Roma-Municipio XII-Quartiere Massimina–26 maggio 2017-Degrado e abbandono dell’area archeologica sita tra via Romano Guerra –via della Massimilla e il Centro Commerciale civico 14.
Nel 2004 , se ricordo bene nel mese di novembre, durante la fase di sbancamento per la costruzione del Centro Commerciale venne rinvenuta una Villa rustica , una cisterna e una necropoli databile IV-III sec. A.C.
Nel 2009 furono eseguiti gli scavi , vedi foto allegate, sull’area archeologica (residuo di aera) che ora si presenta nel più degrado assoluto.
Tutti noi cittadini ci auguriamo che i nuovi Amministratori sappiano, finalmente, valorizzare la Storia e i siti Archeologici del Quartiere Massimina.
Pubblicheremo, sul nostro Blog ABC VOX, tutto il materiale che riusciremo a recuperare relativo alla Storia e all’Archeologia di Massimina.
Nota di FRANCO LEGGERI
Report fotografico delle fasi di scavo del 2009 – foto di Franco Leggeri
OTRICOLI (TR) –Un intero week end dedicato alla storia.
Tre giorni di eventi all’interno del Parco Archeologico di Ocriculum dove poter rivivere i fasti di un municipio romano del II sec. d.C.
Il cambio valuta all’ingresso, il campo dei legionari con le didattiche sulla storia dell’esercito romano, il mercato dove poter iniziare a spendere e contrattare coi sesterzi ricevuti all’entrata, ben quattro tabernae rievocative dove poter gustare sapori antichi di due millenni, poi la vita dei campi, la musica antica, i ludi gladiatori all’anfiteatro, gli spettacoli teatrali, le visite guidate e i laboratori didattici per i bambini ma, soprattutto, la ricostruzione completa del porto fluviale sul Tevere.
Questo è quanto vi aspetta a Otricoli (TR) a pochissimi km da Roma (Uscita A1 Magliano Sabina, si svolta a sinistra sulla Flaminia e si trova il parco a circa 4 km). Questa sarà la sesta edizione di Ocriculum AD 168.
IL TEMPO FUGGE. NON QUI. NON ORA. 26-27-28 MAGGIO, OCRICULUM AD 168.
DESINE FATA DEVM FLECTI SPERARE PRECANDO
(Non sperare di cambiare il destino con le preghiere)
Il LVDVS, la palestra che i gladiatori chiamavano casa, poi i MVNERA, i ludi gladiatori in quell’Arena dove più di duemila anni fa si scontravano uomini, donne e fiere per cambiare il loro destino e, a volte, soltanto per restare vivi.
Il 26-27-28 maggio, Ocriculum tornerà un municipio del II sec. d.C. e grazie ai ragazzi del Ludus Picenus – Scuola Gladiatoria, si rivivranno le emozioni e le suggestioni di allora.
IL TEMPO FUGGE. NON QUI, NON ORA. OCRICULUM AD 168
Fino all’ultimo, dovunque spirasse un sia pur flebile vento di sinistra, Valentino c’era.
Roma- 2 maggio 2017-E’ morto all’età di 86 anni Valentino Parlato, fondatore e direttore del Manifesto. “Comunista per tutta la vita, ha militato nel Pci fino alla radiazione, ha lavorato a Rinascita, fondato e difeso il manifesto in tutta la sua lunga storia. Per ora ci fermiamo qui, abbracciando forte la sua splendida famiglia e tutti i compagni che, come noi, l’hanno conosciuto e gli hanno voluto bene”, si legge sul sito del Manifesto.
“Non possiamo non tener conto di quel che sta cambiando: dobbiamo studiarlo e sforzarci di capire, sarà un lungo lavoro e non mancheranno gli errori, ma alla fine un qualche Carlo Marx arriverà”: suonano come un testamento politico queste ultime parole, scritte il 9 aprile scorso per un suo pezzo sul Manifesto intitolato Cambio d’Epoca. Quasi un congedo con dentro tutto quello che Valentino Parlato, morto oggi a 86 anni, ha praticato per una vita: la sinistra, Marx, il comunismo e la voglia di capire, andando controcorrente.
