda anarchica e di due pistole: Sacco ha una Colt 32 semiautomatica e Vanzetti ha una Harrigton&Richardson, come quella della guardia giurata uccisa a South Braintree. Inoltre Vanzetti ha in tasca alcuni proiettili da fucile per cui è considerato il rapinatore che ha sparato con il fucile alle ruote del furgone che portava i soldi delle paghe degli operai del calzaturificio di Bridgewater, nella tentata rapina del 24 dicembre 1919.
Sacco e Vanzetti sono quindi portati all’Ufficio di Polizia, dove danno riposte evasive e negano di conoscere Buda e Coacci. Sono interrogati per due giorni senza avere alcuna assistenza legale, anche dal Procuratore Katzman, che li incrimina prima per il possesso illegale di armi e di materiale di propaganda sovversiva ed alcuni giorni dopo anche per le due rapine di Bridgewater e di South Braintree. Sacco e Vanzetti dichiarano il loro alibi per entrambi i fatti. Sacco afferma che il 24 dicembre 1919 lavorava al calzaturificio di Milford e che il 15 aprile 1920 era andato al Consolato italiano per richiedere il passaporto per rimpatriare. Chiama come testimoni i colleghi di lavoro ed i funzionari del Consolato.
Vanzetti invece dichiara che in entrambi i giorni era al lavoro per vendere il pesce a Plymouth. Il procuratore Katzman accoglie solo l’alibi di Sacco per il 24 dicembre.
In seguito i due sono messi a confronto con i testimoni che devono identificarli come gli autori della rapina e del duplice omicidio compiuti il 15 aprile 19120 a South Braintree, senza però seguire la corretta procedura di confronto, per cui l’operazione è illegale. Alcuni testimoni li riconoscono, seppure con incertezze e tentennamenti. Katzman avvia quindi l’inchiesta formale, che si conclude l’11 settembre 1920 con il rinvio a giudizio per entrambi. Katzman decide però di processare subito Vanzetti, benché incensurato, per la rapina di Bridgewater del 24 dicembre 1919 in modo da farlo condannare e quindi presentarlo come “rapinatore condannato” al processo per la rapina e i due omicidi di South Braintree del 15 aprile 1920. Così il 20 giugno 1920 Vanzetti è processato dalla Corte di Plymouth presieduta dal giudice Webster Thayer. Sono sentiti i vari testimoni. Quelli a difesa, che sono tutti immigrati italiani di Plymouth, di umili origini, sono intimiditi e screditati da Katzman. Invece i testimoni portati dal Procuratore sono ritenuti credibili, anche se taluni cadono in contraddizione. Pertanto, il 16 agosto 1920 Vanzetti è condannato alla reclusione nel carcere di Charlestown per un periodo tra i 12 e 15 anni.
IL PROCESSO E LA CONDANNA A MORTE IL 14 LUGLIO 1921
SACCO E VANZETTI
Dopo l’incriminazione formale di Sacco e Vanzetti per le due rapine di Bridgewater e di South Braintree, gli anarchici di Boston promuovono la costituzione di Comitati in loro sostegno e per raccogliere i fondi necessari per le spese legali. Al riguardo, Felicani, il capo redattore del giornale La Notizia, assume il compito di coordinare tutte le iniziative a sostegno dei due incriminati. Viene scelto come difensore l’avv. Moore, che ha difeso, con esito favorevole, numerosi sindacalisti, in particolare gli italiani Ettorre e Giovannitti, i quali, accusati di aver compiuto un omicidio durante lo sciopero del 1912 a Lawrence, sono stati prosciolti. Moore consiglia di far difendere Vanzetti dagli fratelli McArney in modo da avere la possibilità di fare due arringhe difensive e decide di adottare una strategia difensiva tesa a portare il processo all’attenzione dell’opinione pubblica, sia nazionale che internazionale. A questo scopo Felicani organizza un Comitato di difesa.
Moore invia nella primavera 1921 in Italia il giornalista Lyons per costituire anche nel nostro Paese un movimento di opinione a favore di Sacco e Vanzetti. Anche Mussolini (che non è ancora al potere) si esprime a favore dei due anarchici per chiaro opportunismo politico. Infatti, da un lato mira a mettere in difficoltà il Governo liberale, e dall’altro spera di accattivarsi le simpatie degli anarchici, peraltro molto numerosi nella sua regione di origine, la Romagna.
In Francia si mobilita a favore di Sacco e Vanzetti il Premio Nobel per la Letteratura Anatole France, che pubblica sul quotidiano Nation l’articolo intitolato To the people of America (Al popolo americano) con il quale chiede la liberazione dei due anarchici perché innocenti e paragona il loro caso giudiziario a quello di Alfred Dreyfus, che divise l’opinione pubblica francese dal 1894 al 1906.
