Adriana Tasin – Poesie da “Voragini d’azzurro”- Interno Libri Edizioni, Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Adriana Tasin – Poesie da “Voragini d’azzurro”- Interno Libri Edizioni
Adriana Tasin è nata a Tione di Trento nel 1959. Si è laureata in Scienze Naturali all’Università di Bologna, e fino al 2021 ha insegnato discipline scientifiche in Val Rendena, dove tuttora vive, a Madonna di Campiglio, nel cuore del Parco Adamello Brenta, ai piedi delle Dolomiti. Ha pubblicato le raccolte di poesia Il gesto è compiuto (puntoacapo Editrice, 2020), Fatti reali immaginari (Arcipelago itaca Edizioni, 2022) e Voragini d’azzurro (Interno Libri Edizioni, 2025). Suoi testi, editi e inediti, sono apparsi in blog letterari, giornali, riviste e antologie; alcuni sono stati tradotti in spagnolo da Antonio Nazzaro per il Centro Culturale Tina Modotti e per le Scuole di Poesia di Cuba.
le tenebre chiodarono il tempo al
legno, fu difficile per lo sciamano
seguire la direzione, scendere il secolo
a ritroso, oltrepassare i limiti stabiliti
dalle sue stesse mani, dai tanti fuochi
accesi, dai laghi temporanei sospesi,
tacere come pietra l’ululato del lupo
«hai detto qualcosa?»
ma lui non rispose
per un millennio tacque, poi disse:
«che cosa volete sapere?»
*
la via si apre e ora insegna a perdere
perseverando a ritroso
alla fine un rumore un battimano forse
e un incedere serio ti sorprende di fronte: tuo padre
che non vedevi da quando se ne stava appartato
nell’avvenire? forse
a quel punto arrampichi in solitaria
sei nella meraviglia
e ti scusi per tutto quel sole che ancora porti
e si compie da solo
*
è proprio necessario il viaggio? […]
necessario rinnovare il dolore del corpo
così stanco quasi morto
salire per ricadere al centro della Terra
fino al ferro ai chiodi dell’introvabile via
tracciando e cancellando traccia
che nessuno la possa seguire?
e in fondo [rispondi] ciascuno deve
calarsi in solitaria nel proprio sentire
*
stai per alzare il piede e guardi la mano
aggrappata alla minuscola crepa
bisogna fidarsi del varco [dici]
(ne vorresti sempre misura precisa)
però lì non esiste alcuna certezza
se non quella di essere appesi come luce al lampadario
della stanza
immaginare
il centro del cielo
*
nemmeno gli specchi riflettono il vero
quando la caduta rimbalza sull’orlo del vetro
in un’ora diversa da quella abitata
nell’equinozio a rovescio il laccio sfila
la morte accade nel palmo
precipiti senza il peso dell’essere
ma del tuo solo cadere
e non c’è più nodo né modo che basti qui
*
Adriana Tasin, Voragini d’azzurro, Interno Libri Edizioni, 2025
larosainpiu
LIT-TLE blog di Salvatore Sblando