Nato a Tripoli in Libia il 7 febbraio 1931 da famiglia siciliana, dopo gli studi a Roma nel ’51 dove conobbe Luciana Castellina, s’iscrisse al Partito Comunista. Dopo un inizio da funzionario del partito ad Agrigento, a metà Anni ’50 comincia a collaborare con l’Unità per poi passare a Rinascita, il mensile allora diretto da Giancarlo Pajetta. Al Congresso del ’69 però lo strappo: il tema del centralismo democratico con il vietare del formarsi di frazioni organizzate, lo porta insieme ad altri ad aperti dissensi sulla strategia generale del Partito che lui vorrebbe di attacco frontale al governo. Viene espulso dal Pci e qualche mese dopo, insieme ad altri dissenzienti, fonderà Il Manifesto. Il primo numero, uscito il 23 giugno 1969, porta le firme di Parlato, Luigi Pintor, Aldo Natoli, Luciana Castellina e Ninetta Zandegiacomi. I direttori erano Lucio Magri e Rossana Rossanda. Un’Olimpo di intellettuali con l’aspirazione di incidere sulla sinistra da sinistra, un collettivo pronto ad incendiarsi, a discutere animatamente ogni fatto di politica e di cronaca, ogni riga di pezzo, divisi tra elaborazione politica e giornale. Le foto delle riunioni del Manifesto, con Valentino Parlato sempre in primo piano, sigaretta tra le dita, restituiscono questo sogno quasi romantico di giornalismo militante. La vita di Parlato coincide con quella del suo giornale, diretto a più riprese o co-diretto secondo l’usanza, fino al 2010. Titoli di una memorabile efficacia, pagine strette sotto il braccio a cortei e comizi, analisi e giudizi critici, controcorrente, coraggiosi, una spina nel fianco della sinistra al Governo o no. Storie ricordate dallo stesso giornalista in due libri, La Rivoluzione non russa (Manni editore) e Se trentacinque anni vi sembrano pochi (Rizzoli), mentre la sua vita è stata filmata dal figlio Matteo insieme a Marina Catucci e Roberto Salinas nel documentario ‘Vita e avventure del Signor di Bric à Brac’. Fumatore accanito, dedicò a quella passione anche il libro Segnali di fumo. Locali per fumatori, Roma-Milano (edito dal Manifesto).
Le crisi economiche del giornale negli ultimi anni, giornalisti in cassa integrazione, lo mettono a dura prova nonostante fosse Parlato tra i fondatori con più senso pratico.
Il lavoro di questo gruppo d’intellettuali comunisti fino al midollo diventa quasi un lavoro volontario sostenuto grazie alla mobilitazione dei suoi elettori. Un’istituzione del giornalismo italiano indipendente più moderna di quello che forse si pensa visto che Il Manifesto è stato il primo quotidiano italiano a dotarsi di un sito internet nel 1995. Poi nel 2012 la messa in liquidazione della cooperativa. Parlato è l’ultimo dei padri fondatori a lasciare il giornale che risorge – non senza fatica – con una nuova generazione, e una nuova direzione, quella di Norma Rangieri. Ma il legame con Il Manifesto casa e partito al tempo stesso è più forte di tutto anche delle polemiche interne e Parlato continuerà a scrivere regolarmente, una volta al mese, spesso costretto a parlare di compagni di una vita che se ne vanno, come Alfredo Reichlin, Renzo Testi, Nino Caruso. Sempre combattente e battagliero, ma anche con un grande senso dell’ironia. A febbraio aveva raccontato sul suo giornale di essersi iscritto a Sinistra Italiana “in contrasto alla mia attuale tendenza a dimettermi da tutto. Sinistra Italiana perché, già nella sua formulazione, non vuole essere un partito ma una corrente politico-culturale di ricostruzione di una vera sinistra, fondata sui contrasti della nostra società”. Con lo stesso impeto un anno prima aveva dichiarato di aver votato per Virginia Raggi sindaco di Roma, ammettendo “di aver tradito per la prima volta la sinistra, sperando fosse anche l’ultima”. Ma era un tradimento passeggero, di quelli che si perdonano. ‘Ciao Vale’ titolano i compagni del collettivo del Manifesto. E dal neosegretario del Pd Matteo Renzi agli amici della Sinistra Italiana, al premier Gentiloni che ne sottolinea la coerenza, sono in tanti commossi a salutarlo.
Martedì 2 maggio 2017 i funerali a Roma, poi la salma partirà per Saluzzo, dove il giorno 3 maggio sarà esposta in Duomo dalle 10.30. Alle 15.30 il rito esequiale
Si terranno oggi 2 maggio alle ore 15, le esequie di Monsignor Diego Natale Bona, vescovo emerito della Diocesi di Saluzzo.
“Il tramonto di un grande uomo di Chiesa” così lo ha definito Monsignor Cristiano Bodo, attuale pastore della circoscrizione vescovile saluzzese.
Il rito esequiale di oggi sarà celebrato nella cattedrale dei Sacri Cuori di Gesù e Maira a La Storta, a Roma. Subito dopo la salma di Monsignor Bona verrà trasferita a Saluzzo, dove domani – mercoledì 3 maggio – dalle 10.30, sarà esposta in Duomo.
La cattedrale cittadina ospiterà, alle 15.30, le esequie, dopodiché il feretro sarà tumulato nella tomba dei vescovi.
“Siamo invitati – prosegue Monsignor Bodo – ad unirci al fratello e a tutto il presbiterio diocesano nella preghiera di suffragio, per il bene che ha saputo donare alla nostra Chiesa”.
L’ULTIMA MADRE-Dal romanzo-inchiesta L’ultima madre di Giovanni Greco nato sul campo a Buenos Aires sul tema dei desaparecidos argentini, e nello specifico su quello dell’identità negata, nasce lo spettacolo, prodotto dal Teatro Vittorio Emanuele di Messina con la collaborazione dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’ e della Compagnia DAF – Teatro dell’Esatta Fantasia, che dopo aver debuttato a Messina con la regia di Giovanni Greco e le musiche di Daniela Troilo, interpretato da Ilaria Genatiempo, Vittoria Faro, Ilenia D’Avenia e Lorenzo Parrotto, viene presentato al Teatro Vascello di Roma dal 5 al 7 maggio.