Il 31 maggio 1921 inizia a Dedham (sobborgo di Boston) il processo a Sacco e Vanzetti per la rapina ed i due omicidi compiuti a South Braintree il 15 aprile 1920. Presiede la Corte il giudice Thayer. L’accusa è sostenuta dal Procuratore Katzman.
La prima fase del processo riguarda la rapina. La difesa di Sacco cita come testimoni il funzionario del Consolato italiano e gli amici che ha incontrato in città. La difesa di Vanzetti cita come testimoni i clienti ai quali ha venduto il pesce. Però tutti sono ritenuti “poco credibili” dal Procuratore perché sono amici e conoscenti dei due imputati e quindi possono aver mentito per salvarli. Invece Katzman presenta come “attendibili” i testimoni da lui citati per l’accusa.
La seconda fase del processo riguarda l’uccisione del cassiere Palmenter e della guardia giurata Berardelli. Il Procuratore cerca di dimostrare che Sacco ha sparato con la Colt 32 e che Vanzetti si è impossessato della pistola di Belardelli. Le prove a carico sono fornite da alcuni periti balistici, le cui conclusioni non sono purtroppo smontate adeguatamente dai periti della difesa. Katzman inoltre ricorre all’uso probatorio della “consapevolezza della colpa”, in base alla quale l’imputato “colpevole” tiene un comportamento ambiguo e contraddittorio, come è stato quello di Sacco e Vanzetti, soprattutto durante i primi interrogatori al posto di polizia.
Gli avvocati della difesa invece sottolineano il carattere politico del processo ed affermano con forza che i loro assistiti hanno tenuto il comportamento iniziale contraddittorio perché erano molto intimoriti dalla possibilità di essere incriminati per la loro adesione al Movimento anarchico, considerato sovversivo.
Su richiesta degli avvocati, Vanzetti illustra le sue idee politiche il 5 luglio 1921 e Sacco il 7 luglio.
Katzman accetta il confronto sul piano politico ed afferma con forza che le idee dei due imputati anarchici sono “sovversive”, per la loro forte avversione al sistema economico americano, considerato “capitalistico”:. Inoltre sostiene che gli imputati hanno tenuto un comportamento anti patriottico. Infine, nella sua requisitoria, fa anche affermazioni pesanti contro gli immigrati, in particolare gli italiani.
Durante lo svolgimento del processo si svolgono grandi manifestazioni popolari a sostegno di Sacco e di Vanzetti, patrocinate dai Partiti di sinistra e dagli anarchici, sia in Europa che in America Latina. Però non si riesce a smuovere l’opinione pubblica liberale, intellettuale e moderata degli USA.
In questo clima, il 14 luglio 1921, alle 7,30, la giuria pronuncia la condanna a morte di entrambi gli imputati per “omicidio di primo grado“.
LA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE IN LORO SOSTEGNO
SACCO E VANZETTI
In seguito, gli avvocati difensori presentano ben otto richieste di riesame del processo, puntando in particolare sulle contraddizioni di altrettanti testimoni dell’accusa, alcuni dei quali hanno affermato, dopo il processo, di aver subito pressioni per riconoscere gli imputati come i partecipanti alla rapina ed ai due omicidi di South Braintree del 15 aprile 1920.
Gli avvocati presentano anche le dichiarazioni giurate di due ex funzionari del Governo Federale che affermano che il processo è stato condizionato dal Ministero della Giustizia per motivi politici, perché attraverso la condanna esemplare di Sacco e Vanzetti si creavano le condizioni per espellere gli anarchici. Il procuratore Katzman accusa i due funzionari di violare segreti governativi.
Il giudice Thayer respinge tutte le richieste di riesame del processo.
Il 16 novembre 1925 il detenuto di origine portoghese Celestino Madeiros, condannato per omicidio, confessa a Sacco di aver partecipato alla rapina di South Braintree, ma si rifiuta di fare i nomi dei complici. Gli avvocati difensori chiedono la revisione del processo, che però è respinta il 23 ottobre 1926 dal giudice Thayer, il quale ritiene che Madeiros sia un complice di Sacco e Vanzetti nella rapina del 15 aprile 1920 a South Braintree.
