Roma Capitale -Il Museo storico dei Bersaglieri, per famiglie ed appassionati di storia, un’ampia offerta culturale immersiva-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Roma Capitale -Il Museo storico dei Bersaglieri, per famiglie ed appassionati di storia, un’ampia offerta culturale immersiva-
Roma Capitale-Il Museo Storico dei Bersaglieri si apre ai visitatori grazie all’offerta didattica approntata da Opera Laboratori, società leader nelle gestioni museali in Italia. In occasione del 189° anniversario della nascita del Corpo dei Bersaglieri, oltre agli eventi commemorativi di quel giorno, mercoledì prossimo sono previste due visite guidate gratuite organizzate da Opera alle ore 10 e alle 18.
Lo storico museo romano, che si sviluppa all’interno della michelangiolesca cornice di Porta Pia, è nato per esporre cimeli, documentazioni e ricordi relativi alle campagne del Corpo dei Bersaglieri. Il patrimonio custodito al suo interno tramanda alle future generazioni la storia, le vicende, le tradizioni e le gesta del Corpo mantenendone vivo il decalogo stilato dal fondatore, Generale Alessandro Ferrero della Marmora.
Tra gli oggetti esposti la bicicletta di Enrico Toti, bersagliere ciclista caduto nella Prima guerra mondiale decorato di medaglia d’oro al valor militare. Il sito, che dispone anche di una sala polifunzionale destinata a presentazioni e conferenze, una biblioteca e di un archivio storico, si sviluppa in quattro sale tematiche, che descrivono la storia d’Italia dal periodo risorgimentale fino ad oggi.
Grazie all’approfondimento didattico si pone come punto di riferimento per appassionati, famiglie, visitatori che vogliono vivere la storia in modo dinamico e partecipativo. Ogni attività è pensata per rendere la storia vicina anche all’attenzione dei più piccoli, coinvolgendoli in esperienze che li avvicinano al patrimonio storico e culturale del Paese. Per scoprire tutte le attività disponibili è possibile contattare il numero 06/42006604 o inviare una e-mail a: c.felicioni@operalaboratori.com.
Porta Pia e il Museo Storico dei Bersaglieri
“Nomentana dicevasi anticamente quella porta, dipoi si disse di S. Agnese per la vicina chiesa di detta Santa, ora però la diciamo Porta Pia, perché da Pio IV fu ornata col disegno da celebre Buonarroti; ma essendo rimasta imperfetta, fu poi proseguita dal Cav. Bernini, il quale neppure la terminò. A sinistra di questa porta fu l’antico e famoso Castro Pretorio, ed appresso il Vivario, vedendosene ancor le mura distese in fuori, e 4 miglia lungi dalla Città fu’ la famosa villa di Faonte liberto di Nerone, in cui egli uccise se stesso.”
Giuseppe Vasi, Indice istorico del gran prospetto di Roma – Itinerario istruttivo, 1765
Tra il 1561 ed il 1565 l’antica Porta Nomentana venne sostituita da Porta Pia che, situata sull’omonima piazza, è una delle 18 porte inserite nella cinta muraria difensiva delle Mura Aureliane.
Papa Pio IV Medici ne affidò i lavori di progettazione a Michelangelo. La porta fu una delle ultime opere architettoniche del grande artista. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1564, infatti, il progetto venne preso in carico dall’architetto Giacomo Del Duca.
Lo stile unico di Porta Pia è in bilico tra le tendenze classicheggianti del tardo Rinascimento e le nuove aspirazioni del Barocco, i disegni dell’attico e della facciata esterna che si apre verso via Nomentana risalgono, invece, al XIX secolo e non sono collegati al progetto michelangiolesco.
Una piccola curiosità è legata alla decorazione della facciata interna: le patene (i piccoli piatti usati nella celebrazione eucaristica durante la Messa) cinte da una stola e con al centro un cubo di marmo ricordano i bacini da barbiere dell’epoca con un asciugamano intorno e un pezzo di sapone al centro. Secondo la leggenda, Michelangelo avrebbe voluto alludere alle origini di Pio IV Medici, non risalenti alla celebre famiglia fiorentina, ma semplice discendente di barbieri milanesi. Nonostante ciò, il papa aveva comunque avuto il permesso di alzare le insegne medicee e, visto il profondo legame che univa la casa Medici a Michelangelo, quest’ultimo volle “vendicarsi” in questo modo.
In epoca moderna, la porta è legata a un evento epocale della storia italiana. Il 20 settembre 1870, alle 9 del mattino, risuonò il segnale di Raffaele Cadorna: nell’aria si diffusero il frastuono delle cannonate e il rumore del crollo del tratto di mura a qualche decina di metri da Porta Pia, la celebre Breccia, primo atto della vittoriosa battaglia delle truppe del Regno d’Italia sullo Stato Pontificio e della conseguente Presa di Roma, così restituita all’Italia. Un monumento di marmo del 1920, e una colonna commemorativa, ricordano l’avvenimento. Ancora oggi sono visibili i segni dei combattimenti su parte delle Mura Aureliane e sulla porta stessa. Fuori della porta, in mezzo al piazzale di Porta Pia, nel 1932 fu collocato il Monumento al Bersagliere, opera dello scultore Publio Morbiducci.
