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Biblioteca DEA SABINA
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Film-ππ πππ£ππ ππππ‘π π€π£ππ¨π©π β Regia di πΎππ’ππ‘π‘π€ πππ¨π©π§π€πππ£π¦πͺπ -Quante volte Γ¨ stato detto che un grande attore come TotΓ² ha raramente avuto dietro una sceneggiatura dignitosa che lo supportasse degnamente. Forse anche troppo: perchΓ©, sΓ¬, Γ¨ vero che lo avremmo voluto vedere in film strutturati in una maniera non cosΓ¬ raffazzonata, meno appoggiati alla comoditΓ del suo genio e cosΓ¬ via; perΓ², insomma, davvero una figura lunare e spericolata come TotΓ² aveva bisogno di una struttura?
In fondo i totisti si dividono in due categorie: quelli che lo amano nelle occasioni piΓΉ assurde, dove si costeggia la dimensione surreale ed onirica di un comico imprevedibile e meravigliosamente prepotente; e quelli che lo apprezzano di piΓΉ nelle commedie non ancora allβitaliana ma che guardano ai cambiamenti del costume. In realtΓ il miglior TotΓ², va da sΓ©, risiede nella sintesi tra le due anime, come capita ne “La banda degli onesti.”
“La banda degli onesti” non Γ¨ solo uno dei migliori film del regista Camillo Mastrocinque e del comico TotΓ², realizzato nello stesso anno del capolavoro della Malafemmina, ma anche una delle commedie degli anni cinquanta piΓΉ importanti nel circoscrivere uno spazio decisivo: quello delle grandi palazzine romane, coacervi di storie incarnate dai piΓΉ svariati personaggi, centrali in molti film dellβepoca (citiamo almeno Il bigamo, I pappagalli, Padri e figliβ¦).
Qui, miracolo, cβΓ¨, una sceneggiatura. Calibratissima, ben oliata, pressochΓ© ineccepibile. Porta le illustri firme di “Age & Scarpelli”, che conoscevano benissimo TotΓ²…. Γ¨ piena di dialoghi esilaranti, situazioni irresistibili ed ha una fluiditΓ che confina con qualcosa di simile dramma in potenza mai davvero lasciato esplodere se non nelle pieghe di una malinconia ben definita dai volti patiti dei protagonisti.
Storia di gente umile: un portiere con a carico mamma, moglie tedesca e tre figli, che sta per perdere il lavoro perchΓ© lβamministratore vuole piazzare al suo posto un amico (al solito un acuto intervento di Memmo Carotenuto), riceve in ereditΓ da un anziano dipendente della Zecca dello Stato lβoccorrente per stampare banconote. Convince cosΓ¬ altri due sfigati condomini, un tipografo e un pittore, ad aprire una specie di succursaleβ¦
In un certo senso, Γ¨ la prova generale de “I soliti ignoti”: un gruppo di proletari che sβimprovvisano criminali per sbarcare il lunario, ma che forse non hanno il coraggio di violare la legge. Non ha il portato iconico nΓ© la consapevolezza critica del capolavoro di Mario Monicelli, ma si tratta di uno degli ultimi film capaci di sintonizzarsi sui problemi della popolazione urbana sulla soglia della povertΓ prima dellβomogeneitΓ metropolitana della commedia del boom.
I duetti tra il carnefice TotΓ² e la vittima Peppino (con lβapporto del pacioso Giacomo Furia) rimangono memorabili, con il primo che storpia sempre il cognome del secondo, trasformando lβoriginale Lo Turco in Gian Turco, Lo Tripoli, Lo Truzzo, Lo Struzzo, Turchetti, Turchese, Lo Crucco: tra tanti apici, impossibile non ridere per la millesima volta di fronte alla proposta al bare e alla produzione dei primi biglietti falsi.
ππΌ π½πΌππΏπΌ πΏππππ ππππππ (ππ©ππ‘ππ, ππ΅π±π²) ππ πΎππ’ππ‘π‘π€ πππ¨π©π§π€πππ£π¦πͺπ, ππ€π£ ππ€π©π€Μ, πππ₯π₯ππ£π€ πΏπ πππ‘ππ₯π₯π€, πππππ€π’π€ ππͺπ§ππ, ππππ§πππ‘π πππ£π©π, πππͺπ‘ππ ππͺπππ£π, πππ£ππ€ π½π§πͺπ£π€, πππ’π’π€ πΎππ§π€π©ππ£πͺπ©π€, ππͺπππ πππ«ππ¨π, πππ‘ππ€ π½π€πππ. πΎπ€π’π’ππππ.