Scorrono in parallelo, due storie, asimmetriche nel tempo e nello spazio, ma intrecciate indissolubilmente: la vicenda esemplare di una madre-nonna de Plaza de Mayo, Maria Fernandez, casalinga semianalfabeta che diventa, per necessità, una militante rivoluzionaria, arrestata, torturata e esiliata, perché cerca prima i suoi figli, quindi i nipoti, fatti scomparire per motivi politici dalla dittatura della giunta militare argentina di fine anni ’70-primi anni ’80 del secolo scorso.
Accompagnato dalle musiche e le canzoni di Daniela Troilo, la storia di Maria, alla ricerca dei figli e poi dei nipoti, s’intreccia con quella di Mercedes, madre “usurpatrice” e della sua famiglia, il cui dominus è Ignacio Mendoza, vero e proprio burattinaio nascosto di entrambe le storie.
Come accadeva spesso in Sudamerica in quegli anni, i figli dati alla luce in cattività dai ‘sovversivi’ vengono affidati, piccolissimi, a famiglie di militari, in questo caso la famiglia Mendoza, nella quale, Mercedes, l’unica figlia, è sterile. Pablo, Miguel, figli di Maria, e Irene, fidanzata di Pablo, catturati dai militari, vengono eliminati, Irene non prima di aver dato alla luce due gemelli, che crescono come Ignacio Guillermo (detto Nacho) e Maria Magdalena (detta Mari), in una famiglia che non è la loro, all’oscuro di tutto per molti anni, fino ad arrivare alla tragica scoperta della propria vera identità.
Lo spettacolo unisce ai protagonisti del romanzo personaggi realmente esistiti, responsabili delle persecuzioni che vengono interrogati in scena, sulle note del tango di Anibal Troilo rielaborate da Daniela Troilo.
Come nel romanzo, anche nello spettacolo le due storie di Maria e Mercedes, asimmetriche nel tempo e nello spazio, sono intrecciate indissolubilmente tanto che l’una racconterà al pubblico la storia dell’altra.
Ad oggi 117 sono i nipoti ‘recuperati’ grazie al lavoro straordinario delle Nonne di Plaza de Mayo e che attende ancora centinaia di bambini e bambine, oggi uomini e donne, dispersi forse anche in Italia, privati del ‘diritto di assomigliare a sé stessi’, di avere un’identità vera e non ingannevole, una vita autentica e dissequestrata.
“Lo spettacolo è un lungo travaglio che cattura nell’attesa fino all’ultima scena. – spiega Giovanni Greco – Accoglie il pubblico una Maria ormai vecchissima che appare magicamente e simbolicamente incinta. Una gravidanza che contiene tutti gli orrori subiti e le speranze dei protagonisti. Ho voluto alternare le due storie con personaggi realmente esistiti non presenti nel romanzo come un medico e un prete che hanno realmente avuto responsabilità nelle persecuzioni. Lo spettacolo come il libro è dedicato a chi resiste senza speranza, perché con le parole di Ghiannis Ritsos forse è proprio là che comincia la storia umana e, come la chiamano, la bellezza dell’uomo”.
Teatro Vascello
Direzione Artistica Manuela Kustermann
dal 5 al 7 maggio 2017
venerdì e sabato h 21 – domenica h 18
L’ULTIMA MADRE
drammaturgia e regia Giovanni Greco
con Ilaria Genatiempo, Vittoria Faro, Ilenia D’Avenia, Lorenzo Parrotto
Musiche Daniela Troilo
Teatro ‘Vittorio Emanuele’ di Messina
Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’
Associazione culturale DAF
In collaborazione con Biblioteche di Roma
E Corso di Studi DAMS Università Roma tre
INFORMAZIONI E BOTTEGHINO
Abbonamenti: 10 spettacoli a scelta 100,00 euro prosa, danza, musica
5 spettacoli a scelta 60,00 euro prosa, danza, musica
3 spettacoli a scelta 30,00 euro prosa, danza, musica
Biglietteria:
Intero Prosa 20,00 €
Ridotto Prosa over 65 15,00 €
Ridotto Prosa studenti 12,00 €
Servizio di prenotazione 1,00 € a biglietto
IL Teatro Vascello si trova nello splendido quartiere di Monteverde vicino al Gianicolo sopra a Trastevere a Roma, con i suoi 350 posti, la platea a gradinata e il palcoscenico alla greca permette un’ottima visibilità da ogni postazione.
Il Teatro Vascello propone spettacoli di Prosa, Spettacoli per Bambini, Danza, Drammaturgia Contemporanea, Eventi, FestivaL, Rassegne, Concerti, Laboratori
Come raggiungerci con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43, Roma; Via Francesco Saverio Sprovieri, 10, Roma tel 06 58122552; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma, Via R. Giovagnoli, 20,00152 Roma
Con mezzi pubblici: autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello
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