Dopo la decisione del giudice Thayer che nega la revisione del processo, l’avv. Moore è sostituito dall’avv. Tompson, di Boston, che è docente di legge all’Università di Harvard, il quale accetta la difesa, pur essendo un conservatore, perché si è reso conto delle continue violazioni della legge ai danni dei due anarchici. Pertanto sensibilizza altri colleghi di Harvard a prendere posizione a favore di Sacco e Vanzetti. Il primo e più importante giurista che si schiera a loro difesa è il prof. Frankfurter che nel marzo 1927 pubblica sul quotidiano conservatore Atlantic Montlhly l’articolo The case of Sacco e Vanzetti, nel quale afferma che il processo è stato “scorretto”, che il giudice Thayer non è stato “imparziale” e che il Procuratore Katzman ha sfruttato il clima di paura conseguente alla “paura rossa” (red scare). L’articolo suscita molto scalpore ed ha un impatto fortissimo sull’opinione pubblica ed è quindi diffuso dal Comitato di difesa per l’ulteriore sensibilizzazione popolare. In seguito altri giuristi prendono posizione a favore dei due anarchici e chiedono al Governatore del Massachusetts la revisione del processo. Si mobilitano anche molti studenti di legge di varie Università. In poco tempo il caso giudiziario non è più criticato negli USA solo dagli ambienti politici radicali, ma anche dagli ambienti intellettuali e moderati.
Anche molti intellettuali di livello internazionale prendono posizione a favore di Sacco e Vanzetti, che ormai sono chiamati Nick e Bart, tra i quali Albert Einstein, Bertrand Russell, John Dewey, Thomas Mann, John Dos Passos. Anche alcuni leader politici si schierano: il Primo Ministro inglese MacDonald, quello francese Herriot, il Presidente del Reichstag (il Parlamento tedesco) Paul Lobe ed il premier russo Stalin.
Sacco e Vanzetti ricevono molte lettere di solidarietà ed il secondo attiva un fitta corrispondenza.
In Italia Mussolini, che è ora Capo del Governo, ha una posizione defilata,e non è più apertamente schierato a favore di Sacco e Vanzetti come nel 1921 (anche perché gli anarchici ora sono perseguitati e incriminati dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato, istituito nel 1926), anche per non compromettere i rapporti con gli USA. Comunque il nostro Ambasciatore a Washington ed il Console a Boston continuano a seguire il caso giudiziario, attivandosi, discretamente, prima per la revisione del processo e poi per la grazia. A questo riguardo, nel luglio 1927 Mussolini scrive una lettera all’Ambasciatore americano in Italia, Henry Fletcher, chiedendogli di intervenire presso il Governatore del Massachusetts Alvan T. Fuller per la concessione della grazia ai due anarchici.
Contro la decisione del 23 ottobre 1926 del giudice Thayer di negare la revisione del processo, è presentato appello alla Corte Suprema del Massachusetts, che lo respinge il 9 aprile 1927. Prima della sentenza Vanzetti chiede la parola e pronuncia il seguente discorso, che è un atto di accusa contro il sistema giudiziario americano:«Io non augurerei a un cane o a un serpente […] ciò che ho dovuto soffrire per cose di cui non sono colpevole. Ma la mia convinzione è che io ho sofferto per cose di cui sono colpevole. Sto soffrendo perché sono un anarchico, e davvero sono un anarchico; ho sofferto perché ero un italiano, e davvero io sono un italiano […] se voi poteste giustiziarmi due volte, e se potessi rinascere due volte, vivrei di nuovo per fare quello che o fatto già […] Mai, vivendo l’intera esistenza, avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini».
Il 10 aprile 1927 il Console italiano a Boston, Ferrante, invia il seguente telex al Capo del Governo Mussolini:«Con rigetto da parte della Corte Suprema (del Massachusetts della) domanda di un nuovo processo, (il) ricorso giudiziario in questo Stato trovasi esaurito. Rimane ancora possibile appello alla Corte Federale di Washington con esito, a mio modo di vedere, quasi certamente contrario agli imputati. Unica speranza (di) salvezza dalla sedia elettrica risiede nella domanda di grazia fatta al Governatore (del) Massaachusetts, ma ritengo improbabile accoglimento tale domanda. Unica persona che potrebbe esercitare influenza su Governatore Fuller sarebbe forse il Presidente Stati Uniti ma ciò in via assolutamente riservata e personale giacché qualsiasi intromissione (delle) autorità federali in questioni prettamente statali produce effetto contrario. Dal canto mio ogni cosa sarà tentata all’intento (di) salvare (la) vita (dei) nostri due connazionali».
In quel periodo Sacco scrive la seguente lettera appassionata al figlio Dante: «Ricordati sempre Dante […], aiuta i deboli che gridano per avere un aiuto, aiuta i perseguitati e le vittime, perché questi sono i tuoi migliori amici; son tutti i compagni che combattono e cadono come tuo padre e Bartolo (Vanzetti), che ieri combatté e cadde per la conquista della gioia e della libertà per tutti e per i poveri lavoratori […]. Dante mio, essi potranno ben crocifiggere i nostri corpi come hanno già fatto da sette anni: ma essi non potranno mai distruggere le nostre idee, che rimarranno ancora più belle per le future generazioni a venire».