MUSEO STORICO DEI BERSAGLIERI
Tra le due facciate che costituiscono la porta, collegate da piccoli edifici in origine aventi funzione difensiva, trova spazio un piccolo cortile sede oggi sede del Museo Storico dei Bersaglieri, inaugurato il 18 settembre 1932, che conserva cimeli ed i ricordi relativi alla istituzione e all’evoluzione del corpo dei Bersaglieri.
Nel cortile del Museo sono collocati busti in bronzo dei più illustri rappresentanti del Corpo, tra cui quello a Enrico Toti, eroe del Risorgimento. Nel Salone d’Onore tra i diversi preziosi cimeli c’è la Proposizione originale, uno scritto di pugno da La Marmora per ottenere dal re Carlo Alberto la costituzione del Corpo. Il pianterreno ospita il Sacrario dedicato agli oltre centomila Caduti per la Patria. Al centro della sala è esposta la sciabola che La Marmora impugnò l’8 aprile 1848 a Goito. Nei locali del primo piano sono esposti i cimeli, quali uniformi, armi da fuoco e armi bianche, le documentazioni e i ricordi relativi alle campagne del Risorgimento, dal 1848 al 1866. Il piano superiore è dedicato alle campagne coloniali, dal primo sbarco dei bersaglieri a Massaua, il 5 febbraio 1885, alla conquista dell’Africa Orientale, nel 1936. Il piano inferiore è dedicato alla Prima Guerra Mondiale con targhe, fotografie, gagliardetti di reparto, statue celebrative, ritratti e medaglieri di comandanti e bersaglieri semplici, armi italiane e austriache. Alla Seconda Guerra Mondiale è dedicato il pianterreno dove sono raccolti ed esposti i cimeli e gli oggetti relativi ai numerosi teatri operativi nei quali i bersaglieri combatterono.
Porta Pia and the Museo Storico dei Bersaglieri
Between 1561 and 1565 the ancient Porta Nomentana was replaced by Porta Pia which, located on the square of the same name, is one of the 18 gates inserted in the defensive Aurelian Walls. Pope Pius IV Medici entrusted the design work to Michelangelo. The door was one of the last architectural works by the great artist. After his death in 1564, in fact, the project was taken over by the architect Giacomo Del Duca.
The unique style of Porta Pia is poised between the classical trends of the late Renaissance and the new aspirations of the Baroque, the design of the external façade, which opens towards Via Nomentana, and the attic, date back to the 19th century and is not connected to the Michelangelo project.
The door, built along the perimeter of the Aurelian Walls, hides a small curiosity linked to the decoration of the internal façade, where two marble bowls surrounded by a stole are placed to recall the barber trays with a towel around and a piece of soap at the centre. The legend tells that, with this joke, Michelangelo wanted to allude to the origin of Pius IV Medici, who did not belong to the famous Florentine family, but was a simple descendant of Milanese barbers. Despite this, the pope was nevertheless allowed to raise the Medici insignia.
On September 20, 1870, at 9 in the morning, the signal of Raffaele Cadorna resounded: the noise of cannon fire and the that of the collapse of the stretch of wall spreading a few dozen meters from Porta Pia, the famous Breccia, spread in the air, first act of the victorious battle of the troops of the Regno d’Italia over the Stato Papale and the consequent Presa di Roma, thus returned to Italy. A marble monument from 1920, and a commemorative column, recall the event. Still today the signs of the fighting are visible on part of the Aurelian Walls and on the door itself. In 1932, in front of the external door, is an eternal memory of the liberation of the city from the Austrian troops during World War I, the monument to the Bersaglieri.
MUSEO STORICO DEI BERSAGLIERI
Between the two facades of the door, connected by small buildings originally having a defensive function, there is a small courtyard, now seat of the Museo Storico dei Bersaglieri, inaugurated on 18 September 1932, which preserves memorabilia and memories relating to the institution and to the evolution of this military corps. In the courtyard of the Museum, several bronze busts celebrate the most illustrious representatives of the Corps, including of Enrico Toti, a hero of the Risorgimento. In the Hall of Honor, among the various precious relics, is the original Propositione, written by Generale La Marmora to obtain the constitution of the Corps from King Carlo Alberto. The ground floor houses the Shrine dedicated to the over one hundred thousand fallen. At the center of the room is the saber that La Marmora used in the 8 April 1848 combat in Goito. On the first floor halls are exhibited relics such as uniforms, firearms and weapons, documents and memories relating to the campaigns of the Risorgimento, from 1848 to 1866. The upper floor is dedicated to colonial campaigns, from the first landing of the Bersaglieri to Massaua, on 5 February 1885, to the conquest of East Africa, in 1936. The lower floor is dedicated to the World War I with plaques, photographs, department pennants, celebratory statues, portraits and medals of simple commanders and bersaglieri, Italian and Austrian weapons. The ground floor is dedicated to the World War II where the memorabilia and objects relating to the numerous theatres of operations in which the bersaglieri fought were collected and displayed.
Fonte -Comune di Roma Cpitale
Per la foto si ringraziano il Ministero della Difesa e l’Esercito Italiano