Articolo di Lππππππ πΎππππΌππ-Fonte- Antonio de Curtis in arte TotΓ²
Biografia di Camillo Mastrocinque -Regista cinematografico, nato a Roma l’11 maggio 1901 e morto ivi il 23 aprile 1969. Abile artigiano dalle sicure capacitΓ tecniche, con sessanta film circa realizzati nel corso di una carriera eclettica e discontinua, diede il meglio di sΓ© nelle puntigliose ricostruzioni ambientali degli anni Quaranta e nella serie di film interpretati da TotΓ² negli anni Cinquanta, bistrattati dalla critica dell’epoca ma premiati dal consenso del pubblico per la singolare efficacia dei meccanismi comici.
Si accostΓ² al cinema mentre era ancora studente di architettura come aiuto architetto in Ben Hur (1926) di Fred Niblo, kolossal realizzato in Italia dalla Metro Goldwyn Mayer. Appassionato di teatro, fondΓ² il Teatro delle marionette italiane, che seguΓ¬ in alcune tournΓ©e all’estero. Dopo la laurea in architettura, soggiornΓ² a lungo in Francia dove lavorΓ² come scenografo teatrale e illustratore di giornali, ma avviΓ² anche il suo apprendistato cinematografico come aiuto di Augusto Genina. Ritornato in Italia, fu assistente di Carlo Ludovico Bragaglia, Marco Elter, Raffaello Matarazzo, Mario Mattoli, fino al debutto nella regia con il film musicale Regina della Scala (1937), in collaborazione con Guido Salvini. Nella commedia β dopo la buona prova di Voglio vivere con Letizia (1937) β si impose con il vivace La danza dei milioni (1940), disinvolto contributo italiano all’ideologia del self made man, e con il garbato ValiditΓ giorni dieci dello stesso anno, ispirato alla serie giallo-rosa di The thin man. Con i film in costume ottenne i suoi maggiori successi, da L’orologio a cucΓΉ (1939) a Don Pasquale (1940), fino a I mariti β Tempesta d’amore (1941) che, per l’efficacia dello studio dei caratteri e della rievocazione ambientale, viene considerato uno dei suoi film piΓΉ riusciti. La scorrevolezza della confezione fa dimenticare nel complesso l’impianto teatrale dei testi d’origine di L’ultimo ballo (1941), Fedora (1942), e soprattutto di La statua vivente (1943), che s’ispira alle cupe atmosfere del cinema francese del periodo. Nel dopoguerra riprese la sua intensa attivitΓ all’insegna del consueto eclettismo, alternando il film musicale (Il cavaliere del sogno β Gaetano Donizetti, 1947) al remake di un classico del muto (Sperduti nel buio, 1947, dall’omonimo film del 1914 diretto da Nino Martoglio e Roberto Danesi), il giallo (L’uomo dal guanto grigio, 1948) al melodramma di ambiente mafioso con cadenze da western (Gli inesorabili, 1950), chiaramente ispirato a In nome della legge (1949) di Pietro Germi, in cui M. era apparso nel ruolo del sadico barone Lo Vasto. Ma il genere a lui piΓΉ congeniale si rivelΓ² il comico, che contrassegnΓ² la maggior parte della sua produzione successiva. BenchΓ© abbia lavorato con quasi tutti gli altri comici italiani del momento, il suo nome resta legato ai film interpretati da TotΓ², da TotΓ² all’Inferno a Siamo uomini o caporali ? entrambi del 1955, da TotΓ² lascia o raddoppia? a TotΓ², Peppino e i fuorilegge, entrambi del 1956, da TotΓ², Vittorio e la dottoressa (1957) a Tototruffa ’62 (1961). I piΓΉ significativi rimangono La banda degli onesti (1956), irresistibile epopea di un bonario terzetto di apprendisti falsari attratti dal miraggio del ‘colpo grosso’, e TotΓ² Peppino eβ¦ la malafemmina (1956), diventato ormai un film di culto, ricordato soprattutto per la scena della dettatura della lettera, in cui TotΓ² e Peppino toccano vertici inarrivabili sul piano della sintonia scenica e dei tempi comici.Fonte- Istituto della Enciclopedia Italiana