In seguito gli avvocati chiedono la revisione del processo al Governatore del Massachusetts, che nel maggio 1927 nomina una Commissione di giuristi per esaminare il caso giudiziario. Dopo un paio di mesi la Commissione delibera che non ci sono i presupposti giuridici per la revisione del processo. Per protesta l’avv. Thompson rinuncia alla difesa, che è assunta dall’avv. Musmanno, che presenta istanza di revisione alla Corte Suprema Federale ed anche la domanda di grazia al Presidente degli Stati Uniti Coolidge. Tutte le istanze sono respinte.
Il 28 luglio Vanzetti scrive una lettera al Governatore Fuller, chiedendogli di fermare l’esecuzione delle condanne a morte, programmate per il mese di agosto.
Il 3 agosto Fuller annuncia che non fermerà le esecuzioni, la cui data è annunciata il 12 agosto per il successivo 23 agosto.
Il 13 agosto si tiene una grande manifestazione davanti al Palazzo del Governatore, a Boston, sperando in una sospensione in extremis delle esecuzioni. La protesta dura 10 giorni, fino a quello stabilito per le esecuzioni, quando si forma un corteo che raggiunge il penitenziario di Charlestown, vicino a Dedham, dove inizia una veglia per i due condannati.
All’inizio del 23 agosto 1927 Sacco e Vanzetti sono giustiziati sulla sedia elettrica nel penitenziario di Charlestown. Per primo muore Sacco, alle ore 0,19. Poi Vanzetti sette minuti dopo, alle ore 0,26.
In Italia la notizia della loro uccisione è riportata da molti quotidiani, in particolare dal Corriere della sera, che titola a sei colonne «Erano innocenti».
In diverse città europee, comprese Londra e Parigi, si svolgono imponenti manifestazioni popolari, contro gli USA. Infatti, nel 1927 scoppia in Europa un fortissimo sentimento anti americano, che sarà eguagliato negli anni settanta con la protesta contro la guerra in Vietnam.
I corpi dei due anarchici sono cremati e le urne con loro ceneri sono portate in Italia da Luigina Vanzetti, una delle sorelle di Bartolomeo, e sono tumulate nei cimiteri dei luoghi di nascita, che in seguito dedicano una strada ai loro concittadini.
Nel 1928 una bomba, di probabile matrice anarchica, devasta la casa del giudice Thayer, che però è assente. Rimangono ferite la moglie ed una domestica.
LA RIABILITAZIONE IL 23 AGOSTO 1977, 50 ANNI DOPO LA LORO UCCISIONE
SACCO E VANZETTI
La drammatica vicenda di Sacco e Vanzetti ha ispirato molti artisti, soprattutto drammaturghi e cantanti.
Nel 1928 esce il romanzo in due volumi di Upton Siclair Boston; il 24 ottobre 1928 a Broadway è rappresentato il dramma Gods of lightning (Dei della folgore) scritto da Maxwell Anderson e Harold Hickerson; nel 1929, a Berlino, è rappresentato il testo teatrale di Erich Muhsan Ragion di stato: una testimonanza per Sacco e Vanzetti. Nel 1958, per iniziativa di Vincenzina Vanzetti, altra sorella di Bart, è costituito a Villafalletto il Comitato per la riabilitazione di Sacco e Vanzetti, in collegamento con l’analogo Comitato costituito negli USA, che sensibilizza molti intellettuali ed artisti.
Negli anni seguenti sono pubblicate numerose altre opere ed alcuni documentari. Ricordiamo lo sceneggiato Sacco e Vanzetti, curato dal regista Giacomo Colli, prodotto dalla RAI nel 1964 e trasmesso solo nel 1977, per non turbare i rapporti con gli USA.
Nel 1971 esce il film Sacco e Vanzetti, del regista Giuliano Montaldo.
Sempre nel 1971 esce la canzone Here’s to You, scritta dalla cantante statunitense Joan Baez, con la musica di Ennio Morricone, che ha uno strepitoso successo internazionale. Il titolo della canzone è italianizzato in La ballata di Sacco e Vanzetti. Nel 1972 è curata una versione italiana, intitolata Ho visto un film, con il testo scritto da Franco Migliacci e Ruggero Michi, cantata da Gianni Morandi. In seguito è curata un’altra versione, interpretata da Francesco de Gregori e Giovanna Marini.
Il 17 febbraio 1971, durante la serata del Festival di Sanremo dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia, i cantanti Emma Marrone ed i Modà presentano la canzone con il testo in parte della versione inglese, cantata da Joan Baez, ed in parte della versione italiana, cantata da Gianni Morandi.
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